Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

ANTICHE TERME STABIANE

Scheda Opera

  • Terme Stabiane, prospetto
  • Terme Stabiane, stabilimento
  • Terme Stabiane, foto recente
  • Terme Stabiane, stabilimento
  • Terme Stabiane, interni
  • Terme Stabiane, stabilimento
  • Terme Stabiane, prospetto
  • Terme Stabiane, planimetria
  • Terme Stabiane, prospetto
  • Comune: Castellammare di Stabia
  • Località: Cantiere Navale
  • Denominazione: ANTICHE TERME STABIANE
  • Indirizzo: Via Guglielmo Acton, Via Benedetto Brin , piazza Giovanni Amendola
  • Data: 1955 - 1956
  • Tipologia: Strutture sanitarie
  • Autori principali: Marcello Canino, Pasquale Miano
Descrizione

Le Antiche Terme Stabiane sono sorte a fine Ottocento nell’area del cantiere navale di Castellammare di Stabia e sono state più volte ristrutturate e ampliate. Il complesso termale oggi è in una condizione ottimale a seguito di un restauro recente del progetto originale (2006-2017).
L’attuale complesso comunale sorge sullo stesso sito delle antiche terme demolite, dove sgorgavano 28 sorgenti di acqua minerale di diversa composizione. Nell'immediato dopoguerra, il Comune bandiva un concorso per un nuovo edificio termale da realizzarsi in località Solaro, ma per motivi economici decideva poi di ristrutturare le vecchie terme vicino ai Cantieri Navali. Il conseguente progetto di ristrutturazione e ampliamento, fatto allora da Marcello Canino, venne ridotto alla dimensione planimetrica delle vecchie terme. Le nuove terme vengono articolate in un lungo corpo di fabbrica mistilineo, che ricalca il confine delle vecchie terme, alcuni corpi di fabbrica interni (poi demoliti), e un pergolato in legno alla base del monte che recinge un cortile con palme in continuità paesistica con le pendici del Faito.
Sulla piazza del Cantiere (oggi piazza Amendola), Canino situa l’ingresso alle terme con una soluzione architettonica rappresentativa: un corpo di fabbrica ben individuato rispetto al resto dell’edificio, con una pensilina retta da quattro esili colonne in ghisa con capitelli neo-egizi che conferiscono all'edificio per il benessere un tocco ludico. All'interno, l’ampio atrio è occupato dalla biglietteria e da una scala con doppie rampe incrociate che serve i locali per uffici soprastanti e le due ali in cui è diviso l’edificio termale. L’ala verso ovest è destinata alle visite mediche, alle cure termali con sale per terapia e camerini con vasche in marmo, mentre l’ala verso est, contiene ambienti per lo svago e la ristorazione. All'esterno il prospetto ha un’impostazione libera da vincoli distributivi poiché contiene solo ballatoi di distribuzione. Esso è impaginato in cornice con dense ombre, trasparenze con brise-soleil metallici mobili e un semplice basamento in klinker con decorazioni a raso. Sul lato interno verso il cortile, verso sud, un largo portico addossato al corpo di fabbrica consente sulla sua copertura passeggiate con sole, aria e spazi all'aperto per il ristorante al primo piano. Lo spazio del grande cortile, chiuso dalle pendici del monte Faito, è definito dal lungo e leggero porticato ombroso che chiude lo spazio pavimentato dove sono ubicati i due gruppi di sorgenti che contengono i 18 tipi di acqua minerale. Verso l’ultimo decennio del Novecento, il marketing delle cure termali subisce un cambiamento sostanziale: alle cure tradizionali, non più sostenute dalla clientela pubblica del Sistema Sanitario Nazionale si affianca una nuova cultura dei trattamenti benessere e del fitness. Tale cambiamento, che ha ridotto notevolmente i clienti delle terme tradizionali come le Terme Stabiane, ha indotto il Comune a far redigere un progetto di massima per l’ammodernamento, il restauro e l’ampliamento del complesso termale che aggiungeva nella corte anche alcuni porticati presenti in un progetto generale di Canino del 1955 , ma non realizzati (progetto arch. Adele Pezzullo). Successivamente, avendo il Comune ottenuto un finanziamento statale per il solo restauro e l’ammodernamento delle terme senza ampliamento, viene bandito nel 2006 un concorso appalto per il progetto esecutivo, vinto dal gruppo composto da Pasquale Miano, con Achille Renzullo, Sergio Stenti, Sebastiano Molaro, Eugenio Certosino, Michele De Vita, Marina Di Iorio, Andrea Jandoli, Stefania Florino, Arturo Melisi, Piera Palladino e Patrizia Porritiello. Il progetto di ammodernamento cerca di operare le innovazioni tecnologiche previste dentro i caratteri dell’edificio storico senza variazioni sostanziali, recuperando e restaurando i materiali in klinker della facciata, i rivestimenti in mosaico vitreo dei pilastri e delle sale interne, i colori e le pavimentazioni originarie. Inoltre, viene riprogettata la suddivisione del cortile in tre spazi distinti attraverso nuovi porticati che danno anche accesso al parco sulle falde del monte. Infine, sono aggiunti, a completamento del complesso, due bassi e semplici volumi per servizi tecnici (spogliatoio operai e impianti tecnologici) che, progettati in assonanza col resto, si differenziano anche per il colore grigio scuro del paramento in klinker. I lavori si sono conclusi nel 2017.

