Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SCUOLA ELEMENTARE CROCETTA

Scheda Opera

  • Vista delle aule affacciate sul verde circostante della scuola elementare
  • Esterno della scuola elementare, fotografia da via Rubicone elementare
  • Vista complessiva della scuola elementare
  • Corridoio coperto di accesso alla scuola elementare elementare
  • Comune: Ravenna
  • Denominazione: SCUOLA ELEMENTARE CROCETTA
  • Indirizzo: Via Rubicone N. 46/48
  • Data: 1970 - 1973
  • Tipologia: Scuole
  • Autori principali: Danilo Naglia, Leonardo Cordone
Descrizione

Il progetto per la scuola elementare Crocetta prende nome dall'omonima via di Ravenna da cui dista pochi metri, frutto della collaborazione dell'architetto Danilo Naglia, Giuseppe Cordone e Franco Bulgherini. La scuola, intitolata a Giuseppe Garibaldi, è edificata in un comparto pianeggiante di circa un ettaro, tra ferrovia e strada provinciale, occupato sui due lati adiacenti al lotto da abitazioni private.
L’edificio si organizza secondo un impianto planimetrico rigido, disposto su un unico livello. Uno spazio di forma quadrangolare con funzioni comunitarie è il centro del complesso. Pensato per un uso flessibile, attraverso la movimentazione di pannelli scorrevoli gli spazi sono di volta in volta riconfigurabili e separati per le diverse funzioni quali: sale per le assemblee scolastiche o la mensa. Attorno a questo nucleo, impostati sulle diagonali, si distribuiscono gli spazi quadrangolari disposti in modo concentrico, destinati alle quindici aule, con servizi igienici, e alle aule interciclo.
In uno di questi ambienti, a fianco del più grande volume della palestra e dei suoi servizi, si colloca l'ingresso, decentrato, a cui si accede da via Rubicone, dopo aver percorso il lungo viale che oltrepassa la fascia verde di cinque metri che separa l’edificio dalla strada.
Quello che in pianta appare come una composizione rigida di elementi geometrici e regolari, volumetricamente varia utilizzando una copertura piana gradonata, che media le varie altezze. Si passa dai tre metri per le aule ai sette della palestra, raccordati dall'altezza intermedia dello spazio centrale. Le ampie luci di copertura sono risolte con l'utilizzo di travi reticolari, sulle quali si aprono finestre a nastro poggiate sulla struttura in cemento armato. Gli spessi elementi strutturali inglobati in “piloni” di muratura, trattati con mattone faccia a vista messi in opera con tradizionale posatura a correre, definiscono il linguaggio ricorrente di questa architettura. I pilastri sporgendo al di sopra della muratura, si configurano come piccole torri a forma di “C”, accostate e ripetute, al cui centro sono posti gli ampi infissi compositi bianchi. Il profilo risulta caratterizzato da questa “merlatura” regolare e alternata, la cui ritmicità diventa motivo caratteristico dell’edificio.

(Matteo Sintini, Elia Serafini)

Info
  • Progetto: 1970 -
  • Esecuzione: - 1973
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Scuola elementare
  • Destinazione attuale: Scuola elementare: Scuola Primaria Giuseppe Garibaldi
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Franco Bulghrini Collaboratore Progetto NO
Leonardo Cordone Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/agent/AM000151/html SI
SOLES, Forlì Impresa esecutrice Esecuzione NO
Danilo Naglia Progetto architettonico Progetto SI
Palini Pisogne Progetto Interni Esecuzione NO
  • Strutture: cemento armato e travi reticolari
  • Materiale di facciata: mattone faccia a vista
  • Coperture: piana a gradoni
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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L’edificio si organizza secondo un impianto planimetrico rigido, disposto su un unico livello. Uno spazio di forma quadrangolare con funzioni comunitarie è il centro del complesso. Pensato per un uso flessibile, attraverso la movimentazione di pannelli scorrevoli gli spazi sono di volta in volta riconfigurabili e separati per le diverse funzioni quali: sale per le assemblee scolastiche o la mensa. Attorno a questo nucleo, impostati sulle diagonali, si distribuiscono gli spazi quadrangolari disposti in modo concentrico, destinati alle quindici aule, con servizi igienici, e alle aule interciclo. 
In uno di questi ambienti, a fianco del più grande volume della palestra e dei suoi servizi, si colloca l'ingresso, decentrato, a cui si accede da via Rubicone, dopo aver percorso il lungo viale che oltrepassa la fascia verde di cinque metri che separa l’edificio dalla strada. 
Quello che in pianta appare come una composizione rigida di elementi geometrici e regolari, volumetricamente varia utilizzando una copertura piana gradonata, che media le varie altezze. Si passa dai tre metri per le aule ai sette della palestra, raccordati dall'altezza intermedia dello spazio centrale. Le ampie luci di copertura sono risolte con l'utilizzo di travi reticolari, sulle quali si aprono finestre a nastro poggiate sulla struttura in cemento armato. Gli spessi elementi strutturali inglobati in “piloni” di muratura, trattati con mattone faccia a vista messi in opera con tradizionale posatura a correre, definiscono il linguaggio ricorrente di questa architettura. I pilastri sporgendo al di sopra della muratura, si configurano come piccole torri a forma di “C”, accostate e ripetute, al cui centro sono posti gli ampi infissi compositi bianchi. Il profilo risulta caratterizzato da questa “merlatura” regolare e alternata, la cui ritmicità diventa motivo caratteristico dell’edificio. 

