Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CHIESA DI SAN PIETRO IN VINCOLI

Scheda Opera

  • Pianta
  • Vista esterna, facciata e ingresso della chiesa
  • Vista esterna, fronte posteriore
  • Vista dall’alto della copertura
  • Vista interna
  • Vista interna, la copertura
  • Ingresso della chiesa
  • Vista esterna, fronte posteriore, 2019
  • Facciata e ingresso della chiesa, 2019
  • Facciata e ingresso della chiesa, vista laterale, 2019
  • La copertura vista dal campanile, 2019
  • Il campanile, 2019
  • Vista interna, 2019
  • Vista interna, la copertura, 2019
  • Vista interna, la copertura e le finestre a nastro, 2019
  • Dettaglio dei rinforzi strutturali, 2019
  • Vetrata opera di Carlo Rapp, 2019
  • Vista interna verso l’ingresso, 2019
  • Vista interna verso l’ingresso, 2019
  • Arredi sacri, 2019
  • Comune: Moncalieri
  • Località: Moriondo
  • Denominazione: CHIESA DI SAN PIETRO IN VINCOLI
  • Indirizzo: Via Duca d'Aosta N. 3
  • Data: 1955 - 1958
  • Tipologia: Edifici per il culto
  • Autori principali: Nicola Mosso
Descrizione

1. Opera originaria

«Il complesso parrocchiale è stato proporzionato per soddisfare le esigenze della futura popolazione di Moriondo, prevista di circa duemila anime. L’edificio, a pianta centrale, ha struttura portante verticale in cemento armato rivestito all’esterno con mattoni comuni a faccia a vista ed all’interno con i mattoni forati intonacati; tutti i solai di piano e di copertura sono in cemento armato e blocchi forati in cotto. La copertura si compone di un semplice sistema di ritti ed elementi inclinati, di misure costanti, appoggiati ai primi.
Particolare attenzione è stata rivolta allo studio della luce naturale, ottenuta senza interruzione, con effetto luminoso crescente e continuo dal basso verso l’alto». (Chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli, in Giuseppe Luigi Marini (a cura di), Catalogo Bolaffi dell’Architettura italiana 1963-1966, Giulio Bolaffi Editore, Torino 1966, pag. 410).

«[…] la volontà a confermare unitariamente uno spazio, senza interruzioni di pilastri intermedi, sollecita la soluzione particolare della grande copertura: ricco raggiungimento nel tema delle chiusure a nervatura incrociata. In cui il giuoco nell’intrecciarsi delle travi, attuato secondo un meccanismo di scavalcamento degli appoggi corrispondenti si combina con sollecitazioni di stampo guariniano: le camere di luce accucciate tra i nodi strutturali della gran chiusura del voltone. Così che fiotti luminosi bucano e penetrano nella materia – si fanno materia – entro l’intrecciata tessitura delle travi. Il gran mantello si fa chiusura maestosa dello spazio ed apertura insieme puntiforme e gioiosa, splendore luminoso, simbolo e figura esaltante della Grazia divina. Suggestione che viene ripercorso con altre modalità costruttive nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Moriondo, ancorché in un contesto tipologico centrale e con più diretta allusione alle stratificazioni volumetriche verticaleggianti; in un rincorrersi di volumi fino all’acquetamento apicale, scandito all’interno da un metafisico anello pilastrato». (Sandro Benedetti, L’architettura delle chiese contemporanee. Il caso italiano, Jaca Book, Roma 2000, pp. 23, 27).

«L’edificio si presenta come un corpo in laterizio privo di aperture dalla pianta centrale poligonale che richiama, per l’alternanza di angolature acute e ottuse formata dai lati, la forma stellare. Se la massa muraria, e la particolare forma planimetrica, conferiscono all’edificio tale carattere chiuso esternamente, lo spazio interno si caratterizza per la sensazione di spazialità aperta e per la luminosità. Sei pilastri in cemento armato a vista sostengono una copertura che, seguendo la forma pentagonale della pianta, si “rompe” sfaccettandosi in successivi spicchi triangolari che separandosi gli uni dagli altri lasciano infatti penetrare la luce. La forma triangolare è ripresa nel campanile in laterizio che affianca l’edificio. Come per la chiesa del Santissimo Redentore, realizzata a Torino negli stessi anni, l’architetto Nicola Mosso gioca sul contrasto tra la volumetria chiusa del corpo principale e la complessa articolazione della copertura». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino (a cura di), Guida del Piemonte, Architettura del Novecento, Umberti Allemandi & C, Torino 2008, pp. 193-194)

