Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COLONIA MARINA ENEL

Scheda Opera

  • Prospetto rivolto alla spiaggia
  • Prospetto laterale
  • Vista del blocco Est della struttura
  • Ingresso della Colonia marina ENEL
  • Prospetto rivolto alla spiaggia
  • Particolare di infissi ad angolo
  • Comune: Riccione
  • Denominazione: COLONIA MARINA ENEL
  • Indirizzo: Via Torino N. 69
  • Data: 1961 - 1963
  • Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
  • Autori principali: Giancarlo De Carlo
Descrizione

La realizzazione della nuova colonia di soggiorno marino è decisa dalla SIP (poi passata in proprietà all’ENEL) nel 1960, per ampliare quella già esistente nel vicino quartiere di Miramare, sempre a Riccione. L’area prescelta è già sede di numerosi insediamenti analoghi, realizzati anche in precedenza, come la Colonia Italia e la Mater Dei.
Il progetto è elaborato da G. De Carlo in quattro versioni fino al 1962. Fin dalle prime elaborazioni, l’impianto è incentrato su uno spazio centrale aperto sul mare intorno a cui sono organizzati i corpi di fabbrica disposti a “U”, secondo logiche differenti da quelle gerarchiche e monumentali delle colonie realizzate tra le due guerre. A una pedagogia perseguita attraverso la rigorosa (e a volte coercitiva) regolazione del rapporto tra spazi e attività educative, si sostituisce qui la volontà di plasmare un ambiente a misura di bambino. Ciò passa attraverso la rottura volumetrica dei corpi di fabbrica, scomposti in aggregati cellulari ciascuno indipendente e identificabile in un luogo dedicato, protetto, e al tempo stesso in contatto con le restanti parti. Grande importanza è, infatti, attribuita agli spazi collettivi, a partire dalla corte centrale, anch’essa progettata secondo una suddivisione in diversi settori mediante cordoli e variamente pavimenta con erba o sabbia per differenziare l’uso degli spazi.
Il progetto definitivo, salvo alcune modifiche imposte dagli uffici comunali inerenti, ad esempio, la distanza del fronte dalla strada, rispecchia la seconda versione elaborata da De Carlo, che si cimenta qui, per sua stessa ammissione, con il primo progetto di una certa consistenza dimensionale.
La parte centrale verso via Torino ospita alcuni spazi di servizio, oltre all’ingresso a doppia altezza si trovano: l’infermeria, gli ambienti per l’isolamento, la cucina, l’alloggio del custode e del personale. In un volume isolato sul tetto si trova l’ufficio del direttore.
Gli spazi abitativi veri e propri della colonia, si trovano ai lati sui fianchi della corte, organizzati per “case”, composte da un’aggregazione di cellule reciprocamente slittate in pianta, che costituiscono un profilo scalettato dei fronti. Si frammenta in tal modo la tradizionale unità dei grandi dormitori e refettori, in una sequenza di spazi più piccoli ma in collegamento diretto gli uni rispetto agli altri.
Ciascuno di questi moduli è suddiviso in due parti dalla scala posta al centro, una rivolta verso la corte, l’altra, verso l’esterno.
La prima distribuisce un locale per la refezione da usare anche come sala gioco, anticipato da un portico al piano terra, mentre ai piani superiori si trovano i dormitori ognuno per dodici bambini. La seconda parte del modulo, sfalsata in sezione di un mezzo piano, ospita i locali igienici e le stanze degli assistenti, definendo un modello che De Carlo approfondirà in opere più mature come il quartiere Matteotti o i collegi universitari di Urbino. Il dislivello è ben dichiarato anche nella sequenza delle finestre scalettate, che asseconda la generale esperienza visiva del luogo caratterizzata da una molteplicità di punti di vista di volta in volta variabili. Il disegno delle facciate, il rivestimento in ceramica colore turchese e la sottolineatura della linea delle finestre mediante i davanzali in pietra bianca, risente poi di una ricerca estetica basata sulla geometria e i pattern, a cui De Carlo è in questi anni molto vicino, influenzato dalle correnti d’avanguardia milanesi dell”Arte concreta”.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1961 - 1962
  • Esecuzione: 1962 - 1963
  • Tipologia Specifica: Colonia
  • Committente: SIP (Società Idroelettrica Piemontese) - ENEL
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: colonia marina per vacanze
  • Destinazione attuale: In stato di abbandono
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Armando Barp Collaboratore Progetto NO
Giancarlo De Carlo Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=54790 SI
  • Strutture: telaio in cemento armato
  • Materiale di facciata: rivestimento ceramico
  • Coperture: piana in laterocemento
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Mediocre
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Mediocre
  • Stato Serramenti: Mediocre

