Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SCUOLA MEDIA GIACOMO CAVEDONI

Scheda Opera

  • Vista del fronte principale
  • Dettaglio del fronte
  • Dettaglio del fronte
  • Vista del fronte posteriore
  • Comune: Sassuolo
  • Denominazione: SCUOLA MEDIA GIACOMO CAVEDONI
  • Indirizzo: Largo Pietro Bezzi N. 6
  • Data: - 1989
  • Tipologia: Scuole
  • Autori principali: Enea Manfredini
Descrizione

L’edificio è costruito ai margini del Palazzo Ducale di Sassuolo, aggiungendosi alle strutture esistenti e in fase di progettazione all’epoca della realizzazioni, che qualificano l’area come polo scolastico.
L’edificio è impostato su una semplice figura rettangolare a due livelli rialzati da terra, che trova all’interno, una complessa articolazione spaziale, funzionale allo svolgimento delle attività. La figura in pianta è suddivisa in due blocchi da un corridoio trasversale che raggiunge i vani scala posti lungo le pareti longitudinali.
La prima parte è destinata, al primo livello, all’atrio di ingresso, ai locali dei docenti e del personale di servizio della scuola, mentre le aule didattiche sono organizzate in blocchi di tre (accorpando i cicli per sezione) disposti sui lati lunghi. Il nucleo centrale è forato da un giardino, ai cui lati trovano collocazione le aule per la musica e le proiezioni. La stessa organizzazione la si trova nella seconda parte della pianta. Al vuoto centrale della prima, fa da contrappunto, lo spazio a doppia altezza della sala mensa, destinata anche agli spettacoli e riunioni, visibile dai ballatoi del livello sovrastante. Essa trova sul lato dell’edificio opposto all’ingresso, un’estensione di forma semicilindrica, utilizzabile come teatro all’aperto. A questo elemento, così come alle scale di ingresso semicircolari, di sicurezza, rettilinee e a quella del volume tecnico interrato, posta all’interno di un vano scavato di forma ovoidale, viene affidato il compito di disarticolare regolarità della pianta, introducendo diverse forme.
Il piano superiore presenta la medesima disposizione e localizzazione dei blocchi delle aule, così come le altre aule speciali destinate alla didattica, come il laboratorio artistico e per l’educazione tecnica e scientifica, si dispongono ai lati del cortile e dello spazio a doppia altezza. Tanto al primo quanto al secondo livello, gli spazi di distribuzione prevedono la separazione di un’area intermedia attrezzata con armadi a servizio tanto dell’unità didattica, quanto delle aule per le attività integrative.
La struttura a telaio in cemento armato è organizzata secondo un modulo di 7,20 m X 7,20 m, tamponata da pannelli prefabbicati in cemento bianco e grigio. Il volume appare, anche esternamente, suddiviso nei blocchi funzionali che lo organizzano, scanditi solo dalla sequenza ordinata e regolare delle finestre che li bucano.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: 1983 - 1989
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: scuola media
  • Destinazione attuale: scuola secondaria di primo grado: Scuole media Parco Ducale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giovanni Manfredini Progetto architettonico Progetto NO
Enea Manfredini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=263820&force=1 SI
Alberto Manfredini Progetto architettonico Progetto NO
  • Strutture: intelaiata in cemento armato
  • Materiale di facciata: pannellli prefabbricati in cemento
  • Coperture: piana in cemento armato
  • Serramenti: tubolari di alluminio verniciato di nero
  • Stato Strutture: Mediocre
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Mediocre
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La prima parte è destinata, al primo livello, all’atrio di ingresso, ai locali dei docenti e del personale di servizio della scuola, mentre le aule didattiche sono organizzate in blocchi di tre (accorpando i cicli per sezione) disposti sui lati lunghi. Il nucleo centrale è forato da un giardino, ai cui lati trovano collocazione le aule per la musica e le proiezioni. La stessa organizzazione la si trova nella seconda parte della pianta. Al vuoto centrale della prima, fa da contrappunto, lo spazio a doppia altezza della sala mensa, destinata anche agli spettacoli e riunioni, visibile dai ballatoi del livello sovrastante. Essa trova sul lato dell’edificio opposto all’ingresso, un’estensione di forma semicilindrica, utilizzabile come teatro all’aperto. A questo elemento, così come alle scale di ingresso semicircolari, di sicurezza, rettilinee e a quella del volume tecnico interrato, posta all’interno di un vano scavato di forma ovoidale, viene affidato il compito di disarticolare regolarità della pianta, introducendo diverse forme.
Il piano superiore presenta la medesima disposizione e localizzazione dei blocchi delle aule, così come le altre aule speciali destinate alla didattica, come il laboratorio artistico e per l’educazione tecnica e scientifica, si dispongono ai lati del cortile e dello spazio a doppia altezza. Tanto al primo quanto al secondo livello, gli spazi di distribuzione prevedono la separazione di un’area intermedia attrezzata con armadi a servizio tanto dell’unità didattica, quanto delle aule per le attività integrative.
La struttura a telaio in cemento armato è organizzata secondo un modulo di 7,20 m X 7,20 m, tamponata da pannelli prefabbicati in cemento bianco e grigio. Il volume appare, anche esternamente, suddiviso nei blocchi funzionali che lo organizzano, scanditi solo dalla sequenza ordinata e regolare delle finestre che li bucano. 