«Gli architetti immaginano un organismo a pianta centrale, basato sulla modellazione di un prisma a base esagonale.
La chiesa presenta una struttura alquanto elaborata; da una pianta esagonale si diparte un elemento a pianta triangolare (con un vertice tagliato) che crea l’area d’accesso all’aula. Da questa pianta si eleva un’architettura formata da tre livelli concentrici di esagoni (con fianchi spezzati concavi) via via più piccoli e con lati sfalsati, che creano un’elaborata e raffinata copertura a forma di stella dotata di ampie vetrate trasversali. L’interno è completamente intonacato mentre i prospetti esterni sono realizzati in mattoni faccia a vista.
Alla destra del presbiterio si erge un alto campanile, coevo all'edificazione della chiesa, a pianta triangolare. I suoi fronti sono anch'essi realizzati in mattoni faccia vista ma non sono completamente complanari; alla sinistra infatti si incuneano elementi in materiale cementizio a forma di triangoli scaleni con vertice maggiore rivolto verso la base, alla cui sinistra si dipartono dei setti complanari al fronte adiacente.
In asse con l'ingresso si trova il presbiterio, edificato su di un piano rialzato su cui sono posti mensa, ambone e cattedra realizzati in marmo coevi all'edificazione della chiesa.
La facciata principale è caratterizzata da un’alta superficie piana al cui centro emerge un corpo di fabbrica di eguale altezza a pianta triangolare, il cui vertice è tagliato su di un piano inclinato in modo tale da formare a sua volta un altro triangolo che raggiunge pressoché l’altezza del fronte (quasi voglia richiamare le forme di un’antica ghimberga). All’interno di questa forma geometrica si apre il portale principale d’accesso, mentre sui due fianchi laterali del corpo emergente a centro facciata si aprono due porte secondarie. Tutta la superficie muraria é realizzata in mattoni faccia vista posti in modo tale da creare fasce trasversali di croci greche; alla sommità delle grandi pareti si aprono lunghe finestre a nastro interrotte puntualmente dai soli pilastri in calcestruzzo armato che sorreggono l’ampio cornicione aggettante. In asse con l'ingresso si trova il presbiterio, edificato su di un piano rialzato su cui sono posti mensa, ambone e cattedra realizzati in marmo coevi all'edificazione della chiesa. Sulla parete di fondo, un'elaborata cornice geometrica plurimaterica incornicia la statua dedicata al Santo titolare della Parrocchia.». (Barbero Enrico (compilazione a cura di), Chiesa di San Pietro in Vincoli, Moriondo, Moncalieri, Scheda presente nel Censimento delle Chiese delle Diocesi Italiane, CEI, 2017,
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=57247).

2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera.
Nel corso degli anni si sono resi necessari alcuni interventi strutturali di rinforzo che hanno portato all’inserimento di tiranti metalli all’interno della chiesa, sui muri perimetrali e sulla cupola centrale.

(Scheda a cura di Tanja Marzi, Erica Meneghin, DAD - Poltecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1955 - 1955
  • Esecuzione: 1956 - 1958
  • Tipologia Specifica: Chiesa parrocchiale
  • Committente: Diocesi
  • Proprietà: Proprietà Ente religioso
  • Destinazione originaria: Chiesa
  • Destinazione attuale: Chiesa
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Bernardo Camera Impresa esecutrice Esecuzione NO
Nicola Mosso Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/nicola-mosso_(Dizionario-Biografico)/ SI
Nicola Mosso Progetto Interni Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/nicola-mosso_(Dizionario-Biografico)/ NO
Bruno Zanini Progetto strutturale Progetto NO
  • Strutture: Struttura portante in calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: La superficie muraria delle facciate è realizzata in mattoni faccia a vista disposti in modo da creare fasce orizzontali e croci greche in rilievo
  • Coperture: Copertura con struttura in calcestruzzo armato di complessa articolazione e su più livelli che, seguendo la forma pentagonale della pianta, si “rompe” sfaccettandosi in successivi spicchi triangolari che lasciano penetrare la luce
  • Serramenti: Alla sommità delle pareti perimetrali si aprono lunghe finestre a nastro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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«Il complesso parrocchiale è stato proporzionato per soddisfare le esigenze della futura popolazione di Moriondo, prevista di circa duemila anime. L’edificio, a pianta centrale, ha struttura portante verticale in cemento armato rivestito all’esterno con mattoni comuni a faccia a vista ed all’interno con i mattoni forati intonacati; tutti i solai di piano e di copertura sono in cemento armato e blocchi forati in cotto. La copertura si compone di un semplice sistema di ritti ed elementi inclinati, di misure costanti, appoggiati ai primi.
Particolare attenzione è stata rivolta allo studio della luce naturale, ottenuta senza interruzione, con effetto luminoso crescente e continuo dal basso verso l’alto». (Chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli, in Giuseppe Luigi Marini (a cura di), Catalogo Bolaffi dell’Architettura italiana 1963-1966, Giulio Bolaffi Editore, Torino 1966, pag. 410).

