Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

QUARTIERE INA-CASA TUSCOLANO II

Scheda Opera

  • Planimetria generale
  • Vista dall'alto
  • Vista esterna case di Vagnetti
  • Vista esterna da via Sagunto
  • Vista esterna edificio di Muratori
  • Particolare testata edificio di Muratori
  • Particolare facciata edificio di Muratori
  • Dettaglio struttura edificio di Muratori
  • Dettaglio facciata edificio di Muratori
  • Particolare ingresso verso via Sagunto
  • Dettaglio balconi edificio di Muratori
  • Vista verso via Sagunto
  • Particolare passaggio coperto sotto l'edificio di Muratori
  • Vista esterna
  • Comune: Roma
  • Località:
  • Denominazione: QUARTIERE INA-CASA TUSCOLANO II
  • Indirizzo: Largo Spartaco, via del Quadraro, via Selinunte, via Cartagine
  • Data: 1950 - 1956
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Mario De Renzi, Saverio Muratori
Descrizione

L'insediamento occupa una superficie di 26 ettari per un totale di 11500 abitanti. La scelta di realizzare un quartiere è considerato “lo strumento attraverso il quale le diversità di provenienza sociale e geografica vengono ricondotte ad unità nell'ambito di un organismo che seleziona e controlla i soggetti sociali e li integra nel funzionamento unitario del complesso urbano“ (M. Fabbri 1983). L'analisi delle principali stazioni appaltanti (IACP, INCIS, INPS, INAIL, Gestione INA-Casa) permette di individuare in modo specifico la composizione sociale del quartiere in costruzione, oltre la generica convinzione che l’edilizia realizzata dall'INA-Casa, in quanto pubblica e convenzionata, sia di fatto “popolare”, ed è utile anche per approfondire l’aspetto politico e sociale più generale del Piano.

Il quartiere si sviluppa intorno a un asse centrale (via Sagunto) lungo il quale corre una spina di case in linea, opera di Muratori e De Renzi, alta 5 piani che ha un andamento non rettilineo, caratterizzato da una cuspide nella parte centrale, da cui il nomignolo “Vermicone“. Lo scarto di un modulo rispetto a quello successivo è segnato sul prospetto dall'arretramento della loggia, delle scale areate e dallo scatto in avanti dei balconi angolati.

Giungendo dalla via Tuscolana, si presenta il complesso di Largo Spartaco, il cosiddetto “boomerang”, realizzato dall'INCIS: si tratta di un blocco di alloggi in linea, a sette livelli con ascensore e dalla rigida pianta angolata a “V”, che per la sua particolare forma assolve la duplice funzione di fondale della piazza dei servizi e di cinta muraria con porta urbica del centro edilizio, secondo un'idea quasi medievale. Le ali del palazzo fortemente divaricate hanno lunghezza diversa (una è formata da 14 campate, mentre l'altra da 18) e si sviluppa per circa 160 m di lunghezza, riprendendo con la sua configurazione il doppio orientamento del tessuto retrostante, mentre l'insolita angolazione della maglia strutturale rispetto ai fronti recupera l'allineamento della strada.

Innovativa per l'epoca è la previsione di inserire garage nel piano interrato; al piano terra sono collocati servizi generali (dal 1960 viene ospitata anche un centro sociale) e negozi, mentre all'ultimo piano sono presenti lavatoi e terrazze coperte. Ai piani abitati viene reiterato il modulo di due campate, di differente dimensione, costituito da due alloggi adiacenti con interposti il corpo scala e l'ascensore. Essi occupano interamente lo spessore del blocco, presentando affacci alternativamente dotati di un piccolo balcone, la cui angolazione, insieme allo sguincio delle aperture, denunciano la disposizione obliqua degli appartamenti stessi, allineati con la struttura portante.

