Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COMPLESSO PER APPARTAMENTI E UFFICI PER IMMOBILIARE SOLFERINO

Scheda Opera

  • Vista del complesso
  • Vista del complesso
  • Planimetria
  • Disegno prospettico
  • dettaglio del prospetto
  • Vista del complesso
  • Vista del complesso
  • Vista del complesso
  • Vista del complesso
  • Vista del complesso
  • Comune: Parma
  • Denominazione: COMPLESSO PER APPARTAMENTI E UFFICI PER IMMOBILIARE SOLFERINO
  • Indirizzo: Viale Duca Alessandro N. 98, Via Antonio Bizzozero
  • Data: - 1971
  • Tipologia: Complessi residenziali
  • Autori principali: Franca Helg, Franco Albini
Descrizione

Il complesso è situato nell’area dell’antico Campo di Marte che, dai primi decenni del Novecento, vede il sorgere di un tessuto urbano composto da “palazzetti” eclettici. Si segnalano in particolare: le opere di Camillo Uccelli, il Seminario minore, il Palazzo delle Missioni Estere su Viale San Martinola e la casa di cura Braga-Valli, demolita sul finire degli anni Sessanta sul sedime su cui sorge l’intervento di Albini-Helg.
Nel Secondo Dopoguerra la zona compresa tra viale Duca Alessandro, viale Solferino e via Bizzozero è oggetto di una crescita speculativa che stravolge l’unità dell’edificato sorto nei decenni precedenti.
I due nuovi edifici si inseriscono in un lotto libero su tre lati, di estensione superiore ai 6000 metri quadrati, occupato in gran parte da una fitta vegetazione che vincola la collocazione dei corpi di fabbrica.
Entrambi gli edifici sono composti da cinque piani fuori terra e da un attico a cui si aggiungono due piani interrati destinati ai servizi e un’autorimessa che serve entrambi i blocchi.
L’accesso principale è collocato a un livello inferiore rispetto alla quota stradale.
Gli atrii d’ingresso sono passanti e collegati con i percorsi esterni in asfalto rosso, a incorniciare un’ampia prospettiva sul verde esterno. La scala elicoidale, rifinita in marmo rosa chiaro (utilizzato anche per i pianerottoli), conferisce a questo spazio di distribuzione un senso di fluidità, accentuato dal parapetto, in tubolare di ferro dipinto di rosso, con i montanti di colore nero, che riprende il classico motivo curvo ricorrente anche in altre realizzazioni dei progettisti.
La dimensione e la distribuzione degli spazi delle singole residenze si adattano alle più diverse esigenze. Gli appartamenti vanno dai quattro/cinque vani, fino ai più spaziosi duplex degli ultimi piani con accesso diretto alla terrazza.
Tutti gli alloggi sono dotati di grandi vetrate, anche conformate in bow window e terrazze, che fanno prevalere il tema dell’affaccio sul verde (come elemento principale di distribuzione degli spazi) nonché una spiccata ricerca di funzionalità.
I soggiorni e gli ingressi hanno spazi tra loro diversificati e ben definiti, che si compenetrano con fluidità. I disimpegni sono dimensionati in modo da non sprecare superficie e ridurre al minimo i percorsi. Gli spazi di circolazione sono spesso attrezzabili con armadiature. La divisione delle zone notte, giorno e servizi, è studiata in modo da semplificare e rendere agevole il servizio e da consentire possibilità di isolamento e di privacy.
I blocchi edilizi si caratterizzano per un trattamento esterno ad ampie fasce orizzontali policrome, che alternano cemento a vista, cemento tinteggiato di rosso e intonaco grigio dipinto a rullo.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: - 1968
  • Esecuzione: 1969 - 1971
  • Committente: Immobiliare Solferino s.a.s.
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: complesso residenziale
  • Destinazione attuale: complesso residenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Franco Albini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19452 SI
Franca Helg Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21153 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: cemento armato, intonaco
  • Coperture: piane, metallo
  • Serramenti: legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Nel Secondo Dopoguerra la zona compresa tra viale Duca Alessandro, viale Solferino e via Bizzozero è oggetto di una crescita speculativa che stravolge l’unità dell’edificato sorto nei decenni precedenti.
I due nuovi edifici si inseriscono in un lotto libero su tre lati, di estensione superiore ai 6000 metri quadrati, occupato in gran parte da una fitta vegetazione che vincola la collocazione dei corpi di fabbrica.
Entrambi gli edifici sono composti da cinque piani fuori terra e da un attico a cui si aggiungono due piani interrati destinati ai servizi e un’autorimessa che serve entrambi i blocchi.
L’accesso principale è collocato a un livello inferiore rispetto alla quota stradale. 
Gli atrii d’ingresso sono passanti e collegati con i percorsi esterni in asfalto rosso, a incorniciare un’ampia prospettiva sul verde esterno. La scala elicoidale, rifinita in marmo rosa chiaro (utilizzato anche per i pianerottoli), conferisce a questo spazio di distribuzione un senso di fluidità, accentuato dal parapetto, in tubolare di ferro dipinto di rosso, con i montanti di colore nero, che riprende il classico motivo curvo ricorrente anche in altre realizzazioni dei progettisti. 
La dimensione e la distribuzione degli spazi delle singole residenze si adattano alle più diverse esigenze. Gli appartamenti vanno dai quattro/cinque vani, fino ai più spaziosi duplex degli ultimi piani con accesso diretto alla terrazza.
Tutti gli alloggi sono dotati di grandi vetrate, anche conformate in bow window e terrazze, che fanno prevalere il tema dell’affaccio sul verde (come elemento principale di distribuzione degli spazi) nonché una spiccata ricerca di funzionalità. 
I soggiorni e gli ingressi hanno spazi tra loro diversificati e ben definiti, che si compenetrano con fluidità. I disimpegni sono dimensionati in modo da non sprecare superficie e ridurre al minimo i percorsi. Gli spazi di circolazione sono spesso attrezzabili con armadiature. La divisione delle zone notte, giorno e servizi, è studiata in modo da semplificare e rendere agevole il servizio e da consentire possibilità di isolamento e di privacy. 
I blocchi edilizi si caratterizzano per un trattamento esterno ad ampie fasce orizzontali policrome, che alternano cemento a vista, cemento tinteggiato di rosso e intonaco grigio dipinto a rullo.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

