Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

STABILIMENTO OLIVETTI, FALEGNAMERIA - COMPRENSORIO DI SAN BERNARDO

Scheda Opera

  • Il fronte ovest della falegnameria
  • I magazzini sulla testata nord della falegnameria
  • Veduta esterna, 2019
  • Veduta esterna, dettaglio, 2019
  • Veduta esterna, 2019
  • Veduta esterna, dettaglio, 2019
  • Veduta esterna, dettaglio, 2019
  • Veduta esterna, 2019
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Ivrea
  • Località: San Bernardo
  • Denominazione: STABILIMENTO OLIVETTI, FALEGNAMERIA - COMPRENSORIO DI SAN BERNARDO
  • Indirizzo: Via Torino N. 603
  • Data: 1952 - 1953
  • Tipologia: Edifici per attività produttive
  • Autori principali: Nello Renacco
Descrizione

1. Opera originaria

«All’inizio degli anni Cinquanta, l’originario edificio della falegnameria sito lungo la via Jervis, sul fronte opposto della “I.C.O. Centrale” (secondo ampliamento) si rivelò insufficiente a soddisfare i cicli produttivi in continua crescita.
Non tanto il fabbricato in sé, attualmente rivestito con i caratteristici frangisole azzurro-verdi fatti installare nel 1955 da Pier Achille Caponago del Monte, quanto la ristrettezza degli spazi esterni per l’immagazzinamento e lo stoccaggio dei materiali, spinsero al totale trasferimento delle attività verso la nuova area industriale di San Bernardo.
Gli studi urbanistici di quel periodo avevano individuato la zona a sud della Città di Ivrea, compresa fra la linea ferroviaria e la Strada Statale Torino-Aosta, come zona ottimale per il decentramento della produzione industriale, specie se rumorosa come quella della lavorazione del legno.
Gli ampi spazi disponibili avrebbero favorito inoltre lo sviluppo lineare delle fasi produttive e l’agevole disposizione delle materie prime all’aperto per il necessario periodo di stagionatura.
Il progettista venne quindi favorito nell’assecondare la linea orizzontale della Serra d’Ivrea, naturale sfondo insieme ala cortina verde degli alberi circostanti, con un volume esteso in pianta ma di altezza limitata, rotto in sommità dal morbido susseguirsi degli shed.
Questi sono costituiti da elementi prefabbricati in cemento armato sagomati a forcella e poggiati sulla maglia dei pilastri sottostanti; le parti vetrate, rivolte a nord, sono parzialmente apribili a vasistas e risvoltano letteralmente nella parte centrale della forcella stessa.
La restante parte del fianco presenta un tamponamento in mattoni pieni a faccia-vista, interrotto solo dai pilastri perimetrali e dal nastro dei serramenti in ferro e vetro che corre sotto il piano d’imposta degli shed.
Sul fronte nord un corpo di fabbrica autonomo, inizialmente separato dai reparti di produzione e montaggio, è invece coperto con shed voltati “a vela”, all’imposta dei quali una leggera pensilina in cemento protegge le operazioni di carico e scarico delle merci.
Al contorno dell’edificio di Nello Renacco completano il comprensorio i fabbricati di servizio, destinati al deposito di tavole e tronchi, ed il capannone “segheria”, organizzati secondo unità autonome di forma rettangolare molto allungata, separate fra loro per favorire la ventilazione naturale e collegati da pensiline per costituire passaggi coperti.
L’orientamento segue gli assi nord-sud ed est-ovest, con ripari sul fronte nord costituiti da pareti in ferro e vetro o in laterizio a nido d’ape e ambienti aperti sugli altri fronti per le necessità di ventilazione già esposte.
Uniche eccezioni alla planarità della composizione sono costituite dai silos metallici per la raccolta di segatura e trucioli.
Con la progressiva conversione del comprensorio ad industria metalmeccanica, questi edifici assumeranno nel tempo connotati diversi, con progressivi ampliamenti, accorpamenti e chiusura dei volumi, ad opera di vari professionisti quali Ottavio Cascio, Eduardo Vittoria ed altri.
Nella planimetria generale del comprensorio datata 1952, vengono previsti inoltre una sede per i servizi assistenziali (mensa, biblioteca, lettura), a pianta ottagonale, ed una vasca per l’accumulo d’acqua, di capacità pari a 3.000 metri cubi, che nel 1956, con la realizzazione della nuova O.M.O. (Officina Meccanica Olivetti) verranno realizzati con posizioni e caratteristiche molto diverse». (Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Gangemi, Roma 1998, pp. 62-63)