(Matteo Sintini)

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Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1940 dove, fino al 1951, svolge attività didattica nei corso di Caratteri distributivi degli edifici, Tecnologia dei materiali e Tecnica delle costruzioni. Ancora studente entra in contatto con il gruppo di architetti riunito intorno a Giuseppe Pagano, tra cui Franco Albini, Piero Bottoni, Ignazio Gardella ed Ernesto Nathan Rogers; proprio Pagano pubblica su “Casabella” diversi suoi progetti giovanili. Nello stesso clima matura nel 1949 l’adesione al Movimento di Studi per l’Architettura (MSA). 
Diploma d’onore della IX Triennale di Milano nel 1951. Accademico pontificio dei virtuosi al Pantheon dal 1961. In-Arch Domosic 1963 con Franco Albini e Franca Helg per l’urbanizzazione di Habana del Este a Cuba. È presente in Triennali e Biennali, partecipa a mostre di architettura in Italia e all’estero. Fa parte di commissioni giudicatrici di concorsi nazionali d’architettura e partecipa a congressi e concorsi d’architettura e urbanistica. È affiancato, nel lavoro di studio, dai figli Alberto Manfredini, dal 1977, e Giovanni Manfredini, dal 1982. Primo premio regionale In-Arch per l’Emilia Romagna nel 1990. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 26
  • Particella: 510

Note

Enea Manfredini (Reggio Emilia, 1916-2008) Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1940 dove, fino al 1951, svolge attività didattica nei corso di Caratteri distributivi degli edifici, Tecnologia dei materiali e Tecnica delle costruzioni. Ancora studente entra in contatto con il gruppo di architetti riunito intorno a Giuseppe Pagano, tra cui Franco Albini, Piero Bottoni, Ignazio Gardella ed Ernesto Nathan Rogers; proprio Pagano pubblica su “Casabella” diversi suoi progetti giovanili. Nello stesso clima matura nel 1949 l’adesione al Movimento di Studi per l’Architettura (MSA). Diploma d’onore della IX Triennale di Milano nel 1951. Accademico pontificio dei virtuosi al Pantheon dal 1961. In-Arch Domosic 1963 con Franco Albini e Franca Helg per l’urbanizzazione di Habana del Este a Cuba. È presente in Triennali e Biennali, partecipa a mostre di architettura in Italia e all’estero. Fa parte di commissioni giudicatrici di concorsi nazionali d’architettura e partecipa a congressi e concorsi d’architettura e urbanistica. È affiancato, nel lavoro di studio, dai figli Alberto Manfredini, dal 1977, e Giovanni Manfredini, dal 1982. Primo premio regionale In-Arch per l’Emilia Romagna nel 1990.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1981 Parametro n. 97 No
1989 Enea Manfredini. Architetture 1939-1989 Electa Milano 208-215 Si
Pedio Renato 1992 Una modestia carica di valori. Scuola media a Sassuolo (Modena) L'architettura. Cronache e storia n. 441-442 504-508 Si
Manfredini Enea 1995 Dettaglio costruttivo e progettazione architettonica Edilizia Popolare n. 241 68-78 No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
2009 Architettare. Quaderni di architettura n. 1 (Enea Manfredini architetto) No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del fronte principale Vista del fronte principale C. Ferlauto. Courtesy IBC
Dettaglio del fronte Dettaglio del fronte C. Ferlauto. Courtesy IBC
Dettaglio del fronte Dettaglio del fronte C. Ferlauto. Courtesy IBC
Vista del fronte posteriore Vista del fronte posteriore C. Ferlauto. Courtesy IBC

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2021