CASA MANOLINO
Scheda Opera
- Comune: Chieri
- Denominazione: CASA MANOLINO
- Indirizzo: Via Roma N.18
- Data: 1955 - 1956
- Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
- Autori principali: Sergio Jaretti, Elio Luzi
Descrizione
1. Opera originaria
«L'intervento è la creazione di una nuova “pelle” per una struttura già costruita dai Manolino, su un loro disegno che non li soddisfaceva più. La casa ha il volume di un palazzotto, che viene accentuato dall'uso di elementi costruttivi e decorativi già acquistati dal proprietario abbinati ad altri disegnati espressamente. La “pelle” è stata progettata per elementi: un alto basamento, il corpo, il tetto. Un’alta scalinata conduce al portone centrale ad arco. Il basamento è in pietra, con lastre lisce inclinate chiuse da un sedile continuo in basso, e da una fascia bugnata in alto. Il corpo centrale è un blocco in mattoni paramano, fasciato dai balconi che si arrestano contro i torrioni bow window. I balconi hanno soletta in cemento e modiglioni in pietra artificiale già esistenti a piè d’opera, con cornici e decorazioni “stile Rinascimento”, che sono stati chiusi da fuori da fioriere parapetto in pietra artificiale, su disegno, con inciso il monogramma di Bartolomeo Manolino. Sui fianchi, più chiusi, le finestre hanno davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale. Le pareti hanno cornici a dentelli in pietra artificiale e fasce di mattoni a dente di sega. Il tetto a falde è segnato da tre guglie formate da successivi cappelli forellati in pietra artificiale, in testa ai torrioni bow window, ed ha sui fianchi abbaini ogivali. La proprietà è chiusa con una ringhiera in ferro con un motivo a cerchi e lance su disegno». (Luca Barello, Andrea Luzi, Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti, Il Tipografo, Buttigliera d’Asti, 1996, p. 63)
«Casa Manolino a Chieri (Jaretti e Luzi, 1955-56), è l’abitazione realizzata per la famiglia del costruttore che ha segnato la vita professionale di Luzi, i primi vent’anni in modo quasi esclusivo. Un caso unico di binomio costruttore-architetti che ha accompagnato l’espansione edilizia torinese del dopoguerra, singolare per il numero di realizzazioni e la continuità nel tempo. Manolino sceglie un lotto fuori dal centro cittadino, a poca distanza dalla stazione, e inizia a erigere un palazzotto signorile circondato da un giardino fermandosi allo scheletro in cemento armato per passare la mano ai giovani architetti con cui ha iniziato da poco a collaborare. La struttura già definita e centinaia di mensole in graniglia “stile Rinascimento” diventano lo spunto per una costruzione eclettica, i cui disegni di studio sono a matita leggera, senza ombre o sfumature, da manuale tardo ottocentesco. Il progetto gioca sugli elementi dell’architettura classica: l’alto basamento bugnato, la scalinata che conduce a un aulico portale ad arco, lunghi balconi avvolgenti sostenuti dall’infinità di mensole trovate sul posto, il coronamento alleggerito da una loggia o da pinnacoli a colmare i bow-window. La soluzione realizzata è quella più movimentata, con l’aggiunta di un ulteriore elemento di gioco, i parapetti-fioriera dei balconi realizzati in pietra artificiale e ornati da disegni floreali stilizzati, nastri intrecciati a disegnare un nuovo monogramma di famiglia. I dogmi del movimento moderno sono abbattuti con un sorriso, lontani da manifesti intellettuali, mentre la casa testimonia ancora oggi nei suoi particolari costruttivi, dalle murature paramano alla cancellata, alle opere in pietra artificiale, la maestria artigianale delle maestranze dell’epoca». (Luca Barello, Mauro Sudano, Elio Luzi, Disegnare e ridisegnare le case, in «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», anno LXI, n. 1, settembre 2007, pp. 8-15)
«Su un edificio preesistente, realizzato dalla medesima impresa Manolino (a lungo committente “illuminato” della coppia di architetti), l’intervento prevede il ridisegno complessivo dei prospetti, tramite una nuova “pelle” di mattoni paramano su cui sono assemblati elementi decorativi preesistenti e appositamente disegnati alcuni con il monogramma Bartolomeo Manolino). Grande evidenza assumono il basamento bugnato, i torrioni bow-window cuspidati e la ringhiera lanceolata in ferro battuto». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 164)
«Con la Casa dell’Obelisco era iniziata la lunga collaborazione tra Jaretti & Luzi e l’imprenditore edile, Bartolomeo Manolino. Per la casa privata a Chieri, i due architetti progettarono un nuovo involucro, passando dal vecchio al nuovo senza soluzione di continuità. Persino nelle parti che si presumono già esistenti – come le lastre in pietra artificiale per i balconi – si scoprono elementi progettati dal duo grazie al monogramma inciso persino nella recinzione di ferro battuto. Dal basamento in pietra sin troppo eccessivo fino alle miniature di torri apposte sul tetto, il duo ha volutamente giocato con rimandi ironici e irritanti. Il linguaggio eclettico che segna questo progetto appare però fuori contesto persino nell’era del Neoliberty». (Martin & Werner Feiersinger, Italomodern 2: Architecture in Northern Italy 1946-1976, Park Books, Zürich 2016, p. 136)
2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’opera mantiene la sua destinazione originaria a residenza. Le superfici esterne non presentano particolari forme di degrado.
(Scheda a cura di Bianca Guiso, dad - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1955 -
- Esecuzione: - 1956
- Committente: Bartolomeo Manolino
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Edificio residenziale plurifamiliare
- Destinazione attuale: Edificio residenziale plurifamiliare
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Sergio | Jaretti | Progetto architettonico | Progetto | SI | ||
Elio | Luzi | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.museotorino.it/view/s/489415e1eb7c44ddab216a8ed347b92b | SI |
- Strutture: Scheletro in cemento armato
- Materiale di facciata: Murature in paramano, rivestimento in pietra, mensole in graniglia “stile Rinascimento” e basamento bugnato
- Coperture: Tetto a falde segnato da tre guglie formate da successivi cappelli forellati in pietra artificiale
- Serramenti: Le finestre hanno davanzali semi-esagonali a imbuto in pietra artificiale
- Stato Strutture: Ottimo
- Stato Materiale di facciata: Ottimo
- Stato Coperture: Ottimo
- Stato Serramenti: Ottimo
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
Ambrosini Gustavo, Durbiano Giovanni | 1995 | Architetture di Jaretti e Luzi 1955-74, 1975-95 | Edilizia Popolare n. 242 | 34-64 | No | |
Barello Luca, Luzi Andrea | 1996 | Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti | Il Tipografo | Buttigliera d’Asti | 62-67 | No |
Sodano Sergio Jaretti | 2007 | Tranche de vie 1954-74 | Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, anno LXI, n. 1 | 42217 | No | |
Barello Luca, Sudano Mauro | 2007 | Elio Luzi, Disegnare e ridisegnare le case | Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, anno LXI, n. 1 | 16-23 | No | |
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) | Allemandi | Torino | 164 | No |
Feiersinger Martin, Feiersinger Werner | 2016 | Italomodern 2: Architecture in Northern Italy 1946-1976 | Park Books | Zürich | 136-139 | No |
Manganaro Elvio | 2018 | L’altra faccia della luna. Origini del neoliberty a Torino | Libria | Melfi | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Bianca Guiso
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021