STABILIMENTO OLIVETTI, NUOVI FABBRICATI «8640» - COMPRENSORIO DI SAN BERNARDO
Scheda Opera
- Comune: Ivrea
- Località: San Bernardo
- Denominazione: STABILIMENTO OLIVETTI, NUOVI FABBRICATI «8640» - COMPRENSORIO DI SAN BERNARDO
- Indirizzo: Via Torino N. 603
- Data: 1984 - 1987
- Tipologia: Edifici per attività produttive
- Autori principali: Gino Valle
Descrizione
1. Opera originaria
«Sul sito dei nuovi fabbricati denominati “8640”, in corrispondenza dell’edificio ad ovest, sorgeva un capannone industriale, progettato nel 1961 da Ottavio Cascio e reso agibile nell’agosto del 1968; nel 1970 Marco Bertola affiancava all’edificio di Cascio, sul lato est e senza soluzioni di continuità, un secondo capannone, di dimensioni quasi identiche, con strutture in cemento armato calcolate da Antonio Migliasso.
L’edificio di Ottavio Cascio venne completamente distrutto da un violento incendio l’8 marzo 1984, tanto che la successiva ricostruzione comportò la demolizione e rimozione di parte delle fondazioni esistenti, per consentire l’esecuzione di nuove strutture di fondazione che si rivelarono particolarmente onerose, a causa degli elevati sovraccarichi previsti e della scarsa portanza del terreno.
L’intervento, condotto e coordinato da Gino Valle e Antonio Migliasso, non si limitò alla semplice ricostruzione dell’edificio distrutto, sviluppato ora su due piani, comprendendo, sulla testata nord dell’edificio distrutto di Marco Bertola, sviluppato ora su due piani, un nuovo magazzino automatico di circa 1.700 metri quadrati. Nella ricostruzione, il nuovo edificio ad ovest venne mantenuto ad una distanza di circa sei metri dal fabbricato est, e realizzato, al piano terreno, con una struttura in cemento armato prefabbricato, costituita da colonne cilindriche e solaio a cassettoni; le colonne, disposte secondo una maglia quadrata di 12 metri di lato, presentano un capitello a dischi concentrici di diametro progressivamente crescente, che costituisce una piastra nella zona di collegamento con il solaio.Al piano superiore la struttura diventa interamente metallica; i pilastri e le travi ad “H”, con giunzioni bullonate, sono lasciate a vista, come gli impianti, e di stagliano sotto la copertura a shed con vetrature rivolte verso nord. I tamponamenti perimetrali e la copertura degli shed sono realizzati con pannelli “sandwich” in lamiera zincata preverniciata, con isolamento intermedio in schiuma poliuretanica; la baraccatura interna in acciaio zincato è lasciata in vista, mentre sul lato esterno i pannelli sono di colore uniforme, verde chiaro sino alla fascia di copertura, preverniciata in bianco come gli shed. Le fasce vetrate orizzontali, montate su serramenti a nastro in alluminio preverniciato bianco, scorrono continue sui due piani, con altezza costante di circa un metro; solo al piano terreno, ogni tre moduli orizzontali, il serramento acquista doppia altezza; nella parte superiore, per ovviare alla forte insolazione diretta, il vetro è stato successivamente reso opaco mediante l’applicazione di pellicole adesive “bianco latte”. L’edificio, in pianta, è suddiviso in tre porzioni per mezzo di due corpi in muratura di blocchi “Leca”, che costituiscono veri e propri “tagli” con funzione di barriera tagliafuoco; ognuno di questi corpi ospita, al centro, un patio a verde, e agli estremi le scale, i montacarichi ed i servizi igienici. Gli interni sono pavimentati in grès rosso; il piano terreno, ad uso produttivo, è in open space; al primo piano gli uffici sono separati da pareti in cartongesso vetrate, e distribuiti da un corridoio perimetrale che corre ad anello lungo le baraccature di facciata.
In corrispondenza dei corpi in muratura, sul lato ovest, sono realizzati gli ingressi, con porte rosso vivo ed una leggera pensilina sospesa in ferro e vetro acrilico stampato; sul lato est invece, si aprono i due collegamenti con il fabbricato adiacente ad un solo piano fuori terra.
Quest’ultimo, nel corso della ricostruzione dell’edificio confinante, è stato rivestito con le stesse finiture di facciata, ad eccezione del prospetto est, dove una pensilina a sbalzo in acciaio zincato protegge le operazioni di carico e scarico merci.
L’edificio di Bertola è costituito da una struttura portante realizzata in cemento armato prefabbricato, con pilastri a sezione variabile, travi a “omega” e palconi di copertura interrotti da lucernari zenitali apribili.
