Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA DEL POPOLO RINASCITA

Scheda Opera

  • Vista dell'edificio
  • Dettaglio del fronte principale
  • Dettaglio del bassorilievo
  • Comune: Spilamberto
  • Località: San Vito
  • Denominazione: CASA DEL POPOLO RINASCITA
  • Indirizzo: Via Medicine N. 11, Strada Comunale San Vito
  • Data: - 1949
  • Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
  • Autori principali: Mario Pucci, Vinicio Vecchi
Descrizione

Inaugurata nel 1949, la casa del Popolo “Rinascita” diviene non solamente la sede locale del PCI, ma anche simbolo del concreto e tangibile riscatto dalla dittatura che nel 1921 aveva distrutto la Cooperativa di Consumo (già casa del Popolo) fondata nel 1904 e luogo di aggregazione delle istanze legate alle rivendicazioni contadine della ridistribuzione della terra.
Del progetto è incaricato l’ingegnere modenese Mario Pucci, già assessore ai lavori pubblici del Comune di Modena sotto la giunta del sindaco Corassori ed esponente del razionalismo italiano a fianco di Piero Bottoni che pochi anni dopo firma anche un altro edificio a Vignola con la medesima destinazione e la casa del Giovane Sandro Cabassi a Modena.
Eletto senatore, Pucci affida al giovane architetto Vinicio Vecchi e al geometra Amos Maioli, il progetto esecutivo e la direzione lavori.
La costruzione procede grazie al lavoro volontario e all’autofinanziamento degli iscritti, che raggiunge la cifra di 2 300 000 lire.
L’edificio si presenta come un semplice parallelepipedo, risultato certo del lavoro in economia, ma che si avvale della capacità di Vecchi di comporre linee controllate e rigorose e un volume fatto di proporzionati rapporti di superficie, accentuati dalla diversità dei rivestimenti murari.
Il lato lungo del prospetto principale è rivestito in intonaco su cui si aprono al piano terra una serie di finestre rettangolari che determinano un vuoto, in contrasto con la porzione superiore interamente cieca del fronte. Il lato corto è invece rivestito in mattoni.
Il punto di raccordo tra le due parti è costituito dalla porzione del prospetto principale destinato all’ingresso, posto lateralmente, interamente dominato dalle grandi aperture vetrate sui entrambi i piani che culminano con la grande scritta “Rinascita” e dal grande bassorilievo realizzato dallo scultore Valdo Vecchi, già autore di numerosi interventi negli edifici del fratello Vinicio.
L’opera ricopre tutta la porzione del prospetto di 2,5 per 6,2 metri ed è realizzata secondo una tecnica che utilizza il cemento plasmato a fresco e impastato nella stessa murature. Esso raffigura nella parte superiore un corteo di operai, ritratti con le fattezze degli uomini e delle donne di San Vito che posano per lo scultore, a simboleggiare la nuova società nata dalla Guerra di Liberazione. In basso invece è rappresentato l’episodio dell’uccisione da parte dei nazifascisti del partigiano Luciano Orlandi a cui è dedicata la Casa del Popolo.
Internamente l’edificio, dotato di impianti di fognatura, elettrici ed idraulici, ospita oltre agli uffici del locale PCI, una sala per incontri e feste di 20 m per 10 m., il bar e i servizi igienici.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: - 1949
  • Proprietà: Nessuna opzione
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Amos Maioli Direzione lavori Esecuzione NO
Mario Pucci Direzione lavori Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=256932&force=1 SI
Valdo Vecchi Artista Esecuzione NO
Vinicio Vecchi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=93129 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco, mattoni a vista
  • Coperture: latero-cemento, coppi
  • Serramenti: lignei

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Del progetto è incaricato l’ingegnere modenese Mario Pucci, già assessore ai lavori pubblici del Comune di Modena sotto la giunta del sindaco Corassori ed esponente del razionalismo italiano a fianco di Piero Bottoni che pochi anni dopo firma anche un altro edificio a Vignola con la medesima destinazione e la casa del Giovane Sandro Cabassi a Modena.
Eletto senatore, Pucci affida al giovane architetto Vinicio Vecchi e al geometra Amos Maioli, il progetto esecutivo e la direzione lavori.
La costruzione procede grazie al lavoro volontario e all’autofinanziamento degli iscritti, che raggiunge la cifra di 2 300 000 lire.
L’edificio si presenta come un semplice parallelepipedo, risultato certo del lavoro in economia, ma che si avvale della capacità di Vecchi di comporre linee controllate e rigorose e un volume fatto di proporzionati rapporti di superficie, accentuati dalla diversità dei rivestimenti murari.
Il lato lungo del prospetto principale è rivestito in intonaco su cui si aprono al piano terra una serie di finestre rettangolari che determinano un vuoto, in contrasto con la porzione superiore interamente cieca del fronte. Il lato corto è invece rivestito in mattoni.
Il punto di raccordo tra le due parti è costituito dalla porzione del prospetto principale destinato all’ingresso, posto lateralmente, interamente dominato dalle grandi aperture vetrate sui entrambi i piani che culminano con la grande scritta “Rinascita” e dal grande bassorilievo realizzato dallo scultore Valdo Vecchi, già autore di numerosi interventi negli edifici del fratello Vinicio.
L’opera ricopre tutta la porzione del prospetto di 2,5 per 6,2 metri ed è realizzata secondo una tecnica che utilizza il cemento plasmato a fresco e impastato nella stessa murature. Esso raffigura nella parte superiore un corteo di operai, ritratti con le fattezze degli uomini e delle donne di San Vito che posano per lo scultore, a simboleggiare la nuova società nata dalla Guerra di Liberazione. In basso invece è rappresentato l’episodio dell’uccisione da parte dei nazifascisti del partigiano Luciano Orlandi a cui è dedicata la Casa del Popolo.
Internamente l’edificio, dotato di impianti di fognatura, elettrici ed idraulici, ospita oltre agli uffici del locale PCI, una sala per incontri e feste di 20 m per 10 m., il bar e i servizi igienici.

