Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA MANOLINO

Scheda Opera

  • Lotto di progetto
  • Studio preliminare del prospetto su via Roma
  • Studio preliminare del prospetto su via Roma
  • Disegno esecutivo delle cuspidi in prospetto
  • Disegno esecutivo delle cuspidi in sezione
  • Prospetto su via Roma
  • Prospetto laterale
  • Particolare dei bow window
  • Particolare della scalinata di accesso e del portale ad arco
  • Particolare della soletta in cemento e dei modiglioni in pietra artificiale
  • Particolare dei davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale
  • Particolare della cancellata
  • Particolare della cornice della parete “a dentelli” in pietra artificiale e della fascia di mattoni “a dente di sega”
  • Particolare della cornice della parete “a dentelli” in pietra artificiale e della fascia di mattoni “a dente di sega”
  • Prospetto su via Roma
  • Particolare della ringhiera in ferro con motivo a cerchi e lance
  • Fotografia a colori del prospetto principale su via Roma
  • Particolare delle logge e degli abbaini di forma ogivale
  • Particolare dell’alto basamento bugnato e della scalinata che conduce al portale ad arco
  • Vista del prospetto principale su via Roma
  • Dettaglio della cancellata
  • Dettaglio delle logge
  • Dettaglio dei bow window
  • Dettaglio facciata
  • Particolare della loggia e degli abbaini di forma ogivale
  • Particolare del basamento bugnato e della scalinata di accesso
  • Particolare del giardino
  • Ortofoto
  • Comune: Chieri
  • Denominazione: CASA MANOLINO
  • Indirizzo: Via Roma N.18
  • Data: 1955 - 1956
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Sergio Jaretti, Elio Luzi
Descrizione

1. Opera originaria

«L'intervento è la creazione di una nuova “pelle” per una struttura già costruita dai Manolino, su un loro disegno che non li soddisfaceva più. La casa ha il volume di un palazzotto, che viene accentuato dall'uso di elementi costruttivi e decorativi già acquistati dal proprietario abbinati ad altri disegnati espressamente. La “pelle” è stata progettata per elementi: un alto basamento, il corpo, il tetto. Un’alta scalinata conduce al portone centrale ad arco. Il basamento è in pietra, con lastre lisce inclinate chiuse da un sedile continuo in basso, e da una fascia bugnata in alto. Il corpo centrale è un blocco in mattoni paramano, fasciato dai balconi che si arrestano contro i torrioni bow window. I balconi hanno soletta in cemento e modiglioni in pietra artificiale già esistenti a piè d’opera, con cornici e decorazioni “stile Rinascimento”, che sono stati chiusi da fuori da fioriere parapetto in pietra artificiale, su disegno, con inciso il monogramma di Bartolomeo Manolino. Sui fianchi, più chiusi, le finestre hanno davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale. Le pareti hanno cornici a dentelli in pietra artificiale e fasce di mattoni a dente di sega. Il tetto a falde è segnato da tre guglie formate da successivi cappelli forellati in pietra artificiale, in testa ai torrioni bow window, ed ha sui fianchi abbaini ogivali. La proprietà è chiusa con una ringhiera in ferro con un motivo a cerchi e lance su disegno». (Luca Barello, Andrea Luzi, Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti, Il Tipografo, Buttigliera d’Asti, 1996, p. 63)