L'edificio è rivestito in cortina laterizia, arricchita da ricorsi disposti alternativamente di costa e di faccia, ed è ritmato da snelli pilastri rastremati e da cornici marcapiano a leggero rilievo, inclinate verso l'esterno per favorire lo smaltimento dell'acqua piovana. Esse esaltano le componenti della maglia strutturale in cemento armato, contribuendo a declinare l'edificio secondo un'accezione monumentale. Nelle specchiature della griglia che ne risulta viene ospitato e ripetuto infinite volte il binomio finestra-balcone. Il muro laterale, interamente cieco, è anch'esso rivestito in cortina di mattoni e segnato da cornici marcapiano finemente lavorate con copertine inclinate per favorire lo scolo dell’acqua. Sul fronte retrostante è possibile notare la sobria compostezza del gioco di balconi. Nell'interazione del modulo che informa la facciata si distinguono solo pochi elementi: il sottopasso, che interrompe il ritmo dei sostegni e, sul retro, i pannelli di chiusura dei corpi scala, realizzati in grigliato di mattoni.

Il complesso si caratterizza per essere un palazzo “a riscatto“ per gli abitanti, nella convinzione che questo tipo di assegnazione avrebbe favorito una maggiore conservazione dell’immobile e una migliore gestione dell’ambiente urbano, a differenza degli altri edifici limitrofi, dati in affitto a dipendenti pubblici (così com'era stabilito per legge, in quanto la stazione appaltante è un'azienda che costruisce case per i propri dipendenti con l'obbligo di provvedere anche alla loro gestione ed assegnazione).

Superato il sottopassaggio centrale dell’edificio, accesso principale al quartiere in asse con via Segunto, si scorgono le altre case in linea della seconda strada che taglia perpendicolarmente il “boomerang“ di Muratori, creando in questo modo quattro settori entro i quali possono esprimersi i quattro collaboratori di Muratori e De Renzi: Tassotti, Vagnetti, Cambellotti e Perugini. L'insediamento è curato in parte dalla Gestione INA-Casa (Via del Quadraro e altre) ed in parte dall'INPS (Via Sagunto, Via Cartagine). L'edificio di Via Sagunto è il fulcro dell’intero sistema del quartiere, in quanto costituisce una coraggiosa presa di posizione nei confronti della cultura del momento priva di rigore metodico ed incline a decorativismi correnti. Ne è espressione stilistica l’intersezione obliqua delle fronti dell’edificio con l’ortogonalità tipica delle singole cellule abitative aggregate in linea continua.

Sul lato ovest si trovano le case in linea di Cambellotti e Perugini, sviluppate secondo una doppia angolazione, seguendo un andamento mistilineo. Gli alloggi, due per piano, hanno una regolare planimetria che si articola per l'inserimento dell'unico balcone a pianta roboidale, che diventa una loggia in corrispondenza dello sfasamento dei corpi e sulle testate; qui, a protezione dall'irraggiamento solare, è utlizzato un brise-soleil costituito da persiane alla romana di legno apribili a battente.

Sul versante opposto, verso est, si trovano gli edifici di Vagnetti e di Tassotti. I primi, in particolare, con due alloggi per piano sviluppati su tre livelli, sono caratterizzati dalla virtuale divisione delle unità edilizie, attraverso la successione dei timpani che evoca anche qui l'immagine del borgo medievale.
A limitare il quartiere, stabilendo rapporti visivi a scala territoriale, si elevano, vigili e trionfali, le torri: sul lato orientale, quelle a dieci livelli di Mario De Renzi. In numero di sei, esse mostrano una pianta stellare a quattro bracci, con volumi trapezoidali che sporgono dal nucleo centrale, ospitando quattro appartamenti per piano. Completa il prospetto, lateralmente, il profilo sagomato delle mensole che sorreggono i balconi, in origine delimitati virtualmente da una struttura metallica schermabile.

