COMPLESSO DELLE CARTIERE BURGO
Scheda Opera
- Comune: San Mauro Torinese
- Località: Pescarito
- Denominazione: COMPLESSO DELLE CARTIERE BURGO
- Indirizzo: Strada del Freidano
- Data: 1977 - 1981
- Tipologia: Edifici per attività produttive
- Autori principali: Oscar Niemeyer
Descrizione
1. Opera originaria
«L’incarico risale al 1978: e scaturisce da un avant-project di pianta anulare e di sviluppo su due piani steso da Federico Motterle, che si preoccupa di affidarlo alla reinvenzione, alla rielaborazione e ricomposizione del maestro brasiliano. Ne scaturisce l’esito singolare (peraltro memore dei pensieri per l’hotel a Madera) di una struttura a tre piani – uno dei quali seminterrato – destinati rispettivamente ai servizi generali, agli uffici, alla dirigenza, impostata su quattro “percorsi radiali”, nel cui “punto di convergenza”, dilatato in grande hall dal giro di pareti forato da finestre ovali con vetrate dovute a Marianne Peretti, nel cui punto di convergenza “poggia un tamburo circolare, completamente aperto alla base da una serie continua di archi che alludono agli uffici della direzione e collegato appunto mediante i percorsi suddetti a un grande anello circolare che ospita gli ambienti di lavoro” (Pozzato, 1980-1981, p. 187). Lo spazio libero tra i due elementi concentrici è occupato da un giardino pensile: uno specchio d’acqua (che assorbe, come nella Sede Mondadori, funzioni pratiche di raffreddamento degli impianti) riflette la mole depositata sul terreno appena ondulato, bianca e leggera, del “palazzo”. Esso viene completato nel giro di quattordici mesi, tra 1980 e 1981: dapprima sotto la direzione di Motterle, il quale sui disegni di Niemeyer, in un dialogo col maestro, aveva predisposto l’esecutivo; quindi, in seguito a dissidi di Motterle con la committenza, da M. Gennari assistito da G. Assarelli. Il progetto di affiancamento all’opera di due edifici circolari gemelli (veramente di identica pianta, ma di diverso sviluppo altimetrico) per collocarvi gli uffici della Burgo Scott, Burgo II, Fabocart, sarà elaborato da Niemeyer, sempre su richiesta della Mondadori Eng., tra 1980 e 1981, ma non avrà esito». (Lionello Puppi, Guida a Niemeyer, Mondadori, Milano 1987, p. 137)
«Lo sviluppo dell’embrionale progetto di Federico Motterle, in seguito commissionato da Mondadori Engeneering a Niemeyer nel 1978, per la nuova sede delle Cartiere Burgo di San Mauro Torinese, prevedeva la reinvenzione di una pianta anulare articolata su due piani. La nuova sede per uffici doveva rispondere alle esigenze dell’azienda che contava trecento dipendenti per la quale la vecchia locazione di Torino risultava ormai inadeguata. Il progetto viene completato in soli quattordici mesi, tra 1980 e 1981, dapprima sotto la direzione di Motterle, il quale sui disegni di Niemeyer e in dialogo con il maestro, aveva predisposto l’esecutivo; quindi, a causa dei dissidi di Motterle con la committenza, da M. Gennari assistito da G. Assirelli. Il progetto realizzato, dall’esito singolare, memore dei pensieri per l’hotel a Medera (Puppi, 1987, p. 137), a pianta circolare di 86 metri di diametro, è articolato su tre piani, uno dei quali seminterrato, destinati rispettivamente ai servizi generali, agli uffici generali, alla dirigenza. L’idea di base, mantenuta nelle successive elaborazioni, è quella di condurre impiegati e visitatori nel cuore dell’edificio attraverso un tunnel sotterraneo che emerge nella grande hall centrale dalla quale si diramano i collegamenti con la corona circolare esterna di circa 3000 mq per gli uffici, e il collegamento verticale con il superiore piano della dirigenza. L’edificio che copre una superficie di circa 6000 mq con un volume di 45.000 mc, è costituito dunque da una sorta di disco librato sul terreno, luogo dello spazio di lavoro, collegato al tamburo centrale della hall da quattro percorsi radiali che attraversano uno spazio intermedio aperto sistemato a giardino pensile anulare di circa 1500 mq che si interpone fra la hall centrale e la grande zona di uffici a spazio aperto. Il punto di convergenza dei quattro “percorsi radiali” si dilata nella grande hall caratterizzata dal giro di pareti forato da finestre ovali con vetrate, opera originale di Marianne Peretti, che si affacciano sul giardino suddetto. In questa hall centrale di smistamento agli uffici, la consolle operativa permette il controllo simultaneo di tutti gli impianti automatizzati di climatizzazione, di illuminazione artificiale a intensità variabile, di sicurezza a mezzo di impianto televisivo a circuito chiuso. Al piano superiore dell’edificio si appoggia un cono tronco ritagliato sulla parete ad archi tricentrici dai quali si affacciano gli uffici della direzione. Il piano sotterraneo dalle centrali tecnologiche, dalla sala assembleare e dalla grande mensa per gli impiegati capace di oltre 180 posti. L’edificio armonicamente inserito nel terreno lievemente ondulato, si specchia nel laghetto adiacente che assorbe, come nella Sede Mondadori, funzioni pratiche di raffreddamento degli impianti