Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

LA TUMINERA

Scheda Opera

  • Sezione disegni di progetto: pianta, sezione, fronte principale, prospettiva
  • Assonometria generale dl basso
  • Fronte sul retro
  • Fronte principale
  • Fronte sul retro, 2019
  • Fronte principale, 2019
  • Vista dal portico, 2019
  • Comune: Bagnolo Piemonte
  • Denominazione: LA TUMINERA
  • Indirizzo: Via Bibiana N. 86
  • Data: 1978 - 1980
  • Tipologia: Edifici polifunzionali
  • Autori principali: Roberto Gabetti, Aimaro Isola
Descrizione

1. Opera originaria

«Il Caseificio “La Tuminera” è posto all’ingresso del paese, ed è costituito da un unico corpo di fabbrica che ospita da un lato la lavorazione e la vendita dei formaggi, e dall’altro la residenza. La struttura del portico è semplicissima, in travi di legno che sorreggono una copertura in losa di Luserna; a metà della costruzione si eleva una specie di torre, che serve principalmente a rendere più visibile il caseificio dalla strada che lo lambisce e che rende oltretutto praticabile il tetto piano a prato del corpo centrale. Le scelte tecnologiche hanno consentito una parziale autocostruzione; la pietra di Luserna, presente nelle lose del tetto e nel basamento che fascia i pilastri lignei, caratterizza il progetto assieme alla struttura lignea e alla muratura in laterizio». (Riccardo Roda, Architetture a Bagnolo Piemonte, in «Modulo», n. 147, dicembre 1988, pp. 1620-1629).

«La “tuminera” si affaccia all’ingresso di Bagnolo sulla strada che proviene da Bibiana e da Torino. Un lungo muro continuo in mattoni collega le due parti dell’edificio, adibite l’una alla produzione e alla vendita del formaggio, e l’altra ad abitazione. Il progetto è concepito come un capannone di tipo industriale sul quale si aggancia una struttura in legno che ha funzione di “segno” dell’architettura tradizionale del paese. […] Tra le due parti dell’edificio si trova un patio quadrato a quota leggermente inferiore. Il piano interrato è un unico vano libero da ogni struttura portante in modo da consentire una trasformazione d’uso nel corso del tempo. […] La successione dei tetti segna la sequenza delle parti funzionali. […] La costruzione è quella delle tradizionale delle cascine piemontesi: struttura in legno molto semplice, che ha consentito al cliente stesso di montarla, coperture in pietra a “lose”. I montanti in legno poggiano su uno zoccolo in cemento rivestito con pietra di luserna». (Caseificio e residenza a Bagnolo Piemonte, in «Casabella», n. 485, novembre 1982, pp. 8-11).

«[…] Lungo un muro parallelo alla strada provinciale si appoggiano l’edificio per la lavorazione dei prodotti caseari, la casa di abitazione del proprietario e le tettoie del porticato, che costituiscono il principale device del progetto.
I volumi dei diversi corpi di fabbrica, in questo caso, semplici, ulteriormente segnati dal tetto piano, ricoperto da uno strato di terreno erboso, con inserite cupole emisferiche in metacrilato (nel caseificio) per l’illuminazione e l’aerazione integrativa. Gli edifici hanno struttura in cemento armato, muratura in mattoni con rivestimento esterno in paramano faccia a vista, con zoccolo in pietra di Luserna.
Le piante degli edifici si sviluppano orizzontalmente, con una ricerca che, nell’abitazione del proprietario, sviluppa maggiormente il riferimento a un’ampia cultura delle prarie houses, già presente nell’impianto dell’intero complesso: l’abitazione ha pianta quasi quadrata con ingresso sotto un patio, che porta direttamente a un grande ambiente pranzo-cucina-soggiorno, esternamente evidenziato da due grandi verande, interamente vetrate, aggettanti dal muro, sui lati ovest e sud.
[…] La Tuminera si inserisce, come distribuzione, in un paesaggio in cui tuttavia ribadisce la natura fortemente segnata dall’uomo. La scelta dei materiali, in questo caso, segna il massimo punto di applicazione degli architetti torinesi: il larice rosso del portico come la pietra di Luserna degli zoccoli o delle lose delle tettoie costituiscono in tramite di una ricercata ambiguità. L’architettura,anche quando mette in opera materiali naturali o locali, è sempre e in primo luogo una messa in ordine di valori culturali e simbolici». (Carlo Olmo, Gabetti e Isola, Allemandi, Torino 1993).

