Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA MORUCCI

Scheda Opera

  • Vista esterna
  • Vista del fronte, 2018
  • Vista del fronte est, 2019
  • Vista del fronte sud con l’ingresso principale, 2019
  • Vista del fronte est con l’ingresso principale, 2019
  • Perimetrazione nominated property e buffer zone su base ortofoto, 2018
  • Comune: Ivrea
  • Località: Monte Bidasio
  • Denominazione: CASA MORUCCI
  • Indirizzo: Via del Lys
  • Data: 1958 - 1961
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Emilio Aventino Tarpino
Descrizione

1. Opera originaria

«Le fondazioni saranno a plinti isolati per i pilastri, in calcestruzzo armato […]. Le murature del piano seminterrato saranno in calcestruzzo […]. Quelle del piano rialzato saranno a cassa vuota, parte in mattoni pieni e parte in semipieni. I muri avranno le facciate esterne in mattoni paramano. […] Le pareti divisorie interne saranno in parte in mattoni forati da cm. 8 ed in parte da cm. 12. […] Gli orizzontamenti saranno costituiti da solai ad elementi prefabbricati o a blocchi dello spessore di cm. 16. […] La copertura del fabbricato sarà costituita da tegole piane poggianti su listelli in abete da puntoni in larice. […] Gli intonaci interni del piano di abitazione saranno in malta di calce […]. Tutti i davanzali esterni saranno in travertino […] I davanzali interni del piano abitazione saranno in marmo del tipo Chiampo […] quelli del cantinato saranno in cemento lisciato. […] Tutti i serramenti esterni del piano di abitazione sono previsti in larice del Tirolo dello spessore di mm. 46, saranno muniti di avvolgibili in pino di Svezia a liste distanziabili completi di apparecchiature di manovra e di cassonetto interno in legno bianco. I serramenti esterni delle finestre del piano seminterrato saranno in profilati metallici muniti di inferriata di protezione. I portoncini di ingresso al piano terreno ed al piano di abitazione saranno in perline di rovere esternamente e tamburati internamenti. […] I serramenti interni avranno vetri stampati […], quelli esterni avranno vetri semidoppi. […] Le tinteggiature interne saranno a colla. Le tinteggiature esterne saranno a calce. […] Tutte le tinte saranno scelte dalla Direzione Lavori e non sarà ammessa alcuna distinzione tra colori ordinari e colori fini, dovendosi in ogni caso fornire i materiali più fini e delle migliori qualità […]». (Associazione Archivio Storico Olivetti, Corrispondenza per il progetto Casa Morucci, n. 5, corrispondenza, 27/10/1958-21/05/1959, pp. 13-20)

«Casa Morucci: 1958; ubicazione: Monte Bidasio, via del Lys, n. 11; progettista: Emilio Aventino Tarpino / UCCD; n. 209 / tavola G / R0152507». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli, Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell'architettura moderna a Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 123)

«[…] Nell’area sono presenti alcuni esempi significativi dell’originale programma di housing, quantitativamente e qualitativamente rilevante, promosso dalla Società Olivetti e diretto dall’Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD), quali […] Villa Prelle (corso Jervis n. 39; 1951), Casa Stratta (strada Monte Navale n. 8e; 1951), Casa Morucci (via del Lys n.11; 1958) e Casa Perotti (via del Lys n. 9; 1958)». (Dossier di Candidatura “Ivrea Città Industriale del XX secolo”, Ivrea 2018, p. 48)