«[…] la volontà a confermare unitariamente uno spazio, senza interruzioni di pilastri intermedi, sollecita la soluzione particolare della grande copertura: ricco raggiungimento nel tema delle chiusure a nervatura incrociata. In cui il giuoco nell’intrecciarsi delle travi, attuato secondo un meccanismo di scavalcamento degli appoggi corrispondenti si combina con sollecitazioni di stampo guariniano: le camere di luce accucciate tra i nodi strutturali della gran chiusura del voltone. Così che fiotti luminosi bucano e penetrano nella materia – si fanno materia – entro l’intrecciata tessitura delle travi. Il gran mantello si fa chiusura maestosa dello spazio ed apertura insieme puntiforme e gioiosa, splendore luminoso, simbolo e figura esaltante della Grazia divina. Suggestione che viene ripercorso con altre modalità costruttive nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Moriondo, ancorché in un contesto tipologico centrale e con più diretta allusione alle stratificazioni volumetriche verticaleggianti; in un rincorrersi di volumi fino all’acquetamento apicale, scandito all’interno da un metafisico anello pilastrato». (Sandro Benedetti, L’architettura delle chiese contemporanee. Il caso italiano, Jaca Book, Roma 2000, pp. 23, 27).

«L’edificio si presenta come un corpo in laterizio privo di aperture dalla pianta centrale poligonale che richiama, per l’alternanza di angolature acute e ottuse formata dai lati, la forma stellare. Se la massa muraria, e la particolare forma planimetrica, conferiscono all’edificio tale carattere chiuso esternamente, lo spazio interno si caratterizza per la sensazione di spazialità aperta e per la luminosità. Sei pilastri in cemento armato a vista sostengono una copertura che, seguendo la forma pentagonale della pianta, si “rompe” sfaccettandosi in successivi spicchi triangolari che separandosi gli uni dagli altri lasciano infatti penetrare la luce. La forma triangolare è ripresa nel campanile in laterizio che affianca l’edificio. Come per la chiesa del Santissimo Redentore, realizzata a Torino negli stessi anni, l’architetto Nicola Mosso gioca sul contrasto tra la volumetria chiusa del corpo principale e la complessa articolazione della copertura». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino (a cura di), Guida del Piemonte, Architettura del Novecento, Umberti Allemandi & C, Torino 2008, pp. 193-194)

«Gli architetti immaginano un organismo a pianta centrale, basato sulla modellazione di un prisma a base esagonale.
La chiesa presenta una struttura alquanto elaborata; da una pianta esagonale si diparte un elemento a pianta triangolare (con un vertice tagliato) che crea l’area d’accesso all’aula. Da questa pianta si eleva un’architettura formata da tre livelli concentrici di esagoni (con fianchi spezzati concavi) via via più piccoli e con lati sfalsati, che creano un’elaborata e raffinata copertura a forma di stella dotata di ampie vetrate trasversali. L’interno è completamente intonacato mentre i prospetti esterni sono realizzati in mattoni faccia a vista.
Alla destra del presbiterio si erge un alto campanile, coevo all'edificazione della chiesa, a pianta triangolare. I suoi fronti sono anch'essi realizzati in mattoni faccia vista ma non sono completamente complanari; alla sinistra infatti si incuneano elementi in materiale cementizio a forma di triangoli scaleni con vertice maggiore rivolto verso la base, alla cui sinistra si dipartono dei setti complanari al fronte adiacente.
In asse con l'ingresso si trova il presbiterio, edificato su di un piano rialzato su cui sono posti mensa, ambone e cattedra realizzati in marmo coevi all'edificazione della chiesa.
La facciata principale è caratterizzata da un’alta superficie piana al cui centro emerge un corpo di fabbrica di eguale altezza a pianta triangolare, il cui vertice è tagliato su di un piano inclinato in modo tale da formare a sua volta un altro triangolo che raggiunge pressoché l’altezza del fronte (quasi voglia richiamare le forme di un’antica ghimberga). All’interno di questa forma geometrica si apre il portale principale d’accesso, mentre sui due fianchi laterali del corpo emergente a centro facciata si aprono due porte secondarie. Tutta la superficie muraria é realizzata in mattoni faccia vista posti in modo tale da creare fasce trasversali di croci greche; alla sommità delle grandi pareti si aprono lunghe finestre a nastro interrotte puntualmente dai soli pilastri in calcestruzzo armato che sorreggono l’ampio cornicione aggettante. In asse con l'ingresso si trova il presbiterio, edificato su di un piano rialzato su cui sono posti mensa, ambone e cattedra realizzati in marmo coevi all'edificazione della chiesa. Sulla parete di fondo, un'elaborata cornice geometrica plurimaterica incornicia la statua dedicata al Santo titolare della Parrocchia.». (Barbero Enrico (compilazione a cura di), Chiesa di San Pietro in Vincoli, Moriondo, Moncalieri, Scheda presente nel Censimento delle Chiese delle Diocesi Italiane, CEI, 2017,
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2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera. 
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(Scheda a cura di Tanja Marzi, Erica Meneghin, DAD - Poltecnico di Torino)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -
Opere D'Arte:
Codice ICCd Ubicazione Tipologia Soggetto Autore Materia Tecnica Stato di Conservazione Restauri
facciata principale Vetrata San Pietro con raffigurata anche la chiesa di Moriondo Carlo Rapp Vetro Mediocre
interno chiesa Tabernacolo San Pietro Bruno Martinazzi Marmo Mediocre


