Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

ASILO COMUNALE

Scheda Opera

  • Fronte principale
  • Planimetria generale
  • Pianta piano terreno
  • Piante piani primo e sottotetto
  • Scorcio del fronte principale
  • Vista del fronte principale
  • Particolari ingresso principale
  • Vista del fronte est, sezione trasversale, prospetto nord
  • Vista del fronte principale
  • Vista dell’interno
  • Rappresentazione con realtà cromatica originale
  • Vista del fronte principale, 2016
  • Vista del fronte principale, 2016
  • Vista del fronte principale, 2016
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Oglianico
  • Denominazione: ASILO COMUNALE
  • Indirizzo: Via San Grato N. 6
  • Data: 1956 - 1960
  • Tipologia: Scuole
  • Autori principali: Roberto Gabetti, Aimaro Isola
Descrizione

1. Opera originaria
«[…] Premesse tutte le riserve sull’attualità del loro indirizzo linguistico, Gabetti e d’Isola sono artisti? Se il verdetto è positivo, e per noi lo è decisamente, la risonanza che diamo alle loro opere è giustificata. Ma vi è una ragione più sottile e aderente di quella teorica generale: proprio in quanto antesignani del neo-liberty, questi due architetti appaiono immuni dall’infezione. Non barano al gioco. Il loro procedimento è diretto: quando la loro sensibilità esige uno strumento espressivo che il razionalismo e il movimento organico non posseggono o rifiutano, si rivolgono al patrimonio semantico del liberty. L’operazione avviene senza sofisticherie e snobismi, senza la mediazione di rancidi crepuscolarismi, di dispersioni fasulle, di problematiche sospese e confuse che, appena erosa la loro scorza, si rivelano inconsistenti, di comodo, e reazionarie.
Per il resto, nell’impostazione funzionale e volumetrica di questo asilo, dov’è il neo-liberty? In verità, non esiste. A meno che non lo si voglia confondere con una ricerca di eleganza: nel tenue dialogare tra superfici e linee, nella tensione degli ordini del piano terreno, nella vibrata distesa del blocco superiore. Questa ricerca non è evasiva rispetto ai termini dell’architettura moderna. Diremmo anzi che trova la sua piena legittimità nell’attuale periodo di maturazione.
[…] Un asilo di due aule, cucina, abitazione delle suore, salone-cappella per la scuola di cucito: il tutto, completo di impianti e servizi, per dodici milioni e mezzo. In un’impostazione così aderente al dato economico e funzionale, il fatto che l’intonaco delle facciate sia tirato sulla guida di profilati di alluminio che fanno da spigolo a tutte le aperture, o che il tetto sia a passafuori sottoposti al perlinaggio, con tegole dipinte con speciale vernice nera, rappresenta una conquista. L’intento non è di sovvertire i termini della ricerca razionalista, ma di arricchirla, di offrire qualcosa in più all’edilizia economica.
[…] Gli architetti sono intervenuti a portare a termine l’iniziativa (arenatasi) di un comitato locale; hanno accostato il nucleo aula-atrio-refettorio, ad un rustico esistente a due piani fuori terra. Tutte le finestrelle quadrate multiple illuminano i servizi o fanno da sopraluce alle finestre normali, con vetri di diverso colore. Al piano terreno aule laboratorio e refettorio, direzione, cucina, sala igienica; al primo piano appartamento suore e laboratorio di cucito. Una scaletta (che forma l’avancorpo triangolare visibile in facciata) porta al grande sottotetto.
[…] Il sottotetto che sovrasta la parte a due piani fuori terra è utilizzato come stenditoio. Gli interni sono tinteggiati a colla: zoccolo lavabile color giallo paglia con decorazioni diverse per ogni ambiente. La recinzione è costituita da una semplice rete metallica appesa con tiranti a cubi quadri di sostegno.
Le fioriere esterne sono rivestite in klinker 10x10 nero. L’intonaco delle facciate è tirato sulla guida di profilati, in alluminio, che fanno da spigolo a tutte le aperture. Il costo è limitato a 12.500.000 lire». («L’architettura. Cronache e storia», n. 63, gennaio 1961, pp. 590-595).