Sul fianco occidentale, impostate su via Cartagine, le ulteriori cinque torri, di cui la prima, quella centrale e l’ultima, a firma di De Renzi; le restanti due, progettate da Muratori. Molto simili tra loro, mostrano un compatto volume quadrato e si elevano su nove livelli, contenendo due appartamenti per piano, disposti simmetricamente rispetto al nucleo di collegamenti verticali. Gli alloggi, costituiti da due camere da letto, salone e servizi, sporgono dal sobrio prospetto intonacato, oggi segnato da improprie cornici marcapiano, mediante balconi poco aggettanti. Interessante la soluzione del tetto, che lascia un settore scoperto a servizio degli stenditoi, mantenendo però la sagoma strutturale delle travi. Sia nelle torri stellari che in quelle a pianta quadrata si leggono con evidenza alcuni dei caratteri tipici del lessico di De Renzi: il timpano a colombara, il rilievo della dimensione verticale al quale contribuiscono i montanti metallici sui balconi e i discendenti pluviali trattati in guisa di cantonali.

Info
  • Progetto: 1950 - 1952
  • Esecuzione: 1950 - 1956
  • Committente: IACP - Istituto Autonomo Case Popolari di Roma, INCIS - Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati Statali; INPS - Istituto Nazionale Previdenza Sociale; INAIL - Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Società Romana Appalti Impresa esecutrice Esecuzione NO
U Bellotti Impresa esecutrice Esecuzione NO
Lucio Cambellotti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=518594 NO
Mario De Renzi Progetto architettonico Progetto https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=29503 NO
Mario De Renzi Progetto urbano Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=29503 SI
Francesco Fariello Collaboratore Progetto NO
I Medici Impresa esecutrice Esecuzione NO
Saverio Muratori Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=522437 NO
Saverio Muratori Progetto urbano Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=522437 SI
Coop. Muratori e Cementisti di Carpi e di Ravenna Impresa esecutrice Esecuzione NO
Roberto Nicolini Collaboratore Progetto NO
Giuseppe Perugini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=58147 NO
E Pezzella Impresa esecutrice Esecuzione NO
Giulio Roisecco Collaboratore Progetto NO
Dante Tassotti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=38983 NO
Luigi Vagnetti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=333062 NO
E Vallini Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco, materiali lapidei
  • Coperture: a falde
  • Serramenti: legno, metallo
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Mediocre
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Il quartiere si sviluppa intorno a un asse centrale (via Sagunto) lungo il quale corre una spina di case in linea, opera di Muratori e De Renzi, alta 5 piani che ha un andamento non rettilineo, caratterizzato da una cuspide nella parte centrale, da cui il nomignolo “Vermicone“. Lo scarto di un modulo rispetto a quello successivo è segnato sul prospetto dall'arretramento della loggia, delle scale areate e dallo scatto in avanti dei balconi angolati.

Giungendo dalla via Tuscolana, si presenta il complesso di Largo Spartaco, il cosiddetto “boomerang”, realizzato dall'INCIS: si tratta di un blocco di alloggi in linea, a sette livelli con ascensore e dalla rigida pianta angolata a “V”, che per la sua particolare forma assolve la duplice funzione di fondale della piazza dei servizi e di cinta muraria con porta urbica del centro edilizio, secondo un'idea quasi medievale. Le ali del palazzo fortemente divaricate hanno lunghezza diversa (una è formata da 14 campate, mentre l'altra da 18) e si sviluppa per circa 160 m di lunghezza, riprendendo con la sua configurazione il doppio orientamento del tessuto retrostante, mentre l'insolita angolazione della maglia strutturale rispetto ai fronti recupera l'allineamento della strada. 

