Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

INA-CASA

Scheda Opera

  • Vista del fronte principale, Foto anni Cinquanta,
  • Pianta del piano terreno
  • Pianta del piano primo
  • Fronte principale con l’ingresso agli alloggi
  • Vista esterna
  • Vista esterna
  • Particolare dei camini e del timpano di copertura
  • Particolare del grigliato dell'apertura in copertura
  • Vista aerea (con drone) delle coperture, 2016
  • Fronte principale con l’ingresso agli alloggi, 2016
  • Fronte laterale, 2016
  • Particolare dei camini e del timpano di copertura, 2016
  • Dettaglio di uno degli antoni in legno, 2016
  • Lo stato di degrado del fronte laterale, 2016
  • Vista del fronte principale da piazza Guglielmo Marconi, 2019
  • Dettaglio dell’ingresso del fronte principale, 2019
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Mazzè
  • Denominazione: INA-CASA
  • Indirizzo: Strada provinciale per Caluso (via Caluso N. 33)
  • Data: 1951 - 1955
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Roberto Gabetti, Giorgio Raineri
Descrizione

1. Opera originaria

«La casa è composta da tre appartamenti unifamiliari su due piani: tutti e tre hanno la stessa pianta ribaltata in tre sensi diversi, per generare i tre tipi che compongono la costruzione. Questa si sviluppa su un asse comune alle tre abitazioni nel quale stanno le scale a rampa unica; un tetto a due falde, largo quanto le scale, si sviluppa trasversalmente su tutta la lunghezza di queste: a questo tetto a due falde, alto e stretto, si appoggiano le tre falde uniche che coprono ciascuno dei tre appartamenti. I tramezzi nei due piani stanno sulla stessa verticale.
L’ingresso ai tre appartamenti si affaccia su di un unico portico coperto di accesso; le finestre prospettano gli orticelli assegnati a ciascuna famiglia, su di un piccolo ripiano sopraelevato. Le finestre sono a tutta altezza, chiuse con antoni di legno. Le canne fumarie e gli esalatori dei gabinetti sono chiusi nello stesso vano murario dei camini che si prolungano assai sopra il tetto: la testa è solo impermeabilizzata, con conversa all’interno del maschio murario e scolo nelle sottili fessure verticali, fino sulla falda del tetto». (Roberto Gabetti e Giorgio Raineri, Ina-Casa a Mazzè, 1950-55, in «Casabella-Continuità», n. 212, settembre-ottobre 1956, p. 38)
Trad. inglese e francese: si

«Il progetto tende a conferire individualità e privacy a ciascun appartamento, dando però unità al complesso come un insieme. Raineri si colloca tra quanti esprimono in questi anni una ricerca volta a contrastare la “machine à habiter” in favore di una concezione tradizionale dell’abitazione, “quasi a difesa del singolo e dei valori, oramai perduti, della vita privata” (Rossi, 1958). Le case a schiera comprendono infatti tre unità unifamiliari duplex, accostate ma autonome, per ciascuna unità. Le tre piante uguali, su due piani, sono disposte lungo un asse comune dove sono collocate tutte le scale (con un’ulteriore copertura indipendente a due falde). Così pure i tre accessi che affacciano su un unico portico. Le finestre a tutt’altezza con ante in legno fendono verticalmente la parete finita a intonaco liscio» (Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, pp.192-193)

«[…] oppure della quasi coetanea INA Casa a Mazzè (1950-55) sulla via per Caluso, ancora di Gabetti e Raineri, oggi in stato di grave degrado e quasi soffocata da una vegetazione di arbusti. Tre appartamenti unifamiliari distribuiti su due piani “con pianta ribaltata in tre sensi diversi per generare i tre tipi che compongono la costruzione”, separati dall’asse comune della scala a rampa unica che taglia in trasversale l’intera composizione ed emerge in volume dalle coperture.
Eppure anche qui ci si deve fermare un momento perché queste prime realizzazioni, e in speciale modo l’INA Casa di Mazzè, sembrano contenere per stralci, anticipandolo, quel primo eccesso in figura che poi esplode evidente nelle forme della successiva Cooperativa olivettiana di Montalenghe (1957), tutta di Raineri, realizzata poco distante nel paesaggio agricolo del Canavese e anch’essa oggi abbandonata dopo un crudele tentativo di scomporla in residenza: a Mazzè, nell’accenno del forato in cotto (che segna il volume a timpano del corpo scala) e nei camini di esalazione che si prolungano assai sopra il tetto “con la testa solo impermeabilizzata”; a Montalenghe, nell’esplosione seriale delle losanghe in laterizio (come riscontro d’aria per il fienile) ritmate dagli alti camini per la ventilazione naturale delle stalle (forse omaggio ai caratteri seppur diversamente eccezionali della Società Ippica Torinese, in quegli anni fortunatamente non ancora demolita). (Gentucca Canella, Dal mobile agli allestimenti, per un eccesso di intuizione, in Ge. Canella e P. Mellano, a cura di, Roberto Gabetti 1925-2000, Franco Angeli, Milano 2017, p. 273).