«Casa Manolino a Chieri (Jaretti e Luzi, 1955-56), è l’abitazione realizzata per la famiglia del costruttore che ha segnato la vita professionale di Luzi, i primi vent’anni in modo quasi esclusivo. Un caso unico di binomio costruttore-architetti che ha accompagnato l’espansione edilizia torinese del dopoguerra, singolare per il numero di realizzazioni e la continuità nel tempo. Manolino sceglie un lotto fuori dal centro cittadino, a poca distanza dalla stazione, e inizia a erigere un palazzotto signorile circondato da un giardino fermandosi allo scheletro in cemento armato per passare la mano ai giovani architetti con cui ha iniziato da poco a collaborare. La struttura già definita e centinaia di mensole in graniglia “stile Rinascimento” diventano lo spunto per una costruzione eclettica, i cui disegni di studio sono a matita leggera, senza ombre o sfumature, da manuale tardo ottocentesco. Il progetto gioca sugli elementi dell’architettura classica: l’alto basamento bugnato, la scalinata che conduce a un aulico portale ad arco, lunghi balconi avvolgenti sostenuti dall’infinità di mensole trovate sul posto, il coronamento alleggerito da una loggia o da pinnacoli a colmare i bow-window. La soluzione realizzata è quella più movimentata, con l’aggiunta di un ulteriore elemento di gioco, i parapetti-fioriera dei balconi realizzati in pietra artificiale e ornati da disegni floreali stilizzati, nastri intrecciati a disegnare un nuovo monogramma di famiglia. I dogmi del movimento moderno sono abbattuti con un sorriso, lontani da manifesti intellettuali, mentre la casa testimonia ancora oggi nei suoi particolari costruttivi, dalle murature paramano alla cancellata, alle opere in pietra artificiale, la maestria artigianale delle maestranze dell’epoca». (Luca Barello, Mauro Sudano, Elio Luzi, Disegnare e ridisegnare le case, in «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», anno LXI, n. 1, settembre 2007, pp. 8-15)

«Su un edificio preesistente, realizzato dalla medesima impresa Manolino (a lungo committente “illuminato” della coppia di architetti), l’intervento prevede il ridisegno complessivo dei prospetti, tramite una nuova “pelle” di mattoni paramano su cui sono assemblati elementi decorativi preesistenti e appositamente disegnati alcuni con il monogramma Bartolomeo Manolino). Grande evidenza assumono il basamento bugnato, i torrioni bow-window cuspidati e la ringhiera lanceolata in ferro battuto». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 164)

«Con la Casa dell’Obelisco era iniziata la lunga collaborazione tra Jaretti & Luzi e l’imprenditore edile, Bartolomeo Manolino. Per la casa privata a Chieri, i due architetti progettarono un nuovo involucro, passando dal vecchio al nuovo senza soluzione di continuità. Persino nelle parti che si presumono già esistenti – come le lastre in pietra artificiale per i balconi – si scoprono elementi progettati dal duo grazie al monogramma inciso persino nella recinzione di ferro battuto. Dal basamento in pietra sin troppo eccessivo fino alle miniature di torri apposte sul tetto, il duo ha volutamente giocato con rimandi ironici e irritanti. Il linguaggio eclettico che segna questo progetto appare però fuori contesto persino nell’era del Neoliberty». (Martin & Werner Feiersinger, Italomodern 2: Architecture in Northern Italy 1946-1976, Park Books, Zürich 2016, p. 136)


2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale

L’opera mantiene la sua destinazione originaria a residenza. Le superfici esterne non presentano particolari forme di degrado.

(Scheda a cura di Bianca Guiso, dad - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1955 -
  • Esecuzione: - 1956
  • Committente: Bartolomeo Manolino
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Edificio residenziale plurifamiliare
  • Destinazione attuale: Edificio residenziale plurifamiliare
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Sergio Jaretti Progetto architettonico Progetto SI
Elio Luzi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.museotorino.it/view/s/489415e1eb7c44ddab216a8ed347b92b SI
  • Strutture: Scheletro in cemento armato
  • Materiale di facciata: Murature in paramano, rivestimento in pietra, mensole in graniglia “stile Rinascimento” e basamento bugnato
  • Coperture: Tetto a falde segnato da tre guglie formate da successivi cappelli forellati in pietra artificiale
  • Serramenti: Le finestre hanno davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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«L'intervento è la creazione di una nuova “pelle” per una struttura già costruita dai Manolino, su un loro disegno che non li soddisfaceva più. La casa ha il volume di un palazzotto, che viene accentuato dall'uso di elementi costruttivi e decorativi già acquistati dal proprietario abbinati ad altri disegnati espressamente. La “pelle” è stata progettata per elementi: un alto basamento, il corpo, il tetto. Un’alta scalinata conduce al portone centrale ad arco. Il basamento è in pietra, con lastre lisce inclinate chiuse da un sedile continuo in basso, e da una fascia bugnata in alto. Il corpo centrale è un blocco in mattoni paramano, fasciato dai balconi che si arrestano contro i torrioni bow window. I balconi hanno soletta in cemento e modiglioni in pietra artificiale già esistenti a piè d’opera, con cornici e decorazioni “stile Rinascimento”, che sono stati chiusi da fuori da fioriere parapetto in pietra artificiale, su disegno, con inciso il monogramma di Bartolomeo Manolino. Sui fianchi, più chiusi, le finestre hanno davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale. Le pareti hanno cornici a dentelli in pietra artificiale e fasce di mattoni a dente di sega. Il tetto a falde è segnato da tre guglie formate da successivi cappelli forellati in pietra artificiale, in testa ai torrioni bow window, ed ha sui fianchi abbaini ogivali. La proprietà è chiusa con una ringhiera in ferro con un motivo a cerchi e lance su disegno». (Luca Barello, Andrea Luzi, Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti, Il Tipografo, Buttigliera d’Asti, 1996, p. 63)

