Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

MOSCHEA E CENTRO CULTURALE ISLAMICO

Scheda Opera

  • Pianta
  • Vista esterna
  • Vista esterna della sala di preghiera
  • Vista esterna del centro culturale islamico
  • Comune: Roma
  • Località: Parioli
  • Denominazione: MOSCHEA E CENTRO CULTURALE ISLAMICO
  • Indirizzo: Via della Moschea N. 85
  • Data: 1975 - 1995
  • Tipologia: Edifici per il culto
  • Autori principali: Paolo Portoghesi, Vittorio Gigliotti, Sami Mousawi
Descrizione

La grande Moschea di Roma è il principale luogo di culto della comunità musulmana a Roma, il più grande in Italia e in Occidente. Sorge nella zona nord della città ai piedi del Monte Antenne in una vasta area verde in cui il fiume Aniene confluisce nel Tevere, integrandosi perfettamente in tale contesto naturale. Il complesso si estende su 30.000 mq di terreno e può ospitare fino a 12000 fedeli.
Nonostante oggi quest’opera goda di un ampio consenso, durante la sua genesi ha dovuto far fronte al tabù dell’entrata ufficiale del mondo islamico nella capitale della cristianità. La moschea, oltre a rappresentare un punto di riferimento in campo religioso, è sede del Centro islamico culturale d'Italia, offrendo servizi culturali e sociali, quali celebrazioni di matrimoni, assistenza per i funerali, esposizioni; inoltre ospita una piccola sala di preghiera giornaliera, una biblioteca, una sala conferenze per 300 persone, una sala riunioni, uffici e altri spazi per l’interazione sociale.
Fu voluta e in parte finanziata dal re Faysal dell'Arabia Saudita, capostipite della famiglia reale saudita, nonché Custode delle Due Sante Moschee della Mecca e di Medina, che trovandosi in visita a Roma nel 1966 non trovò un luogo per pregare adatto alle sue esigenze spirituali; il governo saudita con ventiquattro ambasciatori di altre nazioni islamiche decisero quindi di sostenere le spese per la costruzione di un monumentale luogo di culto, in modo tale che anche la religione islamica avesse un luogo di rappresentanza in Italia.
Dall'epigrafe esterna si evince che la sua costruzione ha richiesto più di vent'anni: la concessione del terreno fu deliberata dal Consiglio Comunale di Roma nel 1975, dopo il parere positivo di Papa Paolo VI; fu indetto un concorso internazionale al quale parteciparono oltre 40 studi di architettura. La prima pietra fu posta però dieci anni dopo, nel 1984, alla presenza dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e l'inaugurazione avvenne solo il 21 giugno 1995.
La commissione giudicatrice scelse di premiare i progetti degli italiani Paolo Portoghesi coadiuvato dall’ing. Vittorio Gigliotti e dell’architetto iracheno Sami Mousawi, ritenendo la loro sintesi la soluzione perfetta per il nuovo centro di culto. I due architetti furono spinti a collaborare per fondere i due linguaggi costruttivi propri dei loro paesi di appartenenza, ma tale collaborazione non fu facile, tanto che Mousawi abbandonò definitivamente il progetto nel 1980, lasciando a Portoghesi la paternità dell’opera.
Il progetto della moschea è stato per anni tema di dibattito sia dal punto di vista religioso che da quello architettonico: oltre alla delicata questione dell’interazione tra culto islamico e culto cattolico, i progettisti hanno dovuto affrontare i vincoli legati all'architettura romana, tant'è che il nuovo complesso religioso non avrebbe dovuto superare per sontuosità i luoghi di culto della Roma cristiana (l’altezza del minareto infatti è minore di quella della cupola di San Pietro).
Per Portoghesi la Moschea rappresenta il capolavoro della sua attività progettuale, interpretando la sintesi tra linguaggi artistici diversi e tematiche estetiche proprie del culto islamico. La particolarità dell'architettura islamica, secondo l’architetto, è infatti quella straordinaria capacità di adattarsi in realtà esistenti dando vita a linguaggi molteplici. Il programma progettuale ha perciò come punto cardine “l’ascolto del luogo”, ossia la comprensione dei fondamenti dell’architettura islamica e il loro inserimento nel contesto storico romano.
Il complesso è composto da una serie di volumi asimmetrici, caratterizzata dall'alternanza di ritmi diversi, in cui spazi esterni e spazi interni si integrano a vicenda, come accade nell'architettura persiana o in quella etrusca, e che si raccordano attorno al grande spazio centrale dedicato alla preghiera; la grande aula, posta in asse tra i volumi, coerentemente con il modello autentico della moschea, mette in risalto una nicchia, il Mihrab, direzionata verso la città santa.