Innovativa per l'epoca è la previsione di inserire garage nel piano interrato; al piano terra sono collocati servizi generali (dal 1960 viene ospitata anche un centro sociale) e negozi, mentre all'ultimo piano sono presenti lavatoi e terrazze coperte. Ai piani abitati viene reiterato il modulo di due campate, di differente dimensione, costituito da due alloggi adiacenti con interposti il corpo scala e l'ascensore. Essi occupano interamente lo spessore del blocco, presentando affacci alternativamente dotati di un piccolo balcone, la cui angolazione, insieme allo sguincio delle aperture, denunciano la disposizione obliqua degli appartamenti stessi, allineati con la struttura portante.

L'edificio è rivestito in cortina laterizia, arricchita da ricorsi disposti alternativamente di costa e di faccia, ed è ritmato da snelli pilastri rastremati e da cornici marcapiano a leggero rilievo, inclinate verso l'esterno per favorire lo smaltimento dell'acqua piovana. Esse esaltano le componenti della maglia strutturale in cemento armato, contribuendo a declinare l'edificio secondo un'accezione monumentale. Nelle specchiature della griglia che ne risulta viene ospitato e ripetuto infinite volte il binomio finestra-balcone. Il muro laterale, interamente cieco, è anch'esso rivestito in cortina di mattoni e segnato da cornici marcapiano finemente lavorate con copertine inclinate per favorire lo scolo dell’acqua. Sul fronte retrostante è possibile notare la sobria compostezza del gioco di balconi. Nell'interazione del modulo che informa la facciata si distinguono solo pochi elementi: il sottopasso, che interrompe il ritmo dei sostegni e, sul retro, i pannelli di chiusura dei corpi scala, realizzati in grigliato di mattoni.

Il complesso si caratterizza per essere un palazzo “a riscatto“ per gli abitanti, nella convinzione che questo tipo di assegnazione avrebbe favorito una maggiore conservazione dell’immobile e una migliore gestione dell’ambiente urbano, a differenza degli altri edifici limitrofi, dati in affitto a dipendenti pubblici (così com'era stabilito per legge, in quanto la stazione appaltante è un'azienda che costruisce case per i propri dipendenti con l'obbligo di provvedere anche alla loro gestione ed assegnazione).

Superato il sottopassaggio centrale dell’edificio, accesso principale al quartiere in asse con via Segunto, si scorgono le altre case in linea della seconda strada che taglia perpendicolarmente il “boomerang“ di Muratori, creando in questo modo quattro settori entro i quali possono esprimersi i quattro collaboratori di Muratori e De Renzi: Tassotti, Vagnetti, Cambellotti e Perugini. L'insediamento è curato in parte dalla Gestione INA-Casa (Via del Quadraro e altre) ed in parte dall'INPS (Via Sagunto, Via Cartagine). L'edificio di Via Sagunto è il fulcro dell’intero sistema del quartiere, in quanto costituisce una coraggiosa presa di posizione nei confronti della cultura del momento priva di rigore metodico ed incline a decorativismi correnti. Ne è espressione stilistica l’intersezione obliqua delle fronti dell’edificio con l’ortogonalità tipica delle singole cellule abitative aggregate in linea continua.

Sul lato ovest si trovano le case in linea di Cambellotti e Perugini, sviluppate secondo una doppia angolazione, seguendo un andamento mistilineo. Gli alloggi, due per piano, hanno una regolare planimetria che si articola per l'inserimento dell'unico balcone a pianta roboidale, che diventa una loggia in corrispondenza dello sfasamento dei corpi e sulle testate; qui, a protezione dall'irraggiamento solare, è utlizzato un brise-soleil costituito da persiane alla romana di legno apribili a battente.

Sul versante opposto, verso est, si trovano gli edifici di Vagnetti e di Tassotti. I primi, in particolare, con due alloggi per piano sviluppati su tre livelli, sono caratterizzati dalla virtuale divisione delle unità edilizie, attraverso la successione dei timpani che evoca anche qui l'immagine del borgo medievale.
A limitare il quartiere, stabilendo rapporti visivi a scala territoriale, si elevano, vigili e trionfali, le torri: sul lato orientale, quelle a dieci livelli di Mario De Renzi. In numero di sei, esse mostrano una pianta stellare a quattro bracci, con volumi trapezoidali che sporgono dal nucleo centrale, ospitando quattro appartamenti per piano. Completa il prospetto, lateralmente, il profilo sagomato delle mensole che sorreggono i balconi, in origine delimitati virtualmente da una struttura metallica schermabile.