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Franco Albini (Robbiate 1905 – Milano 1977) 
Trascorre nella casa paterna l’infanzia e parte della giovinezza, assorbendo della sua terra la sensibilità per le opere dell’uomo e della natura. Trasferitosi con la famiglia a Milano frequenta il Politecnico dove si laurea nel 1929 e inizia l’attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia. Nello stesso anno visita Barcellona, in occasione dell’esposizione internazionale, per poi raggiungere Parigi. Dopo le prime realizzazioni di impronta novecentesca nel campo dell’arredamento, una conversazione con Edoardo Persico determina la sua “conversione” al razionalismo e l’avvicinamento al gruppo dei redattori di "Casabella". Nel 1931 apre il primo studio professionale in via Panizza a Milano con Renato Camus e Giancarlo Parlanti. Inizia a occuparsi di edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a Milano (1932). L’adesione al metodo progettuale di ispirazione gropiusiana si evidenzia nella chiarezza dell’impianto aperto, con i corpi di fabbrica equidistanti e allineati secondo l’asse eliotermico che fa irrompere nel quartiere aria, luce e verde. Nel campo degli allestimenti Albini, chiamato da Giuseppe Pagano, esordisce nel 1933 alla V Triennale di Milano. Nel corso degli anni Trenta gli allestimenti e i padiglioni temporanei nelle manifestazioni fieristiche sono le palestre che gli permettono di sperimentare nuove soluzioni, sondando in alcuni casi articolate volumetrie curve e, più spesso, spazi cartesiani ordinati da griglie geometriche, telai metallici e pannelli traslucidi in vetro o tessuto. Nel corso del 1946 dirige insieme a Parlanti la rivista "Costruzioni-Casabella". Nel dopoguerra la gamma degli interessi professionali si amplia anche in relazione alle opportunità offerte dalla ricostruzione. Nell’insegnamento trasmette gli stessi principi che fondano il suo lavoro di architetto: la necessità di un’analisi approfondita dei problemi e di un continuo controllo e giustificazione delle proprie scelte. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franca Helg (studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti.
Tra i progetti principali di questo periodo: l’albergo rifugio Pirovano a Cervinia (1948-52); l’allestimento del Museo di Palazzo Bianco a Genova (1949-51); il piano urbanistico e le case a schiera nel quartiere Cesate a Milano (1951-54); l’edificio per uffici Ina a Parma (1950-54); il Museo del Tesoro di San Lorenzo a Genova (1952-56); i Grandi Magazzini La Rinascente a Roma (1957-61); le Nuove Terme Luigi Zoja a Salsomaggiore (1964-70). 

Franca Helg (Milano 1920-1989)
Nei primi anni Quaranta, mentre frequenta la Facoltà di Architettura, lavora presso lo studio BBPR. Consegue la laurea nel 1945 e nel medesimo anno inizia l’attività professionale autonoma. Nel 1945-46 partecipa alla fondazione e redazione dei Quaderni degli studenti della Facoltà di Architettura di Milano, poi intitolati Studi d’Architettura. Nel 1946-47 è membro della Commissione Consultiva per il Nuovo PRG di Milano. Dal 1947 è membro del M.S.A. (Movimento Studi Architettura) a Milano. La sua attività didattica inizia nel 1955 come assistente straordinaria di L. Belgiojoso al corso di “caratteri distributivi degli edifici” presso lo IUAV di Venezia. Dal 1963 al 1967 è assistente ordinario al corso di “composizione architettonica” al Politecnico di Milano (sempre per L. Belgiojoso). Nel 1967 consegue la Libera Docenza in Composizione Architettonica. Presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano consegue il premio di operosità scientifica ed artistica per gli anni accademici 1963-64, 1964-65, 1967-68. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franco Albini (Studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 20
  • Particella: 638;