«La falegnameria è il primo nucleo degli stabilimenti di San Bernardo, località interessata dalla costruzione di nuovi stabilimenti industriali a partire dagli anni ’50.
L’edificio è costituito da un volume, piuttosto esteso in pianta, coperto con sheds sostenuti da una maglia di pilastri in cemento armato. Le parti esposte a nord sono vetrate e parzialmente apribili, mentre la restante parte del fianco presenta un tamponamento in mattoni faccia a vista alla base e finestre a nastro nella parte superiore, sotto il piano d’imposta degli sheds. Lo stesso motivo a sheds, in versione voltata a vela, copre il volume autonomo sul fronte nord, con una pensilina in cemento armato all’imposta degli sheds che funge da riparo alle operazioni di carico e scarico delle merci». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, pp. 176-177)


2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale

L’edificio, oggi adibito a officina meccanica, si presenta complessivamente in buono stato di conservazione. Alcuni serramenti, in corrispondenza degli accessi principali, sembrano essere stati sostituiti. Sul lato sud degli shed sono stati predisposti dei pannelli fotovoltaici.

(Scheda a cura di Marco Ferrari con Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1952 -
  • Esecuzione: 1952 - 1953
  • Tipologia Specifica: falegnameria
  • Committente: Società Olivetti
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Falegnameria
  • Destinazione attuale: Officina meccanica
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Nello Renacco Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.museotorino.it/view/s/4822f635387541059e60e30fa5096c4d SI
  • Strutture: Calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: Tamponamenti in mattoni pieni a faccia-vista
  • Coperture: Shed prefabbricati in cemento armato sagomati a forcella
  • Serramenti: ferro-finestra a nastro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Non tanto il fabbricato in sé, attualmente rivestito con i caratteristici frangisole azzurro-verdi fatti installare nel 1955 da Pier Achille Caponago del Monte, quanto la ristrettezza degli spazi esterni per l’immagazzinamento e lo stoccaggio dei materiali, spinsero al totale trasferimento delle attività verso la nuova area industriale di San Bernardo.
Gli studi urbanistici di quel periodo avevano individuato la zona a sud della Città di Ivrea, compresa fra la linea ferroviaria e la Strada Statale Torino-Aosta, come zona ottimale per il decentramento della produzione industriale, specie se rumorosa come quella della lavorazione del legno.
Gli ampi spazi disponibili avrebbero favorito inoltre lo sviluppo lineare delle fasi produttive e l’agevole disposizione delle materie prime all’aperto per il necessario periodo di stagionatura.
Il progettista venne quindi favorito nell’assecondare la linea orizzontale della Serra d’Ivrea, naturale sfondo insieme ala cortina verde degli alberi circostanti, con un volume esteso in pianta ma di altezza limitata, rotto in sommità dal morbido susseguirsi degli shed.
Questi sono costituiti da elementi prefabbricati in cemento armato sagomati a forcella e poggiati sulla maglia dei pilastri sottostanti; le parti vetrate, rivolte a nord, sono parzialmente apribili a vasistas e risvoltano letteralmente nella parte centrale della forcella stessa.
La restante parte del fianco presenta un tamponamento in mattoni pieni a faccia-vista, interrotto solo dai pilastri perimetrali e dal nastro dei serramenti in ferro e vetro che corre sotto il piano d’imposta degli shed.
Sul fronte nord un corpo di fabbrica autonomo, inizialmente separato dai reparti di produzione e montaggio, è invece coperto con shed voltati “a vela”, all’imposta dei quali una leggera pensilina in cemento protegge le operazioni di carico e scarico delle merci.
Al contorno dell’edificio di Nello Renacco completano il comprensorio i fabbricati di servizio, destinati al deposito di tavole e tronchi, ed il capannone “segheria”, organizzati secondo unità autonome di forma rettangolare molto allungata, separate fra loro per favorire la ventilazione naturale e collegati da pensiline per costituire passaggi coperti.
L’orientamento segue gli assi nord-sud ed est-ovest, con ripari sul fronte nord costituiti da pareti in ferro e vetro o in laterizio a nido d’ape e ambienti aperti sugli altri fronti per le necessità di ventilazione già esposte.
Uniche eccezioni alla planarità della composizione sono costituite dai silos metallici per la raccolta di segatura e trucioli.
Con la progressiva conversione del comprensorio ad industria metalmeccanica, questi edifici assumeranno nel tempo connotati diversi, con progressivi ampliamenti, accorpamenti e chiusura dei volumi, ad opera di vari professionisti quali Ottavio Cascio, Eduardo Vittoria ed altri.
Nella planimetria generale del comprensorio datata 1952, vengono previsti inoltre una sede per i servizi assistenziali (mensa, biblioteca, lettura), a pianta ottagonale, ed una vasca per l’accumulo d’acqua, di capacità pari a 3.000 metri cubi, che nel 1956, con la realizzazione della nuova O.M.O. (Officina Meccanica Olivetti) verranno realizzati con posizioni e caratteristiche molto diverse». (Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Gangemi, Roma 1998, pp. 62-63)

