Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

RIMESSE DELL’ATC

Scheda Opera

  • Vista Sud del blocco delle officine
  • Vista est del fronte
  • Vista nord-est del nucleo degli impianti e del blocco delle officine
  • Vista sud-est del prospetto laterale del blocco delle officine
  • Vista dell'edificio
  • Vista dell'edificio
  • Vista dell'edificio
  • Vista dell'edificio
  • Vista dell'edificio
  • Vista dell'edificio
  • Vista dell'edificio
  • Comune: Bologna
  • Denominazione: RIMESSE DELL’ATC
  • Indirizzo: Via Due Madonne N. 11
  • Data: - 1983
  • Tipologia: Edifici per i trasporti
  • Autori principali: Enzo Zacchiroli
Descrizione

Il complesso delle rimesse dell’ATC viene commissionato ad Enzo Zacchiroli in seguito alla fusione tra l’azienda di trasporti pubblici comunale e quella provinciale. Il progetto si avvale di un processo partecipativo, non solo coinvolgente la committenza ma anche i lavoratori che esprimono alcune considerazioni che diventano poi scelte progettuali.
L’edificio, molto articolato nella sua funzionalità, sorge su una vasta area di 45 000 mq e si sviluppa in tre fabbricati differenti: un’officina per i lavori di manutenzione dei mezzi, uno per il rifornimento e la pulizia ed un terzo di rappresentanza, contenente gli uffici della sede amministrativa.
Partendo dalla scelta di dotare il complesso industriale di una precisa caratterizzazione dello spazio, traspare evidente la volontà di considerare il luogo del lavoro, l’industria, al pari della residenza o del settore terziario, come un ambiente nel quale perseguire il benessere dei lavoratori e al tempo stesso qualificante la città.
In tal senso vanno interpretati i giochi dei volumi, il lavoro sul cromatismo e la qualità dei materiali, la cura nel disegno di dettaglio di elementi funzionali come le scale o gli impiantisti.
I tre edifici sono costruiti utilizzando la stessa struttura metallica, ma connotati in modo differente e immediatamente riconoscibili.
La palazzina degli uffici e il locale per i rifornimenti e la pulizia, presentano tamponamenti in mattoni bianchi da cui spicca la struttura di colore nero.
L’officina è l’unica a presentare un paramento metallico esterno e la struttura a vista, completata da ampie pareti vetrate. L’interno è suddiviso per settori di riparazione (gommisti, elettricisti, motoristi, carrozzeria, verniciatura, lubrificanti e verifica).
Sul fronte, la continuità degli elementi vetrati è rotta da due volumi semicircolari che irrompono fuori dalla facciata, che ospitano i blocchi dei depositi e dei servizi, che si caratterizzano, oltre che per la forma a semicerchio, per la presenza alla base di un basso paramento in mattoni bianchi. La lunga parete laterale, invece, è costituita da grandi vetrate con aperture montate su un sistema scorrevole. Queste ultime, di due tipologie e di due colori differenti, sono accostate alternativamente in modo da assicurare il passaggio dei mezzi in totale sicurezza e senza che questi si intralcino tra loro.
Dai lati corti della struttura, caratterizzati dalla presenza di un basso basamento in mattoni bianchi sormontato da una cortina di lamiera, fuoriesce la scala metallica esterna richiesta in quel punto dai lavoratori per la necessità di avere un rapido collegamento da terra fino ai piani superiori, che l’autore interpreta come elemento a cui affidare il compito di esprimere l’immagine architettonica dell’edificio.
La copertura di tipo a shed su travi reticolari, contiene la maggior parte degli apparati tecnologico-impiantistici. Analogamente al posizionamento della scala, la richiesta di eliminare la fossa per la riparazione dei veicoli determina la presenza di un piano sopraelevato e forato, che consente una maggiore comodità delle operazioni di manutenzione. La sopraelevazione è collegata al piano terra tramite rampe di scale retrattili, che permettono di eliminare l’ingombro della rampa e rendere più agevole il movimento di uomini e mezzi.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: 1979 - 1983
  • Committente: A.T.C.
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: officina, palazzina per uffici, deposito
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
STEI Impresa esecutrice Esecuzione NO
Antonio Ferri Progetto strutturale Progetto NO
Silverio Martelli Progetto strutturale Progetto NO
Associati Tecnici Progetto strutturale Progetto NO
Enzo Zacchiroli Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://www.zacchiroli-architetti.it/chi-siamo/ SI
  • Strutture: acciaio
  • Materiale di facciata: acciaio, vetro, mattoni bianchi, lamiera
  • Coperture: copertura a shed sormontata da pannelli solari
  • Serramenti: acciaio e vetro
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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L’edificio, molto articolato nella sua funzionalità, sorge su una vasta area di 45 000 mq e si sviluppa in tre fabbricati differenti: un’officina per i lavori di manutenzione dei mezzi, uno per il rifornimento e la pulizia ed un terzo di rappresentanza, contenente gli uffici della sede amministrativa.
Partendo dalla scelta di dotare il complesso industriale di una precisa caratterizzazione dello spazio, traspare evidente la volontà di considerare il luogo del lavoro, l’industria, al pari della residenza o del settore terziario, come un ambiente nel quale perseguire il benessere dei lavoratori e al tempo stesso qualificante la città.
In tal senso vanno interpretati i giochi dei volumi, il lavoro sul cromatismo e la qualità dei materiali, la cura nel disegno di dettaglio di elementi funzionali come le scale o gli impiantisti.
I tre edifici sono costruiti utilizzando la stessa struttura metallica, ma connotati in modo differente e immediatamente riconoscibili.
La palazzina degli uffici e il locale per i rifornimenti e la pulizia, presentano tamponamenti in mattoni bianchi da cui spicca la struttura di colore nero.
L’officina è l’unica a presentare un paramento metallico esterno e la struttura a vista, completata da ampie pareti vetrate. L’interno è suddiviso per settori di riparazione (gommisti, elettricisti, motoristi, carrozzeria, verniciatura, lubrificanti e verifica). 
Sul fronte, la continuità degli elementi vetrati è rotta da due volumi semicircolari che irrompono fuori dalla facciata, che ospitano i blocchi dei depositi e dei servizi, che si caratterizzano, oltre che per la forma a semicerchio, per la presenza alla base di un basso paramento in mattoni bianchi. La lunga parete laterale, invece, è costituita da grandi vetrate con aperture montate su un sistema scorrevole. Queste ultime, di due tipologie e di due colori differenti, sono accostate alternativamente in modo da assicurare il passaggio dei mezzi in totale sicurezza e senza che questi si intralcino tra loro. 
Dai lati corti della struttura, caratterizzati dalla presenza di un basso basamento in mattoni bianchi sormontato da una cortina di lamiera, fuoriesce la scala metallica esterna richiesta in quel punto dai lavoratori per la necessità di avere un rapido collegamento da terra fino ai piani superiori, che l’autore interpreta come elemento a cui affidare il compito di esprimere l’immagine architettonica dell’edificio.
La copertura di tipo a shed su travi reticolari, contiene la maggior parte degli apparati tecnologico-impiantistici. Analogamente al posizionamento della scala, la richiesta di eliminare la fossa per la riparazione dei veicoli determina la presenza di un piano sopraelevato e forato, che consente una maggiore comodità delle operazioni di manutenzione. La sopraelevazione è collegata al piano terra tramite rampe di scale retrattili, che permettono di eliminare l’ingombro della rampa e rendere più agevole il movimento di uomini e mezzi. 
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 220
  • Particella: 43