Il Mihrab, con le sue scanalature verticali, tiene legate le due volumetrie laterali perfettamente simmetriche caratterizzate a loro volta dalla scansione ritmica delle finestre rettangolari e dalle lesene di cemento bianco.
In tutto il progetto la scelta dei materiali e degli elementi architettonici e il loro accostamento ribadiscono la volontà di dialogo tra le due culture rendendo familiare l’ambiente a qualsiasi fruitore. Elemento caratteristico dell’architettura islamica è la grande sala di preghiera a forma di prisma quadrato con la copertura sorretta da colonne a tre steli, che rimanda all'immagine di una foresta; tipicamente riferito al contesto romano sono invece i materiali usati, come i laterizi delle facciate, il travertino, di varie tonalità per le diverse pavimentazioni, il peperino per le cornici delle finestre e il piombo della copertura; d’ispirazione moresca sono invece le fontane e i giochi d’acqua.
Anche nella scelta dei rivestimenti interni è leggibile questa sintesi di culture architettoniche diverse: la copertura della sala di preghiera è realizzata con una particolare applicazione di stucco ad encausto, tecnica usata nel mondo greco-romano, mentre le pareti sono arricchite da eleganti intrecci policromi di maioliche dai colori delicati prodotte da maestranze magrebine specializzate. Altri elementi colorati, sotto forma di vetrate, sono posizionati sul muro maestro della moschea, quello della cosiddetta qibla, ovvero la parete perpendicolare alla direzione della Mecca, su cui si apre la nicchia del Mihrab.
Gli spazi per le attività culturali e sociali e per la biblioteca sono ospitati nelle due ali simmetriche adiacenti l’entrata della moschea. Questi due volumi sono a loro volta formati da due corpi paralleli che racchiudono un ampio spazio aperto, il quale confluisce ortogonalmente con lo spazio in asse rispetto all'ingresso alla sala di preghiera. Tale spazio funge da luogo di raccolta dei fedeli e da questo si può accedere alle coperture delle due volumetrie coronate da un loggiato.
Per quanto riguarda la struttura, la sala di preghiera è articolata in una successione di 32 pilastri polistili, che abbandonando il modello fusto-capitello, si accoppiano a sezione quadrata a riproporre il gesto delle mani in preghiera, risultando intrecciati e più snelli; questi generano una serie di cellule coperte da molteplici cupole minori (sistema modulare), che confluiscono nella cupola maggiore (sistema centrale) mediante un sistema di campate semplici. Con la grande cupola si evocano allo stesso tempo le celebri moschee turche e le cupole romane: l’impianto planimetrico, come anche nello schema classico della moschea, si fonda sull'unione tra due forme, il quadrato della pianta, che simboleggia la Terra e negli spigoli i suoi punti cardinali, e il cerchio della cupola, che rappresenta il cielo e il divino.
Profonda attenzione è stata data all'impiego della luce, ad esempio attraverso l’utilizzo di pilastri in calcestruzzo armato presso inflesso, che essendo caratterizzati da forme più dinamiche, risultano completamente permeati dalla luce; questo permette la creazione di un’atmosfera fortemente meditativa e suggestiva; luci artificiali sono posizionate fuori dalla visuale dei fedeli, in alto e lateralmente, e una grande finestra a nastro taglia i muri perimetrali della sala centrale, nascondendo la fonte luminosa e dando l’impressione che le volte siano sospese nell'aria. Per lo studio della luce gli architetti si sono ispirati alla Sura 24 del Corano, detta appunto la Sura della Luce, in cui il tema è “Allah è luce”.
L’intero complesso della moschea, grazie all'impiego di articolati elementi architettonici e materiali differenti, offre, pur nella semplicità dell'impianto planimetrico, una notevole ricchezza di situazioni e di prospettive diverse.

