Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PARCO TECNOLOGICO

Scheda Opera

  • Aldo Rossi, disegno di studio
  • Aldo Rossi, disegno di studio
  • Prospettiva e assonometria d’insieme
  • Planimetria generale
  • Pianta del piano terreno
  • Pianta del piano secondo
  • Aldo Rossi, disegno di studio del Centro servizi
  • Sezione trasversale del Centro servizi
  • Vista del modello
  • Vista aerea
  • Veduta aerea del parco tecnologico in costruzione
  • Veduta del parco tecnologico in costruzione
  • Vista del viale di ingresso
  • Vista del fronte di un laboratorio grande
  • Vista di dettaglio del Centro servizi
  • Vista di dettaglio del Centro servizi
  • Vista del Centro servizi da sud est
  • Vista del Centro servizi da sud ovest
  • Vista del viale di ingresso, 2019
  • Vista del Centro servizi, 2019
  • Vista del Centro servizi da est, 2019
  • Insegna del Parco tecnologico, 2019
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Verbania
  • Località: Fondotoce
  • Denominazione: PARCO TECNOLOGICO
  • Indirizzo: Via dell’Industria N. 25
  • Data: 1993 - 1997
  • Tipologia: Centri di ricerca
  • Autori principali: Aldo Rossi
Descrizione

1. Opera originaria

«La dizione di Parco o Tecnoparco o Polo tecnologico può essere meglio compresa dai complessi esistenti che definita in astratto. Anche se essenzialmente è costituita da un Centro servizi comune e da edifici destinati a laboratorio, la sua conformazione e il suo carattere si precisano e appunto si conformano secondo il sito dove sorgono.
Il concetto di Parco deve essere quindi inteso in senso generale con una probabile analogia con il campus americano: ovviamente la ricerca tecnologica ha molte affinità con la ricerca universitaria; questo concetto rende più interessante il Tecnoparco e anche dal punto di vista architettonico gli conferisce una ricchezza tipologica notevole e nel contempo pone la necessità di un’immagine chiara, rappresentativa e soprattutto nuova. Il Parco tecnologico del Lago Maggiore possiede un valore che lo caratterizza a priori; la bellezza del luogo. Un paesaggio insolito chiuso nella pianura di Fondotoce dove domina il Montorfano che fiancheggia il Lago di Mergozzo, il percorso dell’autostrada per Milano e Alessandria con i suoi imponenti manufatti; il luogo è poi delimitato dalla statale per Gravellona e si accede facilmente e direttamente al lago nella fascia tra Baveno, Feriolo e Verbania.
Questa parte del lago è nota per le pietre che portano appunto i nomi delle singole località; il granito bianco e rosa di Baveno o del Montorfano, il verde di Mergozzo e più a nord la beola e il marmo di Candoglia. Se quest’ultimo è la pietra che nei secoli ha costruito il Duomo di Milano, graniti e beole sono state la materia prima della città ambrosiana che ha sempre avuto il vanto delle strade lastricate in granito. Queste osservazioni ci avvicinano alla qualità architettonica del progetto: il progetto si inserisce nel paesaggio e si costruisce con la stessa pietra delle montagne circostanti; non in una costruzione mimetica ma esaltando la qualità di queste pietre che costituiscono un’arte senza tempo.
Così tutto l’impianto, come un reticolato romano che divide i singoli laboratori all’interno di una limitatio regolare e flessibile, è percorso da un viale centrale, come il corso o la calle mayor, che conduce al Centro servizi e serve i diversi laboratori.
Per proseguire nell’analogia urbana potremmo vedere il Centro servizi come l’edificio pubblico per eccellenza: il municipio, la chiesa, e comunque l’elemento primario.
La struttura dei laboratori diventa la continuità dell’impianto urbano: grandi pilastri di cemento segnano la strada e il percorso e costituiscono la struttura degli edifici per la ricerca. Essi segnano anche i punti centrali della limitatio. All’inizio del viale si trova una vasca d’acqua, alimentata dal torrente fresco e segreto che solca il terreno.
Il Centro servizi si pone come chiusura della grande prospettiva del viale di ingresso. È costituito da due grandi corpi simmetrici rispetto la torre centrale che caratterizza sia l’impianto che l’edificio, e che è l’immagine principale del Tecnoparco.
Al centro dell’edificio si trova una grande hall che distribuisce ai servizi del piano terra e agli uffici ai piani superiori. Il prospetto principale è caratterizzato dall’uso del granito bianco di Montorfono, mentre la sezione strutturale dell’edificio è messa in evidenza anche in facciata da un “ordine sovrapposto” di portali in ferro verniciato come una sorta di decorazione costruttiva.
I fianchi del Centro servizi sono composti dalle navate contenenti gli uffici divise in tre parti vetrate da due contrafforti completamente ciechi in cemento nei quali sono ubicati i servizi igienici, gli impianti di risalita e le scale.
Le parti vetrate sono costituite da pannelli di cemento prefabbricato, nei quali sono inseriti i serramenti in ferro o alluminio verniciato, sormontati da travi di bordo anch’esse in cemento prefabbricato sagomato e raccordate nei punti in cui l’edificio si rastrema da falde in lamiera preverniciata. L’edificio è coronato da un lucernario in ferro vetro.
Il prospetto del Centro servizi è caratterizzato da una seconda torre centrale, più semplice e più bassa di quella della facciata principale, in cemento lisciato. Anche i due corpi laterali sono finiti con lo stesso materiale e sono caratterizzati da piccole finestre quadrate e da due portali in ferro verniciato al piano terra.
Parallelamente al Centro servizi sono ubicati i laboratori: questi edifici sono composti da una testata (maggiormente caratterizzata nell’architettura) e dal capannone vero e proprio realizzato con elementi prefabbricati in cemento. La testata è rivestita in blocchi di ceppo fino all’altezza del portale in ferro verniciato ed è completata nella parte superiore dagli stessi pannelli prefabbricati in cemento usati per i fianchi del Centro servizi.
Il viale d’ingresso è caratterizzato dai grandi pilastri in cemento verniciato alti m 15 e collegati superiormente da una trave reticolare in acciaio verniciato. L’ordine regolare dei pilastri è segnato da campate chiuse con pannelli in cemento prefabbricato al cui interno sono inseriti dei serramenti metallici; tali parti chiuse costituiscono il volume fabbricato dei capannoni sulla strada. I capannoni per i restanti lati sono costituiti da semplici elementi in cemento prefabbricato.
Il Parco tecnologico infine è recintato verso la strada da un muro intonacato alto m 3 ed il suo ingresso è segnato da due torri in cemento che comprendono una parte di muro in ceppo e dai cancelli in ferro verniciato.
La zona immediatamente successiva all’ingresso è destinata ad attrezzature sportive e ricreative completate da una piccola tribuna e da una vasca d’acqua il cui bordo è rivestito in ceppo mentre al centro è posizionato un blocco in granito verde di Mergozzo» (Aldo Rossi, Parco tecnologico del Lago Maggiore, Fondotoce, Verbania, Italia, in «Zodiac», n. 15, 1996, p. 90) Traduzione inglese: sì