													Array
(
    [id_opera] => 1229
    [codice] => RN021
    [denominazione] => COLONIA MARINA ENEL
    [regione] => Emilia Romagna
    [provincia] => Rimini
    [comune] => Riccione
    [localita] => 
    [indirizzo] => Via Torino N. 69
    [id_categoria] => 1
    [id_tipologia] => 24
    [tipologia_specifica] => Colonia
    [anno_inizio_progetto] => 1961
    [anno_fine_progetto] => 1962
    [anno_inizio_esecuzione] => 1962
    [anno_fine_esecuzione] => 1963
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => La realizzazione della nuova colonia di soggiorno marino è decisa dalla SIP (poi passata in proprietà all’ENEL) nel 1960, per ampliare quella già esistente nel vicino quartiere di Miramare, sempre a Riccione. L’area prescelta è già sede di numerosi insediamenti analoghi, realizzati anche in precedenza, come la Colonia Italia e la Mater Dei.
Il progetto è elaborato da G. De Carlo in quattro versioni fino al 1962. Fin dalle prime elaborazioni, l’impianto è incentrato su uno spazio centrale aperto sul mare intorno a cui sono organizzati i corpi di fabbrica disposti a “U”, secondo logiche differenti da quelle gerarchiche e monumentali delle colonie realizzate tra le due guerre. A una pedagogia perseguita attraverso la rigorosa (e a volte coercitiva) regolazione del rapporto tra spazi e attività educative, si sostituisce qui la volontà di plasmare un ambiente a misura di bambino. Ciò passa attraverso la rottura volumetrica dei corpi di fabbrica, scomposti in aggregati cellulari ciascuno indipendente e identificabile in un luogo dedicato, protetto, e al tempo stesso in contatto con le restanti parti. Grande importanza è, infatti, attribuita agli spazi collettivi, a partire dalla corte centrale, anch’essa progettata secondo una suddivisione in diversi settori mediante cordoli e variamente pavimenta con erba o sabbia per differenziare l’uso degli spazi.
Il progetto definitivo, salvo alcune modifiche imposte dagli uffici comunali inerenti, ad esempio, la distanza del fronte dalla strada, rispecchia la seconda versione elaborata da De Carlo, che si cimenta qui, per sua stessa ammissione, con il primo progetto di una certa consistenza dimensionale. 
La parte centrale verso via Torino ospita alcuni spazi di servizio, oltre all’ingresso a doppia altezza si trovano: l’infermeria, gli ambienti per l’isolamento, la cucina, l’alloggio del custode e del personale. In un volume isolato sul tetto si trova l’ufficio del direttore. 
Gli spazi abitativi veri e propri della colonia, si trovano ai lati sui fianchi della corte, organizzati per “case”, composte da un’aggregazione di cellule reciprocamente slittate in pianta, che costituiscono un profilo scalettato dei fronti. Si frammenta in tal modo la tradizionale unità dei grandi dormitori e refettori, in una sequenza di spazi più piccoli ma in collegamento diretto gli uni rispetto agli altri.
Ciascuno di questi moduli è suddiviso in due parti dalla scala posta al centro, una rivolta verso la corte, l’altra, verso l’esterno. 
La prima distribuisce un locale per la refezione da usare anche come sala gioco, anticipato da un portico al piano terra, mentre ai piani superiori si trovano i dormitori ognuno per dodici bambini. La seconda parte del modulo, sfalsata in sezione di un mezzo piano, ospita i locali igienici e le stanze degli assistenti, definendo un modello che De Carlo approfondirà in opere più mature come il quartiere Matteotti o i collegi universitari di Urbino. Il dislivello è ben dichiarato anche nella sequenza delle finestre scalettate, che asseconda la generale esperienza visiva del luogo caratterizzata da una molteplicità di punti di vista di volta in volta variabili. Il disegno delle facciate, il rivestimento in ceramica colore turchese e la sottolineatura della linea delle finestre mediante i davanzali in pietra bianca, risente poi di una ricerca estetica basata sulla geometria e i pattern, a cui De Carlo è in questi anni molto vicino, influenzato dalle correnti d’avanguardia milanesi dell”Arte concreta”.

