Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SALA CONSIGLIARE DELLA PROVINCIA

Scheda Opera

  • Vista dei banchi degli amministratori
  • Vista complessiva dei banchi
  • Vista complessiva dei banchi
  • Vista complessiva dei banchi
  • Dettaglio dell'area stampa
  • Dettaglio dell'area stampa
  • Dettaglio dei banchi della segreteria
  • Dettaglio dell'area destinata al pubblico
  • Particolare della porta
  • Comune: Parma
  • Denominazione: SALA CONSIGLIARE DELLA PROVINCIA
  • Indirizzo: Piazzale della Pace N. 1
  • Data: 1953 - 1956
  • Tipologia: Sedi di enti pubblici e istituzioni
  • Autori principali: Carlo Scarpa
Descrizione

Profondamente danneggiata dai bombardamenti alleati, la sede della Provicnia di Parma viene completamente ricostruita nel dopoguerra a opera dell’architetto Carlo Scarpa, chiamato espressamente dal pittore Armando Pizzinato che, nel 1953, vince il concorso per la realizzazione degli affreschi nella sala consiliare.
Tutto lo spazio è organizzato secondo una rigida regola geometrica definita da motivi lineari.
Nella parete di fondo, dietro ai banchi della presidenza, in corrispondenza della quale gli affreschi di Pizzinato proseguono solo al di sopra delle due aperture presenti nella parete, lo spazio tra le due finestre è occupato da un pannello in parte ligneo, in parte composto da un disegno geometrico. Questo motivo geometrico è a elementi rettangolari e suddiviso in due riquadri, uno giallo e l’altro blu come i colori della città, con al centro lo stemma bronzeo che riporta la data di inaugurazione della sala.
Il pannello è ricompreso fra i due rivestimenti laterali che ricoprono gli stipiti delle finestre (realizzati in lastre lapidee che corrono lungo le aperture, dall’architrave fino a terra) che costeggiano anche il radiatore posto al di sotto delle aperture. Per quest’ultimo viene creato un elemento di schermatura composto da una serie di listelli verticali di legno che si integrano nel disegno complessivo dei dettagli, così come nelle porte di legno (anch’esse realizzate con ante di legno scuro con tasselli quadrati in vetro opaco) e nelle plafoniere dell’illuminazione poste sul soffitto secondo un motivo a scacchiera che forma una cornice perimetrale.
Il progetto dell’arredo è direttamente legato a consentire lo svolgimento delle sue funzioni. La parte centrale della sala è quasi interamente occupata dalle postazioni del consiglio, eccetto l’ultima porzione (a cui si accede tramite una delle due porte d’ingresso) riservata all’uditorio.
Le due zone vengono separate da una transenna in legno fissata tramite giunti di ottone su tre appoggi ciascuno costituito da tre montanti in metallo. L’elemento ligneo presenta delle fessure sulla parte superiore e una forma leggermente incurvata che lo rendono un elemento di appoggio per il pubblico durante le sedute.
Al lato opposto della sala si trovano i banchi per la presidenza. Questi ultimi danno le spalle al pannello con lo stemma bronzeo fronteggiando, invece, le postazioni consiliari. Esse sono disposte a lisca di pesce in modo da ricavare lo spazio necessario per consentire la visione dell’intera sala da ogni posto. Si tratta di una disposizione classica a semicerchio rispetto alla quale presenta, tuttavia, il vantaggio di occupare uno spazio minore. I banchi sono sorretti dalla medesima struttura a tubolari metallici che caratterizza tutto l’arredo della sala: le sedute della segreteria e del pubblico presentano una struttura con elementi tubolari metallici con base rettangolare e schienale semicircolare. Lo scheletro metallico sostiene i rivestimenti in pelle che completano le poltrone, lasciando a vista la struttura retrostante. L’altezza delle sedute è poi studiata per permettere di riporre le poltrone perfettamente in adiacenza al banco, in modo da consentire un passaggio più agevole tra le file di banchi.