Info
  • Progetto: 1955 -
  • Esecuzione: - 1956
  • Tipologia Specifica: edificio termale
  • Committente: Comune di Castellammare di Stabia
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Terme
  • Destinazione attuale: Terme
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Marcello Canino Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/marcello-canino/?search=Canino%2C%20Marcello SI
Pasquale Miano Progetto di restauro Progetto Visualizza Profilo https://www.pasqualemianostudio.com/ SI
Achille Renzullo Progetto di restauro Progetto NO
Sergio Stenti Progetto di restauro Progetto NO
  • Strutture: Cemento armato
  • Materiale di facciata: klinker , mosaico vitreo
  • Coperture: piane
  • Serramenti: Metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Discreto
  • Stato Coperture: Discreto
  • Stato Serramenti: Discreto

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L’attuale complesso comunale sorge sullo stesso sito delle antiche terme demolite, dove sgorgavano 28 sorgenti di acqua minerale di diversa composizione. Nell'immediato dopoguerra, il Comune bandiva un concorso per un nuovo edificio termale da realizzarsi in località Solaro, ma per motivi economici decideva poi di ristrutturare le vecchie terme vicino ai Cantieri Navali. Il conseguente progetto di ristrutturazione e ampliamento, fatto allora da Marcello Canino, venne ridotto  alla  dimensione planimetrica delle vecchie terme. Le nuove terme vengono  articolate in un lungo corpo di fabbrica mistilineo, che ricalca il confine delle vecchie terme,  alcuni corpi di fabbrica interni (poi demoliti), e un pergolato in legno alla base del monte che recinge un cortile con palme  in continuità paesistica con le pendici del Faito. 
Sulla piazza del Cantiere (oggi piazza Amendola), Canino situa l’ingresso alle terme con una soluzione architettonica rappresentativa: un corpo di fabbrica ben individuato rispetto al resto dell’edificio, con una pensilina retta da quattro esili colonne in ghisa con capitelli neo-egizi  che conferiscono all'edificio per il benessere un tocco ludico. All'interno, l’ampio atrio è occupato dalla biglietteria e da una scala con doppie rampe incrociate che serve i locali per uffici soprastanti e le due ali in cui è diviso l’edificio termale. L’ala verso ovest è destinata alle visite mediche, alle cure termali con sale per terapia e camerini con vasche in marmo, mentre l’ala verso est, contiene ambienti per lo svago e la ristorazione. All'esterno il prospetto ha un’impostazione libera da vincoli distributivi poiché contiene solo ballatoi di distribuzione. Esso è impaginato in cornice con dense ombre, trasparenze con brise-soleil metallici mobili e un semplice basamento in klinker con decorazioni a raso. Sul lato interno verso il cortile, verso sud, un largo portico addossato al corpo di fabbrica consente sulla sua copertura passeggiate con sole, aria e spazi all'aperto per il ristorante al primo piano. Lo spazio del grande cortile, chiuso dalle pendici del monte Faito, è definito dal lungo e leggero porticato ombroso che chiude lo spazio pavimentato dove sono ubicati i due gruppi di sorgenti che contengono i 18 tipi di acqua minerale. Verso l’ultimo decennio del Novecento, il marketing delle cure termali subisce un cambiamento sostanziale: alle cure tradizionali, non più sostenute dalla clientela pubblica del Sistema Sanitario Nazionale si affianca una nuova cultura dei trattamenti benessere e del fitness. Tale cambiamento, che ha ridotto notevolmente i clienti delle terme tradizionali come le Terme Stabiane, ha indotto il Comune a far redigere un progetto di massima per l’ammodernamento, il restauro e l’ampliamento del complesso termale che aggiungeva nella corte anche alcuni porticati  presenti in  un progetto generale di Canino del 1955 , ma non realizzati  (progetto arch. Adele Pezzullo). Successivamente, avendo il Comune  ottenuto un finanziamento statale  per il solo restauro e l’ammodernamento delle terme senza ampliamento, viene bandito nel 2006 un concorso appalto per il progetto esecutivo,  vinto dal gruppo composto da  Pasquale Miano, con Achille Renzullo, Sergio Stenti, Sebastiano Molaro, Eugenio Certosino, Michele De Vita, Marina Di Iorio, Andrea Jandoli, Stefania Florino, Arturo Melisi, Piera Palladino e Patrizia Porritiello. Il progetto di ammodernamento cerca di operare le innovazioni tecnologiche previste dentro i caratteri dell’edificio storico senza variazioni sostanziali, recuperando e restaurando i materiali in klinker della facciata, i rivestimenti in mosaico vitreo dei pilastri e delle sale interne, i colori e le pavimentazioni originarie. Inoltre, viene riprogettata la suddivisione del cortile in tre spazi  distinti attraverso nuovi porticati che danno anche accesso al parco sulle falde del monte.  Infine, sono aggiunti, a completamento del complesso, due bassi e semplici volumi per servizi tecnici (spogliatoio operai e impianti tecnologici) che, progettati in assonanza col resto, si differenziano anche per il colore grigio scuro del paramento in klinker. I lavori si sono conclusi nel 2017.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Restauro e Ammodernamento 2006-2017

