Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

QUARTIERE PORTO

Scheda Opera

  • Edifici residenziali Ina-Casa tra viale Sforza, via Coletti e via Lando, Quartiere Porto, Rimini
  • Edificio residenziale Ina-Casa tra viale Sforza e via Coletti, Quartiere Porto, Rimini
  • Vista su edificio residenziale a torre, da via Coletti. Quartiere Ina-Casa
  • Edificio residenziale a
  • Dettaglio su prospetto Ovest, edificio residenziale a
  • Dettaglio su soluzione d'angolo, da via A. da Barbiano. Edificio residenziale a
  • Edificio residenziale su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa
  • Edificio residenziale su via R. Orsini, facciata Sud. Quartiere Ina-Casa
  • Dettaglio balconi, prospetto Sud di edificio residenziale su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa
  • Asilo nido su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa
  • Ingresso dell'Asilo nido su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa
  • Residenze a schiera su via F. Rossi. Quartiere Ina-Casa
  • Residenze a schiera su via F. Rossi, viste da via Caduti di El Alamein. Quartiere Ina-Casa
  • Edifici residenziali Ina-Casa tra viale Sforza, via Coletti e via Lando, Quartiere Porto, Rimini
  • Comune: Rimini
  • Denominazione: QUARTIERE PORTO
  • Indirizzo: Via Ennio Coletti, Via Lucio Lando, Via Francesco Sforza, Via Carmagnola, Via Rinaldo Orsini
  • Data: 1953 - 1957
  • Tipologia: Complessi residenziali
  • Autori principali: Enea Manfredini, Ferdinando Bruschi, Antonio Antonelli, Piero Maria Lugli
Descrizione

Il quartiere è situato in località Borgo San Giuliano a Rimini, in prossimità del canale portuale della città. Realizzato in due momenti; il primo, del 1953, vede la realizzazione di tre case a schiera progettate da E. Manfredini e di tre fabbricati a tre piani dell’architetto F. Bruschi. In seguito, nel 1956, si avvia la realizzazione della restante parte del complesso progettata da P.M. Lugli con l’ingegnere A. Antonelli.
L’insediamento rompe la monotonia degli schemi insediativi dei modelli precedenti alla guerra, attraverso una ricercata varietà tipologica che vede i 294 alloggi, aggregarsi in blocchi a torre, a schiera, in linea, secondo una logica da “manuale”, riferita alle prescrizioni dei libretti Ina Casa.
Le vie Lando e Da Barbino dividono l’intero insediamento in tre parti. In ciascuna di queste la giacitura dei corpi di fabbrica si presenta frammentata e organizzata secondo una disposizione libera, che lascia numerosi spazi aperti a contatto con l’edificato. Lungo via Gulli si recupera, invece, una maggiore regolarità dettata dalla presenza dei corpi a schiera allineati sul fronte strada. Alla varietà tipologica degli edifici corrisponde un’analoga varietà dei materiali di finitura, che presentano pareti intonacate, telai in cemento a vista con tamponamenti in mattoni, basamenti rivesti in pietra o, nuovamente, in cemento a vista.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1953 -
  • Esecuzione: - 1957
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
  • Destinazione originaria: Complesso residenziale INA-CASA
  • Destinazione attuale: Complesso residenziale INA-CASA
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Antonio Antonelli Progetto architettonico Progetto SI
Ferdinando Bruschi Progetto architettonico Progetto SI
IACP, Forlì Collaboratore Progetto NO
Piero Maria Lugli Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=32025&RicProgetto=architetti SI
Enea Manfredini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=263820&force=1 SI
  • Strutture: Muratura portante, telaio in cemento armato, solai in laterocemento
  • Materiale di facciata: Mattoni faccia a vista, intonaco, pietra, cemento a vista
  • Coperture: A falde con coppi
  • Serramenti: Lignei e metallici
  • Stato Strutture: Mediocre
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Mediocre
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L’insediamento rompe la monotonia degli schemi insediativi dei modelli precedenti alla guerra, attraverso una ricercata varietà tipologica che vede i 294 alloggi, aggregarsi in blocchi a torre, a schiera, in linea, secondo una logica da “manuale”, riferita alle prescrizioni dei libretti Ina Casa. 
Le vie Lando e Da Barbino dividono l’intero insediamento in tre parti. In ciascuna di queste la giacitura dei corpi di fabbrica si presenta frammentata e organizzata secondo una disposizione libera, che lascia numerosi spazi aperti a contatto con l’edificato. Lungo via Gulli si recupera, invece, una maggiore regolarità dettata dalla presenza dei corpi a schiera allineati sul fronte strada. Alla varietà tipologica degli edifici corrisponde un’analoga varietà dei materiali di finitura, che presentano pareti intonacate, telai in cemento a vista con tamponamenti in mattoni, basamenti rivesti in pietra o, nuovamente, in cemento a vista.