2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale

L’opera, dismessa da alcuni anni, presenta un grave stato di abbandono. Una vegetazione incontrollata di rovi circonda e avviluppa l’edificio.
Sono tuttavia ancora leggibili i caratteri percettivi principali in quanto gli elementi originari della costruzione (persiane ad anta unica, tegole di copertura, profili dei serramenti, grigliati in mattoni), nonostante il degrado, non sono stati del tutto alterati.

(Scheda a cura di Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1951 -
  • Esecuzione: - 1955
  • Committente: IACP Torino (Presidente Carlo Villa)
  • Proprietà: Nessuna opzione
  • Destinazione originaria: Edifici residenziali Ina-Casa
  • Destinazione attuale: L’edificio è attualmente dismesso e in stato di degrado
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Roberto Gabetti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ SI
Giorgio Raineri Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.museotorino.it/view/s/557ba297e18845aa870a5c8a0f47ab46 SI
Raineri Giorgio Direzione lavori Esecuzione Visualizza Profilo https://www.museotorino.it/view/s/557ba297e18845aa870a5c8a0f47ab46 NO
Impresa Scavarda (anche per il progetto strutturale) Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Materiale di facciata: Intonaco liscio
  • Coperture: Copertura in tegole laterizie disposte direttamente sul solaio. Tetto a due falde su cui si appoggiano le tre falde uniche che coprono ciascuno dei tre appartamenti
  • Serramenti: Le finestre sono a tutta altezza, chiuse con antoni di legno, o più piccole con forma quadrate
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Mediocre
  • Stato Serramenti: Cattivo

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«La casa è composta da tre appartamenti unifamiliari su due piani: tutti e tre hanno la stessa pianta ribaltata in tre sensi diversi, per generare i tre tipi che compongono la costruzione. Questa si sviluppa su un asse comune alle tre abitazioni nel quale stanno le scale a rampa unica; un tetto a due falde, largo quanto le scale, si sviluppa trasversalmente su tutta la lunghezza di queste: a questo tetto a due falde, alto e stretto, si appoggiano le tre falde uniche che coprono ciascuno dei tre appartamenti. I tramezzi nei due piani stanno sulla stessa verticale.
L’ingresso ai tre appartamenti si affaccia su di un unico portico coperto di accesso; le finestre prospettano gli orticelli assegnati a ciascuna famiglia, su di un piccolo ripiano sopraelevato. Le finestre sono a tutta altezza, chiuse con antoni di legno. Le canne fumarie e gli esalatori dei gabinetti sono chiusi nello stesso vano murario dei camini che si prolungano assai sopra il tetto: la testa è solo impermeabilizzata, con conversa all’interno del maschio murario e scolo nelle sottili fessure verticali, fino sulla falda del tetto». (Roberto Gabetti e Giorgio Raineri, Ina-Casa a Mazzè, 1950-55, in «Casabella-Continuità», n. 212, settembre-ottobre 1956, p. 38) 
Trad. inglese e francese: si

«Il progetto tende a conferire individualità e privacy a ciascun appartamento, dando però unità al complesso come un insieme. Raineri si colloca tra quanti esprimono in questi anni una ricerca volta a contrastare la “machine à habiter” in favore di una concezione tradizionale dell’abitazione, “quasi a difesa del singolo e dei valori, oramai perduti, della vita privata” (Rossi, 1958). Le case a schiera comprendono infatti tre unità unifamiliari duplex, accostate ma autonome, per ciascuna unità. Le tre piante uguali, su due piani, sono disposte lungo un asse comune dove sono collocate tutte le scale (con un’ulteriore copertura indipendente a due falde). Così pure i tre accessi che affacciano su un unico portico. Le finestre a tutt’altezza con ante in legno fendono verticalmente la parete finita a intonaco liscio» (Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, pp.192-193)

«[…] oppure della quasi coetanea INA Casa a Mazzè (1950-55) sulla via per Caluso, ancora di Gabetti e Raineri, oggi in stato di grave degrado e quasi soffocata da una vegetazione di arbusti. Tre appartamenti unifamiliari distribuiti su due piani “con pianta ribaltata in tre sensi diversi per generare i tre tipi che compongono la costruzione”, separati dall’asse comune della scala a rampa unica che taglia in trasversale l’intera composizione ed emerge in volume dalle coperture.
Eppure anche qui ci si deve fermare un momento perché queste prime realizzazioni, e in speciale modo l’INA Casa di Mazzè, sembrano contenere per stralci, anticipandolo, quel primo eccesso in figura che poi esplode evidente nelle forme della successiva Cooperativa olivettiana di Montalenghe (1957), tutta di Raineri, realizzata poco distante nel paesaggio agricolo del Canavese e anch’essa oggi abbandonata dopo un crudele tentativo di scomporla in residenza: a Mazzè, nell’accenno del forato in cotto (che segna il volume a timpano del corpo scala) e nei camini di esalazione che si prolungano assai sopra il tetto “con la testa solo impermeabilizzata”; a Montalenghe, nell’esplosione seriale delle losanghe in laterizio (come riscontro d’aria per il fienile) ritmate dagli alti camini per la ventilazione naturale delle stalle (forse omaggio ai caratteri seppur diversamente eccezionali della Società Ippica Torinese, in quegli anni fortunatamente non ancora demolita). (Gentucca Canella, Dal mobile agli allestimenti, per un eccesso di intuizione, in Ge. Canella e P. Mellano, a cura di, Roberto Gabetti 1925-2000, Franco Angeli, Milano 2017, p. 273).