e riflette il volume bianco e leggero dell’edificio. “Una macchina dunque, un congegno meccanico raffinato e carico di simboli. Una sorta di oggetto spaziale volutamente contrapposto all’ambiente circostante in quanto degradato da anonime testimonianze di edilizia industriale, ma fortemente intenzionato a riqualificarlo imponendo con la sua presenza eversiva una nuova provocante armonia” (Universo, 1980, pp. 74-75). Per quanto riguarda le soluzioni tecniche adottate, viene scartata l’ipotesi iniziale di una prefabbricazione integrata per una soluzione mista di grandi solai prefabbricati inseriti in una struttura in cemento armato fondata su palificazioni rese necessarie dall’alta concentrazione di carichi. L’andamento generale in curva di tutti gli ambienti ha richiesto la progettazione di particolari costruttivi fino a rendere necessario lo studio e la realizzazione di profilati metallici speciali per poter garantire un risultato estetico coerente con la purezza di forme imposta dal progettista. L’opera ha richiesto l’applicazione di oltre 2000 mq di speciali vetrate thermopane bronzo di dimensioni al limite delle possibilità tecnologiche di quegli anni. Notevoli problemi si sono dovuti affrontare e risolvere in campo tecnologico, a cominciare da quello sul controllo dei consumi energetici mediante l’uso di tecniche avanzate per il recupero del calore e la adozione di impianti di illuminazione variabile. Particolare cura è stata posta per garantire livelli ottimali di isolamento termico e acustico tali da assicurare il massimo del benessere ai singoli posti di lavoro. Il problema della sicurezza è stato risolto potenziando i normali impianti antincendio con l’adozione di speciali impianti di rilevazione fumi e di spegnimento automatico a halon per le zone a maggior rischio. L’organismo dispone inoltre di un proprio eliporto completamente attrezzato. Non appena ultimata la realizzazione di questa sede, la Mondadori Engineering dà avvio nel 1981 allo sviluppo di una nuova progettazione, anch’essa affidata a Niemeyer, per un complesso di altri due edifici per collocarvi gli uffici della Burgo Scott, Burgo II, Fabocart, da costruire nelle immediate vicinanze della sede predetta. I due corpi gemelli nella pianta circolare di veti metri di raggio, ma di altezza diversa, per una superfici complessiva di 16.000 mq e 60.000 mc. Mai realizzati, dovevano articolarsi ampiamente in sottosuolo attraverso la mensa aziendale comune con i relativi servizi. Era prevista una particolare struttura portante costituita da una serie di settori sottili inclinati perimetrali e da un unico pilastro centrale». (Alessandra Coppa, La sede delle Cartiere Burgo (oggi Burgo GROUP), in Guido Laganà, Marcus Lontra (a cura di) Oscar Niemeyer, cento anni, Electa, Milano 2008, pp. 122-123)
«[…] In Italia, Niemeyer costruisce anche lo stabilimento Fata Engineering di Pianezza (1976-1981) e la Cartiera Burgo a San Mauro Torinese (1978-1981) che, insieme alla Mondadori, costituiscono l’apice delle riflessioni dell’architetto brasiliano sul tema della coincidenza tra forma e struttura, tra architettura e ingegneria […]». (DOMUS WEB, Oscar Niemeyer, 2019 https://www.domusweb.it/it/progettisti/oscar-ribeiro-de-almeida-de-niemeyer-soares-noto-come-oscar-niemeyer.html )
2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale
L’opera si presenta in buono stato di conservazione esterno, ma dal 2013 non è più in uso.
(Scheda a cura di Carolina Crozzolin e Guido Pavia, con Manuel Ramello, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1977 -
- Esecuzione: - 1981
- Committente: Ditta Burgo
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Edificio industriale
- Destinazione attuale: Dismessa
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
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Oscar | Niemeyer | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.treccani.it/enciclopedia/oscar-niemeyer/ | SI |
- Strutture: Soluzione mista di grandi solai prefabbricati inseriti in una struttura in cemento armato fondata su palificazioni rese necessarie dall’alta concentrazione di carichi
- Serramenti: L’opera ha richiesto l’applicazione di oltre 2000 mq di speciali vetrate thermopane bronzo di dimensioni al limite delle possibilità tecnologiche di quegli anni
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Puppi Lionello | 1987 | Guida a Niemeyer | Mondadori | Milano | 130-133 | No |
Coppa Alessandra | 2008 | La sede delle Cartiere Burgo (oggi Burgo GROUP), in Guido Laganà, Marcus Lontra (a cura di), Oscar Niemeyer, cento anni | Electa | Milano | 120-123 | No |
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) | Allemandi | Torino | 297 | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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DOMUS WEB, Oscar Niemeyer, 2019 | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Carolina Crozzolin e Guido Pavia, con Manuel Ramello
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 29/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021