Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EX MINISTERO DELLE FINANZE

Scheda Opera

  • Prospetto su via Cristoforo Colombo
  • Vista esterna
  • Vista da via Cristoforo Colombo
  • Vista dal lago dell'Eur
  • Comune: Roma
  • Località:
  • Denominazione: EX MINISTERO DELLE FINANZE
  • Indirizzo: Viale Europa N. 242
  • Data: 1957 - 1969
  • Tipologia: Sedi di enti pubblici e istituzioni
  • Autori principali: Cesare Ligini, Vittorio Cafiero, Renato Venturi, Guido Marinucci
Descrizione

Il progetto si inserisce in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960, periodo in cui la città si trova a fronteggiare la ridefinizione dell’Eur, rimasto incompleto a causa della guerra. Il commissario straordinario dell’Ente Autonomo, Virgilio Testa, con il suo piano di decentramento amministrativo, nel 1957, assegna, senza concorso pubblico, agli architetti Vittorio Cafiero, Cesare Ligini, Guido Marinucci e Renato Venturi, l’incarico del progetto di massima della nuova sede del Ministero delle Finanze.

La superficie dell’area è un rettangolo di 15400 mq ed è composto da cinque corpi di fabbrica, due bassi per gli uffici di rappresentanza e della Guardia di Finanza e tre torri, destinate alle direzioni generali ed agli archivi. Due piani interrati servono da parcheggi e locali tecnici, mentre le tre torri svettano di diciassette piani fuori terra, per un’altezza massima di circa 62 m. I tre corpi sono messi in relazione oltre che a piano terreno anche al primo livello, per mezzo di una struttura su pilastri con funzione connettiva. I due livelli ospitano quindi le aree distributive, mentre ai piani successivi si dislocano gli uffici. I servizi igienici ed i locali tecnici si collocano adiacenti ai sistemi connettivi verticali, quali scale ed ascensori, definendo una chiarezza di pianta che è priorità di progetto.

Tutte le misure, strutturali e architettoniche, fanno riferimento ad un unico modulo costruttivo comune di 1.35 m ad interasse variabile, leggibile in facciata ed all'interno, che scandisce le distanze tra le partizioni, i setti e gli infissi. Optare per questa concezione modulare ha permesso di raggiungere il tetto con grande rapidità (18 mesi), grazie anche all'uso di travi a spessore di solaio e di casseforme metalliche per il getto dei setti.

Ligini sceglie per i suoi volumi stereometrici una facciata continua (curtain wall) e prospetti indifferenziati, possibili grazie all'arretramento della struttura rispetto alla facciata ed allo sbalzo dei solai lungo tutto il perimetro di ciascuna torre. La struttura portante è particolare in quanto poggia su setti e non su pilastri come comunemente avviene: una soluzione per controventare le spinte orizzontali enfatizzate dalla configurazione lamellare degli edifici.

I corpi scala esterni sono un’aggiunta successiva, dovuta alle modifiche effettuate negli anni ’70 sulle normative di sicurezza degli edifici. Gli infissi sono costituiti da tre scomparti: due vetrate apribili a saliscendi ed uno inferiore in vetro operato con retrostante pannello isolante verniciato sulle due facce. Le pareti divisorie interne sono mobili, al piano attico la sala riunioni è coperta con lastre di alluminio anodizzato con un controsoffitto in legno.

Ormai abbandonato dagli uffici del Ministero delle Finanze, e di proprietà pubblica, alla fine del secolo scorso si pensa di trasformarlo in un albergo per il vicino centro congressi. Qualche anno e si cambia idea, con il coinvolgimento del Comune nel progetto “Campidoglio due“. Dopo un altro cambio di proprietà (Fintecna, in una cordata mista pubblico-privato), nel 2007 vengono avviati lavori di manutenzione straordinaria, con lo smontaggio degli infissi e la demolizione delle pareti interne.