Note

Cronologia: 1956 - 1957 (realizzazione intero bene), 1956 Costruzione chiesa, 1957 Ultimazione lavori realizzati dall'impresa La Camera Bernardo, 1958 (completamento intero bene), 1958 Consegna chiesa alla comunità, 1970 (proprietà intero bene), 1970 Dedicazione

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1961 Iglesia parroquial de Moriondo Informes de la construccion n. 135 No
1966 Eglise paroissiale de Moriondo di Moncalieri, Italie L’Architecture d’Aujourd’hui n. 125 No
1966 Chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli, in Giuseppe Luigi Marini (a cura di), Catalogo Bolaffi dell’Architettura italiana 1963-1966 Giulio Bolaffi Editore Torino 410 No
Lupo Giovanni Maria (a cura di) 1966 Gli architetti dell’Accademia Albertina. L’insegnamento e la professione dell’architettura fra Ottocento e Novecento Allemandi Torino No
Benedetti Sandro 2000 L’architettura delle chiese contemporanee. Il caso italiano Jaca Book Roma 23-28 No
Sistri Augusto 2002 Nicola Mosso, in Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Torino (a cura di). Albo d’Onore del Novecento. Architetti a Torino Celid Torino No
Marzi Tanja 2006 Casa-Studio di Nicola Mosso a Torino DO.CO.MO.MO. Italia Giornale n. 19 13 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida del Piemonte, Architettura del Novecento Umberto Allemandi & C. Torino 193-194 No
Signorelli Bruno 2012 Mosso Nicola Dizionario Biografico degli italiani, vol. 77 No
Dellapiana Elena, Marzi Tanja, Stella Federica 2017 Architetti e designer: è anche questione di fonti. L’archivio dell’Istituto Alvar Aalto a Pino Torinese A/I/S Design. Storia e ricerche, Associazione italiana degli storici del design, n. 10 41640 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta Pianta Tratto da - Archivio Nicola Mosso, Istituto Alvar Aalto – Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design
Vista esterna, facciata e ingresso della chiesa Vista esterna, facciata e ingresso della chiesa Tratto da - Archivio Nicola Mosso, Istituto Alvar Aalto – Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design
Vista esterna, fronte posteriore Vista esterna, fronte posteriore Tratto da - Archivio Nicola Mosso, Istituto Alvar Aalto – Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design
Vista dall’alto della copertura Vista dall’alto della copertura Tratto da - Archivio Nicola Mosso, Istituto Alvar Aalto – Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design
Vista interna Vista interna Tratto da - Archivio Nicola Mosso, Istituto Alvar Aalto – Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design
Vista interna, la copertura Vista interna, la copertura Tratto da - Archivio Nicola Mosso, Istituto Alvar Aalto – Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design
Ingresso della chiesa Ingresso della chiesa Tratto da - Archivio Nicola Mosso, Istituto Alvar Aalto – Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design
Vista esterna, fronte posteriore, 2019  Vista esterna, fronte posteriore, 2019 Tanja Marzi - 2019
Facciata e ingresso della chiesa, 2019  Facciata e ingresso della chiesa, 2019 Tanja Marzi - 2019
Facciata e ingresso della chiesa, vista laterale, 2019 Facciata e ingresso della chiesa, vista laterale, 2019 Tanja Marzi - 2019
La copertura vista dal campanile, 2019  La copertura vista dal campanile, 2019 Tanja Marzi - 2019
Il campanile, 2019 Il campanile, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna, 2019  Vista interna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna, la copertura, 2019 Vista interna, la copertura, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna, la copertura e le finestre a nastro, 2019 Vista interna, la copertura e le finestre a nastro, 2019 Tanja Marzi - 2019
Dettaglio dei rinforzi strutturali, 2019  Dettaglio dei rinforzi strutturali, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vetrata opera di Carlo Rapp, 2019 Vetrata opera di Carlo Rapp, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna verso l’ingresso, 2019 Vista interna verso l’ingresso, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna verso l’ingresso, 2019 Vista interna verso l’ingresso, 2019 Tanja Marzi - 2019
Arredi sacri, 2019  Arredi sacri, 2019 Tanja Marzi - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Tanja Marzi, Erica Meneghin
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 28/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021