«La costruzione del primo nucleo della scuola materna è promossa da un comitato spontaneamente costituitosi nel 1951 tra gli abitanti del Comune (Agi, Oglianico Asilo, 3 marzo 1951). I lavori vengono sospesi nel 1953 per esaurimento dei fondi messi sino allora a disposizione da privati; a tale data sono realizzati e coperti due piani di rustico a pianta rettangolare, su schemi forniti dall’ingegnere Faustino galloni di Torino per le opere in cemento armato. Nell’agosto del 1956 la Giunta Municipale conferisce a Roberto Gabetti l’incarico per l’elaborazione di un progetto di massima di completamento e ampliamento dell’esistente, con copertura finanziaria ministeriale (Agi, Oglianico Asilo, 7 agosto 1956, ibidem, 1 settembre 1956). Il primo schizzo, databile all’estate del medesimo anno, tiene solo parzialmente conto della preesistenza, cui viene aggiunto sul lato ovest un blocco rettangolare allungato, elevato per un solo piano fuori terra. I grafici successivi prevedono al contrario una più estesa utilizzazione del rustico. Il primo progetto completo definito in scala 1:50 comporta la parziale demolizione della muratura perimetrale […] il prospetto sud è tuttavia ricondotto a un unico allineamento da un portico di accesso a “L”. Tutti gli ambienti destinati all’asilo sono ricavati al piano terreno; nel secondo piano, limitato al solo settore già costruito, trovano posto una cappella e la zona residenziale privata destinata alle suore che gestiscono la scuola. […] Con il secondo progetto, non datato ma verosimilmente messo a punto tra la fine del 1956 e i primi mesi del 1957, viene abbandonato il precedente impianto per una soluzione che si avvicina a quella definitiva a meno del trattamento dei prospetti. […] Il passaggio agli elaborati definitivi, planimetricamente analoghi alla soluzione intermedia, si attua attraverso un uso ancora più ricercato di tali geometrie. Le fenditure romboidali del fronte nord, disposte ora secondo un andamento alternato, sono collegate alle aperture quadrate sottostanti da coprigiunti prolungati in altezza, tali da accentuare il carattere già marcatamente grafico della composizione. I medesimi motivi ricompaiono sul fronte sud, ricomposti secondo differenti geometrie. Il cantiere affidato all’impresa Romeo di Torino, si apre nel febbraio del 1958, per chiudersi nella primavera dal 1960.
I progetti degli arredi per l’asilo, solo parzialmente eseguiti, sono firmati congiuntamente da Gabetti e Isola.
Un nuovo progetto di ampliamento viene affidato ai due nel 1965: si tratta della realizzazione di una nuova sala-teatro a nord del primitivo edificio, cui collabora, come responsabile per le opere in cemento armato, l’ingegnere Giuseppe Raineri. La relativa gara d’appalto viene bandita dal Comune di Oglianico nel gennaio 1968. La sala a imbuto convergente verso il palco, è collegata al blocco preesistente da spazi di risulta trapezoidali, simmetrici sui due lati: si tratta della riproposizione del medesimo impianto planimetrico già sperimentato per la grande “sala” che costituisce il nucleo liturgico del convento progettato per Chieti (1957). Ancora una volta l’accento è posto sul sistema di copertura: sul nuovo fronte la falda è interrotta verso l’estremità inferiore da una terrazza praticabile posta a quota + 2.70m; sui lati, a maggior quota, due ulteriori terrazze sono inserite nel tetto in corrispondenza dei vani trapezi sottostanti. […] L’asilo, un’architettura “minore”, scarsamente considerata dalla bibliografia, non può tuttavia essere letto come semplice espressione di autoreferenzialità. Al contrario: il calibro ridotto dell’intervento è occasione per lavorare intorno all’eleganza compositiva, mescolando con misurata accortezza fonti e citazioni. […] E infine: le finestrelle romboidali che caratterizzano la superficie corrugata del fronte sud dell’asilo appartengono al linguaggio ridolfiano, tanto da costituirne una vera e propria cifra. Nonostante la riconoscibilità dei riferimenti la polemica neoliberty non investe l’asilo di Oglianico. Al contrario: dalle pagine de “L’Architettura” di Zevi – “strenuamente ostile al neo-liberty” – si assicura al pubblico degli architetti che “in questo asilo… il neo-liberty… non esiste”, riconoscendo, allo stesso tempo, la legittimità della ricerca di Gabetti e Isola…». (Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola. Opere di architettura, Electa, Milano 1996, pp. 43-47).

