Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CENTRO DIREZIONALE DI CORTE LAMBRUSCHINI

Scheda Opera

  • Vista esterna
  • Vista esterna
  • Vista esterna
  • Vista esterna
  • Vista esterna, dettaglio
  • Vista esterna, dettaglio
  • Vista esterna, dettaglio
  • Vista esterna, dettaglio
  • Vista esterna, dettaglio
  • Vista esterna
  • Comune: Genova
  • Denominazione: CENTRO DIREZIONALE DI CORTE LAMBRUSCHINI
  • Indirizzo:
  • Data: 1980 - 1990
  • Tipologia: Centri direzionali
  • Autori principali: Piero Gambacciani
Descrizione

Il complesso sorge nella zona della stazione Brignole, sul sito della preesistente “corte Lambruschini”, edificio di tipo popolare a corte, e del Mercato dei Fiori, realizzazione degli anni Trenta su progetto di Paride Contri, di cui il PRG del 1980 sancì la definitiva demolizione. La sistemazione fa parte di una serie di interventi con cui Genova si dotò tra gli anni Settanta e Ottanta, in preparazione dei Mondiali di calcio del 1990 e delle celebrazioni Colombiane del 1992, di nuovi centri direzionali, quali quelli di via Madre di Dio, di San Benigno e, appunto, di Corte Lambruschini. La scelta del sito di Borgo Pila era giustificata dalla vicinanza di una serie di punti nevralgici cittadini: la stazione ferroviaria di Brignole, la vicinanza del centro fieristico della Foce, la convergenza della rete autostradale con le linee di traffico cittadino provenienti dal levante e dalla Val Bisagno, facevano di questa zona il sito ideale per la sistemazione di un moderno centro direzionale. La progettazione del Piano Particolareggiato che definiva le linee generali della nuova lottizzazione dell’area venne affidata dal Comune a Piero Gambacciani, che vi lavorò insieme agli architetti Rosa Elisa Garibaldi e Aristo Ciruzzi. Il complesso “direzionale-commerciale” di Corte Lambruschini comprende due torri per uffici, un centro di interesse comunale (poi destinato a banca), un teatro di prosa, un albergo, un grande parcheggio e alcune attività commerciali ai piani terra. Corte Lambruschini fu un’operazione di tipo integrato tra il Comune di Genova e la società promotrice dell’intervento che si spartirono anche le proprietà della nuova realizzazione: il complesso direzionale-commerciale e l’albergo sarebbero rimasti al soggetto privato, mentre il teatro, il centro di interesse comune, il parcheggio e tutto il sistema di collegamenti, a quello pubblico.
L’inserimento di un teatro all’interno del piano di risistemazione della zona rispondeva infatti alla richiesta del Comune e del Teatro Stabile di Genova di dotare la città di un nuovo spazio destinato esclusivamente alla prosa, che potesse tenere un numero maggiore di pubblico (1100 posti a sedere) rispetto ai teatri Politeama e Duse, entrambi sotto la gestione dello Stabile.