(Matteo Sintini)

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Si laurea in architettura nel 1947 alla Sapienza di Roma, dopo aver interrotto gli studi per arruolarsi durante la Guerra nel Corpo Italiano di Liberazione,[1] e poté laurearsi a pieni voti solo nel 1947. 
Con una borsa di studio si reca in Svezia, dove lavora come urbanista dal 1947 al 1948 presso gli uffici tecnici comunali di Stoccolma e Göteborg. Esperienza raccolta nel numero monografico della "Rassegna critica d'architettura", dedicato a Aspetti dell'urbanistica svedese (1949). 
Si avvicina all'APAO, di Bruno Zevi, e collabora con alcuni dei suoi membri alla progettazione del quartiere Tiburtino III di Roma nel 1949, a Matera, del quartiere La Martella, nel 1951. Lavora ancora nell’ambito della pianificazione urbanistica, per i quartieri Ina Casa a Rimini, dal 1952 al 1956, per i piani PEEP di Forl’ (1965-66), per il PRG di Roma del 1962. Nella capitale, ancora, realizza il complesso residenziale di via Giacinta Pezzana (1963) ed il palazzo della Direzione delle Pensioni a Porta Maggiore (1967). Alla metà degli anni Settanta, collabora anche con il gruppo di Mario Fiorentino alla realizzazione del Corviale. 
A scala territoriale, interviene nei piani paesistici delle neonate Regioni: nel 1972 nelle Marche, per le valli del Tronto e del Conero; nel 1978 in Toscana, per la Maremma grossetana ed il Monte Argentario; nel Lazio per il litorale pontino tra Fondi e Terracina.
Nel 1974 progetta il Monumento Ossario e il Monumento Sepolcro dei Martiri della Resistenza nel Cimitero Monumentale di Forlì.
Dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980 e quello dell'Umbria del 1997 progetta la ricostruzione dei centri di Potenza ed Assisi. 
Importante anche la sua carriera accademica. Nel 1952 diviene assistente straordinario e nel 1963 è assistente ordinario di Urbanistica e professore incaricato di Elementi di Architettura e rilievo; nel 1970 entra in ruolo come ordinario alla facoltà di Architettura dell'Università di Roma La Sapienza, incarico che conserva fino al 1996. 
Membro effettivo dell'Istituto Italiano di Urbanistica dal 1951, membro corrispondente dell'Accademia nazionale di San Luca dal 1972, membro straniero della Reale Accademia Svedese delle Arti dal 1985. 

