Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

VILLA UNIFAMILIARE

Scheda Opera

  • planimetria, scala 1:200
  • Pianta del piano seminterrato
  • Pianta del piano rialzato
  • Pianta del piano sottotetto
  • Prospetto Nord-Ovest
  • Prospetto Sud-Est
  • Sezione
  • Vista dall’esterno, terrazza
  • Prospetto Nord-Est
  • Comune: Bertinoro
  • Località: Monte Maggio
  • Denominazione: VILLA UNIFAMILIARE
  • Indirizzo: Via Cappuccini
  • Data: 1968 - 1970
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Giorgio Zagatti
Descrizione

La villa è posta su di un forte pendio e in straordinaria posizione panoramica. Il luogo, al momento della redazione del progetto era un'ampia distesa boschiva, parte della quale è stata rasa al suolo per far spazio ad un'ampia zona pianeggiante.
La villa è un’architettura che sembra nascere dalla terra attraverso potenti setti strutturali ed è concepita da un disegno creativo che esalta la valenza formale dei volumi in parte addossati al terreno.
La villa riporta il tema dell'abitazione ad un forte radicamento con il luogo e dialoga con il paesaggio tipico del territorio bertinorese, ritmato da macchie boschive e sinuosi filari di vigneti. Dalla strada carrabile, situata a sud-ovest, l'edificio è poco visibile poiché circondato da fitti alberi e arbusti e passa quasi inosservato se non si conosce. È possibile vederlo da nord-est, da una zona pianeggiante all'interno del lotto che costituisce il livello inferiore della casa, oppure scendendo una scalinata che porta ad una zona ancora più bassa, dove è stata realizzata una piscina.
Alla volontà di questo radicamento si può anche far riferire il richiamo, ben visibile nell’edificio, alla capanna o più in generale ad una forma riferibile ad una matrice primitiva che interpreta la casa come il primo rifugio ancestrale, sviluppata secondo una sensibilità strutturale rivelata dalla cura dei particolari e confermata nel dialogo che instaura con il paesaggio. Un unico padiglione di copertura a coppi si raccorda con il terreno mediante setti in cotto su cui poggiano le nervature di sostegno del tetto.
Si acce all'abitazione tramite due cancellate che si aprono su una lunga strada sospesa nel vuoto e retta da robusti pilastri.
L'edificio si sviluppa su tre piani collegati da una scala a chiocciola, perno dell’intero progetto. Il piano terra è destinato in parte a locali tecnici alla tavernetta, che costituisce il vero e proprio ingresso alla villa dalla parte del giardino.
Il piano primo, raggiungibile direttamente in macchina, distribuisce gli spazi in una pianta generata dalla rotazione dall’intersezione della figura del quadrato. La rotazione di uno di questi a 45° definisce l’ambiente del soggiorno che penetra a punta nella terrazza esterna rivolta verso il panorama. Con lo stesso principio aggettano i bow windows dai lati lunghi della stessa stanza a cui si somma un altro spazio di forma quadrata con spigoli arrotondati dentro cui si trova il camino che occupa in tal modo un volume autonomo nel quale sono state ricavate delle sedute laterali e delle basse finestre. Completano le funzioni del piano: la cucina con una piccola dispensa, due camere da letto e un bagno leggermente rialzati. Da ultimo, il piano secondo, ricavato nel sottotetto, presenta un bagno e 3 ampi vani, uno dei quali caratterizzato dal proseguimento dell'ampia apertura finestrata che caratterizza anche un vertice del salotto.
Ancora sulla figura geometrica del quadrato si gioca la composizione della pianta della copertura, questa volta raddoppiandone la dimensione.
Interpretando in modo personale i valori spaziali dell’organicismo, il volume sembra generato da un movimento centripeto incardinato sulla scala a chiocciola, che ruota le figure in pianta. La zona giorno è proiettata verso il panorama, i corpi delle camere verso i lati, mentre i servizi vengono spinti verso monte.
Il terreno circostante in prossimità della villa è progettato a giardino, con scale e muri di contenimento di diversa entità e forma a seconda delle difficoltà imposte dalle curve di livello. La casa è costruita in muratura ordinaria di calcestruzzo e mattoni a vista, la copertura in tegole di laterizio.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1968 - 1968
  • Esecuzione: 1968 - 1970
  • Tipologia Specifica: Villa
  • Committente: Melandri Edelweiss e Anna Maria Missiroli
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: villa
  • Destinazione attuale: villa - B&B
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Mario Bitossi Progetto architettonico Progetto NO
Giorgio Zagatti Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: calcestruzzo decorato a bassorilievo
  • Coperture: coppi, tegole di laterizio
  • Serramenti: legno naturale e pitch-pine lucidato a flatting
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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La villa è un’architettura che sembra nascere dalla terra attraverso potenti setti strutturali ed è concepita da un disegno creativo che esalta la valenza formale dei volumi in parte addossati al terreno. 
La villa riporta il tema dell'abitazione ad un forte radicamento con il luogo e dialoga con il paesaggio tipico del territorio bertinorese, ritmato da macchie boschive e sinuosi filari di vigneti. Dalla strada carrabile, situata a sud-ovest, l'edificio è poco visibile poiché circondato da fitti alberi e arbusti e passa quasi inosservato se non si conosce. È possibile vederlo da nord-est, da una zona pianeggiante all'interno del lotto che costituisce il livello inferiore della casa, oppure scendendo una scalinata che porta ad una zona ancora più bassa, dove è stata realizzata una piscina. 
Alla volontà di questo radicamento si può anche far riferire il richiamo, ben visibile nell’edificio, alla capanna o più in generale ad una forma riferibile ad una matrice primitiva che interpreta la casa come il primo rifugio ancestrale, sviluppata secondo una sensibilità strutturale rivelata dalla cura dei particolari e confermata nel dialogo che  instaura con il paesaggio. Un unico padiglione di copertura a coppi si raccorda con il terreno mediante setti in cotto su cui poggiano le nervature di sostegno del tetto.
Si acce all'abitazione tramite due cancellate che si aprono su una lunga strada sospesa nel vuoto e retta da robusti pilastri. 
L'edificio si sviluppa su tre piani collegati da una scala a chiocciola, perno dell’intero progetto. Il piano terra è destinato in parte a locali tecnici alla tavernetta, che costituisce il vero e proprio ingresso alla villa dalla parte del giardino.
Il piano primo, raggiungibile direttamente in macchina, distribuisce gli spazi in una pianta generata dalla rotazione dall’intersezione della figura del quadrato. La rotazione di uno di questi a 45° definisce l’ambiente del soggiorno che penetra a punta nella terrazza esterna rivolta verso il panorama. Con lo stesso principio aggettano i bow windows dai lati lunghi della stessa stanza a cui si somma un altro spazio di forma quadrata con spigoli arrotondati dentro cui si trova il camino che occupa in tal modo un volume autonomo nel quale sono state ricavate delle sedute laterali e delle basse finestre. Completano le funzioni del piano: la cucina con una piccola dispensa, due camere da letto e un bagno leggermente rialzati. Da ultimo, il piano secondo, ricavato nel sottotetto, presenta un bagno e 3 ampi vani, uno dei quali caratterizzato dal proseguimento dell'ampia apertura finestrata che caratterizza anche un vertice del salotto.
Ancora sulla figura geometrica del quadrato si gioca la composizione della pianta della copertura, questa volta raddoppiandone la dimensione. 
Interpretando in modo personale i valori spaziali dell’organicismo, il volume sembra generato da un movimento centripeto incardinato sulla scala a chiocciola, che ruota le figure in pianta. La zona giorno è proiettata verso il panorama, i corpi delle camere verso i lati, mentre i servizi vengono spinti verso monte. 
Il terreno circostante in prossimità della villa è progettato a giardino, con scale e muri di contenimento di diversa entità e forma a seconda delle difficoltà imposte dalle curve di livello. La casa è costruita in muratura ordinaria di calcestruzzo e mattoni a vista, la copertura in tegole di laterizio.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

