Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASE INCIS

Scheda Opera

  • Vista del complesso da piazza Carducci
  • Vista del complesso da via del Piombo
  • Vista delle abitazioni dall'interno del cortile
  • Dettaglio di uno dei blocchi a stella
  • Vista del fronte sul retro
  • Vista dei blocchi a stella
  • Comune: Bologna
  • Località: Santo Stefano
  • Denominazione: CASE INCIS
  • Indirizzo: Piazza Giosuè Carducci N. 3/2 -3/3
  • Data: 1950 - 1954
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Giuseppe Vaccaro
Descrizione

Nonostante negli anni dell’immediato secondo Dopoguerra, Vaccaro sia già definitivamente ritornato a Roma, chiamato da A. Libera per collaborare come consulente esterno alla revisione dei progetti Ina-Casa, interviene nella sua città con alcune importanti opere, tra le quali, particolare rilievo assumono le case Incis costruite in piazza Carducci.
Esse si compongono di tre blocchi di quattro piani, ciascuno impostato su un impianto a stella a tre punte, con vano scala centrale che distribuisce gli appartamenti nelle varie ali.
Il muto linguaggio degli edifici, caratterizzati dalla sola finitura a intonaco dei fronti e dai profili inclinati delle coperture, dimostra il recupero di una razionalità costruttiva e figurativa che per Vaccaro è, in questi anni di ricerca sul tema della residenza, quanto consente di risolvere il problema dell’inserimento nel contesto della città storica e la contemporanea necessità di elaborare un modello di abitazione per la ricostruzione.
Lo stesso schema, infatti, è utilizzato da Vaccaro nelle coeve abitazioni Incis di via Emilia ovest a Bologna e, poco dopo, nel quartiere di Borgo Panigale.
(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1950 -
  • Esecuzione: 1953 - 1954
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giuseppe Vaccaro Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=256940&force=1 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: a falde in coppi
  • Serramenti: lignei
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Esse si compongono di tre blocchi di quattro piani, ciascuno impostato su un impianto a stella a tre punte, con vano scala centrale che distribuisce gli appartamenti nelle varie ali.
Il muto linguaggio degli edifici, caratterizzati dalla sola finitura a intonaco dei fronti e dai profili inclinati delle coperture, dimostra il recupero di una razionalità costruttiva e figurativa che per Vaccaro è, in questi anni di ricerca sul tema della residenza, quanto consente di risolvere il problema dell’inserimento nel contesto della città storica e la contemporanea necessità di elaborare un modello di abitazione per la ricostruzione. 
Lo stesso schema, infatti, è utilizzato da Vaccaro nelle coeve abitazioni Incis di via Emilia ovest a Bologna e, poco dopo, nel quartiere di Borgo Panigale.
(Matteo Sintini)