«La falegnameria è il primo nucleo degli stabilimenti di San Bernardo, località interessata dalla costruzione di nuovi stabilimenti industriali a partire dagli anni ’50.
L’edificio è costituito da un volume, piuttosto esteso in pianta, coperto con sheds sostenuti da una maglia di pilastri in cemento armato. Le parti esposte a nord sono vetrate e parzialmente apribili, mentre la restante parte del fianco presenta un tamponamento in mattoni faccia a vista alla base e finestre a nastro nella parte superiore, sotto il piano d’imposta degli sheds. Lo stesso motivo a sheds, in versione voltata a vela, copre il volume autonomo sul fronte nord, con una pensilina in cemento armato all’imposta degli sheds che funge da riparo alle operazioni di carico e scarico delle merci». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, pp. 176-177)


2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  

L’edificio, oggi adibito a officina meccanica, si presenta complessivamente in buono stato di conservazione. Alcuni serramenti, in corrispondenza degli accessi principali, sembrano essere stati sostituiti. Sul lato sud degli shed sono stati predisposti dei pannelli fotovoltaici.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1956 La nuova falegnameria Olivetti a Ivrea La Sentinella del Canavese n. 17 2 No
1956 La cittadina del legno a San Bernardo di Ivrea Tecnica ed Organizzazione n. 30 28-34 No
Guiducci Roberto 1962 Presente e futuro dell’architettura industriale in Italia Zodiac n. 9 127-146 No
Boltri Daniele, Maggia Giovanni, Papa Enrico, Vidari Pier Paride 1998 Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica Gangemi Roma 62-63 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) Allemandi Torino 176-177 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Il fronte ovest della falegnameria Il fronte ovest della falegnameria Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
I magazzini sulla testata nord della falegnameria I magazzini sulla testata nord della falegnameria Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
Veduta esterna, 2019 Veduta esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Veduta esterna, dettaglio, 2019 Veduta esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Veduta esterna, 2019 Veduta esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Veduta esterna, dettaglio, 2019 Veduta esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Veduta esterna, dettaglio, 2019 Veduta esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Veduta esterna, 2019 Veduta esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Marco Ferrari con Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 28/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021