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Realizza molte opere sia localmente sia altrove; durante la sua lunga carriera egli stesso si definisce un muratore con la matita, un progettista di architetture costruite e non solo disegnate. Risiede a Forlì dal 1943.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Giorgio Zagatti (Ferrara, 1925 - Forlì 2010) Si laurea in Ingegneria Civile Edile a Bologna nel 1953 e si avvia alla professione con il proprio studio a Forlì dal 1956. Si occupa di architettura, urbanistica, interni e partecipa a concorsi nazionali di architettura riguardanti il territorio locale in collaborazione con altri professionisti come Alberto Bacchi, Mario Bitossi, Carlo Evangelisti, Giovanni Gandolfi, Dante Guernieri, Mario Peticca e Antonio Quadretti. È anche artista del legno e amante della pittura, inoltre si interessa dei problemi riguardanti la categoria degli ingegneri, come Segretario del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti e come Presidente dell’Ordine Provinciale. Realizza molte opere sia localmente sia altrove; durante la sua lunga carriera egli stesso si definisce un muratore con la matita, un progettista di architetture costruite e non solo disegnate. Risiede a Forlì dal 1943.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Tramonti Ulisse 1997 Itinerari di Architettura Moderna. Forlì, Cesena, Predappio Alinea Firenze 177; 325-326 Si
Pressimone Santa, Torrisi Patrizia 2001 Bertinoro. Arte, storia e paesaggio La Mandragora Imola No
Caminiti Marcello 2005 Lo sviluppo urbano, in Parusso Giulio (a cura di), Palazzo e città. Alba 1945-1975 Araba Fenice Boves 280 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
planimetria, scala 1:200 planimetria, scala 1:200 Courtesy Comune di Bertinoro
Pianta del piano seminterrato Pianta del piano seminterrato Courtesy Comune di Bertinoro
Pianta del piano rialzato Pianta del piano rialzato Courtesy Comune di Bertinoro
Pianta del piano sottotetto Pianta del piano sottotetto Courtesy Comune di Bertinoro
Prospetto Nord-Ovest Prospetto Nord-Ovest Courtesy Comune di Bertinoro
Prospetto Sud-Est Prospetto Sud-Est Courtesy Comune di Bertinoro
Sezione Sezione Courtesy Comune di Bertinoro
Vista dall’esterno, terrazza Vista dall’esterno, terrazza Silvia Forlai
Prospetto Nord-Est Prospetto Nord-Est Courtesy Comune di Bertinoro

Criteri
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 17/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2022