Enea Manfredini (Reggio Emilia, 1916-2008) 
Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1940 dove, fino al 1951, svolge attività didattica nei corso di Caratteri distributivi degli edifici, Tecnologia dei materiali e Tecnica delle costruzioni. Ancora studente entra in contatto con il gruppo di architetti riunito intorno a Giuseppe Pagano, tra cui Franco Albini, Piero Bottoni, Ignazio Gardella ed Ernesto Nathan Rogers; proprio Pagano pubblica su “Casabella” diversi suoi progetti giovanili. Nello stesso clima matura nel 1949 l’adesione al Movimento di Studi per l’Architettura (MSA). Diploma d’onore della IX Triennale di Milano nel 1951. Accademico pontificio dei virtuosi al Pantheon dal 1961. In-Arch Domosic 1963 con Franco Albini e Franca Helg per l’urbanizzazione di Habana del Este a Cuba. È presente in Triennali e Biennali, partecipa a mostre di architettura in Italia e all’estero. Fa parte di commissioni giudicatrici di concorsi nazionali d’architettura e partecipa a congressi e concorsi d’architettura e urbanistica. È affiancato, nel lavoro di studio, dai figli Alberto Manfredini, dal 1977, e Giovanni Manfredini, dal 1982. Primo premio regionale In-Arch per l’Emilia Romagna nel 1990. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Piero Maria Lugli (Roma, 1923-2008) Si laurea in architettura nel 1947 alla Sapienza di Roma, dopo aver interrotto gli studi per arruolarsi durante la Guerra nel Corpo Italiano di Liberazione,[1] e poté laurearsi a pieni voti solo nel 1947. Con una borsa di studio si reca in Svezia, dove lavora come urbanista dal 1947 al 1948 presso gli uffici tecnici comunali di Stoccolma e Göteborg. Esperienza raccolta nel numero monografico della "Rassegna critica d'architettura", dedicato a Aspetti dell'urbanistica svedese (1949). Si avvicina all'APAO, di Bruno Zevi, e collabora con alcuni dei suoi membri alla progettazione del quartiere Tiburtino III di Roma nel 1949, a Matera, del quartiere La Martella, nel 1951. Lavora ancora nell’ambito della pianificazione urbanistica, per i quartieri Ina Casa a Rimini, dal 1952 al 1956, per i piani PEEP di Forl’ (1965-66), per il PRG di Roma del 1962. Nella capitale, ancora, realizza il complesso residenziale di via Giacinta Pezzana (1963) ed il palazzo della Direzione delle Pensioni a Porta Maggiore (1967). Alla metà degli anni Settanta, collabora anche con il gruppo di Mario Fiorentino alla realizzazione del Corviale. A scala territoriale, interviene nei piani paesistici delle neonate Regioni: nel 1972 nelle Marche, per le valli del Tronto e del Conero; nel 1978 in Toscana, per la Maremma grossetana ed il Monte Argentario; nel Lazio per il litorale pontino tra Fondi e Terracina. Nel 1974 progetta il Monumento Ossario e il Monumento Sepolcro dei Martiri della Resistenza nel Cimitero Monumentale di Forlì. Dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980 e quello dell'Umbria del 1997 progetta la ricostruzione dei centri di Potenza ed Assisi. Importante anche la sua carriera accademica. Nel 1952 diviene assistente straordinario e nel 1963 è assistente ordinario di Urbanistica e professore incaricato di Elementi di Architettura e rilievo; nel 1970 entra in ruolo come ordinario alla facoltà di Architettura dell'Università di Roma La Sapienza, incarico che conserva fino al 1996. Membro effettivo dell'Istituto Italiano di Urbanistica dal 1951, membro corrispondente dell'Accademia nazionale di San Luca dal 1972, membro straniero della Reale Accademia Svedese delle Arti dal 1985. Enea Manfredini (Reggio Emilia, 1916-2008) Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1940 dove, fino al 1951, svolge attività didattica nei corso di Caratteri distributivi degli edifici, Tecnologia dei materiali e Tecnica delle costruzioni. Ancora studente entra in contatto con il gruppo di architetti riunito intorno a Giuseppe Pagano, tra cui Franco Albini, Piero Bottoni, Ignazio Gardella ed Ernesto Nathan Rogers; proprio Pagano pubblica su “Casabella” diversi suoi progetti giovanili. Nello stesso clima matura nel 1949 l’adesione al Movimento di Studi per l’Architettura (MSA). Diploma d’onore della IX Triennale di Milano nel 1951. Accademico pontificio dei virtuosi al Pantheon dal 1961. In-Arch Domosic 1963 con Franco Albini e Franca Helg per l’urbanizzazione di Habana del Este a Cuba. È presente in Triennali e Biennali, partecipa a mostre di architettura in Italia e all’estero. Fa parte di commissioni giudicatrici di concorsi nazionali d’architettura e partecipa a congressi e concorsi d’architettura e urbanistica. È affiancato, nel lavoro di studio, dai figli Alberto Manfredini, dal 1977, e Giovanni Manfredini, dal 1982. Primo premio regionale In-Arch per l’Emilia Romagna nel 1990.