(Matteo Sintini)

    [committente] => SIP (Società Idroelettrica Piemontese) - ENEL
    [foglio_catastale] => 14
    [particella] => 1085
    [strutture] => telaio in cemento armato
    [id_stato_struttura] => 4
    [materiale_facciata] => rivestimento ceramico
    [id_stato_facciata] => 4
    [coperture] => piana in laterocemento
    [id_stato_coperture] => 4
    [serramenti] => metallici
    [id_stato_serramenti] => 4
    [destinazione_originaria] => colonia marina per vacanze
    [destinazione_attuale] => In stato di abbandono
    [trasformazioni] => Riqualificazione (2004-2007)
    [id_tipo_proprieta] => 6
    [specifiche_proprieta] => Energy Real Riccione
    [id_tipo_provvedimento] => 2
    [data_provvedimento] => D.D.R  30/06/2009
    [riferimento_normativo] => D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. d) e 13 
    [altri_provvedimenti] => L. 633/1941, DDG 31/03/2006
    [vincolo] => 1
    [note] => Dismessa alla fine degli anni Novanta, a seguito della ristrutturazione del patrimonio immobiliare non produttivo dell’ENEL, la colonia passa di proprietà fino ad essere acquisita dalla Energy Real Riccione. Dopo alcuni tentativi e progetti di riqualificazione senza esito, condotti dal 2004 al 2007, l’edificio verte oggi in condizioni di totale abbandono, conservato grazie all’importante carattere artistico attribuito nel 2006 poi annullato dal TAR. 
Dopo il riconoscimento di interesse artistico del 2006, nel 2009 è intervenuta la dichiarazione di interesse ai sensi dell'art. 10 c. 3 lettera d) 

Giancarlo De Carlo (Genova 1919 – Milano 2005)
Nasce a Genova da padre di origine siciliana e madre nata in Cile da genitori piemontesi. Passa i primi anni dell'infanzia tra Genova e Livorno; da Genova, nel 1930, si trasferisce con i nonni paterni a Tunisi, dove frequenta la scuola media e il liceo. 
Nel 1937 torna in Italia all’indomani della guerra, partecipando ai movimenti antifascisti. Si iscrive ai corsi di Ingegneria del Politecnico di Milano dove si laurea nel maggio del 1943; il giorno dopo si iscrive ad Architettura, laurea che otterrà nel 1948 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Cosmopolita per estrazione familiare, nel Dopoguerra si avvicina ai movimenti anarchici legati alla rivista "Volontà" e "Freedom" e ai circoli letterari degli “amici di Bocca di Magra”, in cui viene a contatto con Elio Vittorini, Italo Calvino, Vittorio Sereni, Giovanni Pintori, Giulio Einaudi, Marguerite Duras, Franco Fortini, Albe Steiner, Carlo Bo, figura importantissima per la sua carriera, in quanto in qualità di rettore dell’Università di Urbino gli affida il progetto per i collegi universitari, lavoro che lo impegna per oltre venti’anni.
Nel 1954 fa parte della redazione di "Casabella Continuità", diretta da Ernesto Rogers, alla quale collabora fino al 1956, quando si dimette per dissensi sulla linea della rivista. Nello stesso anno - insieme a Ludovico Quaroni e Carlo Doglio - organizza per la X Triennale di Milano la Mostra dell'Urbanistica. Partecipa al CIAM del 1959 a Otterloo che decreta la fine del movimento è sarà da quel momento in poi, uno dei principali animatori del Team X.
E’ chiamato da Giuseppe Samonà allo IUAV di Venezia e insegnerà anche all'MIT, al UCLA, e alla Cornell University. Porta in Italia il dibattito urbanistico e sociale americano, grazie alla collana “Struttura e forma urbana” del Saggiatore. Nel 1968 partecipa alla Giunta della XIV Triennale di Milano (Triennale del Grande Numero), ma la mostra viene occupata il giorno dell'inaugurazione. Nel 1976 fonda l'ILAUD, il Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica
Tra le sue opere principali: i progetti per il Piano Regolatore di Urbino (1964), per il Piano Intercomunale Milanese (1965) e il Piano Particolareggiato per il centro di Rimini e borgo San Giuliano (1970-1972). Il quartiere Matteotti a Terni (1969-75), i collegi universitari di Urbino 1962-1983, la Facoltà di Legge (1966-68) e di Magistero (1968-1976) dell’Università di Urbino.
    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 43.988566
    [longitude] => 12.684549
    [score] => 5
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2013-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2025-01-24 09:12:34
    [categoria] => A. Opera di eccellenza
    [tipologia] => Edifici per attività assistenziali e spirituali
    [proprieta] => Proprietà privata
    [cat_autori] => Giancarlo De Carlo
    [id_regione] => 16
)
1
												
