Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

RESIDENZE INA CASA

Scheda Opera

  • Vista del complesso
  • Scorcio dalla strada principale
  • Vista di un blocco edilizio
  • Vista di un blocco edilizio
  • Dettaglio del fronte laterale
  • Dettaglio del fronte laterale
  • Vista del collegamento tra due corpi
  • Dettaglio
  • Comune: Boretto
  • Denominazione: RESIDENZE INA CASA
  • Indirizzo: Via per Poviglio N. 70
  • Data: 1957 - 1960
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Carlo Lucci
Descrizione

"Nel 1960, con l’estensione oltre il primo settennio del Piano INA Casa, a Boretto si provvede alla costruzione di due edifici per un totale di diciotto unità abitative su progetto dell’architetto Lucci. L’intervento, di modeste dimensioni rispetto ad altri progetti INA Casa del periodo, veri e propri progetti urbani costruiti attorno a servizi comuni ed edifici collettivi rivolti ad una popolazione più numerosa, è posizionato sul confine dell’area edificata del piccolo paese della Bassa reggiana, forse anche in funzione di un’eventuale espansione.
Lucci progetta due volumi collegati da un portico comune che dà accesso ai tre piani di residenze, oltre che alle cantine del pianterreno. Abbandonando la compattezza, Lucci dà movimento all’edificio animando il perimetro con un continuo sfalsamento dei volumi, mostrando analogie con diversi interventi o soluzioni adottate da Gardella o Albini in precedenza. L’orientamento est-ovest dei due edifici permette, nella distribuzione degli alloggi, di ottimizzare gli spazi abitativi collocando ad est la zona giorno, caratterizzata da finestre a tutta altezza che sfruttano appieno le funzionalità del sole, e ad ovest la zona notte ed i servizi. Esternamente l’accostamento dei materiali e il contrasto tra porzioni di muratura intonacata, alternate a setti murari in mattone a faccia vista, imprimono eleganza e verticalità all’edificio, ampliandone la percezione volumetrica ben oltre le dimensioni contenute dell’intervento. Nonostante i servizi e le parti comuni esterne siano ridotte al minimo, Lucci lascia un apposito spazio all’esterno, sul lato ovest del complesso, destinato agli orti privati.
L’edificio non ha subito alcun intervento posteriore, nè di manutenzione, che ne possa permettere la conservazione, né alterazioni di alcun tipo".

(Zamboni, Gandolfi 2011)

Info
  • Progetto: 1957 - 1958
  • Esecuzione: 1958 - 1960
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Complesso residenziale
  • Destinazione attuale: Complesso residenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Carlo Lucci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=Archivio+di+Carlo+Lucci&idSezione=1024 SI
  • Strutture: telaio in cemento armato
  • Materiale di facciata: telaio in cemento armato a vista, tamponamenti in laterizio
  • Coperture: a falde, elementi in cotto
  • Serramenti: ferro, legno

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Lucci progetta due volumi collegati da un portico comune che dà accesso ai tre piani di residenze, oltre che alle cantine del pianterreno. Abbandonando la compattezza, Lucci dà movimento all’edificio animando il perimetro con un continuo sfalsamento dei volumi, mostrando analogie con diversi interventi o soluzioni adottate da Gardella o Albini in precedenza. L’orientamento est-ovest dei due edifici permette, nella distribuzione degli alloggi, di ottimizzare gli spazi abitativi collocando ad est la zona giorno, caratterizzata da finestre a tutta altezza che sfruttano appieno le funzionalità del sole, e ad ovest la zona notte ed i servizi. Esternamente l’accostamento dei materiali e il contrasto tra porzioni di muratura intonacata, alternate a setti murari in mattone a faccia vista, imprimono eleganza e verticalità all’edificio, ampliandone la percezione volumetrica ben oltre le dimensioni contenute dell’intervento. Nonostante i servizi e le parti comuni esterne siano ridotte al minimo, Lucci lascia un apposito spazio all’esterno, sul lato ovest del complesso, destinato agli orti privati.
L’edificio non ha subito alcun intervento posteriore, nè di manutenzione, che ne possa permettere la conservazione, né alterazioni di alcun tipo". 

(Zamboni, Gandolfi 2011)

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Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione.
Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965.
Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. 
È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000) Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione. Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965. Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Lucci Carlo 1998 Notizie sull’attività didattica scientifica e culturale ed elenco delle pubblicazioni, curriculum di Carlo Lucci, stampato in proprio a Firenze nel 1967, con quattro aggiornamenti, fino al 1998 Si
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di) 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori Milano 246 Si
Zamboni Andrea, Gasparini Laura (a cura di) in collaborazione con Lucci Franco 2012 Carlo Lucci architetto. Un archivio tra professione e ricerca Biblioteca Panizzi Edizioni Reggio Emilia Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Carlo Lucci Carlo Lucci Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del complesso Vista del complesso Matteo Sintini
Scorcio dalla strada principale Scorcio dalla strada principale Matteo Sintini
Vista di un blocco edilizio Vista di un blocco edilizio Matteo Sintini
Vista di un blocco edilizio Vista di un blocco edilizio Matteo Sintini
Dettaglio del fronte laterale Dettaglio del fronte laterale Matteo Sintini
Dettaglio del fronte laterale Dettaglio del fronte laterale Matteo Sintini
Vista del collegamento tra due corpi Vista del collegamento tra due corpi Matteo Sintini
Dettaglio Dettaglio Matteo Sintini

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC Direzione Regionale Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Prof. Marco Pretelli


Scheda redatta da
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 23/01/2025

Revisori:

Stefano Setti