PALAZZINA MANCIOLI IN VIA VULCI
Scheda Opera
- Comune: Roma
- Località: Appio Latino
- Denominazione: PALAZZINA MANCIOLI IN VIA VULCI
- Indirizzo: Via Vulci N. 9
- Data: 1958 - 1960
- Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
- Autori principali: Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl
Descrizione
Sul finire degli anni cinquanta si svolge l’ultima tappa dell’itinerario della palazzina romana di Ridolfi e Frankl: committente è ancora il costruttore Mancioli, per un edificio da realizzarsi nel lotto accanto a quello della prima palazzina in Via Lusitania. Segno evidente del successo non solo culturale (sono gli anni in cui Casabella pubblica le opere degli architetti con straordinaria efficacia di immagini e mai più ripetuta frequenza), ma soprattutto professionale.
Capacità, esperienza, perfetta conoscenza dei meccanismi costruttivi e di cantiere non sono solo in grado di parlare l’alto linguaggio dell’architettura, ma anche la più prosaica lingua degli impresari edili, fatta di cubature e superfici ben utilizzate, di corretto impiego dei materiali, di appartamenti ben organizzati e comodi: case, insomma, capaci di vendersi bene sul mercato. Sono questi gli ultimi anni di lavoro del Gruppo R, quelli che segnano il passaggio dalle luminose volumetrie dei quartieri veneti a quelle più ruvide e materiche di Tivoli: di lì a poco Ridolfi e Frankl progettano le case Franconi a Terni, che discendono direttamente da questa palazzina.
Nella palazzina Mancioli II si avverte che qualcosa è profondamente cambiato rispetto alle prove precedenti: nel modo stesso di intendere l’organismo edilizio che, per le ricche articolazioni volumetriche, si presenta all’esterno più compatto e chiuso, con le pareti chiaroscurate solo dall'aggetto dei balconi continui. La dura forma dalla pianta irregolare a schema centrale (un trapezio che descrive il perimetro del lotto), viene sottolineata dalla soluzione degli angoli, in corrispondenza dei quali l'edificio si dilata in quattro elementi smussati, differentemente sagomati (pilastri d’angolo raddoppiati “a stampella”), il cui ruolo formale di torri angolari, rimarcato anche dal disegno dei balconi, accentua l’effetto di verticalità e la solidità del basamento, impedendo all’edificio di restare imprigionato nell'atmosfera ed affermandone la plasticità.
Una ricerca di forza espressiva accentuata anche da altri accorgimenti: oltre agli angoli smussati, i due solai (di calpestio e di copertura) del piano attico, portati a sbalzo da travi a ginocchio che, lasciando libero il perimetro dell’edificio alla quota corrispondente, consentono il posizionamento non in falso degli schermi grigliati di coronamento. Tutta la casa è rivestita in piastrelle di cotto. Le architravi delle finestre, che assumono il valore di una modanatura, sono in travertino. Il tema del coronamento in mattoni forati viene ripreso dall'adiacente palazzina Mancioli I in Via Lusitania.
Lo schema planimetrico dell'edificio tende a riproporre la forma trapezoidale del lotto. Nel nucleo centrale è collocato il corpo scala, delimitato da sei pilastri, che connettendo in una successione di spazi aperti l’atrio, i pianerottoli e la chiostrina d’illuminazione, realizza una mediazione tra la simmetria del volume esterno e la variazione degli spazi interni, in cui consiste la vera ricchezza di questa palazzina. Tutt'intorno sono disposti asimmetricamente i vari ambienti degli alloggi (3 per ciascun piano tipo e 2 nell'attico) che hanno i locali di servizio concentrati intorno alla chiostrina.
È questo uno schema ricorrente nelle palazzine di Ridolfi che, eliminando la scala della facciata, definisce a priori l'impianto di un volume chiuso (ed in questo caso estremamente compatto) di cui poi articola variamente i contorni. Il gioco delle contraddizioni si semplifica e, riducendo gli elementi principali nel più preciso senso di gerarchia, passa dagli irripetibili “pezzi unici” delle prime palazzine romane, ad una produzione più trasmissibile, che troverà a Terni la sua sede.