2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  

L’opera, dismessa da alcuni anni, presenta un grave stato di abbandono. Una vegetazione incontrollata di rovi circonda e avviluppa l’edificio.
Sono tuttavia ancora leggibili i caratteri percettivi principali in quanto gli elementi originari della costruzione (persiane ad anta unica, tegole di copertura, profili dei serramenti, grigliati in mattoni), nonostante il degrado, non sono stati del tutto alterati.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Roberto Gabetti e Giorgio Raineri 1956 Ina-Casa a Mazzè, 1950-55, in Vittorio Gregotti, Un nuovo architetto torinese: Giorgio Raineri, «Casabella-Continuità», n. 212, settembre-ottobre 1956 31-47 No
Andrea Guerra, Manuela Morresi 1996 Gabetti e Isola. Opere di architettura Electa Milano 26 No
Tamara Del Bel Belluz 1998 Giorgio Raineri Architetto Celid Torino No
Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino 2008 Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) Allemandi Torino 192-193 No
2016 “Roberto Gabetti, Giorgio Raineri, Case Ina a Mazzé, Torino, 1951-55”, video a cura degli studenti del Politecnico di Torino, a.a. 2016-17. Docenti: Gentucca Canella, Tanja Marzi. Studenti Valentina Marchisio, Roxana Marian, Giulia Nota. Coordinamento video Laboratorio Multimediale Dad, Il video è stato presentato in apertura alla Mostra-video “Riflessioni sul secondo Novecento italiano. Architetture a rischio”, a cura di Gentucca Canella con Tanja Marzi e Pietro Merlo, Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino, 12-13 dicembre 2016 No
Gentucca Canella e Paolo Mellano (a cura di) 2017 Roberto Gabetti 1925-2000 Franco Angeli Milano 94-95, 273 No
Gentucca Canella e Paolo Mellano (a cura di) 2019 Il diritto alla tutela. Architettura d’autore del secondo Novecento Franco Angeli Milano 266-267, 404 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del fronte principale, Foto anni Cinquanta, Vista del fronte principale, Foto anni Cinquanta, Archivio Gabetti e Isola
Pianta del piano terreno Pianta del piano terreno Tratto da – Gabetti, Raineri, Casabella-Continuità n. 212, 1956
Pianta del piano primo Pianta del piano primo Tratto da – Gabetti, Raineri, Casabella-Continuità n. 212, 1956
Fronte principale con l’ingresso agli alloggi Fronte principale con l’ingresso agli alloggi Tratto da – Gabetti, Raineri, Casabella-Continuità n. 212, 1956
Vista esterna Vista esterna Tratto da – Gabetti, Raineri, Casabella-Continuità n. 212, 1956
Vista esterna Vista esterna Tratto da – Gabetti, Raineri, Casabella-Continuità n. 212, 1956
Particolare dei camini e del timpano di copertura Particolare dei camini e del timpano di copertura Roberto Gabetti, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Particolare del grigliato dell'apertura in copertura Particolare del grigliato dell'apertura in copertura Roberto Gabetti, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Vista aerea (con drone) delle coperture, 2016 Vista aerea (con drone) delle coperture, 2016 Tratto da - Mostra-video "Riflessioni sul secondo Novecento italiano. Architetture a rischio", a cura di Gentucca Canella con Tanja Marzi e Pietro Merlo, DAD, Politecnico di Torino, 12-13 dicembre 2016
Fronte principale con l’ingresso agli alloggi, 2016 Fronte principale con l’ingresso agli alloggi, 2016 Gentucca Canella - 2016
Fronte laterale, 2016 Fronte laterale, 2016 Gentucca Canella - 2016
Particolare dei camini e del timpano di copertura, 2016 Particolare dei camini e del timpano di copertura, 2016 Gentucca Canella - 2016
Dettaglio di uno degli antoni in legno, 2016 Dettaglio di uno degli antoni in legno, 2016 Gentucca Canella - 2016
Lo stato di degrado del fronte laterale, 2016 Lo stato di degrado del fronte laterale, 2016 Gentucca Canella - 2016
Vista del fronte principale da piazza Guglielmo Marconi, 2019 Vista del fronte principale da piazza Guglielmo Marconi, 2019 Gentucca Canella - 2019
Dettaglio dell’ingresso del fronte principale, 2019 Dettaglio dell’ingresso del fronte principale, 2019 Gentucca Canella - 2019
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google Maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
XXI volumi alla Biblioteca Centrale di Architettura “Roberto Gabetti” del Politecnico di Torino Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 17/02/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021