«Il complesso ha una planimetria basata su un impianto a maglia regolare a scacchiera che suddivide i diversi laboratori, interrotta dalla localizzazione del centro servizi in posizione dominante a chiusura dell’asse centrale. Il percorso è scandito da pilastri e culmina in una torre con l’orologio. L’edificio dei servizi, cieco sul lato prospettante sui laboratori, dove la struttura in acciaio è a vista e dipinta di giallo, si apre gradonando sui fronti laterali e su una corte centrale. Pannelli prefabbricati definiscono le superfici arretrate dei volumi. I pilastri sono collegati da travi in ferro che definiscono una sorta di portali. La costruzione utilizza pietre locali: il bianco di Montorfano per il rivestimento degli edifici, il verde di Mergozzo per la vasca d’acqua. A completare l’analogia con il luogo di una comunità sono le attrezzature per il tempo libero e i servizi». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1900-2006), Umberto Allemandi & C., Torino 2008, pp. 359-360) Traduzione inglese: sì


2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale

Il parco tecnologico di Fondo Toce ha mantenuto la funzione originaria e non ha subito particolari alterazioni nel tempo.


(Scheda a cura di Carolina Crozzolin, Guido Pavia, con Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1993 -
  • Esecuzione: - 1997
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Centro servizi, laboratori, attrezzature sportive e ricreative
  • Destinazione attuale: Centro servizi, laboratori, attrezzature sportive e ricreative
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giovanni Da Pozzo Progetto architettonico Progetto NO
Edoardo Guenzani Direzione lavori Esecuzione NO
Aldo Rossi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=55323 SI
Michele Tadini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://arassociati.it/lo-studio/ NO
  • Strutture: La sezione strutturale dell’edificio è messa in evidenza anche in facciata da un “ordine sovrapposto” di portali in ferro verniciato come una sorta di decorazione costruttiva. Il viale di ingresso è caratterizzato dai grandi pilastri in cemento verniciato
  • Materiale di facciata: Il prospetto principale è caratterizzato dall’uso del granito bianco di Montorfano. I fianchi del centro servizi sono composti dalle navate contenenti gli uffici divise in tre parti vetrate da due contrafforti completamente ciechi in cemento nei quali son
  • Coperture: Falde in lamiera preverniciata. L’edificio è coronato da un lucernaio in ferro e vetro
  • Serramenti: Serramenti in ferro e alluminio verniciato, sormontati da travi di bordo anch’esse in cemento prefabbricato sagomato
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
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Il concetto di Parco deve essere quindi inteso in senso generale con una probabile analogia con il campus americano: ovviamente la ricerca tecnologica ha molte affinità con la ricerca universitaria; questo concetto rende più interessante il Tecnoparco e anche dal punto di vista architettonico gli conferisce una ricchezza tipologica notevole e nel contempo pone la necessità di un’immagine chiara, rappresentativa e soprattutto nuova. Il Parco tecnologico del Lago Maggiore possiede un valore che lo caratterizza a priori; la bellezza del luogo. Un paesaggio insolito chiuso nella pianura di Fondotoce dove domina il Montorfano che fiancheggia il Lago di Mergozzo, il percorso dell’autostrada per Milano e Alessandria con i suoi imponenti manufatti; il luogo è poi delimitato dalla statale per Gravellona e si accede facilmente e direttamente al lago nella fascia tra Baveno, Feriolo e Verbania.
Questa parte del lago è nota per le pietre che portano appunto i nomi delle singole località; il granito bianco e rosa di Baveno o del Montorfano, il verde di Mergozzo e più a nord la beola e il marmo di Candoglia. Se quest’ultimo è la pietra che nei secoli ha costruito il Duomo di Milano, graniti e beole sono state la materia prima della città ambrosiana che ha sempre avuto il vanto delle strade lastricate in granito. Queste osservazioni ci avvicinano alla qualità architettonica del progetto: il progetto si inserisce nel paesaggio e si costruisce con la stessa pietra delle montagne circostanti; non in una costruzione mimetica ma esaltando la qualità di queste pietre che costituiscono un’arte senza tempo.