Le torri destinate a uffici sono orientate lungo la diagonale del rettangolo di base, esposte in direzione nord-ovest, mentre il grattacielo destinato ad albergo forma con esse un angolo retto, orientato in direzione sud-ovest. Nello spazio antistante le torri ad uffici è sistemato il quadrato di base su cui si imposta il volume del teatro, riproponendo a scala minore gli stessi allineamenti tra il quadrato di base e il volume sulla diagonale che determinano il disegno delle torri e dell’albergo. Per quanto riguarda infine l’ultimo edificio, occupato dalla sede della Cassa di Risparmio, anch’esso ha un volume quadrato di base su cui si imposta un altro volume ruotato di 45 gradi rispetto al primo, che mantiene però una pianta quadrata. Il Piano prevedeva che tutti questi edifici fossero tra loro collegati da un sistema di tunnel in quota che garantissero il passaggio veloce dei pedoni tra gli edifici e il collegamento con la piazza Verdi e la stazione Brignole, sovrapassando le strade veicolari. La porzione però verso Brignole del “bruco” non venne mai realizzata e la parte verso piazza Verdi, degradata nel tempo per mancato utilizzo, venne demolita nel 2016, mentre rimane ancora oggi la porzione che collega il teatro con l’albergo e questo con la banca.
Il centro direzionale-commerciale, il teatro e il centro di interesse comune vennero costruiti su progetto degli stessi Gambacciani, Ciruzzi e Garibaldi, mentre solo il volume dell’albergo venne affidato all’ingegnere Marco Dasso e all’architetto Bruno Gabrielli. L’edificio, a pianta triangolare, si compone di sedici piani, impostati su una piastra quadrata di tre piani che ospita l’ingresso dell’albergo e alcune sale destinate a convegni e cerimonie. Sia questa torre che quelle destinate ad uffici sono caratterizzate dall’uso di un sistema misto: la struttura portante in cemento armato è limitata alle sole fondazioni e alla parte basamentale, per lasciare poi il passo ad una struttura metallica per le parti in elevazione, che meglio avrebbe risposto alle sollecitazioni del vento.
Tutti gli edifici sono caratterizzati da un rivestimento vetrato, che alleggerisce le imponenti volumetrie che si stagliano sul costruito storico della città. Le dimensioni dei volumi previsti dal Piano, soprattutto in relazione al panorama urbano in cui si inserivano, crearono alcune polemiche, a cui lo stesso Gambacciani rispose sostenendo che il nuovo centro direzionale dovesse assumere “una monumentalità che diventasse espressione formale di qualificato managerialismo, selezionate attività commerciali, servizi culturali di grande diffusione, attività alberghiere di grande livello, attività ricettive, congressuali e amministrative. (…) Nel paesaggio di città, nella sua ‘sky-line’, Corte Lambruschini si impianterà senza timidi o rinunciatari mimetismi” (in Razzi M., 1992, p. 193). Gambiacciani aveva in realtà già “intaccato” lo Sky-line cittadino con la torre Sip, costruita insieme a Melchiorre Bega negli anni Sessanta, che faceva da contraltare al nuovo complesso di Corte Lambruschini che le sorgeva di fronte. Nonostante le polemiche di parte della cittadinanza e del mondo professionale locale, il centro direzionale conobbe un’ottima fortuna critica, sia a livello nazionale che internazionale, ricevendo il Premio Nazionale In/Arch nel 1989 (“L’Architettura. Cronache e Storia”, n.409, 1989).