«La Casa Morucci a Ivrea venne progettata dall'Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD). Tale ufficio, diretto dall'architetto Emilio Aventino Tarpino (1923-1990), aveva il compito di fornire assistenza ai dipendenti Olivetti nella costruzione, riparazione o adattamento delle loro abitazioni. L'ufficio concedeva prestiti con interesse del 4% e sino alla copertura del 60% dell'intera spesa e forniva gratuitamente il progetto e la direzione lavori. La struttura elaborò, tra 1949 e il 1969, più di 600 progetti e, con la sua attività, contribuì a creare un paesaggio edilizio di notevole qualità formale e costruttiva, quale oggi appare.
Le case progettate dall'UCCD sono edifici unifamiliari, studiati tipologicamente, tenendo conto delle aspirazioni sociali dei dipendenti, formate da un vocabolario di pochi elementi compositivi che, combinati insieme, permettono una grande varietà di soluzioni architettoniche.
L'edificio fu progettato e realizzato per la famiglia di Vincenzo Morucci nel biennio 1958-61 e si erge in via del Lys, accanto ad altre opere disegnate dall'UCCD, su un'altura lievemente dominante ed in diretto affaccio alla via pubblica, formando, congiuntamente ad altre abitazioni simili, un nucleo di case ai lati dell'arteria stradale. La villa, parte del gruppo di edifici abitativi di qualità predisposti per ospitare i tecnici della fabbrica eporediese, segna una frattura rispetto agli stilemi compositivi relativi alle precedenti realizzazioni dell'ufficio di progettazione olivettiano ed introduce un disegno oramai maturo e discostante da molte regole compositive del Movimento Moderno, altrimenti con chiarezza formale, visibilmente enunciate nelle realizzazioni di Tarpino tra fine degli anni Quaranta e la fine dei Cinquanta del Novecento. L'architettura manifesta stilemi compositivi propri del periodo costruttivo, in parte permeati dal concetto di Localismo e si intende formalmente composta da due blocchi abitativi a pianta poliedrica ad identificare due unità immobiliari coperte da tetto di aspetto tradizionale a capanna composito ed articolato sulla lunghezza del fabbricato. L'asimmetria di piante ed alzati, il diverso disegno d'ogni fronte, l'aggregazione per masse dei volumi abitativi, la copertura a falde in cotto con travi a vista in pantalera, le superfici dei fronti rifinite a paramano misto ad intonaco, i serramenti lignei, manifestano una ricerca architettonica che permette un inserimento paesaggistico più per similitudine che per contrasto, come spesso accadeva invece nelle precedenti esperienze dell' UCCD.
Dall'adozione di tali elementi costruttivi scaturisce un edificio di qualità formale quale ancor oggi appare: il volume abitativo è concepito a formare due masse a 2 piani fuori terra, con gli ambienti giorno ospitati al primo piano ft., quelli per la notte al secondo e con seminterrato.
La casa è immersa in un giardino che forma uno degli elementi distintivi del sito». ("Relazione storica descrittiva", in Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Piemonte MiBACT, DCR n. 7/2019).


2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale

L’opera mantiene la sua destinazione originaria a residenza bifamiliare. L'edificio è in buono stato di conservazione e non emerge la presenza di gravi fenomeni di degrado, né presenta all'esterno trasformazioni che abbiano cambiato i caratteri del progetto originario

Casa Morucci è tra le architetture incluse nella core zone del sito “Ivrea, città industriale del XX secolo” inserito nel 2018 nella World Heritage List dell'UNESCO. (http://whc.unesco.org/en/list/1538).

Nel 2019 l'edificio ha avuto la Dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante ai sensi degli artt. 10, c. 3, lett. a) e d) e 13 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i.

(Scheda a cura di Stefania Dassi MiBACT SR-PIE con Bianca Guiso, DAD - Politecnico di Torino

Info
  • Progetto: 1958 -
  • Esecuzione: - 1961
  • Tipologia Specifica: Villa
  • Committente: Vincenzo Morucci
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Casa bifamiliare
  • Destinazione attuale: Casa bifamiliare
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Dino Gillio Impresa esecutrice Esecuzione NO
Emilio Aventino Tarpino Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: Calcestruzzo armato con orizzontamenti costituiti da solai a elementi prefabbricati o a blocchi. Murature del piano seminterrato in calcestruzzo per la parte interrata, in mattoni pieni per la parte rimanente. Murature del piano rialzato a cassavuota, in
  • Materiale di facciata: Mattoni paramano e riquadrature di intonaco in malta di calce e cemento.
  • Coperture: Copertura del fabbricato in tegole piane poggianti su listelli in abete e puntoni in larice. Colmi in cotto e lattoneria in lamiera zincata. Parte a sbalzo del tetto perlinata inferiormente con perline di larice
  • Serramenti: Serramenti di legno muniti di avvolgibili di legno a liste distanziabili. Serramenti esterni delle finestre del piano seminterrato in profilati metallici muniti di inferriata di protezione. Portoncini di ingresso al piano terreno e al piano di abitazione
  • Stato Strutture: Discreto
  • Stato Materiale di facciata: Discreto
  • Stato Coperture: Discreto
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«Casa Morucci: 1958; ubicazione: Monte Bidasio, via del Lys, n. 11; progettista: Emilio Aventino Tarpino / UCCD; n. 209 / tavola G / R0152507». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli, Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell'architettura moderna a Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 123)

«[…] Nell’area sono presenti alcuni esempi significativi dell’originale programma di housing, quantitativamente e qualitativamente rilevante, promosso dalla Società Olivetti e diretto dall’Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD), quali […] Villa Prelle (corso Jervis n. 39; 1951), Casa Stratta (strada Monte Navale n. 8e; 1951), Casa Morucci (via del Lys n.11; 1958) e Casa Perotti (via del Lys n. 9; 1958)». (Dossier di Candidatura “Ivrea Città Industriale del XX secolo”, Ivrea 2018, p. 48)