Così tutto l’impianto, come un reticolato romano che divide i singoli laboratori all’interno di una limitatio regolare e flessibile, è percorso da un viale centrale, come il corso o la calle mayor, che conduce al Centro servizi e serve i diversi laboratori.
Per proseguire nell’analogia urbana potremmo vedere il Centro servizi come l’edificio pubblico per eccellenza: il municipio, la chiesa, e comunque l’elemento primario.
La struttura dei laboratori diventa la continuità dell’impianto urbano: grandi pilastri di cemento segnano la strada e il percorso e costituiscono la struttura degli edifici per la ricerca. Essi segnano anche i punti centrali della limitatio. All’inizio del viale si trova una vasca d’acqua, alimentata dal torrente fresco e segreto che solca il terreno.
Il Centro servizi si pone come chiusura della grande prospettiva del viale di ingresso. È costituito da due grandi corpi simmetrici rispetto la torre centrale che caratterizza sia l’impianto che l’edificio, e che è l’immagine principale del Tecnoparco.
Al centro dell’edificio si trova una grande hall che distribuisce ai servizi del piano terra e agli uffici ai piani superiori. Il prospetto principale è caratterizzato dall’uso del granito bianco di Montorfono, mentre la sezione strutturale dell’edificio è messa in evidenza anche in facciata da un “ordine sovrapposto” di portali in ferro verniciato come una sorta di decorazione costruttiva.
I fianchi del Centro servizi sono composti dalle navate contenenti gli uffici divise in tre parti vetrate da due contrafforti completamente ciechi in cemento nei quali sono ubicati i servizi igienici, gli impianti di risalita e le scale.
Le parti vetrate sono costituite da pannelli di cemento prefabbricato, nei quali sono inseriti i serramenti in ferro o alluminio verniciato, sormontati da travi di bordo anch’esse in cemento prefabbricato sagomato e raccordate nei punti in cui l’edificio si rastrema da falde in lamiera preverniciata. L’edificio è coronato da un lucernario in ferro vetro.
Il prospetto del Centro servizi è caratterizzato da una seconda torre centrale, più semplice e più bassa di quella della facciata principale, in cemento lisciato. Anche i due corpi laterali sono finiti con lo stesso materiale e sono caratterizzati da piccole finestre quadrate e da due portali in ferro verniciato al piano terra.
Parallelamente al Centro servizi sono ubicati i laboratori: questi edifici sono composti da una testata (maggiormente caratterizzata nell’architettura) e dal capannone vero e proprio realizzato con elementi prefabbricati in cemento. La testata è rivestita in blocchi di ceppo fino all’altezza del portale in ferro verniciato ed è completata nella parte superiore dagli stessi pannelli prefabbricati in cemento usati per i fianchi del Centro servizi.
Il viale d’ingresso è caratterizzato dai grandi pilastri in cemento verniciato alti m 15 e collegati superiormente da una trave reticolare in acciaio verniciato. L’ordine regolare dei pilastri è segnato da campate chiuse con pannelli in cemento prefabbricato al cui interno sono inseriti dei serramenti metallici; tali parti chiuse costituiscono il volume fabbricato dei capannoni sulla strada. I capannoni per i restanti lati sono costituiti da semplici elementi in cemento prefabbricato.
Il Parco tecnologico infine è recintato verso la strada da un muro intonacato alto m 3 ed il suo ingresso è segnato da due torri in cemento che comprendono una parte di muro in ceppo e dai cancelli in ferro verniciato.
La zona immediatamente successiva all’ingresso è destinata ad attrezzature sportive e ricreative completate da una piccola tribuna e da una vasca d’acqua il cui bordo è rivestito in ceppo mentre al centro è posizionato un blocco in granito verde di Mergozzo» (Aldo Rossi, Parco tecnologico del Lago Maggiore, Fondotoce, Verbania, Italia, in «Zodiac», n. 15, 1996, p. 90) Traduzione inglese: sì