Sul fianco occidentale, impostate su via Cartagine, le ulteriori cinque torri, di cui la prima, quella centrale e l’ultima, a firma di De Renzi; le restanti due, progettate da Muratori. Molto simili tra loro, mostrano un compatto volume quadrato e si elevano su nove livelli, contenendo due appartamenti per piano, disposti simmetricamente rispetto al nucleo di collegamenti verticali. Gli alloggi, costituiti da due camere da letto, salone e servizi, sporgono dal sobrio prospetto intonacato, oggi segnato da improprie cornici marcapiano, mediante balconi poco aggettanti. Interessante la soluzione del tetto, che lascia un settore scoperto a servizio degli stenditoi, mantenendo però la sagoma strutturale delle travi. Sia nelle torri stellari che in quelle a pianta quadrata si leggono con evidenza alcuni dei caratteri tipici del lessico di De Renzi: il timpano a colombara, il rilievo della dimensione verticale al quale contribuiscono i montanti metallici sui balconi e i discendenti pluviali trattati in guisa di cantonali.
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La parziale edificazione del settore a nord, che ha sacrificato in particolare la realizzazione dei servizi e delle aree pubbliche, ha compromesso l'unitarietà di Largo Spartaco: la piazza mostra oggi un accento slabbrato e frammentario, denunciando la difficoltà di relazione con il contesto.

In generale il degrado degli edifici, a prescindere dal grande volume su Largo Spartaco, presenta caratteri di omogeneità che derivano dall'uso continuativo dei fabbricati e dal loro frequente adeguamento alle nuove esigenze. Le condizioni degli edifici sono state sostanzialmente diversificate (interventi di manutenzione con quarzo graffiato in colori diversi dall'originale, inserimento di corpi ascensori esterni in alluminio e vetro, grate e infissi di diversa fattura, tamponatura di balconi e logge, chiusura dei volumi delle scale originariamente areate) con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che negli anni hanno preservato il complesso dal degrado funzionale ma non da quello architettonico. Gli esiti si rintracciano nell'alterazione dell'immagine originaria, oltre che in alcune integrazioni.
Anche a fronte della proprietà e analoghi progetti possono esserci delle differenze significative sostanziali nella qualità edilizia e nella manutenzione:  ad esempio per quanto riguarda le case a torre di via Cartagine, i fabbricati 85, 86, 87 e 88 (di proprietà INPS) presentano lesioni verticali e orizzontali su tutti i muri, molti lavori sono lasciati incompleti e alcuni servizi di prima necessità mancano (porte dell’ascensore, avvolgibili non messi in opera, il balcone sul pianerottolo è privo di una porta-finestra in grado di riparare dalle intemperie, lo scolo dell’acqua non è completo e i cassoni dell’acqua sono vecchi e lesionati), a differenza del fabbricato analogo, il 99, di proprietà del Ministero della Difesa. 


Dati
Area: 36 ha
Alloggi: 3.150 (circa 17.000 vani)
Abitanti: 25.000

Tipi edilizi:
- case a torre (9-10 piani, 2 o 4 alloggi per piano)
- case in linea (4-5-6 piani)
- case isolate
- case a patio
- edificio a ballatoio (3 piani)