«Casa Manolino a Chieri (Jaretti e Luzi, 1955-56), è l’abitazione realizzata per la famiglia del costruttore che ha segnato la vita professionale di Luzi, i primi vent’anni in modo quasi esclusivo. Un caso unico di binomio costruttore-architetti che ha accompagnato l’espansione edilizia torinese del dopoguerra, singolare per il numero di realizzazioni e la continuità nel tempo. Manolino sceglie un lotto fuori dal centro cittadino, a poca distanza dalla stazione, e inizia a erigere un palazzotto signorile circondato da un giardino fermandosi allo scheletro in cemento armato per passare la mano ai giovani architetti con cui ha iniziato da poco a collaborare. La struttura già definita e centinaia di mensole in graniglia “stile Rinascimento” diventano lo spunto per una costruzione eclettica, i cui disegni di studio sono a matita leggera, senza ombre o sfumature, da manuale tardo ottocentesco. Il progetto gioca sugli elementi dell’architettura classica: l’alto basamento bugnato, la scalinata che conduce a un aulico portale ad arco, lunghi balconi avvolgenti sostenuti dall’infinità di mensole trovate sul posto, il coronamento alleggerito da una loggia o da pinnacoli a colmare i bow-window. La soluzione realizzata è quella più movimentata, con l’aggiunta di un ulteriore elemento di gioco, i parapetti-fioriera dei balconi realizzati in pietra artificiale e ornati da disegni floreali stilizzati, nastri intrecciati a disegnare un nuovo monogramma di famiglia. I dogmi del movimento moderno sono abbattuti con un sorriso, lontani da manifesti intellettuali, mentre la casa testimonia ancora oggi nei suoi particolari costruttivi, dalle murature paramano alla cancellata, alle opere in pietra artificiale, la maestria artigianale delle maestranze dell’epoca». (Luca Barello, Mauro Sudano, Elio Luzi, Disegnare e ridisegnare le case, in «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», anno LXI, n. 1, settembre 2007, pp. 8-15)

«Su un edificio preesistente, realizzato dalla medesima impresa Manolino (a lungo committente “illuminato” della coppia di architetti), l’intervento prevede il ridisegno complessivo dei prospetti, tramite una nuova “pelle” di mattoni paramano su cui sono assemblati elementi decorativi preesistenti e appositamente disegnati alcuni con il monogramma Bartolomeo Manolino). Grande evidenza assumono il basamento bugnato, i torrioni bow-window cuspidati e la ringhiera lanceolata in ferro battuto». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 164)

«Con la Casa dell’Obelisco era iniziata la lunga collaborazione tra Jaretti & Luzi e l’imprenditore edile, Bartolomeo Manolino. Per la casa privata a Chieri, i due architetti progettarono un nuovo involucro, passando dal vecchio al nuovo senza soluzione di continuità. Persino nelle parti che si presumono già esistenti – come le lastre in pietra artificiale per i balconi – si scoprono elementi progettati dal duo grazie al monogramma inciso persino nella recinzione di ferro battuto. Dal basamento in pietra sin troppo eccessivo fino alle miniature di torri apposte sul tetto, il duo ha volutamente giocato con rimandi ironici e irritanti. Il linguaggio eclettico che segna questo progetto appare però fuori contesto persino nell’era del Neoliberty». (Martin & Werner Feiersinger, Italomodern 2: Architecture in Northern Italy 1946-1976, Park Books, Zürich 2016, p. 136)


2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  

L’opera mantiene la sua destinazione originaria a residenza. Le superfici esterne non presentano particolari forme di degrado.  

