Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA DI RIPOSO SAUDINO

Scheda Opera

  • Planimetria generale
  • Facciate e sezioni, china su lucido, scala 1:200
  • Veduta della strada interna, anni Sessanta
  • Vista della corte interna, anni Sessanta
  • Vista dell’ingresso e della cappella, anni Sessanta
  • Vista dell’ingresso e della cappella, anni Sessanta
  • Vista della cappella, anni Sessanta
  • Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta
  • Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta
  • Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta
  • VDettaglio dei serramenti, anni Sessanta
  • Prospetto sud-est, anni Sessanta
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, dettaglio, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Ivrea
  • Località: Lago San Michele
  • Denominazione: CASA DI RIPOSO SAUDINO
  • Indirizzo: Via Saudino N. 3
  • Data: 1958 - 1967
  • Tipologia: Strutture sanitarie
  • Autori principali: Daniele Calabi
Descrizione

1. Opera originaria

«La casa degli anziani di Ivrea è localizzata in collina, tra il verde, al margine dell’abitato, in zona d’espansione residenziale. L’andamento altimetrico si presta naturalmente alla formazione di corpi di fabbrica articolati e digradanti lungo il pendio. Le ampie visuali sulle Prealpi e sul lago, opportunamente inquadrato dalle strutture edilizie, diventano elementi essenziali della composizione.
La capienza è di 150 posti-letto, distribuiti in sezioni di coniugi, albergo, cronici. L’incarico fu affidato, i seguito ad un concorso a inviti bandito dalla Olivetti, nel 1958. Il progetto di massima è dello stesso anno ed è stato eseguito per la stessa società Olivetti. Il progetto esecutivo del primo lotto è del 1960, quello del secondo è del 1962; i lavori ebbero inizio nel febbraio del 1962 e furono ultimati nel 1967, per conto del Comune di Ivrea. Il centro del complesso è costituito da una piazzetta circondata dagli spazi al coperto per le attività sociali e culturali (biblioteca e botteghe artigiane). Le abitazioni degli assistiti validi sono raggruppate in sezioni di due tipi, per persone sole e per coniugi, in modo che la capienza di ciascuna sezione corrisponda ad un servizio efficiente e non troppo gravoso. Ed è questa una caratteristica costante in Calabi di “umanizzare” la costruzione, suddividendola in spazi di dimensioni sempre contenute. Le camere dei coniugi sono organizzate per una possibilità di vita completamente autonoma. Tutte possiedono la propria terrazza, e quelle del piano inferiore hanno uscita indipendente ad un “angolo privato” del giardino. Le camere per persone sole sono a più immediato contatto con la zona di soggiorno ed il “centro sociale” del complesso. Gli ammalati cronici sono assistiti nel corpo di fabbrica più a nord, disposto in modo che la vita in esso possa svolgersi indipendentemente e defilata alla vista degli altri assistiti. Le murature portanti sono in mattoni, con alcuni pilastri in cemento armato. La copertura è in coppi. Grondaie e scossaline in lamiera di rame. I serramenti sono in massello di legno di rovere.
Si tende così a dar vita ad un piccolo nucleo urbano, organicamente sviluppato attorno alla piazzetta delle botteghe artigiane e articolato in spazi regolari e ben definiti, con muri e tetti ravvicinati in blocco compatto, modellato sulla collina verde. Nei borghi del Canavese, come nei castello valdostani, più forse che in altre regioni, assumono carattere prevalente e significativo i volumi semplici, ortogonali, misurati, quasi a riaffermare un elemento razionale, direi cartesiano nella casualità informe degli elementi naturali del paesaggio. Nelle botteghe artigiane, che attorno alla piazzetta definiscono il centro del complesso progettato, alcuni assistiti potranno preparare quegli oggetti (giocattoli, filati o tessuti a mano, rilegature od altro) che i più giovani parenti ed amici saliranno a comperare; mentre al caffè adiacente o ala bottega del barbiere potranno organizzarsi il loro tempo libero, in maniera non dissimile dalle consuetudini degli anni migliori. E la riunione in questa piazzetta, frequentata anche dai non assistiti, eviterà a questi di sentirsi esclusi dalla vita dei giovani. Molti altri tra gli assistiti daranno aiuto ai lavori negli orti, nei giardini, nel frutteto: e una grande campana, dall’alto, scandirà il tempo anche per quelli a cui l’udito si affievolisse». (Sergio Bettini, Donatella Calabi Folin, Marino Folin, Le ultime opere di Daniele Calabi, in «L'Architettura - Cronache e Storia», anno XIII, n. 12, aprile 1968, p. 788)