Pasolini ambienta nel palazzo di Largo Spartaco una parte significativa del film Mamma Roma.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Un'ampia superficie di verde pubblico circondava tutti gli edifici e costituiva un tessuto connettivo finalizzato allo scambio di relazioni sociali, in linea con le intenzioni dell'ente: si incuneava tra i blocchi edilizi e filtrava le residenze più interne dal traffico veicolare delle principali arterie stradali. Oggi queste aree sono state frazionate con recinzioni che individuano competenze condominiali e impediscono il libero transito, altre sono state trasformate in parcheggio. La parziale edificazione del settore a nord, che ha sacrificato in particolare la realizzazione dei servizi e delle aree pubbliche, ha compromesso l'unitarietà di Largo Spartaco: la piazza mostra oggi un accento slabbrato e frammentario, denunciando la difficoltà di relazione con il contesto. In generale il degrado degli edifici, a prescindere dal grande volume su Largo Spartaco, presenta caratteri di omogeneità che derivano dall'uso continuativo dei fabbricati e dal loro frequente adeguamento alle nuove esigenze. Le condizioni degli edifici sono state sostanzialmente diversificate (interventi di manutenzione con quarzo graffiato in colori diversi dall'originale, inserimento di corpi ascensori esterni in alluminio e vetro, grate e infissi di diversa fattura, tamponatura di balconi e logge, chiusura dei volumi delle scale originariamente areate) con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che negli anni hanno preservato il complesso dal degrado funzionale ma non da quello architettonico. Gli esiti si rintracciano nell'alterazione dell'immagine originaria, oltre che in alcune integrazioni. Anche a fronte della proprietà e analoghi progetti possono esserci delle differenze significative sostanziali nella qualità edilizia e nella manutenzione: ad esempio per quanto riguarda le case a torre di via Cartagine, i fabbricati 85, 86, 87 e 88 (di proprietà INPS) presentano lesioni verticali e orizzontali su tutti i muri, molti lavori sono lasciati incompleti e alcuni servizi di prima necessità mancano (porte dell’ascensore, avvolgibili non messi in opera, il balcone sul pianerottolo è privo di una porta-finestra in grado di riparare dalle intemperie, lo scolo dell’acqua non è completo e i cassoni dell’acqua sono vecchi e lesionati), a differenza del fabbricato analogo, il 99, di proprietà del Ministero della Difesa. Dati Area: 36 ha Alloggi: 3.150 (circa 17.000 vani) Abitanti: 25.000 Tipi edilizi: - case a torre (9-10 piani, 2 o 4 alloggi per piano) - case in linea (4-5-6 piani) - case isolate - case a patio - edificio a ballatoio (3 piani) Pasolini ambienta nel palazzo di Largo Spartaco una parte significativa del film Mamma Roma.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1950 INA-Casa Fascicolo n. 2 Si
Astengo Giovanni 1951 Nuovi quartieri in Italia Urbanistica n. 7 9-41 No
Bonelli Renato 1951 L'edilizia del "Piano Fanfani" Edilizia moderna n. 46 5-20 No
1951 Rassegna critica di architettura n. 20-21 No
Libera Adalberto 1952 La scala del quartiere residenziale, in Istituto Nazionale Urbanistica, Esperienze urbanistiche in Italia INU Roma 129-149 No
1952 Rassegna critica di architettura n. 26-27 43-45 Si
1953 L'INA-Casa al IV Congresso nazionale di urbanistica Venezia 156-161 No
1954 Rassegna di architettura e urbanistica n. 31-32 58-60 Si
Libera Adalberto 1955 Il quartiere Tuscolano a Roma Comunità n. 31 46-49 Si
1955 Urbanistica n. 17 103-110 Si
1958 Architettura Cantiere n. 16 85-91 Si
Beretta Anguissola Luigi (a cura di) 1963 I 14 anni del piano INA Casa Staderini Roma 419-420 No
ANIAI - Associazione Nazionale Ingegneri e Architetti Italiani 1965 Guida dell'architettura contemporanea in Roma Tekni/con Roma Scheda L1 Si
1974 Cronaca del Tuscolano Istituto di Fondamenti dell'Architettura Roma Si
Fabbri Marcello 1983 L’urbanistica italiana dal dopoguerra ad oggi De Donato Bari No
1984 Storia Architettura n. 1-2 14; 31-38; 44-45; 188-189 Si
Capolino Patrizia (a cura di) 1984 Case romane. La periferia e le case popolari Clear Roma 88-90 No
Moschini Francesco, Irace Fulvio (a cura di) 1984 Domus. Itinerari, itineraries. Roma Domus n. 654 Roma Scheda n. 58 Si
Rossi Piero Ostilio 1984 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-1984 (I ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 100 Si
Ciucci Giorgio, De Feo Vittorio 1985 Itinerari de L'Espresso. Roma L'Espresso Milano 509 No
Muratore Giorgio 1987 Architettura romana contemporanea, in Klotz Heinrich, Pavan Vincenzo (a cura di), Neues Bauen in der Ewigen Stadt. La nuova Scuola di Roma Arsenale Venezia 43-55 No
Muntoni Alessandra 1987 Lo studio Paniconi e Pediconi, 1930-1984 Kappa Roma 119 No
Cataldi Giancarlo (a cura di) 1991 Saverio Muratori Architetto. Il pensiero e l'opera Alinea Firenze 46; 72-78 No
Spinelli Luigi (a cura di) 1991 Itinerario n. 71. De Renzi e Roma Domus n. 730 Scheda n. 24 No
Rossi Piero Ostilio 1991 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-1991 (II ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 92 Si
Polano Sergio 1991 Guida all'architettura italiana del Novecento Electa Milano 442-443 No
Sgarbi Vittorio 1991 Dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori. Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri Bompiani Milano 95 No
Neri Maria Luisa 1992 Mario De Renzi. L'architettura come mestiere 1897-1967 Gangemi Roma 167-169 Si
Neri Maria Luisa 1993 La poetica dell'abitare: le case romane di Mario De Renzi Edilizia popolare n. 227 2-9 No
Benevolo Leonardo 1994 Storia dell'architettura moderna. Il dopoguerra, vol. 4 Laterza Roma-Bari 787-788 No
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Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Mario De Renzi Mario De Renzi Accademia Nazionale di San Luca, Roma Quartiere Tuscolano II, via Tuscolana - via del Quadraro, Roma
Fondo Saverio Muratori Saverio Muratori Biblioteca civica d'arte Luigi Poletti, Modena Quartiere INA-casa Tuscolano 2

