Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PALAZZINA INAIL DETTA “CASA DELLE STREGHE”

Scheda Opera

  • Pianta piano tipo
  • Vista prospetto posteriore
  • Vista esterna dalla linea ferroviaria
  • Prospetto posteriore verso la ferrovia
  • Comune: Roma
  • Località: Ostiense
  • Denominazione: PALAZZINA INAIL DETTA “CASA DELLE STREGHE”
  • Indirizzo: Viale Marco Polo N. 96
  • Data: 1952 - 1956
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl
Descrizione

La Palazzina I.N.A.I.L. detta Casa delle Streghe, viene commissionata come civile abitazione nel 1952 dalla Cooperativa edilizia “Saturnus Tellus” a Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl e Domenico Malagricci.

Il tentativo di Ridolfi e Frankl è quello di valorizzare un edificio residenziale collocato negli sfilacciati margini metropolitani qualificandone l'involucro esterno e caratterizzandolo il più possibile. L'edificio sorge in un'area dall'andamento collinare che costeggia la linea ferroviaria lungo Viale Marco Polo. Collocata in un quartiere residenziale delimitato da ampi viali di scorrimento, e caratterizzato da un rapporto equilibrato con gli spazi verdi, conserva una qualità architettonico-edilizia diffusa.

Tuttavia la costruzione emerge nel contesto circostante come esempio di nuova edificazione degli anni '50, nella quale gli autori abbandonano la progettazione per parti per lavorare sulla semplificazione dell’elemento decorativo, attraverso la progettazione di un involucro intonacato che chiude una massa architettonica. L'edificio denuncia infatti tutte le caratteristiche di una “Palazzina d'autore”: attenzione al dettaglio, elevata qualità delle finiture, coerenza stilistica e formale. Ricorrente è la geometria dell’esagono, visibile dal di fuori nel motivo dei parapetti dei balconi.

La cultura architettonica anni Cinquanta tutta dedicata al “manufatto” trova qui un nuovo e diverso equilibrio, nel quale questa attenzione è legata alla realizzazione attraverso l’esperienza “artigiana” fatta di competenze tecniche ed esperienze di cantiere dei due autori. Riguardo a questo edificio, Alessandro Anselmi parla di una scomposizione della massa, poi rinchiusa tridimensionalmente, e loda l'utilizzo della mansarda, di per sé elemento plastico e tridimensionale, e le “mancanze” volumetriche al piano terra, aperture che ne accentuano i caratteri formali.

In questa palazzina l'ordine geometrico è complesso e polivalente, mentre il trattamento delle parti si mantiene sostanzialmente omogeneo. Il vano scala, saldandosi con la chiostrina, che a sua volta si apre sull'esterno, tende a spezzare la centralità, configurando quasi uno schema ad U aperto sulla ferrovia parallela al viale. "La necessità di dosare gli alloggi in modo scalare (il lato d'ingresso sul Viale è sopraelevato di 7 metri rispetto al resto della costruzione) per aderire più elasticamente alle esigenze dei cooperatori ha imposto all'edificio una forma planimetrica simile ad un quadrifoglio a lobi di diversa grandezza. La forma a lobo di ogni appartamento ha consentito il mantenimento di una compattezza superficiale che permette di abbreviare i traffici interni e rende possibile una grande flessibilità degli ambienti" (Casabella continuità, 1957).

Ognuno dei quattro appartamenti del piano tipo si organizza intorno ad un proprio centro, in modo da formare, col sovrapporsi regolare dei piani, una torre di sapore medioevale: come commento divertito, questa è posta sull'ingresso come torre di guardia artificiosamente formata dall'isolamento di due vani di servizio ed è surrealisticamente sollevata su un pilastrino centrale. Il carattere giocoso di tutta la composizione, confermato dai membri che coronano le parti di congiunzione tra le torri, tradisce una difficoltà: complicandosi per assorbire tutte le valenze del discorso architettonico, lo schema non stabilisce alcun rapporto di scambio con le fasi della sua costruzione e con il luogo in cui viene costruito, ed il lavoro di dettaglio diventa un ironico commento all'edificio stesso.

Con un apparente paradosso, proprio questa costruzione, così articolata e dallo schema quasi antropomorfico, segna il limite di questa fase del lavoro di Ridolfi. Il policentrismo, come un volume stereometrico, diventa talmente forte da riassorbire tutte le differenze; le variazioni dell'atrio e del piano attico, pur notevolmente caratterizzate, non riescono ad entrare in dialettica con l'impianto e ad aprirlo all'inserimento di valenze. Dopo questa esperienza il lavoro di Ridolfi torna a contrapposizioni più semplici, perdendo un po' il fascino narrativo di questa soluzioni degli anni '50, ma acquistando incisività e capacità di esprimere valori tipologici.