È proprio in questo periodo che – nonostante il complesso fosse entrato a far parte della Carta per la qualità – viene proposta al consiglio comunale di Roma una variante urbanistica per permettere la demolizione delle torri, condizione per realizzare una “scatola di cristallo” progettata da RPBW. Ne scaturirono un dibattito intenso e uno scontro acceso, negli stessi mesi in cui veniva cancellata un’altra opera di Ligini, il velodromo costruito proprio per le Olimpiadi del 1960 e demolito nel 2008 dopo 40 anni di abbandono.

L’ipotesi estrema viene bocciata ma permane uno stato d’indecisione sul futuro uso che porta ad interrompere i lavori lasciando in dote un enorme scheletro vuoto, tanto evidente da meritarsi il soprannome di Beirut. Una situazione che, seppure in minima parte, è già cambiata. In attesa del cantiere vero e proprio, è stata realizzata una prima operazione, d’immagine: le torri sono state ricoperte con pannelli colorati che vorrebbero simboleggiare il futuro diverso e ritrovato. (da: http://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2016/06/03/ri_visitati-lenta-rinascita-per-le-torri-delleur/)

Il complesso è stato oggetto di un concorso bandito nel 2015 dalla società Alfiere S.p.A. (società mista formata da Cassa Depositi e Prestiti e Tim S.p.A.) per la trasformazione degli edifici nei nuovi uffici di Tim S.p.A. Il progetto vincitore è stato redatto da un gruppo di professionisti guidati dallo Studio UNO-A Architetti Associati ed ha ricevuto, in attesa di realizzazione, il Primo Premio Progetti d'Italia 2020. Dopo l'uscita di Tim S.p.A. l'intervento prevede la sistemazione degli edifici in uffici da affittare a singole società.

Info
  • Progetto: 1957 -
  • Esecuzione: 1957 - 1969
  • Committente: Eur S.p.A.
  • Proprietà: Proprietà pubblica
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Vittorio Cafiero Progetto architettonico Progetto SI
Cesare Ligini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=58193 SI
Guido Marinucci Progetto architettonico Progetto SI
Ugo Milone Impresa esecutrice Esecuzione NO
Alfredo Passaro Progetto strutturale Progetto NO
Renato Venturi Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: cemento armato, acciaio
  • Materiale di facciata: pannelli prefabbricati leggeri
  • Coperture: piana
  • Stato Strutture: Mediocre
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
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La superficie dell’area è un rettangolo di 15400 mq ed è composto da cinque corpi di fabbrica, due bassi per gli uffici di rappresentanza e della Guardia di Finanza e tre torri, destinate alle direzioni generali ed agli archivi. Due piani interrati servono da parcheggi e locali tecnici, mentre le tre torri svettano di diciassette piani fuori terra, per un’altezza massima di circa 62 m. I tre corpi sono messi in relazione oltre che a piano terreno anche al primo livello, per mezzo di una struttura su pilastri con funzione connettiva. I due livelli ospitano quindi le aree distributive, mentre ai piani successivi si dislocano gli uffici. I servizi igienici ed i locali tecnici si collocano adiacenti ai sistemi connettivi verticali, quali scale ed ascensori, definendo una chiarezza di pianta che è priorità di progetto.

Tutte le misure, strutturali e architettoniche, fanno riferimento ad un unico modulo costruttivo comune di 1.35 m ad interasse variabile, leggibile in facciata ed all'interno, che scandisce le distanze tra le partizioni, i setti e gli infissi. Optare per questa concezione modulare ha permesso di raggiungere il tetto con grande rapidità (18 mesi), grazie anche all'uso di travi a spessore di solaio e di casseforme metalliche per il getto dei setti.

Ligini sceglie per i suoi volumi stereometrici una facciata continua (curtain wall) e prospetti indifferenziati, possibili grazie all'arretramento della struttura rispetto alla facciata ed allo sbalzo dei solai lungo tutto il perimetro di ciascuna torre. La struttura portante è particolare in quanto poggia su setti e non su pilastri come comunemente avviene: una soluzione per controventare le spinte orizzontali enfatizzate dalla configurazione lamellare degli edifici. 