Note

I percorsi esterni in asfalto rosso sono stati sostituiti da una pavimentazione in piastrelle quadrangolari in porfido. Franco Albini (Robbiate 1905 – Milano 1977) Trascorre nella casa paterna l’infanzia e parte della giovinezza, assorbendo della sua terra la sensibilità per le opere dell’uomo e della natura. Trasferitosi con la famiglia a Milano frequenta il Politecnico dove si laurea nel 1929 e inizia l’attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia. Nello stesso anno visita Barcellona, in occasione dell’esposizione internazionale, per poi raggiungere Parigi. Dopo le prime realizzazioni di impronta novecentesca nel campo dell’arredamento, una conversazione con Edoardo Persico determina la sua “conversione” al razionalismo e l’avvicinamento al gruppo dei redattori di "Casabella". Nel 1931 apre il primo studio professionale in via Panizza a Milano con Renato Camus e Giancarlo Parlanti. Inizia a occuparsi di edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a Milano (1932). L’adesione al metodo progettuale di ispirazione gropiusiana si evidenzia nella chiarezza dell’impianto aperto, con i corpi di fabbrica equidistanti e allineati secondo l’asse eliotermico che fa irrompere nel quartiere aria, luce e verde. Nel campo degli allestimenti Albini, chiamato da Giuseppe Pagano, esordisce nel 1933 alla V Triennale di Milano. Nel corso degli anni Trenta gli allestimenti e i padiglioni temporanei nelle manifestazioni fieristiche sono le palestre che gli permettono di sperimentare nuove soluzioni, sondando in alcuni casi articolate volumetrie curve e, più spesso, spazi cartesiani ordinati da griglie geometriche, telai metallici e pannelli traslucidi in vetro o tessuto. Nel corso del 1946 dirige insieme a Parlanti la rivista "Costruzioni-Casabella". Nel dopoguerra la gamma degli interessi professionali si amplia anche in relazione alle opportunità offerte dalla ricostruzione. Nell’insegnamento trasmette gli stessi principi che fondano il suo lavoro di architetto: la necessità di un’analisi approfondita dei problemi e di un continuo controllo e giustificazione delle proprie scelte. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franca Helg (studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti. Tra i progetti principali di questo periodo: l’albergo rifugio Pirovano a Cervinia (1948-52); l’allestimento del Museo di Palazzo Bianco a Genova (1949-51); il piano urbanistico e le case a schiera nel quartiere Cesate a Milano (1951-54); l’edificio per uffici Ina a Parma (1950-54); il Museo del Tesoro di San Lorenzo a Genova (1952-56); i Grandi Magazzini La Rinascente a Roma (1957-61); le Nuove Terme Luigi Zoja a Salsomaggiore (1964-70). Franca Helg (Milano 1920-1989) Nei primi anni Quaranta, mentre frequenta la Facoltà di Architettura, lavora presso lo studio BBPR. Consegue la laurea nel 1945 e nel medesimo anno inizia l’attività professionale autonoma. Nel 1945-46 partecipa alla fondazione e redazione dei Quaderni degli studenti della Facoltà di Architettura di Milano, poi intitolati Studi d’Architettura. Nel 1946-47 è membro della Commissione Consultiva per il Nuovo PRG di Milano. Dal 1947 è membro del M.S.A. (Movimento Studi Architettura) a Milano. La sua attività didattica inizia nel 1955 come assistente straordinaria di L. Belgiojoso al corso di “caratteri distributivi degli edifici” presso lo IUAV di Venezia. Dal 1963 al 1967 è assistente ordinario al corso di “composizione architettonica” al Politecnico di Milano (sempre per L. Belgiojoso). Nel 1967 consegue la Libera Docenza in Composizione Architettonica. Presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano consegue il premio di operosità scientifica ed artistica per gli anni accademici 1963-64, 1964-65, 1967-68. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franco Albini (Studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1975 Immobiliare Solferino a Parma L'Architettura Cronache e Storia n. 232 620 Si
B. Belgiojoso Lodovico, Pandakovich Darko 1986 Appartamenti e uffici in viale Duca Alessandro, Parma Arnoldo Mondadori Editore Milano 63 Si
Prina Vittorio, Piva Antonio 1998 Franco Albini 1905-1977 Electa Milano 413 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Franco Albini Franco Albini, Franca Helg Fondazione Franco Albini, Milano

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del complesso Vista del complesso Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Vista del complesso Vista del complesso Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Planimetria Planimetria Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Disegno prospettico Disegno prospettico Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
dettaglio del prospetto dettaglio del prospetto A. Scardova. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso A. Scardova. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso A. Scardova. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso A. Scardova. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso A. Scardova. Courtesy IBC
Vista del complesso Vista del complesso A. Scardova. Courtesy IBC

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Fondazione Franco Albini Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franca Helg Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Franco Albini Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franco Albini Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2021