(Matteo Sintini, Elia Serafini)

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Nel 1957 si laurea con il massimo dei voti presso la Facoltà di Architettura di Venezia. I suoi studi eserciteranno una forte influenza sulla sua produzione, soprattutto grazie al contatto con figure quali Ignazio Gardella (docente di composizione architettonica) e Giovanni Astengo (docente di urbanistica). Dopo la laurea si iscrive all’ordine degli architetti della Provincia di Ravenna e proprio nel capoluogo romagnolo si concentra gran parte del suo lavoro. Inizia un’intensa collaborazione con l’amico universitario Gino Gamberini e altre collaborazioni di rilievo con Sandro Gatti, Giorgio Piani, Renzo Stumìa, Leonardo Cordone, Giuseppe Grossi e Roberto Raffoni. 
Naglia è considerato uno degli architetti più influenti e rappresentativi che abbia operato nell’area ravennate tra il 1960 ed il 1980, al pari di Gino Gamberini e Antonino Manzone, con i quali esso stesso collabora. Molto attivo nell’ambito pubblico, a lui si devono i progetti di diverse strutture scolastiche, ma anche di abitazioni private. Tra i suoi lavori più significativi: l’Hotel Bisanzio a Ravenna (1958), l’Istituto tecnico industriale Nullo Baldini a Ravenna (1961), Casa Ercolani (1962), la Colonia Città di Tirano a Milano Marittima (1966) e l’edificio di piazza Marsala a Ravenna (1981).

Leonardo Cordone (1944, Roma) 
Si laurea in architettura all'università “La Sapienza” di Roma nel 1969, svolgendovi poi opera di assistente volontario. La sua produzione è particolarmente legata agli incarichi pubblici. Tra le opere si annoverano: la scuola elementare di Ravenna del 1973, il quartiere IACP di Torremaura a Roma, una scuola media a Frosinone e le case INCIS a Cagliari. Nel 1975 è occupato come progettista presso l'Ufficio Tecnico del Banco di Roma.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: RA/10
  • Particella: 1855

Note

Danilo Naglia (Ravenna, 1928 - 2022) Nel 1957 si laurea con il massimo dei voti presso la Facoltà di Architettura di Venezia. I suoi studi eserciteranno una forte influenza sulla sua produzione, soprattutto grazie al contatto con figure quali Ignazio Gardella (docente di composizione architettonica) e Giovanni Astengo (docente di urbanistica). Dopo la laurea si iscrive all’ordine degli architetti della Provincia di Ravenna e proprio nel capoluogo romagnolo si concentra gran parte del suo lavoro. Inizia un’intensa collaborazione con l’amico universitario Gino Gamberini e altre collaborazioni di rilievo con Sandro Gatti, Giorgio Piani, Renzo Stumìa, Leonardo Cordone, Giuseppe Grossi e Roberto Raffoni. Naglia è considerato uno degli architetti più influenti e rappresentativi che abbia operato nell’area ravennate tra il 1960 ed il 1980, al pari di Gino Gamberini e Antonino Manzone, con i quali esso stesso collabora. Molto attivo nell’ambito pubblico, a lui si devono i progetti di diverse strutture scolastiche, ma anche di abitazioni private. Tra i suoi lavori più significativi: l’Hotel Bisanzio a Ravenna (1958), l’Istituto tecnico industriale Nullo Baldini a Ravenna (1961), Casa Ercolani (1962), la Colonia Città di Tirano a Milano Marittima (1966) e l’edificio di piazza Marsala a Ravenna (1981). Leonardo Cordone (1944, Roma) Si laurea in architettura all'università “La Sapienza” di Roma nel 1969, svolgendovi poi opera di assistente volontario. La sua produzione è particolarmente legata agli incarichi pubblici. Tra le opere si annoverano: la scuola elementare di Ravenna del 1973, il quartiere IACP di Torremaura a Roma, una scuola media a Frosinone e le case INCIS a Cagliari. Nel 1975 è occupato come progettista presso l'Ufficio Tecnico del Banco di Roma.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1983 Scuola elementare a Ravenna L'Architettura. Cronache e storia n. 337 782-785 Si
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore (a cura di) 1988 Italia. Gli ultimi trent'anni Zanichelli Bologna 268 Si
Naglia Danilo 1997 Danilo Naglia. Architettura e progetto fra etica, memoria e ragione Edizioni del Girasole Ravenna Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista delle aule affacciate sul verde circostante della scuola elementare Vista delle aule affacciate sul verde circostante della scuola elementare R. Vlahov. Courtesy IBC
Esterno della scuola elementare, fotografia da via Rubicone elementare Esterno della scuola elementare, fotografia da via Rubicone elementare R. Vlahov. Courtesy IBC
Vista complessiva della scuola elementare Vista complessiva della scuola elementare R. Vlahov. Courtesy IBC
Corridoio coperto di accesso alla scuola elementare elementare Corridoio coperto di accesso alla scuola elementare elementare R. Vlahov. Courtesy IBC

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Elia Serafini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2022