Info
  • Progetto: 1980 -
  • Esecuzione: 1987 - 1990
  • Tipologia Specifica: Area urbana
  • Committente: Società ARAM
  • Proprietà: Nessuna opzione
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Rinaldo Baldacci Progetto strutturale Progetto NO
Aristo Ciruzzi Progetto architettonico Progetto NO
Aristo Ciruzzi Progetto urbano Progetto NO
Marco Dasso Progetto architettonico Progetto NO
Bruno Gabrielli Progetto architettonico Progetto NO
Piero Gambacciani Progetto urbano Progetto SI
Piero Gambacciani Progetto architettonico Progetto NO
Rosa Elisa Garibaldi Progetto urbano Progetto NO
Rosa Elisa Garibaldi Progetto architettonico Progetto NO
A. Mantovani Collaboratore Progetto NO
Elio Montaldo Progetto strutturale Progetto NO
L. Scrivano Collaboratore Progetto NO
E. Zinno Collaboratore Progetto NO

													Array
(
    [id_opera] => 4336
    [codice] => GE097
    [denominazione] => CENTRO DIREZIONALE DI CORTE LAMBRUSCHINI
    [regione] => Liguria
    [provincia] => Genova
    [comune] => Genova
    [localita] => 
    [indirizzo] => 
    [id_categoria] => 1
    [id_tipologia] => 10
    [tipologia_specifica] => Area urbana
    [anno_inizio_progetto] => 1980
    [anno_fine_progetto] => 
    [anno_inizio_esecuzione] => 1987
    [anno_fine_esecuzione] => 1990
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 0
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => Il complesso sorge nella zona della stazione Brignole, sul sito della preesistente “corte Lambruschini”, edificio di tipo popolare a corte, e del Mercato dei Fiori, realizzazione degli anni Trenta su progetto di Paride Contri, di cui il PRG del 1980 sancì la definitiva demolizione. La sistemazione fa parte di una serie di interventi con cui Genova si dotò tra gli anni Settanta e Ottanta, in preparazione dei Mondiali di calcio del 1990 e delle celebrazioni Colombiane del 1992, di nuovi centri direzionali, quali quelli di via Madre di Dio, di San Benigno e, appunto, di Corte Lambruschini. La scelta del sito di Borgo Pila era giustificata dalla vicinanza di una serie di punti nevralgici cittadini: la stazione ferroviaria di Brignole, la vicinanza del centro fieristico della Foce, la convergenza della rete autostradale con le linee di traffico cittadino provenienti dal levante e dalla Val Bisagno, facevano di questa zona il sito ideale per la sistemazione di un moderno centro direzionale. La progettazione del Piano Particolareggiato che definiva le linee generali della nuova lottizzazione dell’area venne affidata dal Comune a Piero Gambacciani, che vi lavorò insieme agli architetti Rosa Elisa Garibaldi e Aristo Ciruzzi. Il complesso “direzionale-commerciale” di Corte Lambruschini comprende due torri per uffici, un centro di interesse comunale (poi destinato a banca), un teatro di prosa, un albergo, un grande parcheggio e alcune attività commerciali ai piani terra. Corte Lambruschini fu un’operazione di tipo integrato tra il Comune di Genova e la società promotrice dell’intervento che si spartirono anche le proprietà della nuova realizzazione: il complesso direzionale-commerciale e l’albergo sarebbero rimasti al soggetto privato, mentre il teatro, il centro di interesse comune, il parcheggio e tutto il sistema di collegamenti, a quello pubblico. 
L’inserimento di un teatro all’interno del piano di risistemazione della zona rispondeva infatti alla richiesta del Comune e del Teatro Stabile di Genova di dotare la città di un nuovo spazio destinato esclusivamente alla prosa, che potesse tenere un numero maggiore di pubblico (1100 posti a sedere) rispetto ai teatri Politeama e Duse, entrambi sotto la gestione dello Stabile. 
Le torri destinate a uffici sono orientate lungo la diagonale del rettangolo di base, esposte in direzione nord-ovest, mentre il grattacielo destinato ad albergo forma con esse un angolo retto, orientato in direzione sud-ovest. Nello spazio antistante le torri ad uffici è sistemato il quadrato di base su cui si imposta il volume del teatro, riproponendo a scala minore gli stessi allineamenti tra il quadrato di base e il volume sulla diagonale che determinano il disegno delle torri e dell’albergo. Per quanto riguarda infine l’ultimo edificio, occupato dalla sede della Cassa di Risparmio, anch’esso ha un volume quadrato di base su cui si imposta un altro volume ruotato di 45 gradi rispetto al primo, che mantiene però una pianta quadrata. Il Piano prevedeva che tutti questi edifici fossero tra loro collegati da un sistema di tunnel in quota che garantissero il passaggio veloce dei pedoni tra gli edifici e il collegamento con la piazza Verdi e la stazione Brignole, sovrapassando le strade veicolari. La porzione però verso Brignole del “bruco” non venne mai realizzata e la parte verso piazza Verdi, degradata nel tempo per mancato utilizzo, venne demolita nel 2016, mentre rimane ancora oggi la porzione che collega il teatro con l’albergo e questo con la banca. 
