COLONIA CITTÀ DI TIRANO
Scheda Opera
- Comune: Cervia
- Località: Milano Marittima
- Denominazione: COLONIA CITTÀ DI TIRANO
- Indirizzo: Viale Matteotti N. 209
- Data: 1965 - 1966
- Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
- Autori principali: Gino Gamberini
Descrizione
La Colonia marina realizzata nel 1965-66 per il Comune di Tirano (Sondrio) a Milano Marittima, si trova nella zona in cui si concentra l’insediamento di colonie per vacanze, tra cui la vicina Colonia Monopoli di Stato di Eugenio Faludi, ex Montecatini (1939), in un lotto immerso nella natura, tra la pineta e il mare.
Oltre al personale di servizio, la colonia doveva ospitare più di sessanta bambini in vacanza da Tirano.
Come in altri progetti di Gamberini e Naglia, la limitatezza della disponibilità economica, induce ad assecondare una composizione e un linguaggio, ancora di matrice funzionalista.
L’edificio della colonia è costituito da tre corpi di fabbrica distinti: il volume principale, quello più grande, a due piani, adibito a colonia; un volume minore, a un piano, distaccato e posto dietro di esso; un terzo corpo costituito da un grande portico.
Nel volume principale si trovava al piano terra il grande refettorio, la cucina, un ufficio, un ambulatorio, i servizi: quali la lavanderia, la stireria e un magazzino. Al piano primo, a sud rispetto alla scala, erano collocate le camere dormitorio per bambini, le stanze per gli assistenti, a destra e a sinistra di un corridoio centrale, e i bagni comuni. A nord della scala si trovavano invece le stanze da letto del personale della colonia, l’infermeria e i servizi.
La struttura della colonia era in cemento armato a vista e i solai in laterocemento, anche in copertura, adibita a terrazza.
Il portico, costituito da una struttura esile in cemento armato, era utilizzato anche come soggiorno all’aperto in quanto spazio multifunzionale di grandi dimensioni.
Il corpo posteriore, realizzato con setti in mattoni a vista, era una piccola residenza con due camere da letto, una cucina e un ambulatorio.
Nel complesso della composizione funzionale della facciata, fra travi e pilastri in cemento e tamponature in mattoni, risaltavano le grandi finestre in alluminio anodizzato di colore bianco e nero e l’uso del lettering per la scritta “Colonia Comune di Tirano” al di sopra del portico.
(Elisa Alessandrini)
Info
- Progetto: 1965 - 1966
- Esecuzione: 1966 - 1966
- Tipologia Specifica: Colonia
- Committente: Comune di Tirano (SO)
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Colonia marina
- Destinazione attuale: Colonia marina centro per vacanze sportive
Autori
| Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
|---|---|---|---|---|---|---|
| ACMAR | di Ravenna | Impresa esecutrice | Esecuzione | NO | ||
| Gino | Gamberini | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=263802&force=1#:~:text=Gino%20Gamberini%20%C3%A8%20stato%20un,Giuseppe%20Samon%C3%A0%20e%20Bruno%20Zevi. | SI |
| Danilo | Naglia | Progetto architettonico | Progetto | NO |
- Strutture: cemento armato, solai in laterocemento
- Materiale di facciata: cemento armato, laterizi, vetro, alluminio anodizzato
- Coperture: laterocemento, piano
- Serramenti: alluminio anodizzato nero e bianco
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: 15
- Particella: 578
Note
Oggi la colonia è ancora funzionante, tuttavia non è più riconoscibile: il portico è stato abbattuto, tutti gli infissi sono stati sostituiti e le bucature sono completamente diverse. Gino Gamberini (Ravenna 1928 – 1989) Nel 1948, dopo tre anni al liceo scientifico e due all’Accademia di Belle Arti, Gino Gamberini iniziò l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, che nel dopoguerra era diventata centro propulsore d’idee moderne. I suoi professori furono architetti del calibro di Gardella, Scarpa, Albini, Samonà e Zevi, con i quali mantenne rapporti di amicizia anche negli anni dopo la laurea (1958). I primi lavori di progettazione furono svolti assieme all’amico architetto ravennate Danilo Naglia, con