FERMATA DELL'AUTOBUS

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    [informazioni_architettoniche] => Il padiglione, a cavallo di un lungo muro-fontana, è costruito come un teorema, basato più sull'idea di errore che su quella di soluzione corretta. La sua accentuata logicità è rivolta alla produzione di un'impressione di instabilità. Costruito su di un reticolo regolare di 1,20 metri di lato, il padiglione accoglie al suo interno una rotazione indotta da una delle giaciture presenti nel tracciato circostante. Lo spostamento di direzione che ne consegue genera una tensione geometrica che determina una collocazione inconsueta delle bucature rispetto al volume. Tale irregolarità è esaltata dal rivestimento che scorre lungo il prisma a base quadrata con una sua regola autonoma, provocando la scucitura del tegumento in tufo rispetto alla sequenza delle finestre. Altro tema è quello della compressione; l'interno, infatti, ospita più elementi di quelli leciti in un vano di dimensioni modeste: una calcolata sproporzione tra una grandezza virtuale e una grandezza reale,
accentuata dall'affollamento delle strutture che avvolgono l'ottagono. Il paesaggio aereo delle travi, dei pilastri e dell'ottagono è osservabile dalla sommità di una stretta scala che introduce in questo spazio, densificato oltre il limite della saturazione. Infine, l'evento catastrofico portato dall'eccesso di elementi distrugge il volume in un punto trasformandolo in rudere. In questo modo, il ciclo costruzione-distruzione, tanto caro ai progettisti, è compiuto.

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    [cat_autori] => Franco Purini,Laura Thermes
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