«Il dialogo con la cultura locale della pietra di Luserna, già iniziato da tempo da Gabetti e Isola, continua con questo edificio che riunisce in sè la casa, il laboratorio, il negozio di un produttore di formaggi.
A legare i due blocchi edilizi separati, – quello della residenza e quello del caseificio – ed a “smorzarne” le rispettive individualità, è posto un lungo muro di spina in mattoni a vista, elemento di frontiera che divide l’area di accesso al complesso dall’aperta campagna retrostante. Al di qua del diaframma si apre un generoso portico, una sequenza di emergenze volumetriche distinte, definite da montanti lignei e da coperture ad un unico spiovente. Al di là del setto murario, attraversando un ampio portale ed un patio d’ingresso, si accede ai due corpi edilizi principali.
La compattezza del muro inteso come linea di confine – idealmente estensibile nel paesaggio laddove si prolunga, in forma di parete libera, ben oltre il limite dell’impianto del caseificio – si sfrangia in corrispondenza dell’abitazione. Verso questo estremo dell’edificio il deciso segno rettilineo della cortina muraria è contestato dall’ultimo pilastro ligneo del portico ruotato di 45° ed è interrotto da vetrate a tutta altezza che illuminano il soggiorno. Inoltre, il tetto a padiglione della residenza dissimula, completamente, la presenza del muro di spina scavalcandolo per coprire l’intera profondità del portico.
Ancora una volta, nell’opera di Gabetti e Isola, si instaura quel delicato equilibrio tra l’affermazione di un segno architettonico forte, “autoriale”, e la sua contemporanea negazione attraverso un lessico dell’architettura dei luoghi. Una sorta di dialettica degli opposti ribadita nel portico dove ampie falde di copertura – enfatizzate perchè effettivamente pesanti nell’orditura robusta e nello spesso manto in pietra di Luserna – sono sostenute da snelli supporti lignei: una teoria di pilastri a doppio puntone, in larice grezzo, su cui il tetto litico sembra librarsi, come sospeso, indipendente rispetto agli spazi interesterni che va a ricoprire. L’immagine autonoma e sottolineata del coperto in pietra è accentuata dalla possibilità di leggere il disegno a losanghe del manto non solo a distanza, dall’esterno del portico, ma anche in condizioni ravvicinate, sotto l’intradosso dello sporto di copertura, dove le lastre litiche appoggiano direttamente sui travetti lignei dell’orditura secondaria, senza tavolati interposti.
Nella Tuminera la riscoperta delle risorse naturali e dei valori culturali del luogo è evidente. La ricerca di un rapporto stringente tra architettura e visuali panoramiche si esplica nel continuum del muro (percepibile come quinta, o come orizzonte artificiale se visto da lontano) e nella colombaia-belvedere che emerge dal portico coronata da una volteggiante banderuola. L’accettazione dei materiali locali, delle tecnologie esecutive artigianali dal sapore “contadino” è tutta espressa nel portico». (Alfonso Acocella, L’architettura di pietra, Firenze, Lucense-Alinea, 2004, pp. 62).

2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando la funzione e i caratteri originali dell’opera.

(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)


1. Original Work
The “La Tuminera” cheese factory located at the Bagnolo town’s entrance, consists of two separate buildings: one of these contains the processing and sale of the cheeses, the other instead is the owner’s house. They are linked by a «long brick wall, a border line that separates the access area of the construction from the countryside behind it. On one side of this element there is a porch, characterized by a sequence of different volumes, made up of wooden uprights and mono-pitched roofs. Beyond the wall, through a large portal and an entrance patio, you can access the two main buildings» (Alfonso Acocella, 2004).
«The project is designed as an industrial shed to which a wooden structure is attached acting as a “symbol” of the traditional architecture of the country» («Casabella», n. 485, novembre 1982).
The buildings have a flat roof, covered «by a layer of grassland, with hemispherical methacrylate domes (in the factory area) for lighting and supplementary ventilation. [...] the house has an almost square plan with entrance under a patio, which leads directly to a large dining-kitchen-living room, externally highlighted by two large verandas, fully glazed, protruding from the wall on the west and south sides» (Carlo Olmo, 1993).
And it is just at these floor-to-ceiling windows that the compactness of the wall is interrupted, the rectilinear sign of which is countered by the last wooden pillar of the portico rotated by 45°. «Also, the hip roof of the residence completely hides the presence of the wall by climbing over it to cover the entire depth of the porch». This last one is characterized by slender wooden supports resting on a concrete base covered with Luserna stone: «a theory of double strut pillars, in rough larch, on which the stone roof seems to hover, as if it were suspended". The lozenge design of the stone mantle of Luserna can be seen "not only from afar, outside of the portico, but also up close, below the soffit of the protruding part of the roof, where the stone slabs rest directly on the wooden beams of the secondary structure, without interposed planking» (Alfonso 2004).
Finally, approximately «in the middle of the building there is a kind of tower, whose aim is primarily to make the cheese factory more visible from the road and which moreover makes the flat lawn roof of the central building practicable» («Modulo», n. 147, dicembre 1988).