(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: 1953 - 1955
  • Esecuzione: 1955 - 1956
  • Committente: Amministrazione Provinciale di Parma
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: sala consiliare dell’Amministrazione provinciale
  • Destinazione attuale: sala consiliare dell’Amministrazione provinciale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Gilda D’Agaro Collaboratore Progetto NO
Valeriano Pastor Collaboratore Progetto Visualizza Profilo https://www.iuav.it/ARCHIVIO-P/ARCHIVIO/collezioni/Pastor-Val/index.htm NO
Armando Pizzinato Artista Esecuzione Visualizza Profilo http://www.armandopizzinato.it/index.html NO
Carlo Scarpa Progetto Interni Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=55412 SI
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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Tutto lo spazio è organizzato secondo una rigida regola geometrica definita da motivi lineari.
Nella parete di fondo, dietro ai banchi della presidenza, in corrispondenza della quale gli affreschi di Pizzinato proseguono solo al di sopra delle due aperture presenti nella parete, lo spazio tra le due finestre è occupato da un pannello in parte ligneo, in parte composto da un disegno geometrico. Questo motivo geometrico è a elementi rettangolari e suddiviso in due riquadri, uno giallo e l’altro blu come i colori della città, con al centro lo stemma bronzeo che riporta la data di inaugurazione della sala. 
Il pannello è ricompreso fra i due rivestimenti laterali che ricoprono gli stipiti delle finestre (realizzati in lastre lapidee che corrono lungo le aperture, dall’architrave fino a terra) che costeggiano anche il radiatore posto al di sotto delle aperture. Per quest’ultimo viene creato un elemento di schermatura composto da una serie di listelli verticali di legno che si integrano nel disegno complessivo dei dettagli, così come nelle porte di legno (anch’esse realizzate con ante di legno scuro con tasselli quadrati in vetro opaco) e nelle plafoniere dell’illuminazione poste sul soffitto secondo un motivo a scacchiera che forma una cornice perimetrale.
Il progetto dell’arredo è direttamente legato a consentire lo svolgimento delle sue funzioni. La parte centrale della sala è quasi interamente occupata dalle postazioni del consiglio, eccetto l’ultima porzione (a cui si accede tramite una delle due porte d’ingresso) riservata all’uditorio. 
Le due zone vengono separate da una transenna in legno fissata tramite giunti di ottone su tre appoggi ciascuno costituito da tre montanti in metallo. L’elemento ligneo presenta delle fessure sulla parte superiore e una forma leggermente incurvata che lo rendono un elemento di appoggio per il pubblico durante le sedute. 
Al lato opposto della sala si trovano i banchi per la presidenza. Questi ultimi danno le spalle al pannello con lo stemma bronzeo fronteggiando, invece, le postazioni consiliari. Esse sono disposte a lisca di pesce in modo da ricavare lo spazio necessario per consentire la visione dell’intera sala da ogni posto. Si tratta di una disposizione classica a semicerchio rispetto alla quale presenta, tuttavia, il vantaggio di occupare uno spazio minore. I banchi sono sorretti dalla medesima struttura a tubolari metallici che caratterizza tutto l’arredo della sala: le sedute della segreteria e del pubblico presentano una struttura con elementi tubolari metallici con base rettangolare e schienale semicircolare. Lo scheletro metallico sostiene i rivestimenti in pelle che completano le poltrone, lasciando a vista la struttura retrostante. L’altezza delle sedute è poi studiata per permettere di riporre le poltrone perfettamente in adiacenza al banco, in modo da consentire un passaggio più agevole tra le file di banchi.

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Il vincolo riguarda l'intero edificio

