Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CENTRO NEUROPSICHIATRICO SILVIO ALVISI

Scheda Opera

  • Vista degli spazi esterni
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  • Vista del soggiorno
  • Vista del soggiorno
  • Vista del soggiorno
  • Comune: Imola
  • Denominazione: CENTRO NEUROPSICHIATRICO SILVIO ALVISI
  • Indirizzo: Viale Francesco D'Agostino N. 2/a
  • Data: 1964 - 1969
  • Tipologia: Strutture sanitarie
  • Autori principali: Enzo Zacchiroli
Descrizione

L’edificio completa le attrezzature a servizio dell’assistenza psichiatrica del vicino ospedale Lolli, da cui è separato dalla strada di circonvallazione sud. Il centro diagnostico si trova isolato (pur utilizzando alcuni servizi della struttura maggiore come le lavanderie e le cucine) all’interno di un’area verde e aperta, condizione che determina la distribuzione del programma funzionale.
L’edificio a un piano è suddiviso in ali distinte parallele, collegate da un corpo perpendicolare a queste che ospita le sale per le terapie.
Il primo corpo è suddiviso dall’atrio di ingresso e dalla sala d’attesa, in una parte dedicata agli ambulatori e in una destinata alla degenza maschile; quella femminile è invece localizzata nell’altra ala. Ciascun reparto è dotato di ambienti per il pranzo, il soggiorno e di uno spazio di pertinenza all’aperto.
Il contatto con l’esterno favorisce la possibilità di un accesso indipendente a chi deve raggiungere gli ambulatori, non interferendo con i pazienti ricoverati che possono, a loro volta, sfruttare un rapporto diretto e salutare con il verde circostante.
Tale aspetto costituisce un rovesciamento del modo di concepire la struttura psichiatrica, isolata dalla società e destinata esclusivamente alla cura di queste malattie. In quegli anni, l’amministrazione provinciale bolognese, come altre, porta avanti un processo di radicale rinnovamento del sistema di cura basato sul progressivo inserimento dei reparti psichiatrici all’interno dei tradizionali ospedali e la realizzazione di edifici “aperti” di piccole dimensioni e distribuiti nel territorio. Ciò permette di istituire una relazione tra la società e i malati, migliori metodi di cura per i degenti ed una continuità nelle visite ambulatoriali una volta dimessi. L’edificio in oggetto fa parte di questa sperimentazione, localizzato in uno dei dodici distretti sanitari previsti dal programma.
Da un punto di vista volumetrico, Zacchiroli giustappone l’edificio in vari blocchi asimmetrici, proporzionati secondo le contenute dimensioni del complesso.
L’edificio è leggermente rialzato su un basamento trattato a verde, ad eccezione del corpo destinato alla degenza sopraelevato su setti della stessa altezza del basamento che si segnala per l’orizzontalità delle finestre. Il volume degli ambulatori si frammenta in parti separate da tratti di parete realizzati in lamelle verticali verniciate di rosso, motivo che si ritrova anche nella chiusura della loggia esterna sul lato sud, che si staglia nettamente sull’uniformità del paramento murario a mattoni faccia a vista verniciati di bianco e sugli inserti di pareti in cemento anch’esso a vista.
(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1964 -
  • Esecuzione: 1965 - 1969
  • Committente: Amministrazione provinciale di Bologna
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Centro neuropsichiatrico
  • Destinazione attuale: Centro neuropsichiatrico
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Bruno Nanni Collaboratore Progetto NO
Enzo Zacchiroli Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://www.zacchiroli-architetti.it/chi-siamo/ SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: mattone faccia a vista verniciato, cemento a vista
  • Coperture: piane in cemento armato
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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L’edificio a un piano è suddiviso in ali distinte parallele, collegate da un corpo perpendicolare a queste che ospita le sale per le terapie.
Il primo corpo è suddiviso dall’atrio di ingresso e dalla sala d’attesa, in una parte dedicata agli ambulatori e in una destinata alla degenza maschile; quella femminile è invece localizzata nell’altra ala. Ciascun reparto è dotato di ambienti per il pranzo, il soggiorno e di uno spazio di pertinenza all’aperto.
Il contatto con l’esterno favorisce la possibilità di un accesso indipendente a chi deve raggiungere gli ambulatori, non interferendo con i pazienti ricoverati che possono, a loro volta, sfruttare un rapporto diretto e salutare con il verde circostante. 
Tale aspetto costituisce un rovesciamento del modo di concepire la struttura psichiatrica, isolata dalla società e destinata esclusivamente alla cura di queste malattie. In quegli anni, l’amministrazione provinciale bolognese, come altre, porta avanti un processo di radicale rinnovamento del sistema di cura basato sul progressivo inserimento dei reparti psichiatrici all’interno dei tradizionali ospedali e la realizzazione di edifici “aperti” di piccole dimensioni e distribuiti nel territorio. Ciò permette di istituire una relazione tra la società e i malati, migliori metodi di cura per i degenti ed una continuità nelle visite ambulatoriali una volta dimessi. L’edificio in oggetto fa parte di questa sperimentazione, localizzato in uno dei dodici distretti sanitari previsti dal programma.
Da un punto di vista volumetrico, Zacchiroli giustappone l’edificio in vari blocchi asimmetrici, proporzionati secondo le contenute dimensioni del complesso. 
L’edificio è leggermente rialzato su un basamento trattato a verde, ad eccezione del corpo destinato alla degenza sopraelevato su setti della stessa altezza del basamento che si segnala per l’orizzontalità delle finestre. Il volume degli ambulatori si frammenta in parti separate da tratti di parete realizzati in lamelle verticali verniciate di rosso, motivo che si ritrova anche nella chiusura della loggia esterna sul lato sud, che si staglia nettamente sull’uniformità del paramento murario a mattoni faccia a vista verniciati di bianco e sugli inserti di pareti in cemento anch’esso a vista.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 149
  • Particella: 808