2. Current state in 2019
The building is in a good state of conservation, preserving the original function and features of the work.

(English version by Alessia Federica Gigliotti, DAD-Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1978 - 1979
  • Esecuzione: 1979 - 1980
  • Tipologia Specifica: Caseificio e residenza
  • Committente: Giacomo Geuna
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Caseificio e residenza
  • Destinazione attuale: Caseificio e residenza
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Guido Drocco Progetto architettonico Progetto NO
Guido Drocco Progetto Interni Progetto NO
Roberto Gabetti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ SI
Roberto Gabetti Progetto Interni Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ NO
Aimaro Isola Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio SI
Aimaro Isola Progetto Interni Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio NO
Elio Zaninetti Progetto strutturale Esecuzione NO
  • Strutture: struttura in cemento armato; muratura in laterizio; struttura lignea per la copertura, il portico e la torre-belvedere
  • Materiale di facciata: muratura di mattoni con rivestimento esterno in paramano faccia a vista, con zoccolo di pietra di Luserna
  • Coperture: muratura di mattoni con rivestimento esterno in paramano faccia a vista, con zoccolo di pietra di Luserna
  • Serramenti: serramenti di alluminio; porte di legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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«Il Caseificio “La Tuminera” è posto all’ingresso del paese, ed è costituito da un unico corpo di fabbrica che ospita da un lato la lavorazione e la vendita dei formaggi, e dall’altro la residenza. La struttura del portico è semplicissima, in travi di legno che sorreggono una copertura in losa di Luserna; a metà della costruzione si eleva una specie di torre, che serve principalmente a rendere più visibile il caseificio dalla strada che lo lambisce e che rende oltretutto praticabile il tetto piano a prato del corpo centrale. Le scelte tecnologiche hanno consentito una parziale autocostruzione; la pietra di Luserna, presente nelle lose del tetto e nel basamento che fascia i pilastri lignei, caratterizza il progetto assieme alla struttura lignea e alla muratura in laterizio». (Riccardo Roda, Architetture a Bagnolo Piemonte, in «Modulo», n. 147, dicembre 1988, pp. 1620-1629).

«La “tuminera” si affaccia all’ingresso di Bagnolo sulla strada che proviene da Bibiana e da Torino. Un lungo muro continuo in mattoni collega le due parti dell’edificio, adibite l’una alla produzione e alla vendita del formaggio, e l’altra ad abitazione. Il progetto è concepito come un capannone di tipo industriale sul quale si aggancia una struttura in legno che ha funzione di “segno” dell’architettura tradizionale del paese. […] Tra le due parti dell’edificio si trova un patio quadrato a quota leggermente inferiore. Il piano interrato è un unico vano libero da ogni struttura portante in modo da consentire una trasformazione d’uso nel corso del tempo. […]  La successione dei tetti segna la sequenza delle parti funzionali. […] La costruzione è quella delle tradizionale delle cascine piemontesi: struttura in legno molto semplice, che ha consentito al cliente stesso di montarla, coperture in pietra a “lose”. I montanti in legno poggiano su uno zoccolo in cemento rivestito con pietra di luserna». (Caseificio e residenza a Bagnolo Piemonte, in «Casabella», n. 485, novembre 1982, pp. 8-11).

«[…] Lungo un muro parallelo alla strada provinciale si appoggiano l’edificio per la lavorazione dei prodotti caseari, la casa di abitazione del proprietario e le tettoie del porticato, che costituiscono il principale device del progetto. 
I volumi dei diversi corpi di fabbrica, in questo caso, semplici, ulteriormente segnati dal tetto piano, ricoperto da uno strato di terreno erboso, con inserite cupole emisferiche in metacrilato (nel caseificio) per l’illuminazione e l’aerazione integrativa. Gli edifici hanno struttura in cemento armato, muratura in mattoni con rivestimento esterno in paramano faccia a vista, con zoccolo in pietra di Luserna.
Le piante degli edifici si sviluppano orizzontalmente, con una ricerca che, nell’abitazione del proprietario, sviluppa maggiormente il riferimento a un’ampia cultura delle prarie houses, già presente nell’impianto dell’intero complesso: l’abitazione ha pianta quasi quadrata con ingresso sotto un patio, che porta direttamente a un grande ambiente pranzo-cucina-soggiorno, esternamente evidenziato da due grandi verande, interamente vetrate, aggettanti dal muro, sui lati ovest e sud.
[…] La Tuminera si inserisce, come distribuzione, in un paesaggio in cui tuttavia ribadisce la natura fortemente segnata dall’uomo. La scelta dei materiali, in questo caso, segna il massimo punto di applicazione degli architetti torinesi: il larice rosso del portico come la pietra di Luserna degli zoccoli o delle lose delle tettoie costituiscono in tramite di una ricercata ambiguità. L’architettura,anche quando mette in opera materiali naturali o locali, è sempre e in primo luogo una messa in ordine di valori culturali e simbolici». (Carlo Olmo, Gabetti e Isola, Allemandi, Torino 1993).