Info
  • Progetto: 1975 - 1984
  • Esecuzione: 1984 - 1995
  • Tipologia Specifica: Moschea
  • Committente: Centro Islamico Culturale d'Italia
  • Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
M. Alemanni Collaboratore Progetto NO
Società cooperativa artigianale di mosaico Casablanca Direzione lavori Esecuzione NO
M. Bernabò Collaboratore Progetto NO
P. Brega Collaboratore Progetto NO
geom. Cammeo Consulente Progetto NO
M. Cannelli Consulente Progetto NO
C. Cassinis Progetto strutturale Progetto NO
A. Durbé Collaboratore Progetto NO
spa Fortunato Federici Impresa esecutrice Esecuzione NO
Vittorio Gigliotti Progetto strutturale Progetto SI
G. Grassi Consulente Progetto NO
G. Guy Progetto strutturale Progetto NO
T. Laurenzi Progetto del verde Progetto NO
Sami Mousawi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://www.samimousawiarchitects.co.uk/ SI
G. Palma Collaboratore Progetto NO
A. Pancho Collaboratore Progetto NO
Gino Parolini Progetto Impianti Progetto NO
Paolo Portoghesi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=36163 SI
Emanuele Filiberto Radogna Progetto strutturale Progetto NO
A. Ressa Progetto strutturale Progetto NO
D. Saccares Collaboratore Progetto NO
M. Sidawi Collaboratore Progetto NO
Aldo Spirito Progetto strutturale Progetto NO
Stefania Tuzi Collaboratore Progetto NO
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: cortina di mattoni, materiali lapidei, calcestruzzo faccia a vista
  • Coperture: piana, cupola o volta
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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Nonostante oggi quest’opera goda di un ampio consenso, durante la sua genesi ha dovuto far fronte al tabù dell’entrata ufficiale del mondo islamico nella capitale della cristianità. La moschea, oltre a rappresentare un punto di riferimento in campo religioso, è sede del Centro islamico culturale d'Italia, offrendo servizi culturali e sociali, quali celebrazioni di matrimoni, assistenza per i funerali, esposizioni; inoltre ospita una piccola sala di preghiera giornaliera, una biblioteca, una sala conferenze per 300 persone, una sala riunioni, uffici e altri spazi per l’interazione sociale. 
Fu voluta e in parte finanziata dal re Faysal dell'Arabia Saudita, capostipite della famiglia reale saudita, nonché Custode delle Due Sante Moschee della Mecca e di Medina, che trovandosi in visita a Roma nel 1966 non trovò un luogo per pregare adatto alle sue esigenze spirituali; il governo saudita con ventiquattro ambasciatori di altre nazioni islamiche decisero quindi di sostenere le spese per la costruzione di un monumentale luogo di culto, in modo tale che anche la religione islamica avesse un luogo di rappresentanza in Italia.
Dall'epigrafe esterna si evince che la sua costruzione ha richiesto più di vent'anni: la concessione del terreno fu deliberata dal Consiglio Comunale di Roma nel 1975, dopo il parere positivo di Papa Paolo VI; fu indetto un concorso internazionale al quale parteciparono oltre 40 studi di architettura. La prima pietra fu posta però dieci anni dopo, nel 1984, alla presenza dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e l'inaugurazione avvenne solo il 21 giugno 1995. 
La commissione giudicatrice scelse di premiare i progetti degli italiani Paolo Portoghesi coadiuvato dall’ing. Vittorio Gigliotti e dell’architetto iracheno Sami Mousawi, ritenendo la loro sintesi la soluzione perfetta per il nuovo centro di culto. I due architetti furono spinti a collaborare per fondere i due linguaggi costruttivi propri dei loro paesi di appartenenza, ma tale collaborazione non fu facile, tanto che Mousawi abbandonò definitivamente il progetto nel 1980, lasciando a Portoghesi la paternità dell’opera.
Il progetto della moschea è stato per anni tema di dibattito sia dal punto di vista religioso che da quello architettonico: oltre alla delicata questione dell’interazione tra culto islamico e culto cattolico, i progettisti hanno dovuto affrontare i vincoli legati all'architettura romana, tant'è che il nuovo complesso religioso non avrebbe dovuto superare per sontuosità i luoghi di culto della Roma cristiana (l’altezza del minareto infatti è minore di quella della cupola di San Pietro).
Per Portoghesi la Moschea rappresenta il capolavoro della sua attività progettuale, interpretando la sintesi tra linguaggi artistici diversi e tematiche estetiche proprie del culto islamico. La particolarità dell'architettura islamica, secondo l’architetto, è infatti quella straordinaria capacità di adattarsi in realtà esistenti dando vita a linguaggi molteplici. Il programma progettuale ha perciò come punto cardine “l’ascolto del luogo”, ossia la comprensione dei fondamenti dell’architettura islamica e il loro inserimento nel contesto storico romano.
Il complesso è composto da una serie di volumi asimmetrici, caratterizzata dall'alternanza di ritmi diversi, in cui spazi esterni e spazi interni si integrano a vicenda, come accade nell'architettura persiana o in quella etrusca, e che si raccordano attorno al grande spazio centrale dedicato alla preghiera; la grande aula, posta in asse tra i volumi, coerentemente con il modello autentico della moschea, mette in risalto una nicchia, il Mihrab, direzionata verso la città santa.
