Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA MONTI

Scheda Opera

  • Vista della scala dal piano terra
  • Vista della parte sottostante la scala
  • Vista della scala dal piano terra
  • Vista della scala dal piano terra
  • Scala interna in onice
  • Vista dall’interno della scala sul giardino interno
  • Vista della scala tra piano terra e piano primo
  • Vista del lato nord con la recinzione esterna
  • Vista del lato est della scala
  • Comune: Faenza
  • Denominazione: CASA MONTI
  • Indirizzo: Via Torino N. 7
  • Data: 1964 - 1968
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Filippo Monti
Descrizione

Filippo Monti progetta questa casa per sé e per la sua famiglia realizzando l’opera più significativa del suo percorso di rivisitazione della domus romana, fondato sull’inserimento di valori plastici nell’impianto tipologico classico, visibile anche in altre abitazioni come casa Rovelli, caratterizzata da una composizione astratta ed essenziale o casa Porisini, analoga a casa Monti per l’attenzione nei confronti di un’architettura “scultorea”.
Il punto di maggiore interesse della Domus Italica ad atrio, è per Monti la successione di vestibulum, atrium e tablinum, che immette in un giardino privato delimitato da un alto muro, verso il quale si rivolgono tutti gli ambienti della casa, escludendo quasi totalmente le aperture verso l’esterno. Ancora, gran parte del lavoro progettuale si concentra sul tema del muro di cinta, elemento, che da una parte mantiene la dimensione intima del progetto, mentre dall’altra rappresenta il punto di tensione tra l’interno e l’esterno. Il muro perimetrale e il cortile interno sono compenetrati l’uno nell’altro determinando nuove spazialità e generando luoghi di “tensione”, che rappresentano il tratto caratteristico e di maggior interesse di quest’opera.
Casa Monti occupa un’area di 1000 metri quadrati, il cui terreno si presenta allo stato naturale, senza interventi di livellamento. Il rispetto delle distanze previste dal regolamento edilizio è mantenuto sul lato ovest, mentre si presenta meno definito sul lato est, a causa della linea fluida del profilo di pianta in quel punto.
Il contrasto tra i due lati della casa comporta una certa difficoltà nella disposizione delle funzioni interne, in particolar modo sul lato occidentale.
L’abitazione presenta una parte curvilinea sospesa sul giardino interno, intorno al quale si avvolge la scala a forma di asola che accentua l’effetto fluido dell’intero sistema spaziale. La scala ottiene, grazie alla sua caratterizzazione formale, un effetto quasi monumentale a cui partecipa anche l’astrazione conferita dai materiali, quali: il marmo dei pavimenti, il ferro e il vetro.
La scala è caricata di un valore simbolico, di collegamento tra terra e cielo e diventa funzionale ad espandere verso l’esterno, in un movimento centrifugo, i diversi ambiti della casa. Attorno al giardino si sviluppano gli spazi principali dell’abitazione: lo studio, gli ambienti di servizio, come il ripostiglio al piano terra, il soggiorno e le camere da letto al piano primo.
In questo modo si manifesta un complesso rapporto, visivo e vivibile, tra gli spazi interni ed il cortile centrale e tra quest’ultimo e le restanti parti del giardino, modulando progressivamente gli spazi più raccolti, il cuore della casa, con la dimensione più pubblica dell’edificio e mostrando il lavoro di ripensamento della dialettica tra classicità e natura, altro tema ricorrente nel lavoro dell’architetto faentino.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1964 - 1965
  • Esecuzione: 1965 - 1968
  • Tipologia Specifica: Villa
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: casa unifamiliare
  • Destinazione attuale: casa unifamiliare
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Filippo Monti Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: cemento armato, ferro
  • Materiale di facciata: cemento armato, ferro, vetro
  • Coperture: piana, metallo
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Casa Monti occupa un’area di 1000 metri quadrati, il cui terreno si presenta allo stato naturale, senza interventi di livellamento. Il rispetto delle distanze previste dal regolamento edilizio è mantenuto sul lato ovest, mentre si presenta meno definito sul lato est, a causa della linea fluida del profilo di pianta in quel punto.
Il contrasto tra i due lati della casa comporta una certa difficoltà nella disposizione delle funzioni interne, in particolar modo sul lato occidentale.
L’abitazione presenta una parte curvilinea sospesa sul giardino interno, intorno al quale si avvolge la scala a forma di asola che accentua l’effetto fluido dell’intero sistema spaziale. La scala ottiene, grazie alla sua caratterizzazione formale, un effetto quasi monumentale a cui partecipa anche l’astrazione conferita dai materiali, quali: il marmo dei pavimenti, il ferro e il vetro. 
La scala è caricata di un valore simbolico, di collegamento tra terra e cielo e diventa funzionale ad espandere verso l’esterno, in un movimento centrifugo, i diversi ambiti della casa. Attorno al giardino si sviluppano gli spazi principali dell’abitazione: lo studio, gli ambienti di servizio, come il ripostiglio al piano terra, il soggiorno e le camere da letto al piano primo. 
In questo modo si manifesta un complesso rapporto, visivo e vivibile, tra gli spazi interni ed il cortile centrale e tra quest’ultimo e le restanti parti del giardino, modulando progressivamente gli spazi più raccolti, il cuore della casa, con la dimensione più pubblica dell’edificio e mostrando il lavoro di ripensamento della dialettica tra classicità e natura, altro tema ricorrente nel lavoro dell’architetto faentino.
 