Le pavimentazioni in “Korodur” sono segnate dalle piste magnetiche che guidano il transito dei carrelli automatici, a servizio delle linee di produzione; due grossi tubi metallici sospesi collegato invece il fabbricato est con quello ad ovest, proteggendo i cestelli delle linee di montaggio nel tratto scoperto fra i due edifici al fine di garantirne la continuità dei flussi su tutto il piano terreno.
Sulla testata nord si erge, a doppia altezza, il volume dedicato al magazzino automatico, di nuova costruzione, separato dal resto della costruzione da muri tagliafuoco in blocchi di argilla espansa, sviluppati a tutta altezza e senza aperture perimetrali se non per l’accesso e l’uscita delle merci; tutte le operazioni all’interno del magazzino si svolgono in modo automatizzato, con elevatori gestiti da computer, che controllano la movimentazione dei materiali senza la presenza di operatori all’interno dell’ambiente». (Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Gangemi, Roma 1998, pp. 76-79)
«Edificio composto da due corpi con struttura in calcestruzzo in parte prefabbricata (piano terreno) e parte metallica (parte superiore) divisi da un ampio corridoio camionabile con funzione di percorso di sicurezza e antincendio. Le facciate presentano una caratteristica fodera in doghe metalliche di due colori, verdi fino a tre quarti dei fronti, bianche in corrispondenza dell’ultimo quarto che comprende la sommità della facciata e gli sheds; serramenti in PVC bianco a nastro tagliano orizzontalmente le facciate. La semplicità dell’impianto planimetrico e dei dettagli non impedisce all’edificio di rappresentare un buon modello di architettura industriale con un limitato impatto ambientale governato sia grazie alla collocazione dell’edificio a un livello leggermente più basso dei campi circostanti sia grazie ai due colori addottati che si fondono in modo efficace con il verde dei campi di mais e con il bianco del cielo brumoso della campagna canavesana». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli (a cura di), Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 84)
«L’edificio si sviluppa su due piani ed è costituito da due corpi, divisi da un largo corridoio, con struttura in cemento armato prefabbricato. La maglia strutturale del piano terreno presenta una particolare orditura a cerchi concentrici su cui poggia il solaio di copertura, al piano superiore, una struttura metallica con pilastri e travi a vista. Le facciate, rivestite con pannelli in lamiera zincata preverniciata, giocano sui contrasti cromatici del bianco (serramenti a nastro), verde (pannelli di lamiera), rosso (pensilina d’ingresso)». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 189)
2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio, oggi adibito a stabilimento di produzione e uffici di una società farmaceutica, si presenta complessivamente in ottimo stato di conservazione. Nei più recenti interventi di ristrutturazione è stata variata la tonalità di verde delle doghe di lamiera che fasciano i prospetti, mentre il rosso delle porte di ingresso e della pensilina è stato sostituito dal bianco. Alcune porzioni di superficie al di sotto dei davanzali delle finestre a nastro presentano dei depositi dati dalla colatura della pioggia.
(Scheda a cura di Marco Ferrari con Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1984 -
- Esecuzione: - 1987
- Tipologia Specifica: stabilimento di produzione e magazzino
- Committente: Società Olivetti
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Stabilimento di produzione e magazzino
- Destinazione attuale: Stabilimento di produzione, magazzino e uffici
Autori
| Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Antonio | Migliasso | Progetto strutturale | Progetto | NO | ||
| Antonio | Migliasso | Direzione lavori | Esecuzione | NO | ||
| Gino | Valle | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=52898 | SI |
- Strutture: Calcestruzzo armato prefabbricato al piano inferiore, pilastri e travi ad H in metallo al piano superiore
- Materiale di facciata: Pannelli “sandwich” in lamiera zincata preverniciata, con isolamento intermedio in schiuma poliuretanica; la baraccatura interna in acciaio zincato è lasciata in vista, mentre sul lato esterno i pannelli sono di colore uniforme, verde chiaro sino alla fas
- Coperture: Shed con vetrature a nord
- Serramenti: Serramenti a nastro in alluminio preverniciato bianco
- Stato Strutture: Ottimo
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Ottimo
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
| Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Boltri Daniele, Maggia Giovanni, Papa Enrico, Vidari Pier Paride | 1998 | Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica | Gangemi | Roma | 76-79 | No |
| Bonifazio Patrizia, Giacopelli Enrico (a cura di) | 2007 | Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea | Allemandi | Torino | 84 | No |
| Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) | Allemandi | Torino | 189 | No |
Allegati
Criteri
| 1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
| 6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. |
Sitografia ed altri contenuti online
| Titolo | Url |
|---|---|
| Dizionario biografico degli Italiani - Gino Valle | Visualizza |
| Enciclopedia Treccani - Gino Valle | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Marco Ferrari con Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 28/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021