Nel 1956, a lavori appena ultimati, all'ultimo piano della palazzina si trasferisce lo studio stesso di Ridolfi: si tratta della sua ultima tappa romana prima del trasferimento alle Marmore, dove vive e lavora fino al 1984.

Info
  • Progetto: 1952 - 1952
  • Esecuzione: 1953 - 1956
  • Committente: Cooperativa edilizia “Saturnus Tellus”
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione attuale: abitazione
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Wolfgang Frankl Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=40722 SI
Mario Ridolfi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32832 SI
Impresa Zaccardi Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: piana
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono

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Il tentativo di Ridolfi e Frankl è quello di valorizzare un edificio residenziale collocato negli sfilacciati margini metropolitani qualificandone l'involucro esterno e caratterizzandolo il più possibile. L'edificio sorge in un'area dall'andamento collinare che costeggia la linea ferroviaria lungo Viale Marco Polo. Collocata in un quartiere residenziale delimitato da ampi viali di scorrimento, e caratterizzato da un rapporto equilibrato con gli spazi verdi, conserva una qualità architettonico-edilizia diffusa. 

Tuttavia la costruzione emerge nel contesto circostante come esempio di nuova edificazione degli anni '50, nella quale gli autori abbandonano la progettazione per parti per lavorare sulla semplificazione dell’elemento decorativo, attraverso la progettazione di un involucro intonacato che chiude una massa architettonica. L'edificio denuncia infatti tutte le caratteristiche di una “Palazzina d'autore”: attenzione al dettaglio, elevata qualità delle finiture, coerenza stilistica e formale. Ricorrente è la geometria dell’esagono, visibile dal di fuori nel motivo dei parapetti dei balconi. 

La cultura architettonica anni Cinquanta tutta dedicata al “manufatto” trova qui un nuovo e diverso equilibrio, nel quale questa attenzione è legata alla realizzazione attraverso l’esperienza “artigiana” fatta di competenze tecniche ed esperienze di cantiere dei due autori. Riguardo a questo edificio, Alessandro Anselmi parla di una scomposizione della massa, poi rinchiusa tridimensionalmente, e loda l'utilizzo della mansarda, di per sé elemento plastico e tridimensionale, e le “mancanze” volumetriche al piano terra, aperture che ne accentuano i caratteri formali. 

In questa palazzina l'ordine geometrico è complesso e polivalente, mentre il trattamento delle parti si mantiene sostanzialmente omogeneo. Il vano scala, saldandosi con la chiostrina, che a sua volta si apre sull'esterno, tende a spezzare la centralità, configurando quasi uno schema ad U aperto sulla ferrovia parallela al viale. "La necessità di dosare gli alloggi in modo scalare (il lato d'ingresso sul Viale è sopraelevato di 7 metri rispetto al resto della costruzione) per aderire più elasticamente alle esigenze dei cooperatori ha imposto all'edificio una forma planimetrica simile ad un quadrifoglio a lobi di diversa grandezza. La forma a lobo di ogni appartamento ha consentito il mantenimento di una compattezza superficiale che permette di abbreviare i traffici interni e rende possibile una grande flessibilità degli ambienti" (Casabella continuità, 1957). 

Ognuno dei quattro appartamenti del piano tipo si organizza intorno ad un proprio centro, in modo da formare, col sovrapporsi regolare dei piani, una torre di sapore medioevale: come commento divertito, questa è posta sull'ingresso come torre di guardia artificiosamente formata dall'isolamento di due vani di servizio ed è surrealisticamente sollevata su un pilastrino centrale. Il carattere giocoso di tutta la composizione, confermato dai membri che coronano le parti di congiunzione tra le torri, tradisce una difficoltà: complicandosi per assorbire tutte le valenze del discorso architettonico, lo schema non stabilisce alcun rapporto di scambio con le fasi della sua costruzione e con il luogo in cui viene costruito, ed il lavoro di dettaglio diventa un ironico commento all'edificio stesso. 

Con un apparente paradosso, proprio questa costruzione, così articolata e dallo schema quasi antropomorfico, segna il limite di questa fase del lavoro di Ridolfi. Il policentrismo, come un volume stereometrico, diventa talmente forte da riassorbire tutte le differenze; le variazioni dell'atrio e del piano attico, pur notevolmente caratterizzate, non riescono ad entrare in dialettica con l'impianto e ad aprirlo all'inserimento di valenze. Dopo questa esperienza il lavoro di Ridolfi torna a contrapposizioni più semplici, perdendo un po' il fascino narrativo di questa soluzioni degli anni '50, ma acquistando incisività e capacità di esprimere valori tipologici.

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- Secondo piano: 6 appartamenti.
- Terzo piano: 6 appartamenti.
- Attico: 3 appartamenti e ufficio.