I corpi scala esterni sono un’aggiunta successiva, dovuta alle modifiche effettuate negli anni ’70 sulle normative di sicurezza degli edifici. Gli infissi sono costituiti da tre scomparti: due vetrate apribili a saliscendi ed uno inferiore in vetro operato con retrostante pannello isolante verniciato sulle due facce. Le pareti divisorie interne sono mobili, al piano attico la sala riunioni è coperta con lastre di alluminio anodizzato con un controsoffitto in legno.

Ormai abbandonato dagli uffici del Ministero delle Finanze, e di proprietà pubblica, alla fine del secolo scorso si pensa di trasformarlo in un albergo per il vicino centro congressi. Qualche anno e si cambia idea, con il coinvolgimento del Comune nel progetto “Campidoglio due“. Dopo un altro cambio di proprietà (Fintecna, in una cordata mista pubblico-privato), nel 2007 vengono avviati lavori di manutenzione straordinaria, con lo smontaggio degli infissi e la demolizione delle pareti interne. 

È proprio in questo periodo che – nonostante il complesso fosse entrato a far parte della Carta per la qualità – viene proposta al consiglio comunale di Roma una variante urbanistica per permettere la demolizione delle torri, condizione per realizzare una “scatola di cristallo” progettata da RPBW. Ne scaturirono un dibattito intenso e uno scontro acceso, negli stessi mesi in cui veniva cancellata un’altra opera di Ligini, il velodromo costruito proprio per le Olimpiadi del 1960 e demolito nel 2008 dopo 40 anni di abbandono. 

L’ipotesi estrema viene bocciata ma permane uno stato d’indecisione sul futuro uso che porta ad interrompere i lavori lasciando in dote un enorme scheletro vuoto, tanto evidente da meritarsi il soprannome di Beirut. Una situazione che, seppure in minima parte, è già cambiata. In attesa del cantiere vero e proprio, è stata realizzata una prima operazione, d’immagine: le torri sono state ricoperte con pannelli colorati che vorrebbero simboleggiare il futuro diverso e ritrovato. (da: http://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2016/06/03/ri_visitati-lenta-rinascita-per-le-torri-delleur/)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Passero Alfredo 1961 Il complesso dei ministeri Finanziari all'E.U.R L'Industria italiana del cemento n. 10 499-516 Si
Ferri Pietro 1962 Nuova sede del Ministero delle Finanze Edilizia moderna n. 75 1-12 Si
Zevi Bruno 1971 Tre prismi per le finanze, in Cronache di architettura, vol. 3 Laterza Roma-Bari 222-225; Scheda n. 241 Si
De Guttry Irene 1978 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi De Luca Roma 94 No
Polla Ermanno 1979 Il Palazzo delle Finanze di Roma capitale Libreria dello Stato Roma Si
Ippolito Achille Maria 1983 Roma EUR 83. Storia ed analisi critica dell’architettura del Quartiere E.U.R. dal piano per l’E42 ai giorni nostri Palombi Roma 49 No
Santangeli Claudio 1985 Il Ministero delle Finanze, in I Ministeri di Roma Capitale Marsilio Venezia 125-135 Si
Sgarbi Vittorio 1991 Dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori. Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri Bompiani Milano 68 No
Touring Club Italiano 1993 Guida d'Italia. Roma Touring Milano 790 No
Scaglione Pino 2000 EUR a Roma. Controguida d'architettura Testo & Immagine Torino 60-63 No
De Guttry Irene 2001 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi De Luca Roma 94 No
Muratore Giorgio 2007 Roma. Guida all'architettura L'Erma di Bretschneider Roma 277 Si
Lupo Valeria (a cura di) 2014 Cesare Ligini Architetto Prospettive Roma Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Prospetto su via Cristoforo Colombo Prospetto su via Cristoforo Colombo
Vista esterna Vista esterna
Vista da via Cristoforo Colombo Vista da via Cristoforo Colombo
Vista dal lago dell'Eur Vista dal lago dell'Eur

Criteri
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SAN Archivi degli Architetti - Cesare Ligini Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 24/04/2024

Revisori:

Alberto Coppo 2021