«Il dialogo con la cultura locale della pietra di Luserna, già iniziato da tempo da Gabetti e Isola, continua con questo edificio che riunisce in sè la casa, il laboratorio, il negozio di un produttore di formaggi.
A legare i due blocchi edilizi separati, – quello della residenza e quello del caseificio – ed a “smorzarne” le rispettive individualità, è posto un lungo muro di spina in mattoni a vista, elemento di frontiera che divide l’area di accesso al complesso dall’aperta campagna retrostante. Al di qua del diaframma si apre un generoso portico, una sequenza di emergenze volumetriche distinte, definite da montanti lignei e da coperture ad un unico spiovente. Al di là del setto murario, attraversando un ampio portale ed un patio d’ingresso, si accede ai due corpi edilizi principali.
La compattezza del muro inteso come linea di confine – idealmente estensibile nel paesaggio laddove si prolunga, in forma di parete libera, ben oltre il limite dell’impianto del caseificio – si sfrangia in corrispondenza dell’abitazione. Verso questo estremo dell’edificio il deciso segno rettilineo della cortina muraria è contestato dall’ultimo pilastro ligneo del portico ruotato di 45° ed è interrotto da vetrate a tutta altezza che illuminano il soggiorno. Inoltre, il tetto a padiglione della residenza dissimula, completamente, la presenza del muro di spina scavalcandolo per coprire l’intera profondità del portico.
Ancora una volta, nell’opera di Gabetti e Isola, si instaura quel delicato equilibrio tra l’affermazione di un segno architettonico forte, “autoriale”, e la sua contemporanea negazione attraverso un lessico dell’architettura dei luoghi. Una sorta di dialettica degli opposti ribadita nel portico dove ampie falde di copertura – enfatizzate perchè effettivamente pesanti nell’orditura robusta e nello spesso manto in pietra di Luserna – sono sostenute da snelli supporti lignei: una teoria di pilastri a doppio puntone, in larice grezzo, su cui il tetto litico sembra librarsi, come sospeso, indipendente rispetto agli spazi interesterni che va a ricoprire. L’immagine autonoma e sottolineata del coperto in pietra è accentuata dalla possibilità di leggere il disegno a losanghe del manto non solo a distanza, dall’esterno del portico, ma anche in condizioni ravvicinate, sotto l’intradosso dello sporto di copertura, dove le lastre litiche appoggiano direttamente sui travetti lignei dell’orditura secondaria, senza tavolati interposti.
Nella Tuminera la riscoperta delle risorse naturali e dei valori culturali del luogo è evidente. La ricerca di un rapporto stringente tra architettura e visuali panoramiche si esplica nel continuum del muro (percepibile come quinta, o come orizzonte artificiale se visto da lontano) e nella colombaia-belvedere che emerge dal portico coronata da una volteggiante banderuola. L’accettazione dei materiali locali, delle tecnologie esecutive artigianali dal sapore “contadino” è tutta espressa nel portico». (Alfonso Acocella, L’architettura di pietra, Firenze, Lucense-Alinea, 2004, pp. 62).

2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando la funzione e i caratteri originali dell’opera. 

