CENTRO ECUMENICO AGAPE
Scheda Opera
- Comune: Prali
- Denominazione: CENTRO ECUMENICO AGAPE
- Indirizzo: Borgata Agape N. 1
- Data: 1946 - 1951
- Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
- Autori principali: Leonardo Ricci
Descrizione
1. Opera originaria
«[…] “Il villaggio alpino Agàpe rappresenterà un centro d’Ecumenismo”, e sarà il luogo di incontro religioso e culturale (ed anche di villeggiatura) delle nuove generazioni evangeliche. […] Sebbene risultino pochi gli elaborati grafici originali tracciati da Ricci per Agàpe (essi raccolgono il progetto di impianto generale, firmato “arch. Leo Ricci. 1847”, ed una serie di quattro schizzi illustrativi… nei suoi disegni rimasti si ritrovano sufficienti elementi descrittivi per comprendere la piena concezione progettuale che l’architetto ha voluto definire negli aspetti autentici della sua iniziale stesura propositiva, poi anche contingentemente variata da pratici interventi di esecuzione (tuttavia non di radicale trasformazione). […] nell’annata del 1948 … erano state soltanto concluse le opere delle parti centrali, chiuse e coperte e dotate di serramenti, ma non le “agapine” (come venivano chiamate dai lavoratori-residenti “le stanze per dormire”, che cominciarono a venire edificate dall’anno dopo. Nel 1949 […] l’insediamento comunitario si dotava di uno dei caseggiati-dormitorio (mentre del secondo venivano gettate solo le fondazioni), erigeva la scalinata che univa i terrazzamenti, attuava il completamento interno del salone, e compiva la parziale costruzione muraria del tempio all’aperto, cominciando anche la Strada degli Appiotti di collegamento al paese.
Durante il 1950 […] sono completate le tre case-dormitorio; ma è col 1951 che Agàpe si dà il suo definitivo assetto conclusivo, nella finitura di tutti gli interni con il relativo mobilio (anch’esso disegnato da Ricci), terminando quindi la strada carrozzabile… (Mirella Loik, Gianni Rostan e Corrado Gavinelli (a cura di), L’architettura di Leonardo Ricci. Agàpe e Riesi, Claudiana Editrice, Torino 2001).
«Prima opera di risonanza internazionale del fiorentino Leonardo Ricci, il Centro ecumenico al sommo dell’alta val Germanasca, ai piedi delle Alpi Cozie, in un contesto di notevole pregio ambientale, viene realizzato a partire dal 1947 su commissione della Chiesa Valdese nella persona del pastore Tullio Vinay, sostenuto dal movimento ecumenico internazionale. Luogo di incontro fra credenti di diverse fedi e confessioni religiose (ma aperto ad atei, agnostici e credenti), è un articolato complesso di corpi di fabbrica e spazi aperti, sintesi della tradizione vernacolare con il modello conventuale. “Utopia realizzata”, grazie anche all’impiego di oltre mille volontari in processi di autocostruzione, coniuga un evidente ed esibito simbolismo (dalla chiesa scoperta al salone polifunzionale fino alle camere-celle, dette “agapine”, passando attraverso le terrazze e l’anfiteatro) con l’adozione dei semplici materiali del luogo (pietra e legno di larice). Sarà lo stesso padre Vinay, a conferma di un rapporto proseguito nel tempo, a richiedere a Ricci un secondo villaggio valdese a Riesi in Sicilia (“Monte degli Ulivi”, 1962-68)». (Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 203).
«L’impegno per la realizzazione del centro comunitario di Agàpe rappresenta, rispetto a quanto detto, un’importante sperimentazione nel campo dell’architettura sociale, facente parte dell’iniziale processo di trasformazione spaziale-esistenziale della ricostruzione post-bellica. […] L’aspetto, umano e creativo insieme, sarà per Vinay l’elemento assolutamente decisivo per affidare nelle mani dell’architetto romano-fiorentino la costruzione materiale di un’idea, dall’alto contenuto sociale e spirituale. Così tra il 1947 e il 1951, Ricci si lascerà coinvolgere nella realizzazione di un nuovo spazio comunitario per il Centro Evangelico di Agàpe a Prali, in Piemonte. Un piccolo insediamento sulle Alpi Cozie, una struttura che intendeva porsi come punto di riferimento per la ricostruzione di una società drammaticamente colpita dalla guerra; e che Ricci affronterà, ispirandosi in qualche modo alla contemporanea esperienza michelucciana della Chiesa di Collina, a Pontelungo (1946-1953), per l’uso della pietra del posto, per la sua ricerca della “non forma” che, come nota Manfredo Tafuri, rappresenta “l’accettazione transeunte e provvisoria, quasi suo malgrado, di forme dettate dal genius loci”.