(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

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Diplomato all’Istituto tecnico per Geometri (1947), si dedica inizialmente alla pittura, per poi dedicarsi all’architettura. Si laurea nel 1954 all’Università di Firenze, con Adalberto Libera.  Grazie a questa conoscenza si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo quest’esperienza ritorna a Faenza, dove partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S.Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. 
Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 progetta la prima delle sue opere faentine: la casa Albergo Grossi, dopo la quale continuerà ad operare prevalentemente nel territorio di Faenza e dintorni. In questi anni progetta le prime opere ispirate alla domus pompeiana come la casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio Direttivo della Sezione Faentina di Italia Nostra e progetta due delle sue opere più significative: il Complesso Residenziale S. Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni progetta inoltre la sua abitazione personale e la seconda casa Porisini. 
Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica e progetta il complesso residenziale di Via Ferrari a Faenza, la casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Nel periodo tra il 1981 ed il 1985, progetta solo gli uffici per Ciba Leasing nel 1985. Esce da questa crisi professionale negli anni successivi, grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995. Progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni e si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 è segnato dalla prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta la casa Boscherini e la casa Gargiulo.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 146
  • Particella: 1206

Note

Filippo Monti (Faenza 1928 - 2015) Diplomato all’Istituto tecnico per Geometri (1947), si dedica inizialmente alla pittura, per poi dedicarsi all’architettura. Si laurea nel 1954 all’Università di Firenze, con Adalberto Libera. Grazie a questa conoscenza si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo quest’esperienza ritorna a Faenza, dove partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S.Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 progetta la prima delle sue opere faentine: la casa Albergo Grossi, dopo la quale continuerà ad operare prevalentemente nel territorio di Faenza e dintorni. In questi anni progetta le prime opere ispirate alla domus pompeiana come la casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio Direttivo della Sezione Faentina di Italia Nostra e progetta due delle sue opere più significative: il Complesso Residenziale S. Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni progetta inoltre la sua abitazione personale e la seconda casa Porisini. Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica e progetta il complesso residenziale di Via Ferrari a Faenza, la casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Nel periodo tra il 1981 ed il 1985, progetta solo gli uffici per Ciba Leasing nel 1985. Esce da questa crisi professionale negli anni successivi, grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995. Progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni e si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 è segnato dalla prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta la casa Boscherini e la casa Gargiulo.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Monti Filippo 1971 Influenze attuali dell’architettura romana orizzontale, in La Villa Romana, Giornata di Studi F.lli Lega Faenza 156-158 Si
Bertoni Franco 2003 Filippo Monti in conversazione con Franco Bertoni Edit Faenza No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Bertoni Franco, Rava Davide 2009 Filippo Monti Architetto Valfrido Edizioni Faenza Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista della scala dal piano terra Vista della scala dal piano terra R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista della parte sottostante la scala Vista della parte sottostante la scala R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista della scala dal piano terra Vista della scala dal piano terra R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista della scala dal piano terra Vista della scala dal piano terra R. Vlahov. Courtesy IBC
Scala interna in onice Scala interna in onice R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista dall’interno della scala sul giardino interno Vista dall’interno della scala sul giardino interno R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista della scala tra piano terra e piano primo Vista della scala tra piano terra e piano primo R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del lato nord con la recinzione esterna Vista del lato nord con la recinzione esterna R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista del lato est della scala Vista del lato est della scala R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2022