«La Casa Morucci a Ivrea venne progettata dall'Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD). Tale ufficio, diretto dall'architetto Emilio Aventino Tarpino (1923-1990), aveva il compito di fornire assistenza ai dipendenti Olivetti nella costruzione, riparazione o adattamento delle loro abitazioni. L'ufficio concedeva prestiti con interesse del 4% e sino alla copertura del 60% dell'intera spesa e forniva gratuitamente il progetto e la direzione lavori. La struttura elaborò, tra 1949 e il 1969, più di 600 progetti e, con la sua attività, contribuì a creare un paesaggio edilizio di notevole qualità formale e costruttiva, quale oggi appare.
Le case progettate dall'UCCD sono edifici unifamiliari, studiati tipologicamente, tenendo conto delle aspirazioni sociali dei dipendenti, formate da un vocabolario di pochi elementi compositivi che, combinati insieme, permettono una grande varietà di soluzioni architettoniche.
L'edificio fu progettato e realizzato per la famiglia di Vincenzo Morucci nel biennio 1958-61 e si erge in via del Lys, accanto ad altre opere disegnate dall'UCCD, su un'altura lievemente dominante ed in diretto affaccio alla via pubblica, formando, congiuntamente ad altre abitazioni simili, un nucleo di case ai lati dell'arteria stradale. La villa, parte del gruppo di edifici abitativi di qualità predisposti per ospitare i tecnici della fabbrica eporediese, segna una frattura rispetto agli stilemi compositivi relativi alle precedenti realizzazioni dell'ufficio di progettazione olivettiano ed introduce un disegno oramai maturo e discostante da molte regole compositive del Movimento Moderno, altrimenti con chiarezza formale, visibilmente enunciate nelle realizzazioni di Tarpino tra fine degli anni Quaranta e la fine dei Cinquanta del Novecento. L'architettura manifesta stilemi compositivi propri del periodo costruttivo, in parte permeati dal concetto di Localismo e si intende formalmente composta da due blocchi abitativi a pianta poliedrica ad identificare due unità immobiliari coperte da tetto di aspetto tradizionale a capanna composito ed articolato sulla lunghezza del fabbricato. L'asimmetria di piante ed alzati, il diverso disegno d'ogni fronte, l'aggregazione per masse dei volumi abitativi, la copertura a falde in cotto con travi a vista in pantalera, le superfici dei fronti rifinite a paramano misto ad intonaco, i serramenti lignei, manifestano una ricerca architettonica che permette un inserimento paesaggistico più per similitudine che per contrasto, come spesso accadeva invece nelle precedenti esperienze dell' UCCD.
Dall'adozione di tali elementi costruttivi scaturisce un edificio di qualità formale quale ancor oggi appare: il volume abitativo è concepito a formare due masse a 2 piani fuori terra, con gli ambienti giorno ospitati al primo piano ft., quelli per la notte al secondo e con seminterrato. 
La casa è immersa in un giardino che forma uno degli elementi distintivi del sito». ("Relazione storica descrittiva", in Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Piemonte MiBACT, DCR n. 7/2019).


2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  

L’opera mantiene la sua destinazione originaria a residenza bifamiliare. L'edificio è in buono stato di conservazione e non emerge la presenza di gravi fenomeni di degrado, né presenta all'esterno trasformazioni che abbiano cambiato i caratteri del progetto originario

Casa Morucci è tra le architetture incluse nella core zone del sito “Ivrea, città industriale del XX secolo” inserito nel 2018 nella World Heritage List dell'UNESCO. (http://whc.unesco.org/en/list/1538).

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  • Vincolo: Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento: D.C.R. 14/01/2019, n. 7
  • Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. a) e d)
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: C.F.
  • Particella: 77, 4

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Bonifazio Patrizia, Giacopelli Enrico 2007 Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell'architettura moderna a Ivrea Allemandi Torino 123 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista esterna Vista esterna Tratto da - Bonifazio, Giacopelli, Allemandi 2007
Vista del fronte, 2018 Vista del fronte, 2018 Tratto da - Dossier di Candidatura WHL “Ivrea Città Industriale del XX secolo” 2018
Vista del fronte est, 2019 Vista del fronte est, 2019 Bianca Guiso - 2019
Vista del fronte sud con l’ingresso principale, 2019 Vista del fronte sud con l’ingresso principale, 2019 Bianca Guiso - 2019
Vista del fronte est con l’ingresso principale, 2019 Vista del fronte est con l’ingresso principale, 2019 Bianca Guiso - 2019
Perimetrazione nominated property e buffer zone su base ortofoto, 2018 Perimetrazione nominated property e buffer zone su base ortofoto, 2018 Tratto da - Dossier di Candidatura WHL “Ivrea Città Industriale del XX secolo” 2018

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dossier di Candidatura “Ivrea Città Industriale del XX secolo” Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Stefania Dassi con Bianca Guiso
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 26/02/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021