Destinazioni presenti all'interno dell'edificio: 
- 3 locali destinati ad attività commerciale lungo il fronte di Viale Marco Polo al piano terreno
- 1 locale utilizzabile come stenditoio coperto al piano servizi
- 17 locali utilizzabili come autorimesse, con accesso a mezzo passo carrabile, 3 dei quali siti al primo piano cantine e gli altri 14 al secondo piano cantine
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

L’intera struttura è costituita da: - Piano cantine: 5 appartamenti. - Piano seminterrato: 4 appartamenti. - Piano terra: 4 appartamenti. - Primo piano: 2 appartamenti. - Secondo piano: 6 appartamenti. - Terzo piano: 6 appartamenti. - Attico: 3 appartamenti e ufficio. Destinazioni presenti all'interno dell'edificio: - 3 locali destinati ad attività commerciale lungo il fronte di Viale Marco Polo al piano terreno - 1 locale utilizzabile come stenditoio coperto al piano servizi - 17 locali utilizzabili come autorimesse, con accesso a mezzo passo carrabile, 3 dei quali siti al primo piano cantine e gli altri 14 al secondo piano cantine - 2 locali utilizzabili come ripostigli al piano terreno - 31 locali utilizzabili come cantine al 2° piano cantine

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Ridolfi Mario 1957 Palazzina in via Marco Polo e trasformazione di un villino a Roma Casabella n. 215 7-13 Si
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1974 Intervista a Mario Ridolfi Controspazio n. 3 2; 97-100 No
De Guttry Irene 1978 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi De Luca Roma 86 No
Cellini Francesco, D'Amato Claudio, Valeriani Enrico (a cura di) 1979 Le Architetture di Ridolfi e Frankl De Luca Roma 63 No
Berni Lorenzo 1983 Effemeridi di architettura Kappa Roma No
Rossi Piero Ostilio 1984 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-1984 (I ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 89 Si
Brunetti Fabrizio 1985 Mario Ridolfi Alinea Firenze 86-88 No
Stocchetti Alfonso 1985 Spazi per la vita degli uomini. Architetture e parametri Alinea Firenze No
Rossi Piero Ostilio 1991 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-1991 (II ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 88 Si
Sgarbi Vittorio 1991 Dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori. Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri Bompiani Milano 222 No
Bellini Federico 1993 Mario Ridolfi Laterza Roma-Bari 76 No
Andriani Carmen 1996 Palazzine romane di Mario Ridolfi: dalla Rea alla Zaccardi, alterazione distorsione e corruzione della figura razionalista Rassegna di architettura e urbanistica n. 89-90 122-129 No
Palmieri Valerio 1997 Mario Ridolfi. Guida all'architettura Arsenale Venezia 82-83; Scheda n. 36 Si
Rossi Piero Ostilio 2000 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2000 (III ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 88 Si
De Guttry Irene 2001 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi De Luca Roma 84 No
Cellini Francesco, D'Amato Claudio 2003 Mario Ridolfi all'Accademia di S. Luca Graffiti Roma 25; 150-156; 489 Si
Cellini Francesco, D'Amato Claudio 2005 Le architetture di Ridolfi e Frankl Electa Milano 56-57; 207-208 Si
2005 L'abitare borghese Controspazio n. 114-115 92-135 No
Monti Guglielmo 2005 Le palazzine romane Controspazio n. 111-112 122-133 No
Santuccio Salvatore 2009 La palazzina e gli anni Cinquanta. Tra rinascita borghese e disegno di una nuova architettura, in Chiavoni Emanuela, Paolini Priscilla (a cura di), Metodi e tecniche integrate di rilevamento per la realizzazione di modelli virtuali dell'architettura della città Gangemi Roma 329-330 No
Rossi Piero Ostilio 2012 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2011 (IV ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 88 Si
Passeri Alfredo 2013 Palazzine romane. Valutazione e fattibilità del progetto di conservazione Aracne Roma 884-895 Si
D'Amato Claudio 2015 Studiare l'architettura. Un vademecum e un dialogo Gangemi Roma 89 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Ridolfi Frankl Malagricci Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl Accademia Nazionale di San Luca, Roma Palazzina INAIL, già Cooperativa edilizia "Saturnus Tellus", detta "Casa delle streghe"

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta piano tipo Pianta piano tipo
Vista prospetto posteriore Vista prospetto posteriore
Vista esterna dalla linea ferroviaria Vista esterna dalla linea ferroviaria
Prospetto posteriore verso la ferrovia Prospetto posteriore verso la ferrovia

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Palazzina INAIL, già Cooperativa edilizia "Saturnus Tellus", detta "Casa delle streghe" Visualizza
Fondo Ridolfi-Frankl-Malagricci Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Mario Ridolfi Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Mario Ridolfi Visualizza
Enciclopedia Treccani - Mario Ridolfi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 27/02/2025

Revisori:

Alberto Coppo 2021