Il centro direzionale-commerciale, il teatro e il centro di interesse comune vennero costruiti su progetto degli stessi Gambacciani, Ciruzzi e Garibaldi, mentre solo il volume dell’albergo venne affidato all’ingegnere Marco Dasso e all’architetto Bruno Gabrielli. L’edificio, a pianta triangolare, si compone di sedici piani, impostati su una piastra quadrata di tre piani che ospita l’ingresso dell’albergo e alcune sale destinate a convegni e cerimonie. Sia questa torre che quelle destinate ad uffici sono caratterizzate dall’uso di un sistema misto: la struttura portante in cemento armato è limitata alle sole fondazioni e alla parte basamentale, per lasciare poi il passo ad una struttura metallica per le parti in elevazione, che meglio avrebbe risposto alle sollecitazioni del vento. 
Tutti gli edifici sono caratterizzati da un rivestimento vetrato, che alleggerisce le imponenti volumetrie che si stagliano sul costruito storico della città. Le dimensioni dei volumi previsti dal Piano, soprattutto in relazione al panorama urbano in cui si inserivano, crearono alcune polemiche, a cui lo stesso Gambacciani rispose sostenendo che il nuovo centro direzionale dovesse assumere “una monumentalità che diventasse espressione formale di qualificato managerialismo, selezionate attività commerciali, servizi culturali di grande diffusione, attività alberghiere di grande livello, attività ricettive, congressuali e amministrative. (…) Nel paesaggio di città, nella sua ‘sky-line’, Corte Lambruschini si impianterà senza timidi o rinunciatari mimetismi” (in Razzi M., 1992, p. 193). Gambiacciani aveva in realtà già “intaccato” lo Sky-line cittadino con la torre Sip, costruita insieme a Melchiorre Bega negli anni Sessanta, che faceva da contraltare al nuovo complesso di Corte Lambruschini che le sorgeva di fronte. Nonostante le polemiche di parte della cittadinanza e del mondo professionale locale, il centro direzionale conobbe un’ottima fortuna critica, sia a livello nazionale che internazionale, ricevendo il Premio Nazionale In/Arch nel 1989 (“L’Architettura. Cronache e Storia”, n.409, 1989).
    [committente] => Società ARAM
    [foglio_catastale] => 
    [particella] => 
    [strutture] => 
    [id_stato_struttura] => 0
    [materiale_facciata] => 
    [id_stato_facciata] => 0
    [coperture] => 
    [id_stato_coperture] => 0
    [serramenti] => 
    [id_stato_serramenti] => 0
    [destinazione_originaria] => 
    [destinazione_attuale] => 
    [trasformazioni] => 
    [id_tipo_proprieta] => 1
    [specifiche_proprieta] => 
    [id_tipo_provvedimento] => 1
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => 
    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 44.405521
    [longitude] => 8.948729
    [score] => 7
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2009-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2023-01-26 13:28:10
    [categoria] => A. Opera di eccellenza
    [tipologia] => Centri direzionali
    [proprieta] => Nessuna opzione
    [cat_autori] => Piero Gambacciani
    [id_regione] => 18
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
AA.VV. 1984 Genova. Corte Lambruschini. Il terziario in centro città Urbanistica n.76-77 183-186 Si
Bona E.D., De Battè B. 1987 Dossier Genova Spazio e società n. 37 101-103 No
1989 Premio nazionale IN/ARCH 1989 per un nuovo complesso architettonico L'Architettura. Cronache e storia n. 409 792-793 Si
Bazan G.M. 1989 Corte Lambruschini a Genova L'Arca n. 33 62-74 Si
Fusero P. 1989 Progetti per la città Urbanistica n. 95 104-108 No
AA.VV. 1990 Complesso Corte Lambruschini a Genova Acciaio. Forma e funzione n.11 502-512 Si
Ranzani Ermanno 1991 Genova Domus n. 727 58 No
Poleggi E. 1992 Genova. Guida all'architettura Allemandi Torino 176 No
Razzi M. 1992 L'ulivo sul tetto: cent'anni di edilizia genovese tra storia e ricordo 1982-1992 G. Gallery Genova 191-193 No
1995 Complexe polyvalent: “Corte Lambruschini”, Genes Architecture mediterraneenne. Revue Semestrielle Internationale D’architecture n. 46 137-140 Si
Cevini P. 1997 Genova, in Dal Co F. (a cura di), “Storia dell'architettura Italiana. Il secondo Novecento (1945-1996)” Electa Milano 138 No
Cristoforetti G., Ghiara H., Torre S. 2004 Genova: guida di architettura moderna Alinea Firenze 192-193 No
Lagomarsino L. 2004 Cento anni di architetture a Genova: 1890-2004 Deferrari & Devega Genova 179-180 No
Moriconi Mauro, Rosadini Francesco 2004 Genova 900. L'architettura del Movimento Moderno Testo&Immagine Torino 68 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019
Vista esterna Vista esterna Luca Pedrazzi - 2016
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per la Liguria
Titolare della ricerca: Università degli Studi di Genova - Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Stefano Musso, Giovanna Franco


Scheda redatta da Camilla Repetti
creata il 31/12/2009
ultima modifica il 26/01/2023

Revisori:

Mezzino Davide 2022