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nasce a Bologna, città presso cui nel 1920 si laurea in Ingegneria civile e dove si forma sotto la guida di Attilio Muggia per poi divenire suo assistente nel 1921. Nel 1922 si trasferisce a Roma dove lavora presso lo studio di Marcello Piacentini e viene a contatto con Enrico Del Debbio. Nel 1934 ottiene la libera docenza in Architettura Tecnica. Fino alla fine della guerra, le sue architetture sono caratterizzate dall’impiego di un linguaggio razionalista, da una parte attento alle ricerche funzionaliste, dall’altro adatto alla cifra monumentale richiesta dal regime. Numerosi sono in questi anni gli incarichi pubblici, che gli permettono di emergere nel panorama nazionale. Tra questi il Palazzo delle Poste di Napoli (1929) e i progetti per i concorsi per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra (1927 con Carlo Broggi e Luigi Franzi), e del palazzo delle Corporazioni a Roma (1927, con Piacentini). A Bologna e in Emilia realizza: i progetti per la Cooperativa mutilati e invalidi di guerra e la sede dell’Associazione mutilati, oltre agli interventi nel campo della residenza tra cui si citano in particolare i complessi in via Tanari, in via Vascelli e in piazza di Porta Sant’Isaia. Le opere principali del periodo, e di tutta la sua produzione rimangono, la sede della facoltà di Ingegneria di Bologna (1935) e la Colonia Agip a Cesenatico (1937), tra gli esempi migliori  dell’interpretazione “autonoma” del linguaggio razionale, in cui si riconosce una predilezione per la chiarezza volumetrica e distributiva e l’idea che l’impiego sapiente dei materiali sia la cifra della qualità architettonica di un edificio. 
Fra il 1944 e il 1950 opera nuovamente a Bologna, prima nello studio di Bruno Parolini e poi in uno studio proprio; nel 1951 si trasferisce definitivamente a Roma. In questo secondo periodo della sua produzione architettonica, Vaccaro abbandona le forme solenni dei suoi progetti degli anni Trenta per dedicarsi ai temi della ricostruzione post-bellica, in particolare dedicandosi allo studio dell’architettura funzionale, in cerca della soluzione al problema della "casa esatta", a cui dedica un volume ("Verso la casa esatta", Milano 1945) che raccoglie il lavoro sulla residenza condotto con Giò Ponti e Adalberto Libera, autore che collaborerà a lungo con Vaccaro. Partecipa, in questo contesto alla redazione, in Emilia-Romagna, di diversi piani urbanistici dei comuni del ravennate e del ferrarese e alla realizzazione dei quartieri Ina a Piacenza e a Bologna, dove coordina il progetto per il quartiere Barca e Borgo Panigale. Importanti sono i lavori nell’ambito dell’architettura religiosa, tra cui spicca la chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria (1965) in collaborazione con Libera, Sergio Musmeci, Pier Luigi Nervi. La chiesa di San Giovanni Bosco a Bologna (1968) è uno dei suoi ultimi interventi. E’ stato membro dell’INU, dell’Accademia clementina, dell’Accademia fiorentina delle arti e del disegno e dell’Accademia di Parma. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo: D.D.R. 16/07/2014
  • Altri Provvedimenti: Interesse culturale
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Giuseppe Vaccaro (Bologna 1896 – Roma 1970) nasce a Bologna, città presso cui nel 1920 si laurea in Ingegneria civile e dove si forma sotto la guida di Attilio Muggia per poi divenire suo assistente nel 1921. Nel 1922 si trasferisce a Roma dove lavora presso lo studio di Marcello Piacentini e viene a contatto con Enrico Del Debbio. Nel 1934 ottiene la libera docenza in Architettura Tecnica. Fino alla fine della guerra, le sue architetture sono caratterizzate dall’impiego di un linguaggio razionalista, da una parte attento alle ricerche funzionaliste, dall’altro adatto alla cifra monumentale richiesta dal regime. Numerosi sono in questi anni gli incarichi pubblici, che gli permettono di emergere nel panorama nazionale. Tra questi il Palazzo delle Poste di Napoli (1929) e i progetti per i concorsi per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra (1927 con Carlo Broggi e Luigi Franzi), e del palazzo delle Corporazioni a Roma (1927, con Piacentini). A Bologna e in Emilia realizza: i progetti per la Cooperativa mutilati e invalidi di guerra e la sede dell’Associazione mutilati, oltre agli interventi nel campo della residenza tra cui si citano in particolare i complessi in via Tanari, in via Vascelli e in piazza di Porta Sant’Isaia. Le opere principali del periodo, e di tutta la sua produzione rimangono, la sede della facoltà di Ingegneria di Bologna (1935) e la Colonia Agip a Cesenatico (1937), tra gli esempi migliori dell’interpretazione “autonoma” del linguaggio razionale, in cui si riconosce una predilezione per la chiarezza volumetrica e distributiva e l’idea che l’impiego sapiente dei materiali sia la cifra della qualità architettonica di un edificio. Fra il 1944 e il 1950 opera nuovamente a Bologna, prima nello studio di Bruno Parolini e poi in uno studio proprio; nel 1951 si trasferisce definitivamente a Roma. In questo secondo periodo della sua produzione architettonica, Vaccaro abbandona le forme solenni dei suoi progetti degli anni Trenta per dedicarsi ai temi della ricostruzione post-bellica, in particolare dedicandosi allo studio dell’architettura funzionale, in cerca della soluzione al problema della "casa esatta", a cui dedica un volume ("Verso la casa esatta", Milano 1945) che raccoglie il lavoro sulla residenza condotto con Giò Ponti e Adalberto Libera, autore che collaborerà a lungo con Vaccaro. Partecipa, in questo contesto alla redazione, in Emilia-Romagna, di diversi piani urbanistici dei comuni del ravennate e del ferrarese e alla realizzazione dei quartieri Ina a Piacenza e a Bologna, dove coordina il progetto per il quartiere Barca e Borgo Panigale. Importanti sono i lavori nell’ambito dell’architettura religiosa, tra cui spicca la chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria (1965) in collaborazione con Libera, Sergio Musmeci, Pier Luigi Nervi. La chiesa di San Giovanni Bosco a Bologna (1968) è uno dei suoi ultimi interventi. E’ stato membro dell’INU, dell’Accademia clementina, dell’Accademia fiorentina delle arti e del disegno e dell’Accademia di Parma.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Palmieri Valerio 2002 Progetti e costruzioni per la residenza, in Mulazzani Marco (a cura di), Giuseppe Vaccaro Electa Milano 59 Si
Casciato Maristella, Giuliano Gresleri 2006 Giuseppe Vaccaro. Architetture per Bologna Compositori Bologna 188, 228 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del complesso da piazza Carducci Vista del complesso da piazza Carducci M. Sintini
Vista del complesso da via del Piombo Vista del complesso da via del Piombo M. Sintini
Vista delle abitazioni dall'interno del cortile Vista delle abitazioni dall'interno del cortile M. Sintini
Dettaglio di uno dei blocchi a stella Dettaglio di uno dei blocchi a stella M. Sintini
Vista del fronte sul retro Vista del fronte sul retro M. Sintini
Vista dei blocchi a stella Vista dei blocchi a stella M. Sintini

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Giuseppe Vaccaro Visualizza
Enciclopedia Treccani - Giuseppe Vaccaro Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/02/2025

Revisori:

Stefano Setti