Carlo Scarpa (Venezia, 1906 - Sendai, Giappone, 1978) 
Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1926 acquisendo il titolo di professore di disegno architettonico.
Dal 1933 al 1947 diviene consulente artistico della Venini: industria vetraria specializzata nella produzione con tecnica muranese. Anche grazie a questa esperienza lavorativa sviluppa l’interesse per le arti plastiche e applicate guardando in un primo momento alla Secessione viennese e poi alla cultura orientale, in particolar modo al Giappone; successivo è l’avvicinamento all’architettura organica di Frank Lloyd Wright.
Nel 1926 svolge attività didattica presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia dove, nel 1964, ottiene la cattedra di Professore Ordinario in Composizione Architettonica che mantiene fino al 1976, ricoprendo nel frattempo (dal 1972 al 1974) anche il ruolo di Direttore dell’Istituto stesso.
Dal 1948 avvia una lunga collaborazione con la Biennale di Venezia per gli allestimenti di più di 60 mostre espositive e museali. 
Muore durante il suo secondo viaggio in Giappone. Dopo la sua scomparsa, gli viene attibuita la laurea honoris causa in architettura.
Riconosciuto come una delle principali personalità del Novecento italiano, il suo lavoro è universalmente riconosciuto in ambito internazionale. 
Riceve numerosi premi e onoreficenze tra cui il premio Olivetti per  i suoi progetti allestitivi (1956), la medaglia d’oro per la cultura e l’arte dal Ministero della Pubblica Istruzione e una targa IN-ARCH per il lavoro compiuto al Museo di Castelvecchio (1965), il premio Presidenza della Repubblica per l’architettura (1967). Ottiene la nomina di membro del Royal British Institute of Design (1970), di "Accademico effettivo residente per la classe delle lettere e delle arti" dall’Accademia Olimpica di Vicenza (1973). È membro onorario della Fondazione Pierre Chareau di Parigi (1975) e dell’Accademia di San Luca di Roma (1976).
Tra i suoi principali lavori in ambito museografico si citano: le Gallerie dell'Accademia a Venezia (1945-1959); la Galleria Nazionale della Sicilia in Palazzo Abatellis a Palermo (1953-1954); le prime sale e il Gabinetto disegni e stampe della Galleria degli Uffizi a Firenze (1953-1956); il Museo Correr a Venezia (1957-1960); la Gipsoteca Canoviana a Possagno (1955-1957); il Museo di Castelvecchio a Verona (1958-1974); la Fondazione Querini Stampalia a Venezia (1961-1963).
Tra le numerose realizzazioni: la villa Veritti a Udine (1955-1961); il negozio Olivetti a Venezia (1957-1958); casa Gallo (1962-1963) e il condominio in contra' del Quartiere (1974-1979) a Vicenza; la tomba Brion a San Vito d'Altivole (1969-1978); villa Palazzetto a Monselice (1971-1978); la sede della Banca Popolare di Verona (1973- 1978); villa Ottolenghi a Bardolino (1974-1978).
Numerose le opere anche nel campo del restauro,  oggetto di discussione riguardo le metodologie di intervento nei centri storici, tra cui: il teatro Carlo Felice di Genova (1963-1976) e il teatro comunale di Vicenza (1968-1969), non realizzati, la sistemazione dell'area archeologica di piazza Duomo a Feltre (1973-1978), il Museo Nazionale di Messina (1974-1976) e il Musée Picasso a Parigi (1976).

Valeriano Pastor (Trieste 1927) 
Si laurea a Venezia presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) nel 1955. Negli anni della formazione è assistente dei professori Franco Albini e Giuseppe Samonà e lavora con Carlo Scarpa e Ignazio Gardella. Professore ordinario di Progettazione Architettonica, è rettore dell’Istituto nei primi anni ottanta, poi presidente del corso di laurea in Architettura e direttore del Dipartimento di progettazione architettonica. Per molti anni ha svolto attività di ricerca presso il Dipartimento di scienza e tecnica del restauro e nel Dipartimento di progettazione architettonica dello IUAV, promuovendo all’estero (in particolare in Francia e Germania), oltre che in Italia, la conoscenza e l’esperienza italiana nel campo del restauro. Attivo professionalmente nei campi della progettazione dell’architettura degli interni, del restauro e delle ristrutturazioni nell’ambito dei centri storici, si è occupato anche di pianificazione urbanistica di alcuni centri veneti e di piani di fattibilità. Nella varietà delle esperienze professionali, siano esse allestimenti o – su altra linea nell’impegno del sapere e delle idee – siano gli studi di pianificazione esecutiva (come l’esperienza dei piani per il Vajont) ha ricercato le ragioni che congiungono in prospettiva complessa le necessità e i desideri dell’abitare. Alcune opere sono pubblicate su riviste e testi specializzati. 
Nel 2018 riceve il premio Medaglia d’Oro alla Carriera (premio promosso dalla Triennale di Milano in collaborazione con il Ministero della Cultura)
Vive e lavora a Venezia. 
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  • Vincolo: Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
  • Data Provvedimento: D.C.R. del 14/06/2018 prot. 404
  • Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 1
  • Altri Provvedimenti: Vincolo ope legis
  • Foglio Catastale: 151
  • Particella: 5
Opere D'Arte:
Codice ICCd Ubicazione Tipologia Soggetto Autore Materia Tecnica Stato di Conservazione Restauri
Sala consiliare della Provincia di Parma Affresco Costruzione di un ponte Armando Pizzinato Affresco Buono
Sala consiliare della Provincia di Parma Affresco Barricata di oltre torrente Armando Pizzinato Affresco Buono
Sala consiliare della Provincia di Parma Affresco Eccidio di Bosco Armando Pizzinato Affresco Buono
Sala consiliare della Provincia di Parma Affresco Trebbiatura Armando Pizzinato Affresco Buono