«Gli architetti sono intervenuti a partire da due piani di rustico già realizzati, modificando la pianta rettangolare in un impianto a T con l’inserimento di un altro corpo di fabbricato. Gli alzati conferiscono al prospetto su una forma a becco d’uccello, mentre le decorazioni ottenute dalle aperture sul paramento murario in mattoni denunciano riferimenti secessionisti. Di Gabetti e Isola anche il progetto di alcuni arredi». (Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 197).


2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale
L'opera è stata oggetto di un intervento di incremento volumetrico al piano primo del fronte sud che ha comportato una sostanziale alterazione del fronte principale e dei caratteri percettivi originari.

(Scheda a cura di Gentucca Canella, DAD - Poliecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1956 - 1957
  • Esecuzione: 1958 - 1960
  • Tipologia Specifica: Scuola per l'infanzia
  • Committente: Comune di Oglianico
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Asilo comunale
  • Destinazione attuale: Scuola materna paritaria
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Roberto Gabetti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ SI
Roberto Gabetti Progetto Interni Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ NO
Aimaro Isola Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio SI
Aimaro Isola Progetto Interni Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio NO
Giuseppe Raineri Progetto strutturale Progetto Visualizza Profilo https://www.studiolambro.it/profilo/ NO
Impresa Romeo Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Materiale di facciata: Intonaco delle facciate tirato sulla guida di profilati di alluminio che fanno da spigolo a tutte le aperture
  • Coperture: Copertura a passafuori sottoposti al perlinaggio, con tegole dipinte con speciale vernice nera
  • Serramenti: Serramente in colore bianco
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Coperture: Buono

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«[…] Premesse tutte le riserve sull’attualità del loro indirizzo linguistico, Gabetti e d’Isola sono artisti? Se il verdetto è positivo, e per noi lo è decisamente, la risonanza che diamo alle loro opere è giustificata. Ma vi è una ragione più sottile e aderente di quella teorica generale: proprio in quanto antesignani del neo-liberty, questi due architetti appaiono immuni dall’infezione. Non barano al gioco. Il loro procedimento è diretto: quando la loro sensibilità esige uno strumento espressivo che il razionalismo e il movimento organico non posseggono o rifiutano, si rivolgono al patrimonio semantico del liberty. L’operazione avviene senza sofisticherie e snobismi, senza la mediazione di rancidi crepuscolarismi, di dispersioni fasulle, di problematiche sospese e confuse che, appena erosa la loro scorza, si rivelano inconsistenti, di comodo, e reazionarie.
Per il resto, nell’impostazione funzionale e volumetrica di questo asilo, dov’è il neo-liberty? In verità, non esiste. A meno che non lo si voglia confondere con una ricerca di eleganza: nel tenue dialogare tra superfici e linee, nella tensione degli ordini del piano terreno, nella vibrata distesa del blocco superiore. Questa ricerca non è evasiva rispetto ai termini dell’architettura moderna. Diremmo anzi che trova la sua piena legittimità nell’attuale periodo di maturazione.
[…] Un asilo di due aule, cucina, abitazione delle suore, salone-cappella per la scuola di cucito: il tutto, completo di impianti e servizi, per dodici milioni e mezzo. In un’impostazione così aderente al dato economico e funzionale, il fatto che l’intonaco delle facciate sia tirato sulla guida di profilati di alluminio che fanno da spigolo a tutte le aperture, o che il tetto sia a passafuori sottoposti al perlinaggio, con tegole dipinte con speciale vernice nera, rappresenta una conquista. L’intento non è di sovvertire i termini della ricerca razionalista, ma di arricchirla, di offrire qualcosa in più all’edilizia economica.
[…] Gli architetti sono intervenuti a portare a termine l’iniziativa (arenatasi) di un comitato locale; hanno accostato il nucleo aula-atrio-refettorio, ad un rustico esistente a due piani fuori terra. Tutte le finestrelle quadrate multiple illuminano i servizi o fanno da sopraluce alle finestre normali, con vetri di diverso colore. Al piano terreno aule laboratorio e refettorio, direzione, cucina, sala igienica; al primo piano appartamento suore e laboratorio di cucito. Una scaletta (che forma l’avancorpo triangolare visibile in facciata) porta al grande sottotetto.
[…] Il sottotetto che sovrasta la parte a due piani fuori terra è utilizzato come stenditoio. Gli interni sono tinteggiati a colla: zoccolo lavabile color giallo paglia con decorazioni diverse per ogni ambiente. La recinzione è costituita da una semplice rete metallica appesa con tiranti a cubi quadri di sostegno.
Le fioriere esterne sono rivestite in klinker 10x10 nero. L’intonaco delle facciate è tirato sulla guida di profilati, in alluminio, che fanno da spigolo a tutte le aperture. Il costo è limitato a 12.500.000 lire». («L’architettura. Cronache e storia», n. 63, gennaio 1961, pp. 590-595).

