Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASE A SCHIERA “LE VELE”

Scheda Opera

  • Dettaglio fronte principale su via Farini
  • Panoramica del fronte principale su via Farini
  • Panoramica del fronte principale su via Farini
  • Comune: Faenza
  • Denominazione: CASE A SCHIERA “LE VELE”
  • Indirizzo: Via Luigi Carlo Farini N. 21-33
  • Data: 1968 - 1970
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Filippo Monti
Descrizione

L’edificio risente delle particolari condizioni del sito, un terreno molto articolato che l’architetto sfrutta assecondando l’andamento curvilineo di via Farini generando il principale motivo formale dell’edificio.
Il fronte principale delle residenze segue, infatti, questo vincolo, conformandosi come una facciata dal profilo flesso, che segue il tracciato viario. Esso assume la doppia valenza di motivo espressivo dell’architettura e di elemento attraverso cui si procede ad una rivisitazione del tradizionale rapporto della casa con la strada, tema caratteristico della tipologia a schiera.
Si vede qui, come in altri progetti di Monti, il lavoro sui valori plastici dell’architettura abbinati alla revisione degli schemi distributivi tradizionali.
Il fronte principale si sviluppa su due piani verticali, concentrando in questa parte il maggior sforzo compositivo, mentre gli altri prospetti sono lasciati più spogli. Il primo piano, alla quota del livello terra, è arretrato rispetto alla linea della strada creando uno spazio di protezione agli ingressi privati.
Nella porzione superiore dello stesso piano, Monti posiziona una loggia che minimizza l’impatto degli ingressi dei garages e alleggerisce il corpo dell’edificio, che presenta una massa compatta e uniforme, determinato dalla volontà di mostrare le possibilità offerte dall’uso prevalente del cemento armato. Con l’inserimento di questo vuoto si varia il ritmo della facciata, che sembrerebbe altrimenti dominata solo dall’andamento curvilineo. Il secondo piano verticale si trasforma in una linea poligonale di piani concavi, rivestita di pietra a spacco posizionata di costa, che s’interrompe solo in corrispondenza delle finestre a filo, suddivisa in due parti orizzontali.
Le aperture sono proporzionate rispetto alla facciata e presentano sistemi di oscuramento in plastica. La prima fascia vede la presenza di una serie di finestre verticali affiancate in continuità le une alle altre, accentuando in questa parte la presenza del vuoto, mentre nella seconda, dispone aperture isolate, lasciando un maggiore spazio alle parti piene del prospetto, su cui risalta maggiormente il materiale di rivestimento.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1968 - 1968
  • Esecuzione: 1968 - 1970
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenze private
  • Destinazione attuale: residenze private
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Filippo Monti Progetto architettonico Progetto SI
Impresa Prati Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: cemento armato, ferro, vetro, pietra
  • Coperture: piana, metallo
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Si vede qui, come in altri progetti di Monti, il lavoro sui valori plastici dell’architettura abbinati alla revisione degli schemi distributivi tradizionali. 
Il fronte principale si sviluppa su due piani verticali, concentrando in questa parte il maggior sforzo compositivo, mentre gli altri prospetti sono lasciati più spogli. Il primo piano, alla quota del livello terra, è arretrato rispetto alla linea della strada creando uno spazio di protezione agli ingressi privati.
Nella porzione superiore dello stesso piano, Monti posiziona una loggia che minimizza l’impatto degli ingressi dei garages e alleggerisce il corpo dell’edificio, che presenta una massa compatta e uniforme, determinato dalla volontà di mostrare le possibilità offerte dall’uso prevalente del cemento armato. Con l’inserimento di questo vuoto si varia il ritmo della facciata, che sembrerebbe altrimenti dominata solo dall’andamento curvilineo. Il secondo piano verticale si trasforma in una linea poligonale di piani concavi, rivestita di pietra a spacco posizionata di costa, che s’interrompe solo in corrispondenza delle finestre a filo, suddivisa in due parti orizzontali. 
Le aperture sono proporzionate rispetto alla facciata e presentano sistemi di oscuramento in plastica. La prima fascia vede la presenza di una serie di finestre verticali affiancate in continuità le une alle altre, accentuando in questa parte la presenza del vuoto, mentre nella seconda, dispone aperture isolate, lasciando un maggiore spazio alle parti piene del prospetto, su cui risalta maggiormente il materiale di rivestimento.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

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Diplomato all’Istituto tecnico per Geometri (1947), si dedica inizialmente alla pittura, per poi dedicarsi all’architettura. Ssi laurea nel 1954 all’Università di Firenze, con Adalberto Libera.  Grazie a questa conoscenza si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo questa esperienza ritorna a Faenza, dove partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S.Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. 
Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 progetta la prima delle sue opere faentine: la casa Alberghi Grossi, dopo la quale continuerà ad operare prevalentemente nel territorio di Faenza e dintorni. In questi anni progetta le prime opere ispirate alla domus pompeiana come la casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio Direttivo della Sezione Faentina di Italia Nostra e progetta due delle sue opere più significative: il Complesso Residenziale S.Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni progetta inoltre la sua abitazione personale e la seconda casa Porisini. 
Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica e progetta il complesso residenziale di Via Ferrari a Faenza, la casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Nel periodo tra il 1981 ed il 1985, progetta solo gli uffici per Ciba Leasing nel 1985. Esce da questa crisi professionale negli anni successivi, grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995. Progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni e si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 è segnato dalla prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta la casa Boscherini, la casa Gargiulo.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 131
  • Particella: 949

Note

Filippo Monti (Faenza 1928 - 2015) Diplomato all’Istituto tecnico per Geometri (1947), si dedica inizialmente alla pittura, per poi dedicarsi all’architettura. Ssi laurea nel 1954 all’Università di Firenze, con Adalberto Libera. Grazie a questa conoscenza si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo questa esperienza ritorna a Faenza, dove partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S.Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 progetta la prima delle sue opere faentine: la casa Alberghi Grossi, dopo la quale continuerà ad operare prevalentemente nel territorio di Faenza e dintorni. In questi anni progetta le prime opere ispirate alla domus pompeiana come la casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio Direttivo della Sezione Faentina di Italia Nostra e progetta due delle sue opere più significative: il Complesso Residenziale S.Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni progetta inoltre la sua abitazione personale e la seconda casa Porisini. Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica e progetta il complesso residenziale di Via Ferrari a Faenza, la casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Nel periodo tra il 1981 ed il 1985, progetta solo gli uffici per Ciba Leasing nel 1985. Esce da questa crisi professionale negli anni successivi, grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995. Progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni e si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 è segnato dalla prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta la casa Boscherini, la casa Gargiulo.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Monti Filippo 1971 Influenze attuali dell’architettura romana orizzontale, in La Villa Romana. Giornata di Studi Fratelli Lega editori Faenza 151-160 Si
Monti Filippo 1994 Itinerario delle architetture di Filippo Monti Polis. Idee e cultura nelle città n. 8 131 Si
Franco Bertoni 2003 Filippo Monti Edit Faenza No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Franco Bertoni, Davide Rava 2009 Filippo Monti Architetto Valfrido Edizioni Faenza 121-127 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Dettaglio fronte principale su via Farini Dettaglio fronte principale su via Farini Matilde Mazzanti
Panoramica del fronte principale su via Farini Panoramica del fronte principale su via Farini Matilde Mazzanti
Panoramica del fronte principale su via Farini Panoramica del fronte principale su via Farini Matilde Mazzanti

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2022