(Matteo Sintini)

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Laureato in ingegneria a Bologna, si diploma in architettura a Roma nel 1928. Dal 1934 al 1949
collabora strettamente con Piero Bottoni a Milano e opera a Modena.
Attivo nella Resistenza e membro del CLN architetti dal 1943, è senatore per il PCI dal 1948 al 1957. Nel 1947 diventa assessore ai lavori pubblici del Comune di Modena, incarico che mantiene fino al 1964, redigendo il Piano di ricostruzione (1947) e il Piano regolatore (1958). È autore di gran parte degli edifici pubblici della ricostruzione postbellica modenese, nonché di molti edifici privati, in parte in collaborazione con Vinicio Vecchi. 

Vinicio Vecchi (Modena 1923-2007) 
Diplomato al Regio Istituto d’Arte di Modena, dopo essersi iscritto alla Scuola di Architettura di Roma, si laurea al Politecnico di Milano nel 1952. Collabora attivamente con Mario Pucci nella realizzazione di importanti opere pubbliche. Progetta autonomamente, a partire dagli anni Cinquanta, un vastissimo numero di opere, fra cui edifici residenziali e industriali per committenti privati, ed edifici pubblici. Per il numero dei progetti e la qualità, Vecchi diventa architetto di riferimento per le sale cinematografiche in varie regioni italiane e all’estero, oltre che nella sua città.

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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 3
  • Particella: 54
Opere D'Arte:
Codice ICCd Ubicazione Tipologia Soggetto Autore Materia Tecnica Stato di Conservazione Restauri
Fronte principale Bassorilievo Corteo di operai; del partigiano Luciano Orlandi Veldo Vecchi Cemento


Note

Mario Pucci (Modena 1902-1979) Laureato in ingegneria a Bologna, si diploma in architettura a Roma nel 1928. Dal 1934 al 1949 collabora strettamente con Piero Bottoni a Milano e opera a Modena. Attivo nella Resistenza e membro del CLN architetti dal 1943, è senatore per il PCI dal 1948 al 1957. Nel 1947 diventa assessore ai lavori pubblici del Comune di Modena, incarico che mantiene fino al 1964, redigendo il Piano di ricostruzione (1947) e il Piano regolatore (1958). È autore di gran parte degli edifici pubblici della ricostruzione postbellica modenese, nonché di molti edifici privati, in parte in collaborazione con Vinicio Vecchi. Vinicio Vecchi (Modena 1923-2007) Diplomato al Regio Istituto d’Arte di Modena, dopo essersi iscritto alla Scuola di Architettura di Roma, si laurea al Politecnico di Milano nel 1952. Collabora attivamente con Mario Pucci nella realizzazione di importanti opere pubbliche. Progetta autonomamente, a partire dagli anni Cinquanta, un vastissimo numero di opere, fra cui edifici residenziali e industriali per committenti privati, ed edifici pubblici. Per il numero dei progetti e la qualità, Vecchi diventa architetto di riferimento per le sale cinematografiche in varie regioni italiane e all’estero, oltre che nella sua città.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1949 A San Vito manca il campanile ma è sorta la nuova sede del partito La verità, 20 agosto Si
Arbizzani Luigi, Bologna Saverio, Testoni Lidia (a cura di)) 1982 Storie di Case del Popolo. Saggi, documenti e immagini d'Emilia-Romagna Grafis Bologna No
Montedoro Laura (a cura di) 2004 La città razionalista. Modelli e frammenti. Urbanistica e architettura a Modena. 1931-1965 RFM Raccolte Fotografiche Modenesi Modena No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
2007 Le case del popolo della provincia di Modena APM edizioni Modena 168-171 Si
Fontana Lucio, Mazzeri Catia (a cura di) 2008 Vinicio Vecchi. Un architetto e la sua città. Materiali di studio, primo regesto delle opere, testimonianze Edicta Edizioni Parma No
Comitato pro Rinascita (a cura di) 2009 Rinascita 60 anni Grafiche Rebecchi Ceccarelli Modena Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell'edificio Vista dell'edificio C. Ferlauto. Courtesy IBC
Dettaglio del fronte principale Dettaglio del fronte principale C. Ferlauto. Courtesy IBC
Dettaglio del bassorilievo Dettaglio del bassorilievo C. Ferlauto. Courtesy IBC

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Patrimonio culturale dell'Emilia Romagna - Vinicio Vecchi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Stefano Setti