Note

Gli affreschi di Pizzinato sulle pareti della sala sono sviluppati "per episodi", su tematiche differenti. Sul lato destro è presente "Costruzione di un ponte"; sul fondo, alle spalle dei banchi consiliari, si trova "Eccidio di bosco", che viene fronteggiato da "Barricata oltre torrente" realizzato sulla parete opposta. Questi ultimi sono ispirati a due accadimenti importanti per la città di Parma: il primo riprende i Fatti di Parma del 1922, il secondo si riferisce all’eccidio del bosco di Corniglio del 1943. "Barricata oltre torrente" funge poi da dissolvenza per gli affreschi ai suoi lati, uno dei quali è "Trebbiatura", posto sulla parete in cui si aprono i due portali d’ingresso. Il vincolo riguarda l'intero edificio Carlo Scarpa (Venezia, 1906 - Sendai, Giappone, 1978) Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1926 acquisendo il titolo di professore di disegno architettonico. Dal 1933 al 1947 diviene consulente artistico della Venini: industria vetraria specializzata nella produzione con tecnica muranese. Anche grazie a questa esperienza lavorativa sviluppa l’interesse per le arti plastiche e applicate guardando in un primo momento alla Secessione viennese e poi alla cultura orientale, in particolar modo al Giappone; successivo è l’avvicinamento all’architettura organica di Frank Lloyd Wright. Nel 1926 svolge attività didattica presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia dove, nel 1964, ottiene la cattedra di Professore Ordinario in Composizione Architettonica che mantiene fino al 1976, ricoprendo nel frattempo (dal 1972 al 1974) anche il ruolo di Direttore dell’Istituto stesso. Dal 1948 avvia una lunga collaborazione con la Biennale di Venezia per gli allestimenti di più di 60 mostre espositive e museali. Muore durante il suo secondo viaggio in Giappone. Dopo la sua scomparsa, gli viene attibuita la laurea honoris causa in architettura. Riconosciuto come una delle principali personalità del Novecento italiano, il suo lavoro è universalmente riconosciuto in ambito internazionale. Riceve numerosi premi e onoreficenze tra cui il premio Olivetti per i suoi progetti allestitivi (1956), la medaglia d’oro per la cultura e l’arte dal Ministero della Pubblica Istruzione e una targa IN-ARCH per il lavoro compiuto al Museo di Castelvecchio (1965), il premio Presidenza della Repubblica per l’architettura (1967). Ottiene la nomina di membro del Royal British Institute of Design (1970), di "Accademico effettivo residente per la classe delle lettere e delle arti" dall’Accademia Olimpica di Vicenza (1973). È membro onorario della Fondazione Pierre Chareau di Parigi (1975) e dell’Accademia di San Luca di Roma (1976). Tra i suoi principali lavori in ambito museografico si citano: le Gallerie dell'Accademia a Venezia (1945-1959); la Galleria Nazionale della Sicilia in Palazzo Abatellis a Palermo (1953-1954); le prime sale e il Gabinetto disegni e stampe della Galleria degli Uffizi a Firenze (1953-1956); il Museo Correr a Venezia (1957-1960); la Gipsoteca Canoviana a Possagno (1955-1957); il Museo di Castelvecchio a Verona (1958-1974); la Fondazione Querini Stampalia a Venezia (1961-1963). Tra le numerose realizzazioni: la villa Veritti a Udine (1955-1961); il negozio Olivetti a Venezia (1957-1958); casa Gallo (1962-1963) e il condominio in contra' del Quartiere (1974-1979) a Vicenza; la tomba Brion a San Vito d'Altivole (1969-1978); villa Palazzetto a Monselice (1971-1978); la sede della Banca Popolare di Verona (1973- 1978); villa Ottolenghi a Bardolino (1974-1978). Numerose le opere anche nel campo del restauro, oggetto di discussione riguardo le metodologie di intervento nei centri storici, tra cui: il teatro Carlo Felice di Genova (1963-1976) e il teatro comunale di Vicenza (1968-1969), non realizzati, la sistemazione dell'area