(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)


1. Original Work 
The “La Tuminera” cheese factory located at the Bagnolo town’s entrance, consists of two separate buildings: one of these contains the processing and sale of the cheeses, the other instead is the owner’s house. They are linked by a «long brick wall, a border line that separates the access area of the construction from the countryside behind it. On one side of this element there is a porch, characterized by a sequence of different volumes, made up of wooden uprights and mono-pitched roofs. Beyond the wall, through a large portal and an entrance patio, you can access the two main buildings» (Alfonso Acocella, 2004).
«The project is designed as an industrial shed to which a wooden structure is attached acting as a “symbol” of the traditional architecture of the country» («Casabella», n. 485, novembre 1982).
The buildings have a flat roof, covered «by a layer of grassland, with hemispherical methacrylate domes (in the factory area) for lighting and supplementary ventilation. [...] the house has an almost square plan with entrance under a patio, which leads directly to a large dining-kitchen-living room, externally highlighted by two large verandas, fully glazed, protruding from the wall on the west and south sides» (Carlo Olmo, 1993).
And it is just at these floor-to-ceiling windows that the compactness of the wall is interrupted, the rectilinear sign of which is countered by the last wooden pillar of the portico rotated by 45°. «Also, the hip roof of the residence completely hides the presence of the wall by climbing over it to cover the entire depth of the porch». This last one is characterized by slender wooden supports resting on a concrete base covered with Luserna stone: «a theory of double strut pillars, in rough larch, on which the stone roof seems to hover, as if it were suspended". The lozenge design of the stone mantle of Luserna can be seen "not only from afar, outside of the portico, but also up close, below the soffit of the protruding part of the roof, where the stone slabs rest directly on the wooden beams of the secondary structure, without interposed planking» (Alfonso 2004).
Finally, approximately «in the middle of the building there is a kind of tower, whose aim is primarily to make the cheese factory more visible from the road and which moreover makes the flat lawn roof of the central building practicable» («Modulo», n. 147, dicembre 1988).

2. Current state in 2019
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1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1982 Domus n. 634 44383 Si
Lance Knobel 1982 Gabetti & Isola: vernacular variations The Architectural Review n. 1029 98-99 Si
1982 Caseificio e residenza a Bagnolo Piemonte Casabella n. 485 44508 Si
1983 Bauwelt n. 7-8 220-223 Si
1983 Ottagono n. 68 103 Si
1983 Casa Vougue n. 140 142-149 Si
1983 Lotus International n. 40 43-44 Si
1984 Aura n. 2 152 Si
Cellini Francesco, D’Amato Claudio 1985 Gabetti e Isola Electa Editrice Milano 126-129 No
1987 Parametro XVI, n. 156 24-25 Si
Riccardo Roda 1988 Architetture a Bagnolo Piemonte Modulo n. 147 1620-1629 Si
1988 «A+U» extra edition 84 Si
1988 Guida all’architettura moderna. Italia: gli ultimi trent’anni Zanichelli Bologna 101 No
Zermani Paolo (a cura di) 1989 Gabetti e Isola Zanichelli Bologna 144-147 Si
1990 Architettura degli anni ’80 in Piemonte, catalogo della mostra Electa Milano 42-137 Si
Olmo Carlo 1993 Gabetti e Isola Allemandi Torino No
Guerra Andrea, Morresi Manuela 1996 Gabetti e Isola: Opere di architettura Electa Milano 179-181 No
De Rossi Antonio 1996 Bagnolo e Ostana, laboratori di architettura contemporanea Cuneo Provincia Granda n. 2 Cuneo 36-41 Si
Massarente Alessandro (a cura di) 2001 Gabetti & Isola. Disegni 1951-2000 Federico Motta Editore Milano No
Acocella Alfonso 2004 L’architettura di pietra Lucense-Alinea Firenze 624 No
Petrangeli Maurizio 2005 Architettura come Paesaggio. Gabetti e Isola - Isolarchitetti Umberto Allemandi & C. Torino No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida del Piemonte Architettura del Novecento (1902-2006) Umberto Allemandi Torino 122 No
Canella Gentucca, Mellano Paolo (a cura di) 2017 Roberto Gabetti 1925-2000 Franco Angeli Milano No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Sezione disegni di progetto: pianta, sezione, fronte principale, prospettiva Sezione disegni di progetto: pianta, sezione, fronte principale, prospettiva Archivio Gabetti e Isola
Assonometria generale dl basso Assonometria generale dl basso Archivio Gabetti e Isola
Fronte sul retro Fronte sul retro Daniele Regis - Archivio Gabetti e Isola
Fronte principale Fronte principale Daniele Regis - Archivio Gabetti e Isola
Fronte sul retro, 2019 Fronte sul retro, 2019 Alberto Olmo - 2019
Fronte principale, 2019 Fronte principale, 2019 Alberto Olmo - 2019
Vista dal portico, 2019 Vista dal portico, 2019 Alberto Olmo - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Gabetti e Isola Studio Visualizza
Enciclopedia Treccani - Aimaro Isola Visualizza
Accademia Nazionale di San Luca - Aimaro Isola Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 03/05/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2021