Con questo lavoro Ridolfi chiude il ciclo delle sue palazzine romane. “Il valore educativo, la trasmissione del mestiere come cumulo di nozioni di vario genere hanno sempre interessato Ridolfi, quasi quanto lo stesso valore figurale delle sue opere […]. Nel suo linguaggio pittoresco egli ha definito ‘una mamma’ la palazzina di Via Vulci, ha cioè ravvisato in questo suo lavoro la costituzionale attitudine a generare molti e molti figli-palazzine. La definizione, da un lato, e la forma stessa dell’organismo, grasso e sensuale, dall'altro, richiamano certe fantasticherie barocco-surrealiste care ad Alberto Savinio […]. La palazzina di Via Vulci è chiaramente, per chi l’ha vista, più ancora che dalle fotografie, un notevole esempio di quella ricerca di un organismo chiuso eppure dinamico, ravvolto plasticamente su se stesso, composto di vuoti e di cellule che si compenetrano le une nelle altre come nella sezione ingrandita di un inaudito seme tropicale […]. Essa contiene poi dettagli strutturali (come i pilastri angolari che si sdoppiano a forcella nei piani superiori o la trave reticolare in cemento alta un piano del retro, sopra il garage), finiture ed infissi di prim'ordine. Ma proprio perché vogliamo resistere al fascino del frammento, scorporabile dal contenuto e usufruibile in altre variazioni, consideriamo unitariamente questa casa un esempio, esempio però che conchiude un’ampia e vigorosa ricerca più di quanto serva come punto di partenza per una fase nuova”. (F. Tentori 1961)
Info
- Progetto: 1958 - 1958
- Esecuzione: 1959 - 1960
- Committente: Tito Mancioli
- Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Wolfgang | Frankl | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=40722 | SI |
Tito | Mincioli | Impresa esecutrice | Esecuzione | NO | ||
Mario | Ridolfi | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32832 | SI |
- Strutture: cemento armato
- Materiale di facciata: materiali lapidei, materiali ceramici, calcestruzzo a faccia vista
- Coperture: piana
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
Cronologia dell'opera - Maggio 1958: elaborazione del progetto e richiesta della licenza di costruzione - Luglio 1958: rilascio della licenza edilizia - Agosto 1958: inizio dei lavori ed elaborazione del progetto esecutivo in scala 1:50 (Settembre 1958-Gennaio 1959) - Marzo 1959: presentazione al Comune di un progetto di variante in corso d'opera (approvata) - Marzo-Ottobre 1959: sviluppo dei particolari costruttivi ed architettonici - Aprile 1960: ulteriore presentazione al Comune di un progetto di variante in corso d'opera (approvata) - Giugno 1960: fine dei lavori - Marzo-Settembre 1960: definizione delle opere di finitura - Ottobre 1960: rilascio della licenza di abitabilità - Giugno 1962: elaborazione disegni di dettaglio (vetrata portineria)
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
Portoghesi Paolo | 1959 | La “scuola romana” | Comunità n. 75 | 48-59 | No | |
De Ambris F. V. | 1960 | Casa per abitazioni a Porta Latina | Costruire n. 5 | 3-13 | Si | |
Tentori Francesco | 1961 | Opere recenti di Mario Ridolfi | Casabella n. 249 | 4-23 | No | |
Tentori Francesco | 1963 | Ridolfi Mario (s.v.), in Dizionario Enciclopedico Italiano, appendice | Treccani | Roma | 180-181 | No |
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Portoghesi Paolo | 1969 | Le cento città d’Italia. Roma senza cuore (I) | Controspazio n. 7 | 3-21 | No | |
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Fonti Archivistiche
Titolo | Autore | Ente | Descrizione | Conservazione |
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Fondo Ridolfi Frankl Malagricci | Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl | Accademia Nazionale di San Luca, Roma | Palazzina Mancioli (II) a Roma |
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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Palazzina Mancioli (II) a Roma | Visualizza |
Fondo Ridolfi-Frankl-Malagricci | Visualizza |
SAN Archivi degli Architetti - Mario Ridolfi | Visualizza |
Dizionario biografico degli Italiani - Mario Ridolfi | Visualizza |
Enciclopedia Treccani - Mario Ridolfi | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il LazioTitolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi
Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 27/02/2025
Revisori:
Alberto Coppo 2021