(Scheda a cura di Bianca Guiso, dad - Politecnico di Torino)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Ambrosini Gustavo, Durbiano Giovanni 1995 Architetture di Jaretti e Luzi 1955-74, 1975-95 Edilizia Popolare n. 242 34-64 No
Barello Luca, Luzi Andrea 1996 Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti Il Tipografo Buttigliera d’Asti 62-67 No
Sodano Sergio Jaretti 2007 Tranche de vie 1954-74 Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, anno LXI, n. 1 42217 No
Barello Luca, Sudano Mauro 2007 Elio Luzi, Disegnare e ridisegnare le case Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, anno LXI, n. 1 16-23 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) Allemandi Torino 164 No
Feiersinger Martin, Feiersinger Werner 2016 Italomodern 2: Architecture in Northern Italy 1946-1976 Park Books Zürich 136-139 No
Manganaro Elvio 2018 L’altra faccia della luna. Origini del neoliberty a Torino Libria Melfi No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Lotto di progetto Lotto di progetto Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Studio preliminare del prospetto su via Roma Studio preliminare del prospetto su via Roma Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Studio preliminare del prospetto su via Roma Studio preliminare del prospetto su via Roma Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Disegno esecutivo delle cuspidi in prospetto Disegno esecutivo delle cuspidi in prospetto Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Disegno esecutivo delle cuspidi in sezione Disegno esecutivo delle cuspidi in sezione Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Prospetto su via Roma Prospetto su via Roma Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Prospetto laterale Prospetto laterale Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Particolare dei bow window Particolare dei bow window Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Particolare della scalinata di accesso e del portale ad arco Particolare della scalinata di accesso e del portale ad arco Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Particolare della soletta in cemento e dei modiglioni in pietra artificiale Particolare della soletta in cemento e dei modiglioni in pietra artificiale Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Particolare dei davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale Particolare dei davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Particolare della cancellata Particolare della cancellata Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Particolare della cornice della parete “a dentelli” in pietra artificiale e della fascia di mattoni “a dente di sega” Particolare della cornice della parete “a dentelli” in pietra artificiale e della fascia di mattoni “a dente di sega” Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Particolare della cornice della parete “a dentelli” in pietra artificiale e della fascia di mattoni “a dente di sega” Particolare della cornice della parete “a dentelli” in pietra artificiale e della fascia di mattoni “a dente di sega” Tratto da – Barello, Luzi, Il Tipografo 1996
Prospetto su via Roma Prospetto su via Roma Tratto da – Jaretti Sodano, «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», anno LXI, n. 1, 2007
Particolare della ringhiera in ferro con motivo a cerchi e lance Particolare della ringhiera in ferro con motivo a cerchi e lance Tratto da – Jaretti Sodano, «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», anno LXI, n. 1, 2007
Fotografia a colori del prospetto principale su via Roma Fotografia a colori del prospetto principale su via Roma Tratto da – Feiersinger, Park Books 2016
Particolare delle logge e degli abbaini di forma ogivale Particolare delle logge e degli abbaini di forma ogivale Tratto da – Feiersinger, Park Books 2016
Particolare dell’alto basamento bugnato e della scalinata che conduce al portale ad arco Particolare dell’alto basamento bugnato e della scalinata che conduce al portale ad arco Tratto da – Feiersinger, Park Books 2016
Vista del prospetto principale su via Roma Vista del prospetto principale su via Roma Bianca Guiso - 2019
Dettaglio della cancellata Dettaglio della cancellata Bianca Guiso - 2019
Dettaglio delle logge Dettaglio delle logge Bianca Guiso - 2019
Dettaglio dei bow window Dettaglio dei bow window Bianca Guiso - 2019
Dettaglio facciata Dettaglio facciata Bianca Guiso - 2019
Particolare della loggia e degli abbaini di forma ogivale Particolare della loggia e degli abbaini di forma ogivale Bianca Guiso - 2019
Particolare del basamento bugnato e della scalinata di accesso Particolare del basamento bugnato e della scalinata di accesso Bianca Guiso - 2019
Particolare del giardino Particolare del giardino Bianca Guiso - 2019
Ortofoto Ortofoto Google maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Bianca Guiso
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021