Il Mihrab, con le sue scanalature verticali, tiene legate le due volumetrie laterali perfettamente simmetriche caratterizzate a loro volta dalla scansione ritmica delle finestre rettangolari e dalle lesene di cemento bianco.
In tutto il progetto la scelta dei materiali e degli elementi architettonici e il loro accostamento ribadiscono la volontà di dialogo tra le due culture rendendo familiare l’ambiente a qualsiasi fruitore. Elemento caratteristico dell’architettura islamica è la grande sala di preghiera a forma di prisma quadrato con la copertura sorretta da colonne a tre steli, che rimanda all'immagine di una foresta; tipicamente riferito al contesto romano sono invece i materiali usati, come i laterizi delle facciate, il travertino, di varie tonalità per le diverse pavimentazioni, il peperino per le cornici delle finestre e il piombo della copertura; d’ispirazione moresca sono invece le fontane e i giochi d’acqua.
Anche nella scelta dei rivestimenti interni è leggibile questa sintesi di culture architettoniche diverse: la copertura della sala di preghiera è realizzata con una particolare applicazione di stucco ad encausto, tecnica usata nel mondo greco-romano, mentre le pareti sono arricchite da eleganti intrecci policromi di maioliche dai colori delicati prodotte da maestranze magrebine specializzate. Altri elementi colorati, sotto forma di vetrate, sono posizionati sul muro maestro della moschea, quello della cosiddetta qibla, ovvero la parete perpendicolare alla direzione della Mecca, su cui si apre la nicchia del Mihrab.
Gli spazi per le attività culturali e sociali e per la biblioteca sono ospitati nelle due ali simmetriche adiacenti l’entrata della moschea. Questi due volumi sono a loro volta formati da due corpi paralleli che racchiudono un ampio spazio aperto, il quale confluisce ortogonalmente con lo spazio in asse rispetto all'ingresso alla sala di preghiera. Tale spazio funge da luogo di raccolta dei fedeli e da questo si può accedere alle coperture delle due volumetrie coronate da un loggiato.
Per quanto riguarda la struttura, la sala di preghiera è articolata in una successione di 32 pilastri polistili, che abbandonando il modello fusto-capitello, si accoppiano a sezione quadrata a riproporre il gesto delle mani in preghiera, risultando intrecciati e più snelli; questi generano una serie di cellule coperte da molteplici cupole minori (sistema modulare), che confluiscono nella cupola maggiore (sistema centrale) mediante un sistema di campate semplici. Con la grande cupola si evocano allo stesso tempo le celebri moschee turche e le cupole romane: l’impianto planimetrico, come anche nello schema classico della moschea, si fonda sull'unione tra due forme, il quadrato della pianta, che simboleggia la Terra e negli spigoli i suoi punti cardinali, e il cerchio della cupola, che rappresenta il cielo e il divino.
Profonda attenzione è stata data all'impiego della luce, ad esempio attraverso l’utilizzo di pilastri in calcestruzzo armato presso inflesso, che essendo caratterizzati da forme più dinamiche, risultano completamente permeati dalla luce; questo permette la creazione di un’atmosfera fortemente meditativa e suggestiva; luci artificiali sono posizionate fuori dalla visuale dei fedeli, in alto e lateralmente, e una grande finestra a nastro taglia i muri perimetrali della sala centrale, nascondendo la fonte luminosa e dando l’impressione che le volte siano sospese nell'aria. Per lo studio della luce gli architetti si sono ispirati alla Sura 24 del Corano, detta appunto la Sura della Luce, in cui il tema è “Allah è luce”.