[…] Il progetto di Agàpe si compone di un edificio principale, utilizzato come aula per riunioni e attività della comunità ed altri quattro corpi (ma ne saranno costruiti solo tre), destinati a dormitori. I blocchi, severi per la semplicità della forma e scabri per l’impiego di materiale in pietra a vista, si adagiano lungo il costone della montagna, seguendo le curve di livello e disponendosi a ventaglio in maniera libera. A tale dislocazione naturale, assunta dai valori architettonici, è importante notare, non fa riscontro il disegno uniforme delle fronti, tutto basato sull’iterazione dell’immagine di un finestrone verticale a tutta altezza come unico motivo formale e che quasi sembra voler contraddire il principio del disegno insediativo. Tale schema, volutamente rigido e ripetitivo, è rotto dal doppio livello dei due loggiati disposti, alle estremità del corpo principale, in posizione avanzata per meglio godere della vista della vallata.
Dopo questo primo periodo in cui Ricci è presente e partecipa materialmente con Vinay al lavoro costruttivo, la prosecuzione dell’insieme delle opere andrà avanti con interventi di completamento ed anche di ampliamento, condotti da Giovanni Klaus Koenig, amico e collaboratore di Ricci, che si sforzerà di mantenere lo spirito del progetto, realizzando: gli uffici (1954-1956), il campanile (1957-1962) e la sistemazione delle cucine (1985-1987)». (Michele Costanzo, Leonardo Ricci e l’idea di spazio comunitario, Quodlibet Studio. Città e paesaggio. Saggi, Macerata 2010, pp. 21-25).
«Il Centro Agàpe, voluto dalla comunità valdese in Val Germanasca e realizzato tra il 1946 e il 1951 da Leonardo Ricci, si presenta come un edificio fortemente radicato al suolo. Ricci dà vita ad una manipolazione formale che reinventa sia l’uso dei materiali tradizionali – si pensi ai colonnati e ai setti realizzati in pietra – sia il rapporto tra costruito e morfologia del sito con la disposizione dei corpi dell’edificio in relazione al pendio» (IAM, Istituto di Architettura Montana, Centro di ricerca Dipartimento di Architettura e Design Politecnico di Torino, https://areeweb.polito.it/ricerca/IAM/?p=903)
2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio conserva integralmente i caratteri percettivi e distributivi.
(Scheda a cura di Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1946 -
- Esecuzione: - 1951
- Committente: Chiesa Valdese - Tullio Vinaj (pastore valdese)
- Proprietà: Proprietà Ente religioso
- Destinazione originaria: Centro ecumenico
- Destinazione attuale: Centro ecumenico
Autori
- Materiale di facciata: Pietra e legno di larice
- Stato Strutture: Ottimo
- Stato Materiale di facciata: Ottimo
- Stato Coperture: Ottimo
- Stato Serramenti: Ottimo
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Nardi Antonio (a cura di) | 1984 | Leonardo Ricci. Testi, opere, sette progetti recenti di Leonardo Ricci | Edizioni del Comune di Pistoia | Pistoia | No | |
Loik Mirella, Gianni Rostan, Gavinelli Corrado (a cura di) | 2001 | L’architettura di Leonardo Ricci. Agàpe e Riesi | Claudiana Editrice | Torino | No | |
Bartolozzi Giovanni | 2004 | Leonardo Ricci. Lo spazio inseguito | Universale di Architettura | Roma | No | |
Costanzo Michele | 2010 | Leonardo Ricci e l’idea di spazio comunitario | Quodlibet Studio. Città e paesaggio. Saggi | Macerata | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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IAM, Istituto di Architettura Montana | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 16/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021