il quale lavorò in grande sintonia per più di dieci anni. Vista la presenza a Ravenna dal 1953 dell’architetto romano Antonino Manzone (1924-1996), Gamberini e Naglia si trovarono spesso a lavorare assieme a lui, anche per incarichi importanti. Il progetto dell’Istituto Tecnico Industriale Baldini di Ravenna fu uno fra i migliori esempi di collaborazione fra architetti di diversa formazione e background culturale. Dal 1970 il sodalizio Gamberini-Naglia s’interruppe a causa di una volontà da parte di entrambi di ricerca della propria identità architettonica e da questo momento in avanti, Gamberini lavorò solo o in collaborazione con altri architetti, come Lorenzo Pezzele, Sergio Lenci e Nello Lugaresi. Gamberini lavorò in ogni ambito dell’architettura, dall’edilizia privata, al settore turistico, ma degni di nota sono i progetti per l’edilizia scolastica, che ricoprono una parte consistente della sua opera. Lo troviamo coinvolto, infatti, nella progettazione di diverse scuole nella provincia di Ravenna; oltre al già citato ITI, realizzò anche l’Istituto Tecnico Commerciale di Lugo, la scuola media Ressi-Gervasi di Cervia, un asilo nido a Riolo Terme, una scuola elementare a Sant’Alberto e una a Casola Valsenio. Gino Gamberini ebbe inoltre un’importante attività politica: rivestì i ruoli di Consigliere comunale di Ravenna dal 1963 al 1988, di Assessore all’Urbanistica del Comune di Ravenna dal 1979 al 1981 impostando la delibera programmatica della variante generale del PRG. Nel 1971 s’iscrisse all’Albo nazionale degli esperti in pianificazione territoriale. Partecipò alle attività della sezione regionale dell’INU e fu Presidente della Commissione Territoriale di Ravenna per l’Ordine degli Architetti dal 1984 al 1987. Redasse diversi piani di lottizzazione per la provincia e PRG, anche del comune di Ravenna. (testo a cura di Elisa Alessandrini) Danilo Naglia (Ravenna 1928 - 2022) Nel 1957 si laurea con il massimo dei voti presso la Facoltà di Architettura di Venezia, i suoi studi eserciteranno una forte influenza sulla sua produzione, venendo a contatto con figure quali: Ignazio Gardella (docente di composizione architettonica) e Giovanni Astengo (docente di urbanistica). A seguito della laurea si iscrive all’ordine degli architetti della Provincia di Ravenna e proprio nel capoluogo romagnolo si concentra gran parte del suo lavoro. Inizia un’intensa collaborazione con l’amico universitario Gino Gamberini e altre collaborazioni di rilievo con Sandro Gatti, Giorgio Piani, Renzo Stumìa, Leonardo Cordone, Giuseppe Grossi e Roberto Raffoni. Danilo Naglia è considerato uno degli architetti più influenti e rappresentativi che abbia operato nell’area ravennate tra il 1960 ed il 1980, al pari di Gino Gamberini e Antonino Manzone, con i quali esso stesso collabora. Molto attivo nell’ambito pubblico a lui si devono i progetti di molte strutture scolastiche e lavora anche a molti progetti di abitazioni private. Tra i suoi lavori più significativi: l’Hotel Bisanzio a Ravenna (1958), l’Istituto tecnico industriale Nullo Baldini a Ravenna (1961), casa Ercolani (1962), la Colonia città di Tirano a Milano Marittima (1966) e l’edificio di piazza Marsala a Ravenna (1981).
Bibliografia
| Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
|---|---|---|---|---|---|---|
| 1977 | Quattro realizzazioni di Danilo Naglia in collaborazione con Gino Gamberini | L’Architettura. Cronache e storia n. 255 | 498-499 | Si | ||
| Gaudenzi Maurizio | 1997 | Danilo Naglia architettura & progetto fra etica, memoria e ragione | Edizioni del Girasole | 119 | No | |
| Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) | 2005 | Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento | Clueb | Bologna | No |
Criteri
| 6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
| 7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia RomagnaTitolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da Elisa Alessandrini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025
Revisori:
Stefano Setti