Note

Enzo Zacchiroli (Bologna, 13 dicembre 1919-8 marzo 2010) Nasce a Bologna il 13 dicembre1919. Nel 1951 si laurea all’Università degli Studi di Firenze, in Architettura. Dal 1951 al 1956 svolge l’attività didattica come assistente nell’Istituto di Composizione Architettonica della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Dal 1956 al 1958 svolge la propria attività nell’ufficio del piano regolatore della città di Bologna. A partire dal 1958 apre uno studio professionale a Bologna e inizia l’attività di libero professionista. Fondamentali si rivelano per lui e per la formazione del suo fare architettura: il lungo apprendistato negli studi professionali bolognesi, che diviene il sostrato della sua preparazione professionale, i suoi studi universitari e, infine, la «scoperta» di quelli che divengono i suoi maestri: Hans Scharoun, Alvar Aalto e Ernst Gisel. Questi progettisti influenzano notevolmente il suo pensiero e, di conseguenza, anche la sua produzione architettonica. Negli anni 1961, 1964, 1969 riceve i premi regionali IN/ARCH per opere realizzate. Nel 1982 all’Architetto viene assegnato il “Premio Bacchelli” di Italia Nostra per la “qualità delle realizzazioni architettoniche moderne nell’ambiente urbano”. Negli anni 1989 e 1990 è allestita la mostra personale dal titolo “Enzo Zacchiroli Architetto – Progetti e opere” all’Istituto Nazionale di Architettura di Roma, al Palazzo d’Accursio di Bologna e, nel 1992, a Firenze presso la sede dell’Accademia delle Arti e del Disegno. Nel 1999 partecipa alle mostre di Firenze e Brescia degli architetti dell’Accademia delle Arti e del Disegno. Muore a Bologna il 10 marzo 2010.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Koenig Giovanni Klaus 1980 Enzo Zacchiroli: il mestiere full-time Dedalo libri Bari Si
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano 1984 Bologna Moderna Pàtron Bologna 280-281 Si
Pedio Renato 1985 Deposito-officina-servizi ATC alle Due Madonne, Bologna, architetto Enzo Zacchiroli, coll. Antonio Ferri, Silverio Martelli L'Architettura. Cronache e storia n. 352 86-99 Si
Brunetti Fabrizio 1986 Officina-deposito dell’A. T. C., Bologna Parametro n. 144 Bologna 12-57 Si
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore (a cura di) 1988 Italia. Gli ultimi trent’anni Zanichelli Bologna 249 Si
Brunetti Fabrizio, Milani Paolo 1989 Officina-deposito dell’A. T. C. "Due Madonne" a Bologna, 1979-1983, in Enzo Zacchiroli Alinea Firenze 158-165 Si
Signorini Sergio 2000 Enzo Zacchiroli: forma e spazio Electa Milano 148-151 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Polano Sergio, Mulazzani Marco (a cura di) 2005 Guida all'Architettura italiana del Novecento Electa Milano 318 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista Sud del blocco delle officine Vista Sud del blocco delle officine R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista est del fronte Vista est del fronte R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista nord-est del nucleo degli impianti e del blocco delle officine Vista nord-est del nucleo degli impianti e del blocco delle officine R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista sud-est del prospetto laterale del blocco delle officine Vista sud-est del prospetto laterale del blocco delle officine R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista dell'edificio Vista dell'edificio Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio Vista dell'edificio Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio Vista dell'edificio Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio Vista dell'edificio Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio Vista dell'edificio Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio Vista dell'edificio Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio Vista dell'edificio Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 10/06/2024

Revisori:

Stefano Setti

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