«La costruzione del primo nucleo della scuola materna è promossa da un comitato spontaneamente costituitosi nel 1951 tra gli abitanti del Comune (Agi, Oglianico Asilo, 3 marzo 1951). I lavori vengono sospesi nel 1953 per esaurimento dei fondi messi sino allora a disposizione da privati; a tale data sono realizzati e coperti due piani di rustico a pianta rettangolare, su schemi forniti dall’ingegnere Faustino galloni di Torino per le opere in cemento armato. Nell’agosto del 1956 la Giunta Municipale conferisce a Roberto Gabetti l’incarico per l’elaborazione di un progetto di massima di completamento e ampliamento dell’esistente, con copertura finanziaria ministeriale (Agi, Oglianico Asilo, 7 agosto 1956, ibidem, 1 settembre 1956). Il primo schizzo, databile all’estate del medesimo anno, tiene solo parzialmente conto della preesistenza, cui viene aggiunto sul lato ovest un blocco rettangolare allungato, elevato per un solo piano fuori terra. I grafici successivi prevedono al contrario una più estesa utilizzazione del rustico. Il primo progetto completo definito in scala 1:50 comporta la parziale demolizione della muratura perimetrale […] il prospetto sud è tuttavia ricondotto a un unico allineamento da un portico di accesso a “L”. Tutti gli ambienti destinati all’asilo sono ricavati al piano terreno; nel secondo piano, limitato al solo settore già costruito, trovano posto una cappella e la zona residenziale privata destinata alle suore che gestiscono la scuola. […] Con il secondo progetto, non datato ma verosimilmente messo a punto tra la fine del 1956 e i primi mesi del 1957, viene abbandonato il precedente impianto per una soluzione che si avvicina a quella definitiva a meno del trattamento dei prospetti. […] Il passaggio agli elaborati definitivi, planimetricamente analoghi alla soluzione intermedia, si attua attraverso un uso ancora più ricercato di tali geometrie. Le fenditure romboidali del fronte nord, disposte ora secondo un andamento alternato, sono collegate alle aperture quadrate sottostanti da coprigiunti prolungati in altezza, tali da accentuare il carattere già marcatamente grafico della composizione. I medesimi motivi ricompaiono sul fronte sud, ricomposti secondo differenti geometrie. Il cantiere affidato all’impresa Romeo di Torino, si apre nel febbraio del 1958, per chiudersi nella primavera dal 1960. 
I progetti degli arredi per l’asilo, solo parzialmente eseguiti, sono firmati congiuntamente da Gabetti e Isola.
Un nuovo progetto di ampliamento viene affidato ai due nel 1965: si tratta della realizzazione di una nuova sala-teatro a nord del primitivo edificio, cui collabora, come responsabile per le opere in cemento armato, l’ingegnere Giuseppe Raineri. La relativa gara d’appalto viene bandita dal Comune di Oglianico nel gennaio 1968. La sala a imbuto convergente verso il palco, è collegata al blocco preesistente da spazi di risulta trapezoidali, simmetrici sui due lati: si tratta della riproposizione del medesimo impianto planimetrico già sperimentato per la grande “sala” che costituisce il nucleo liturgico del convento progettato per Chieti (1957). Ancora una volta l’accento è posto sul sistema di copertura: sul nuovo fronte la falda è interrotta verso l’estremità inferiore da una terrazza praticabile posta a quota + 2.70m; sui lati, a maggior quota, due ulteriori terrazze sono inserite nel tetto in corrispondenza dei vani trapezi sottostanti. […] L’asilo, un’architettura “minore”, scarsamente considerata dalla bibliografia, non può tuttavia essere letto come semplice espressione di autoreferenzialità. Al contrario: il calibro ridotto dell’intervento è occasione per lavorare intorno all’eleganza compositiva, mescolando con misurata accortezza fonti e citazioni. […] E infine: le finestrelle romboidali che caratterizzano la superficie corrugata del fronte sud dell’asilo appartengono al linguaggio ridolfiano, tanto da costituirne una vera e propria cifra. Nonostante la riconoscibilità dei riferimenti la polemica neoliberty non investe l’asilo di Oglianico. Al contrario: dalle pagine de “L’Architettura” di Zevi – “strenuamente ostile al neo-liberty” – si assicura al pubblico degli architetti che “in questo asilo… il neo-liberty… non esiste”, riconoscendo, allo stesso tempo, la legittimità della ricerca di Gabetti e Isola…». (Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola. Opere di architettura, Electa, Milano 1996, pp. 43-47).