  • Vincolo: Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
  • Data Provvedimento: D.D.R 30/06/2009
  • Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. d) e 13
  • Altri Provvedimenti: L. 633/1941, DDG 31/03/2006
  • Foglio Catastale: 14
  • Particella: 1085

Note

Dismessa alla fine degli anni Novanta, a seguito della ristrutturazione del patrimonio immobiliare non produttivo dell’ENEL, la colonia passa di proprietà fino ad essere acquisita dalla Energy Real Riccione. Dopo alcuni tentativi e progetti di riqualificazione senza esito, condotti dal 2004 al 2007, l’edificio verte oggi in condizioni di totale abbandono, conservato grazie all’importante carattere artistico attribuito nel 2006 poi annullato dal TAR. Dopo il riconoscimento di interesse artistico del 2006, nel 2009 è intervenuta la dichiarazione di interesse ai sensi dell'art. 10 c. 3 lettera d) Giancarlo De Carlo (Genova 1919 – Milano 2005) Nasce a Genova da padre di origine siciliana e madre nata in Cile da genitori piemontesi. Passa i primi anni dell'infanzia tra Genova e Livorno; da Genova, nel 1930, si trasferisce con i nonni paterni a Tunisi, dove frequenta la scuola media e il liceo. Nel 1937 torna in Italia all’indomani della guerra, partecipando ai movimenti antifascisti. Si iscrive ai corsi di Ingegneria del Politecnico di Milano dove si laurea nel maggio del 1943; il giorno dopo si iscrive ad Architettura, laurea che otterrà nel 1948 all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Cosmopolita per estrazione familiare, nel Dopoguerra si avvicina ai movimenti anarchici legati alla rivista "Volontà" e "Freedom" e ai circoli letterari degli “amici di Bocca di Magra”, in cui viene a contatto con Elio Vittorini, Italo Calvino, Vittorio Sereni, Giovanni Pintori, Giulio Einaudi, Marguerite Duras, Franco Fortini, Albe Steiner, Carlo Bo, figura importantissima per la sua carriera, in quanto in qualità di rettore dell’Università di Urbino gli affida il progetto per i collegi universitari, lavoro che lo impegna per oltre venti’anni. Nel 1954 fa parte della redazione di "Casabella Continuità", diretta da Ernesto Rogers, alla quale collabora fino al 1956, quando si dimette per dissensi sulla linea della rivista. Nello stesso anno - insieme a Ludovico Quaroni e Carlo Doglio - organizza per la X Triennale di Milano la Mostra dell'Urbanistica. Partecipa al CIAM del 1959 a Otterloo che decreta la fine del movimento è sarà da quel momento in poi, uno dei principali animatori del Team X. E’ chiamato da Giuseppe Samonà allo IUAV di Venezia e insegnerà anche all'MIT, al UCLA, e alla Cornell University. Porta in Italia il dibattito urbanistico e sociale americano, grazie alla collana “Struttura e forma urbana” del Saggiatore. Nel 1968 partecipa alla Giunta della XIV Triennale di Milano (Triennale del Grande Numero), ma la mostra viene occupata il giorno dell'inaugurazione. Nel 1976 fonda l'ILAUD, il Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica Tra le sue opere principali: i progetti per il Piano Regolatore di Urbino (1964), per il Piano Intercomunale Milanese (1965) e il Piano Particolareggiato per il centro di Rimini e borgo San Giuliano (1970-1972). Il quartiere Matteotti a Terni (1969-75), i collegi universitari di Urbino 1962-1983, la Facoltà di Legge (1966-68) e di Magistero (1968-1976) dell’Università di Urbino.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1964 Giancarlo De Carlo. Fotografie di Cesare Colombo Bassoli fotoincisioni Milano 44-47 Si