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Schiavi Alessandro 1953 L'Istituto autonomo per le Case Popolari della Provincia di Forlì dal 1945 al giugno 1953 Stabilimento Tipografico Valbonesi Forlì No
Gobbi Grazia, Sica Paolo (a cura di) 1982 Le città nella storia d'Italia - Rimini Editori Laterza Roma-Bari No
Trebbi Giorgio, Mantero Enrico, Gregotti Vittorio, Gresleri Giuliano 1989 Enea Manfredini. Architetture 1939-1989 Electa Milano 254 No
Dasso Marco 1997 Architetture dello studio Manfredini: 1977-1997 Parametro n. 220 1-59 Si
Van Riel Silvio, Semprini Mario Paolo (a cura di) 2004 L'edilizia residenziale pubblica a Rimini e provincia dall'unità d'Italia a oggi Acer Rimini Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Graziani Valentina 2007 Sei esempi di quartieri INA-Casa nelle provincie di Forlì-Cesena e Rimini, in Braghieri Gianni, Trentin Annalisa, Palmieri Andrea (a cura di), I quartieri e le case. Edilizia sociale in Romagna e nell'Europa del XX secolo Clueb Bologna 69-70; 78-79 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Edifici residenziali Ina-Casa tra viale Sforza, via Coletti e via Lando, Quartiere Porto, Rimini Edifici residenziali Ina-Casa tra viale Sforza, via Coletti e via Lando, Quartiere Porto, Rimini Laura Cordella
Edificio residenziale Ina-Casa tra viale Sforza e via Coletti, Quartiere Porto, Rimini Edificio residenziale Ina-Casa tra viale Sforza e via Coletti, Quartiere Porto, Rimini Laura Cordella
Vista su edificio residenziale a torre, da via Coletti. Quartiere Ina-Casa Vista su edificio residenziale a torre, da via Coletti. Quartiere Ina-Casa Laura Cordella
Edificio residenziale a Edificio residenziale a "L" su via L. Lando e via A. da Barbiano, facciata Ovest. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Dettaglio su prospetto Ovest, edificio residenziale a Dettaglio su prospetto Ovest, edificio residenziale a "L" su via L. Lando e via A. da Barbiano. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Dettaglio su soluzione d'angolo, da via A. da Barbiano. Edificio residenziale a Dettaglio su soluzione d'angolo, da via A. da Barbiano. Edificio residenziale a "L" su via L. Lando e via A. da Barbiano. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Edificio residenziale su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa Edificio residenziale su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Edificio residenziale su via R. Orsini, facciata Sud. Quartiere Ina-Casa Edificio residenziale su via R. Orsini, facciata Sud. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Dettaglio balconi, prospetto Sud di edificio residenziale su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa Dettaglio balconi, prospetto Sud di edificio residenziale su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Asilo nido su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa Asilo nido su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Ingresso dell'Asilo nido su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa Ingresso dell'Asilo nido su via R. Orsini. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Residenze a schiera su via F. Rossi. Quartiere Ina-Casa Residenze a schiera su via F. Rossi. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Residenze a schiera su via F. Rossi, viste da via Caduti di El Alamein. Quartiere Ina-Casa Residenze a schiera su via F. Rossi, viste da via Caduti di El Alamein. Quartiere Ina-Casa "Porto", Rimini Laura Cordella
Edifici residenziali Ina-Casa tra viale Sforza, via Coletti e via Lando, Quartiere Porto, Rimini Edifici residenziali Ina-Casa tra viale Sforza, via Coletti e via Lando, Quartiere Porto, Rimini Laura Cordella

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2022