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Portoghesi Paolo 1981 Centro commerciale della Comunità Montana "Vallo di Diano", allestimento per piazza Barberini, Terme di Canino «Controspazio», n. 1 pp. 48-57 Si
Caccioppoli Benito Antonio 1995 Terme e acque minerali dai romani ai nostri giorni Eidos Castellammare No
Mangone Fabio 2001 Luoghi e spazi del termalismo campano tra XIX e XX secolo: Castellammare e Agnano, in Berrino Annunziata (a cura di), Per una storia del turismo nel Mezzogiorno d’Italia. Secondo seminario XIX-XX secolo, vol. II Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano Napoli 105-116 Si
Ghiringhelli Olga 2005 Terme Stabiane, in Stenti Sergio (a cura di), Marcello Canino 1895-1970 CLEAN edizioni Napoli 209-214 Si
Stenti Sergio 2005 Un costruttore di città e di palazzi, in Stenti Sergio (a cura di), Marcello Canino 1895-1970 CLEAN edizioni Napoli 27-29 No
Belfiore Pasquale 2005 L' architettura di Canino il maestro ritrovato «La Repubblica», 6 agosto https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/06/08/architettura-di-canino-il-maestro-ritrovato.html No
Ghiringhelli Olga 2009 L'evoluzione del polo termale di Castellammare tra Otto e Novecento, in De Seta Cesare, Buccaro Alfredo (a cura di), I centri storici della provincia di Napoli. Struttura, forma, identità urbana Edizioni Scientifiche Italiane Napoli 223-273 No
Montuono Giuseppe Maria 2010 Terme Stabiane, in Stenti Sergio, Cappiello Vito (a cura di), Napoli, guida e dintorni. 14 itinerari di architettura moderna CLEAN edizioni Napoli 313 Si
Ghiringhelli Olga 2015 Castellammare di Stabia fra Otto e Novecento: gli spazi della cura e del loisir, in Mangone Fabio, Belli Gemma, Tampieri Maria Grazia (a cura di), Architettura e paesaggi della villeggiatura in Italia tra Otto e Novecento Franco Angeli Milano 276-286 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Terme Stabiane, prospetto Terme Stabiane, prospetto
Terme Stabiane, stabilimento Terme Stabiane, stabilimento
Terme Stabiane, foto recente Terme Stabiane, foto recente
Terme Stabiane, stabilimento Terme Stabiane, stabilimento
Terme Stabiane, interni Terme Stabiane, interni
Terme Stabiane, stabilimento Terme Stabiane, stabilimento
Terme Stabiane, prospetto Terme Stabiane, prospetto
Terme Stabiane, planimetria Terme Stabiane, planimetria
Terme Stabiane, prospetto Terme Stabiane, prospetto

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP
Titolare della ricerca: Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli DIC-DEA
Responsabile scientifico: Pasquale Belfiore


Scheda redatta da
creata il 31/12/2017
ultima modifica il 30/04/2024

Revisori:

Martina Massaro