«Sorge in un’area panoramica presso la frazione Lago di San Michele, grazie al generoso contributo di un ex dipendente della Olivetti, Giacomo Saudino: 45.000 azioni dell’azienda. La Olivetti finanzia un concorso a inviti (1958) che si conclude con l’incarico a Calabi. Lo schema esecutivo per il I lotto è del 1960: comprende l’albergo e il reparto coniugi (150 posti letto per un costo stimato in 200 milioni). Del 1962 è il progetto per il II lotto (centro sociale, botteghe artigiane) che sarà ultimato nel 1967». (Guido Zucconi (a cura di), Daniele Calabi: architetture e progetti, 1932-1964, Marsilio, Venezia 1992, pp. 106-107)

«Per Calabi, figura alquanto decentrata nel panorama disciplinare italiano, la strada per Ivrea fu aperta dalla presentazione su «Comunità» nel 1957 del suo progetto della casa di riposo a Gorizia. L’anno successivo, infatti, egli vinse il concorso ad inviti indetto dalla Olivetti per la Casa di riposo per anziani “Giacomo Saudino” cimentandosi con il tema dell’”hospitium” e della problematica del vivere in comunità che gli era congeniale, avendolo più colte affrontato in quegli anni sia sotto l’aspetto teorico che progettuale». (Rossano Astarita, Gli architetti di Olivetti. Una storia di committenza industriale, Franco Angeli, Milano 2000, p. 178)


2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale

Il complesso, oggi adibito a ospizio e centro assistenziale, si presenta nell'insieme in buono stato di conservazione. Si individuano alcuni tamponamenti di aperture e apposizioni in cemento armato sul prospetto nord-ovest, contenenti i collegamenti verticali, nuovi infissi e serramenti in alluminio verniciato di nero a sostituzione degli originari in legno massello e nuove coperture, pur sempre in laterizio, da cui spicca l’inserimento di nuovi locali tecnici degli ascensori, che alterano il prospetto sud-est. Si rilevano inoltre dei degradi del cemento a vista delle strutture e delle facciate.

(Scheda a cura di Marco Ferrari con Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1958 - 1962
  • Esecuzione: 1962 - 1967
  • Committente: Società Olivetti
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: casa di ripso per anziani
  • Destinazione attuale: ospizio, centro assistenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Daniele Calabi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.iuav.it/ARCHIVIO-P/ARCHIVIO/collezioni/Calabi--Da/index.htm SI
Pellizzaro Progetto strutturale Progetto NO
Giacomo Quagliotti Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: pilastri in calcestruzzo armato, murature portanti in mattoni
  • Materiale di facciata: mattoni faccia-vista
  • Coperture: a due falde, struttura di legno, manto in coppi di laterizio
  • Serramenti: massello di legno di rovere
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Mediocre

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La capienza è di 150 posti-letto, distribuiti in sezioni di coniugi, albergo, cronici. L’incarico fu affidato, i seguito ad un concorso a inviti bandito dalla Olivetti, nel 1958. Il progetto di massima è dello stesso anno ed è stato eseguito per la stessa società Olivetti. Il progetto esecutivo del primo lotto è del 1960, quello del secondo è del 1962; i lavori ebbero inizio nel febbraio del 1962 e furono ultimati nel 1967, per conto del Comune di Ivrea. Il centro del complesso è costituito da una piazzetta circondata dagli spazi al coperto per le attività sociali e culturali (biblioteca e botteghe artigiane). Le abitazioni degli assistiti validi sono raggruppate in sezioni di due tipi, per persone sole e per coniugi, in modo che la capienza di ciascuna sezione corrisponda ad un servizio efficiente e non troppo gravoso. Ed è questa una caratteristica costante in Calabi di “umanizzare” la costruzione, suddividendola in spazi di dimensioni sempre contenute. Le camere dei coniugi sono organizzate per una possibilità di vita completamente autonoma. Tutte possiedono la propria terrazza, e quelle del piano inferiore hanno uscita indipendente ad un “angolo privato” del giardino. Le camere per persone sole sono a più immediato contatto con la zona di soggiorno ed il “centro sociale” del complesso. Gli ammalati cronici sono assistiti nel corpo di fabbrica più a nord, disposto in modo che la vita in esso possa svolgersi indipendentemente e defilata alla vista degli altri assistiti. Le murature portanti sono in mattoni, con alcuni pilastri in cemento armato. La copertura è in coppi. Grondaie e scossaline in lamiera di rame. I serramenti sono in massello di legno di rovere.
Si tende così a dar vita ad un piccolo nucleo urbano, organicamente sviluppato attorno alla piazzetta delle botteghe artigiane e articolato in spazi regolari e ben definiti, con muri e tetti ravvicinati in blocco compatto, modellato sulla collina verde. Nei borghi del Canavese, come nei castello valdostani, più forse che in altre regioni, assumono carattere prevalente e significativo i volumi semplici, ortogonali, misurati, quasi a riaffermare un elemento razionale, direi cartesiano nella casualità informe degli elementi naturali del paesaggio. Nelle botteghe artigiane, che attorno alla piazzetta definiscono il centro del complesso progettato, alcuni assistiti potranno preparare quegli oggetti (giocattoli, filati o tessuti a mano, rilegature od altro) che i più giovani parenti ed amici saliranno a comperare; mentre al caffè adiacente o ala bottega del barbiere potranno organizzarsi il loro tempo libero, in maniera non dissimile dalle consuetudini degli anni migliori. E la riunione in questa piazzetta, frequentata anche dai non assistiti, eviterà a questi di sentirsi esclusi dalla vita dei giovani. Molti altri tra gli assistiti daranno aiuto ai lavori negli orti, nei giardini, nel frutteto: e una grande campana, dall’alto, scandirà il tempo anche per quelli a cui l’udito si affievolisse». (Sergio Bettini, Donatella Calabi Folin, Marino Folin, Le ultime opere di Daniele Calabi, in «L'Architettura - Cronache e Storia», anno XIII, n. 12, aprile 1968, p. 788)