L’intero complesso della moschea, grazie all'impiego di articolati elementi architettonici e materiali differenti, offre, pur nella semplicità dell'impianto planimetrico, una notevole ricchezza di situazioni e di prospettive diverse.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Il rivestimento del minareto ha necessitato un tipo di ancoraggio e posa con sistema ventilato; gli steli che sostengono le balconate sono realizzate direttamente a massello rinforzato con elementi di acciaio Inox. Struttura a gradoni del soffitto delle balconate: travertino a massello.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
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De Guttry Irene 1978 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi De Luca Roma 103 No
1979 Report from Rome. Mosque Planned for Rome by 1981 Progressive Architecture n. 2 30-31 Si
Portoghesi Paolo 1979 Le inibizioni dell'architettura moderna Laterza Roma-Bari 210-219 No
Hermanin Guido 1980 La localizzazione della moschea e del centro islamico a Roma Città e Società n. 3 95-100 Si
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1984 Roma Comune n. 6 111-112 No
Priori Giancarlo 1985 Paolo Portoghesi Zanichelli Bologna 84-91 Si
Priori Giancarlo 1985 L'Architettura ritrovata. Opere recenti di Paolo Portoghesi Kappa Roma 208-218 No
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore 1988 Italia. Gli ultimi trent'anni Zanichelli Bologna 354; Scheda n. 111 No
Pisani Mario (a cura di) 1990 Paolo Portoghesi. La piazza come "luogo degli sguardi" Gangemi Roma 102-104 No
Purini Franco 1990 Moschea e Centro Culturale Islamico Domus n. 720 33-45 Si
Comune di Roma. Assessorato per gli interventi nel Centro Storico 1991 La Capitale a Roma. Città e arredo urbano 1945-1990 Carte Segrete Roma 199-200 No
1991 Materia n. 6 18-23 No
Ciorra Pippo, Conforti Claudia, Ferlenga Alberto, Irace Fulvio (a cura di) 1991 Almanacco Electa dell'architettura italiana Electa Milano 78-83 No
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Sgarbi Vittorio 1991 Dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori. Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri Bompiani Milano 209 No
Pisani Mario 1992 Paolo Portoghesi. Opere e progetti Electa Milano 86-97 Si
Boidi Sergio 1992 La Cattedrale dell'Islam Costruire n. 105 39-41 Si
Touring Club Italiano 1993 Guida d'Italia. Roma Touring Milano 726 No
Pisani Mario 1993 La Moschea di Roma Costruire in laterizio n. 32 118-125 Si
Portoghesi Paolo, Gigliotti Vittorio, Mousawi Sami 1993 La Moschea di Roma Alloro Palermo Si
Moltedo Aida, La Franca Paolina (a cura di) 1995 Disegni di architettura. Schizzi e studi di opere romane dal dopoguerra agli anni Ottanta (catalogo della mostra) Gangemi Roma 112-116 No
Dal Co Francesco (a cura di) 1997 Storia dell'architettura italiana. Il Secondo Novecento Electa Milano 229 No
1998 Progetto Roma. La città del 2000 Gangemi Roma 156-161 No
Priori Giancarlo 2000 Il luogo dei desideri. La Moschea di Roma. Progetto di Paolo Portoghesi Travertino romano n. 6 20-24 Si
Magnago Lampugnani Vittorio (a cura di) 2000 Dizionario Skira dell'architettura del Novecento Skira Genève-Milano 333 No
Rossi Piero Ostilio 2000 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2000 (III ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 201 Si
Remiddi Gaia, Greco Antonella, Bonavita Antonella, Ferri Paola 2000 Il moderno attraverso Roma. 200 architetture scelte Palombi Roma Scheda n. R173 Si
Massobrio Giovanna, Ercadi Maria, Tuzi Stefania 2001 Paolo Portoghesi architetto Skira Milano 188-213 Si
De Guttry Irene 2001 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi De Luca Roma 103 No
Olmo Carlo 2001 Dizionario dell'architettura del XX secolo, vol. 5 Allemandi Torino-London 138, 139 No
Coppa Alessandra (a cura di) 2002 La Moschea di Roma di Paolo Portoghesi Motta Milano Si
2004 Itinerario contemporaneo. Roma Area n. 76 188-197; Scheda n. 24 No
Capuano Alessandra 2005 Temi e figure nell'architettura italiana 1944-2004 Gangemi Roma 253 No
Ciucci Giorgio, Ghio Francesco, Rossi Piero Ostilio 2006 Roma. La nuova architettura Electa Milano 124-127 No
Bernitsa Petra, Ercadi Maria (a cura di) 2006 Paolo Portoghesi Skira Milano 64-77 Si
Delvecchio Cristina 2007 La moschea di Roma a Monte Aniene Lazio ieri e oggi n. 513 253-254 Si
Muratore Giorgio 2007 Roma. Guida all'architettura L'Erma di Bretschneider Roma 31 No
Seminario Gioia 2009 Paolo Portoghesi. L'architettura come riflesso dell'anima Edizioni di Comunità Napoli 131-135 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta Pianta
Vista esterna Vista esterna
Vista esterna della sala di preghiera Vista esterna della sala di preghiera
Vista esterna del centro culturale islamico Vista esterna del centro culturale islamico

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Enciclopedia Treccani - Paolo Portoghesi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 27/02/2025

Revisori:

Alberto Coppo 2021