Note

Enzo Zacchiroli (Bologna 1919-2010). Nel 1951 si laurea in architettura all’Università degli Studi di Firenze e dal 1951 al 1956, svolge l’attività didattica come assistente di Composizione Architettonica nella stessa facoltà. Dal 1956 al 1958 svolge la propria attività nell’ufficio del piano regolatore della città di Bologna. A partire dal 1958 apre uno studio professionale a Bologna e inizia l’attività di libero professionista. Fondamentali si rivelano per lui e per la formazione del suo fare architettura: il lungo apprendistato negli studi professionali bolognesi, che diviene il sostrato della sua preparazione professionale, gli studi universitari e, infine, la «scoperta» di quelli che divengono i suoi maestri: Hans Scharoun, Alvar Aalto e Ernst Gisel. Questi progettisti influenzano notevolmente il suo pensiero e, di conseguenza, anche la sua produzione architettonica. Negli anni 1961, 1964, 1969 riceve i premi regionali IN/ARCH per opere realizzate. Nel 1982 all’Architetto viene assegnato il “Premio Bacchelli” di Italia Nostra per la “qualità delle realizzazioni architettoniche moderne nell’ambiente urbano”. Negli anni 1989 e 1990 è allestita la mostra personale dal titolo “Enzo Zacchiroli Architetto – Progetti e opere” all’Istituto Nazionale di Architettura di Roma, al Palazzo D’Accursio di Bologna e, nel 1992, a Firenze presso la sede dell’Accademia delle Arti e del Disegno.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Pedio Renato 1969 Due conferme di Enzo Zacchiroli. 1. Centro diagnostico neuropsichiatrico a Imola L'architettura. Cronache e storia n.162 846-849 Si
1972 Imola, Centro diagnostico neuropsichiatrico provinciale L'Architettura. Cronache e storia n. 197 738 Si
Koenig Giovanni Klaus 1980 Enzo Zacchiroli: il mestirere full time Dedalo libri Bari No
Brunetti Fabrizio (a cura di) 1989 Enzo Zacchiroli. Opere d'architettura Alinea Firenze No
Signorini Sergio 2000 Enzo Zacchiroli: forma e spazio Electa Milano No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Conti Giordano 2012 Il centro diagnostico neuropsichiatrico di Imola. 1964-1969, in Conti Giordano, L'architettura del Novecento in Romagna Foschi editore Forlì 166-170 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista degli spazi esterni Vista degli spazi esterni Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati
Vista degli spazi esterni Vista degli spazi esterni Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati
Vista degli spazi esterni Vista degli spazi esterni Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati
Vista degli spazi esterni Vista degli spazi esterni Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati
Vista degli spazi esterni Vista degli spazi esterni Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati
Vista del soggiorno Vista del soggiorno Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati
Vista del soggiorno Vista del soggiorno Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati
Vista del soggiorno Vista del soggiorno Paolo Monti, Milano. Courtesy Zacchiroli Architetti associati

Criteri
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Stefano Setti