«Gli architetti sono intervenuti a partire da due piani di rustico già realizzati, modificando la pianta rettangolare in un impianto a T con l’inserimento di un altro corpo di fabbricato. Gli alzati conferiscono al prospetto su una forma a becco d’uccello, mentre le decorazioni ottenute dalle aperture sul paramento murario in mattoni denunciano riferimenti secessionisti. Di Gabetti e Isola anche il progetto di alcuni arredi». (Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 197).


2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale  
L'opera è stata oggetto di un intervento di incremento volumetrico al piano primo del fronte sud che ha comportato una sostanziale alterazione del fronte principale e dei caratteri percettivi originari.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Girardi Vittoria 1961 Un asilo e una casa in Piemonte L’architettura. Cronache e storia n. 63 590-595 No
Red. 1971 Gabetti, Isola, Raineri, Monografie di architetti e designers europei - Serie italiana Editore Serca Chiasso No
Cellini Francesco, D’Amato Claudio 1985 Gabetti e Isola. Progetti e architetture 1950-1985 Electa Milano No
Zermani Paolo (a cura di) 1989 Gabetti e Isola Zanichelli Milano No
Olmo Carlo 1993 Gabetti e Isola. Architetture Allemandi Torino No
Guerra Andrea, Morresi Manuela 1996 Gabetti e Isola. Opere di architettura Electa Milano 43-47 No
Canella Gentucca, Mellano Paolo (a cura di) 2017 Roberto Gabetti 1925-2000 Franco Angeli Milano 65, 361; 113-114 No
Canella Gentucca, Mellano Paolo (a cura di) 2019 Il diritto alla tutela. Architettura d’autore del secondo Novecento Franco Angeli Milano 270-271; 277 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Fronte principale Fronte principale Riccardo Moncalvo, tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Planimetria generale Planimetria generale Tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Pianta piano terreno Pianta piano terreno Tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Piante piani primo e sottotetto Piante piani primo e sottotetto Tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Scorcio del fronte principale Scorcio del fronte principale Tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Vista del fronte principale Vista del fronte principale Riccardo Moncalvo, tratto da - Archivio Gabetti Isola
Particolari ingresso principale Particolari ingresso principale Tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Vista del fronte est, sezione trasversale, prospetto nord Vista del fronte est, sezione trasversale, prospetto nord Tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Vista del fronte principale Vista del fronte principale Roberto Gabetti, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Vista dell’interno Vista dell’interno Roberto Gabetti, tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Rappresentazione con realtà cromatica originale Rappresentazione con realtà cromatica originale Tratto da - L’architettura. Cronache e storia n. 63, 1961
Vista del fronte principale, 2016 Vista del fronte principale, 2016 Gentucca Canella - 2016
Vista del fronte principale, 2016 Vista del fronte principale, 2016 Tratto da - Mostra-video “Riflessioni sul secondo Novecento italiano. Architetture a rischio”, a cura di Gentucca Canella con Tanja Marzi e Pietro Merlo, DAD, Politecnico di Torino, 12-13 dicembre 2016
Vista del fronte principale, 2016 Vista del fronte principale, 2016 Tratto da - Mostra-video “Riflessioni sul secondo Novecento italiano. Architetture a rischio”, a cura di Gentucca Canella con Tanja Marzi e Pietro Merlo, DAD, Politecnico di Torino, 12-13 dicembre 2016
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Gabetti e Isola Studio Visualizza
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 10/05/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2021