1965 Aujourd’hui n. 48 No
Istituto Beni Culturali 1986 Colonie a mare. Il patrimonio delle colonie sulla costa romagnola quale risorsa urbana e ambientale Grafis Bologna 106-107 Si
Rossi Lamberto 1988 1961-1963. Colonia. Riccione, in Giancarlo De Carlo. Architetture Electa Milano 56 Si
Mioni Angela, Occhialini Etra Connie (a cura di) 1995 Giancarlo De Carlo: immagini e frammenti Electa Milano No
Bunčuga Franco 2000 Conversazioni con Giancarlo De Carlo. Architettura e libertà Eleuthera Milano 123 Si
McKean John 2004 Giancarlo De Carlo: des lieux, des hommes Ed. du Centre Pompidou Parigi No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Guccione Margherita, Vittorini Alessandra 2005 Giancarlo De Carlo. Le ragioni dell'architettura Electa Milano 56 Si
Canali Ferruccio 2006 Restauro del Contemporaneo (1945-2005): una sezione speciale del Restauro di Giancarlo De Carlo. Colonia SIp-Enel di Riccione (Rimini) Parametro n. 266 60 Si
Galati Virgilio 2007 The Riccione based 'SIP-ENEL colonia' (1960-1963), in Balducci Valter, Bica Smaranda (a cura di). Architecture of the Holiyday Camps. History and Perspectives Edu-Mirton Timinsoara 215-218 Si
Canali Ferruccio 2007 Giancarlo De Carlo and the innovative pedagogical environment of the "Libertarian" "SIP-ENEL Colonia" in Riccione (1960 - 1963), in Balducci Valter, Bica Smaranda (a cura di), Architecture of the Holiyday Camps. History and Perspectives EDU-Mirton Timinsoara 210-14 Si
Alici Antonello 2008 In difesa della colonia marina di Giancarlo De Carlo Italia Nostra n. 440 No
Canali Ferruccio 2009 La colonia Sip-Enel di Giancarlo De Carlo a Riccione (1960 - 1963). valori storici e valori artistici per la conservazione Paesaggio urbano n. 2 80-82 Si
Bilò Stefano 2011 Soglie. La colonia marina SIP a Riccione di Giancarlo De Carlo Rassegna di Architettura e Urbanistica n. 134-135 142-150 Si
Carughi Ugo 2012 Maledetti vincoli: la tutela dell’architettura contemporanea Allemandi Torino No
Balducci Valter 2013 La colonia Sip-Enel a Riccione di Giancarlo De Carlo (1961-63), in Balducci Valter, Orioli Valentina (a cura di), Spiagge Urbane. Territori e architetture del turismo balneare in Romagna Mondadori Milano 149-162 Si
Bilò Federico 2014 Tessiture dello spazio. Tre progetti di Giancarlo De Carlo del 1961 Quodlibet Macerata No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Prospetto rivolto alla spiaggia Prospetto rivolto alla spiaggia Marco Ranocchi
Prospetto laterale Prospetto laterale Marco Ranocchi
Vista del blocco Est della struttura Vista del blocco Est della struttura Marco Ranocchi
Ingresso della Colonia marina ENEL Ingresso della Colonia marina ENEL Marco Ranocchi
Prospetto rivolto alla spiaggia Prospetto rivolto alla spiaggia Marco Ranocchi
Particolare di infissi ad angolo Particolare di infissi ad angolo Marco Ranocchi

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Domus Web Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Giancarlo De Carlo Visualizza
Enciclopedia Treccani - Giancarlo De Carlo Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Giancarlo De Carlo Visualizza
MAXXI Patrimonio - Giancarlo De Carlo Visualizza
Archivio progetti Iuav - Giancarlo De Carlo Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2022