«Il complesso ha una planimetria basata su un impianto a maglia regolare a scacchiera che suddivide i diversi laboratori, interrotta dalla localizzazione del centro servizi in posizione dominante a chiusura dell’asse centrale. Il percorso è scandito da pilastri e culmina in una torre con l’orologio. L’edificio dei servizi, cieco sul lato prospettante sui laboratori, dove la struttura in acciaio è a vista e dipinta di giallo, si apre gradonando sui fronti laterali e su una corte centrale. Pannelli prefabbricati definiscono le superfici arretrate dei volumi. I pilastri sono collegati da travi in ferro che definiscono una sorta di portali. La costruzione utilizza pietre locali: il bianco di Montorfano per il rivestimento degli edifici, il verde di Mergozzo per la vasca d’acqua. A completare l’analogia con il luogo di una comunità sono le attrezzature per il tempo libero e i servizi». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1900-2006), Umberto Allemandi & C., Torino 2008, pp. 359-360) Traduzione inglese: sì


2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale

Il parco tecnologico di Fondo Toce ha mantenuto la funzione originaria e non ha subito particolari alterazioni nel tempo.


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  • Altri Provvedimenti: Vincolo ambientale
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Riferimento normativo Art. 136, c. 1, Lett. c) e d) del D.Lgs. 42/2004 – D.M. 21 giugno 1977 Altri provvedimenti

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Ferlenga Alberto 1996 Aldo Rossi. Opera completa 1993-1996 Electa Milano 154-173 No
Rossi Aldo 1996 Parco tecnologico del Lago Maggiore, Fondotoce, Verbania, Italia Zodiac n. 15 88-103 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1900-2006) Allemandi Torino 359-360 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Aldo Rossi, disegno di studio Aldo Rossi, disegno di studio Tratto da - Ferlenga, Electa 1996
Aldo Rossi, disegno di studio Aldo Rossi, disegno di studio Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Prospettiva e assonometria d’insieme Prospettiva e assonometria d’insieme Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Planimetria generale Planimetria generale Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Pianta del piano terreno Pianta del piano terreno Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Pianta del piano secondo Pianta del piano secondo Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Aldo Rossi, disegno di studio del Centro servizi Aldo Rossi, disegno di studio del Centro servizi Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Sezione trasversale del Centro servizi Sezione trasversale del Centro servizi Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista del modello Vista del modello Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista aerea Vista aerea Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Veduta aerea del parco tecnologico in costruzione Veduta aerea del parco tecnologico in costruzione Tratto da - Ferlenga, Electa 1996
Veduta del parco tecnologico in costruzione Veduta del parco tecnologico in costruzione Tratto da - Ferlenga, Electa 1996
Vista del viale di ingresso Vista del viale di ingresso Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista del fronte di un laboratorio grande Vista del fronte di un laboratorio grande Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista di dettaglio del Centro servizi Vista di dettaglio del Centro servizi Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista di dettaglio del Centro servizi Vista di dettaglio del Centro servizi Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista del Centro servizi da sud est Vista del Centro servizi da sud est Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista del Centro servizi da sud ovest Vista del Centro servizi da sud ovest Tratto da - Rossi, Zodiac n. 15, 1996
Vista del viale di ingresso, 2019 Vista del viale di ingresso, 2019 Alessandro Depaoli - 2019
Vista del Centro servizi, 2019 Vista del Centro servizi, 2019 Alessandro Depaoli - 2019
Vista del Centro servizi da est, 2019 Vista del Centro servizi da est, 2019 Alessandro Depaoli - 2019
Insegna del Parco tecnologico, 2019 Insegna del Parco tecnologico, 2019 Alessandro Depaoli - 2019
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google maps - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SAN Archivi degli Architetti - Aldo Rossi Visualizza
MAXXI Patrimonio - Aldo Rossi Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Aldo Rossi Visualizza
Enciclopedia Treccani - Aldo Rossi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: Direzione Regionale Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura & Design
Responsabile scientifico: Prof.ssa Maria Adriana Giusti, Prof.ssa Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Carolina Crozzolin, Guido Pavia, con Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 23/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2022