archeologica di piazza Duomo a Feltre (1973-1978), il Museo Nazionale di Messina (1974-1976) e il Musée Picasso a Parigi (1976). Valeriano Pastor (Trieste 1927) Si laurea a Venezia presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) nel 1955. Negli anni della formazione è assistente dei professori Franco Albini e Giuseppe Samonà e lavora con Carlo Scarpa e Ignazio Gardella. Professore ordinario di Progettazione Architettonica, è rettore dell’Istituto nei primi anni ottanta, poi presidente del corso di laurea in Architettura e direttore del Dipartimento di progettazione architettonica. Per molti anni ha svolto attività di ricerca presso il Dipartimento di scienza e tecnica del restauro e nel Dipartimento di progettazione architettonica dello IUAV, promuovendo all’estero (in particolare in Francia e Germania), oltre che in Italia, la conoscenza e l’esperienza italiana nel campo del restauro. Attivo professionalmente nei campi della progettazione dell’architettura degli interni, del restauro e delle ristrutturazioni nell’ambito dei centri storici, si è occupato anche di pianificazione urbanistica di alcuni centri veneti e di piani di fattibilità. Nella varietà delle esperienze professionali, siano esse allestimenti o – su altra linea nell’impegno del sapere e delle idee – siano gli studi di pianificazione esecutiva (come l’esperienza dei piani per il Vajont) ha ricercato le ragioni che congiungono in prospettiva complessa le necessità e i desideri dell’abitare. Alcune opere sono pubblicate su riviste e testi specializzati. Nel 2018 riceve il premio Medaglia d’Oro alla Carriera (premio promosso dalla Triennale di Milano in collaborazione con il Ministero della Cultura) Vive e lavora a Venezia.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Viola Pietro 1956 Inaugurazione della Sala del Consiglio. Affreschi pittore Pizzinato, arredamento architetto Scarpa: sabato 13 ottobre 1956. Pieghevole di invito alla mostra Amministrazione provinciale Parma Si
Tomasi 1979 Ricordo di Carlo Scarpa La Gazzetta di Mantova 18 aprile Si
Mazzariol Giuseppe, Dal Co Francesco (a cura di) 2003 Carlo Scarpa Electa Milano 117 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fototeca Carlo Scarpa Carlo Scarpa Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenza

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dei banchi degli amministratori Vista dei banchi degli amministratori Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Vista complessiva dei banchi Vista complessiva dei banchi Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Vista complessiva dei banchi Vista complessiva dei banchi Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Vista complessiva dei banchi Vista complessiva dei banchi Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Dettaglio dell'area stampa Dettaglio dell'area stampa Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Dettaglio dell'area stampa Dettaglio dell'area stampa Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Dettaglio dei banchi della segreteria Dettaglio dei banchi della segreteria Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Dettaglio dell'area destinata al pubblico Dettaglio dell'area destinata al pubblico Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma
Particolare della porta Particolare della porta Courtesy ufficio stampa Provincia di Parma

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Archivio Armando Pizzinato Visualizza
Fototeca Carlo Scarpa, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio Visualizza
Archivio Carlo Scarpa Visualizza
MAXXI Patrimonio - Carlo Scarpa Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Carlo Scarpa Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Carlo Scarpa Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 17/05/2024

Revisori:

Stefano Setti