«Sorge in un’area panoramica presso la frazione Lago di San Michele, grazie al generoso contributo di un ex dipendente della Olivetti, Giacomo Saudino: 45.000 azioni dell’azienda. La Olivetti finanzia un concorso a inviti (1958) che si conclude con l’incarico a Calabi. Lo schema esecutivo per il I lotto è del 1960: comprende l’albergo e il reparto coniugi (150 posti letto per un costo stimato in 200 milioni). Del 1962 è il progetto per il II lotto (centro sociale, botteghe artigiane) che sarà ultimato nel 1967». (Guido Zucconi (a cura di), Daniele Calabi: architetture e progetti, 1932-1964, Marsilio, Venezia 1992, pp. 106-107)

«Per Calabi, figura alquanto decentrata nel panorama disciplinare italiano, la strada per Ivrea fu aperta dalla presentazione su «Comunità» nel 1957 del suo progetto della casa di riposo a Gorizia. L’anno successivo, infatti, egli vinse il concorso ad inviti indetto dalla Olivetti per la Casa di riposo per anziani “Giacomo Saudino” cimentandosi con il tema dell’”hospitium” e della problematica del vivere in comunità che gli era congeniale, avendolo più colte affrontato in quegli anni sia sotto l’aspetto teorico che progettuale». (Rossano Astarita, Gli architetti di Olivetti. Una storia di committenza industriale, Franco Angeli, Milano 2000, p. 178)


2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  

Il complesso, oggi adibito a ospizio e centro assistenziale, si presenta nell'insieme in buono stato di conservazione. Si individuano alcuni tamponamenti di aperture e apposizioni in cemento armato sul prospetto nord-ovest, contenenti i collegamenti verticali, nuovi infissi e serramenti in alluminio verniciato di nero a sostituzione degli originari in legno massello e nuove coperture, pur sempre in laterizio, da cui spicca  l’inserimento di nuovi locali tecnici degli ascensori, che alterano il prospetto sud-est. Si rilevano inoltre dei degradi del cemento a vista delle strutture e delle facciate.

(Scheda a cura di Marco Ferrari con Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
  • Data Provvedimento: 04/02/1952
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti: D.M. 04/02/1952 Dichiarazione di notevole interesse pubblico del lago di Campagna, del Lago Michele, del lago Nero, del Lago Pistono e del Lago Sirio, siti nell’ambito dei comuni di Chiaverano, Cascinette di Ivrea, Ivrea e Montalto Dora
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

L'edifico è stato pesantemente ristrutturato per una sua riconversione in casa protetta per anziani. L'intervento ha comportato la sostituzione dei serramenti orignali in legno con serramenti in alluminio brunito e l'inserimento di nuovi locali tecnici degli ascensori sul tetto difformi (e architettonicamente più banali) da quelli originali che guastano il profilo superiore dell'edificio

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Bettini Sergio, Calabi Folin Donatella, Folin Marino 1968 Le ultime opere di Daniele Calabi L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12 776-803 No
Zucconi Guido (a cura di) 1992 Daniele Calabi: architetture e progetti, 1932-1964 Marsilio Venezia 106-107 No
Astarita Rossano 2000 Gli architetti di Olivetti. Una storia di committenza industriale Franco Angeli Milano 178 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Planimetria generale Planimetria generale Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Facciate e sezioni, china su lucido, scala 1:200 Facciate e sezioni, china su lucido, scala 1:200 Tratto da - Zucconi, Marsilio 1992
Veduta della strada interna, anni Sessanta Veduta della strada interna, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Vista della corte interna, anni Sessanta Vista della corte interna, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Vista dell’ingresso e della cappella, anni Sessanta Vista dell’ingresso e della cappella, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Vista dell’ingresso e della cappella, anni Sessanta Vista dell’ingresso e della cappella, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Vista della cappella, anni Sessanta Vista della cappella, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta Veduta del soggiorno nord, anni Sessanta Tratto da – Bettini, Calabi Folin, Folin, L’Architettura - Cronache e Storia, anno XIII n. 12, 1968
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Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, dettaglio, 2019 Vista esterna, dettaglio, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Marco Ferrari con Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021