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Planimetria generale Planimetria generale
Vista dall'alto Vista dall'alto
Vista esterna case di Vagnetti Vista esterna case di Vagnetti
Vista esterna da via Sagunto Vista esterna da via Sagunto
Vista esterna edificio di Muratori Vista esterna edificio di Muratori Luciano Antonino Scuderi - 2018
Particolare testata edificio di Muratori Particolare testata edificio di Muratori Luciano Antonino Scuderi - 2018
Particolare facciata edificio di Muratori Particolare facciata edificio di Muratori Luciano Antonino Scuderi - 2018
Dettaglio struttura edificio di Muratori Dettaglio struttura edificio di Muratori Luciano Antonino Scuderi - 2018
Dettaglio facciata edificio di Muratori Dettaglio facciata edificio di Muratori Luciano Antonino Scuderi - 2018
Particolare ingresso verso via Sagunto Particolare ingresso verso via Sagunto Luciano Antonino Scuderi - 2018
Dettaglio balconi edificio di Muratori Dettaglio balconi edificio di Muratori Luciano Antonino Scuderi - 2018
Vista verso via Sagunto Vista verso via Sagunto Luciano Antonino Scuderi - 2018
Particolare passaggio coperto sotto l'edificio di Muratori Particolare passaggio coperto sotto l'edificio di Muratori Luciano Antonino Scuderi - 2018
Vista esterna Vista esterna Luciano Antonino Scuderi - 2018

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 24/05/2024

Revisori:

Alberto Coppo 2021