Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CENTRO DIREZIONALE MADRE DI DIO

Scheda Opera

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  • Comune: Genova
  • Denominazione: CENTRO DIREZIONALE MADRE DI DIO
  • Indirizzo:
  • Data: 1955 - 1980
  • Tipologia: Centri direzionali
  • Autori principali: Franco Albini, Franca Helg, Ignazio Gardella
Descrizione

Il quartiere direzionale Madre di Dio venne costruito negli anni Settanta nel centro di Genova, esito di un Piano Particolareggiato del 1957 che sanciva la completa demolizione di una porzione dell’antico quartiere di Portoria. Come il quartiere di Piccapietra poco distante, anche la zona di via Madre di Dio era caratterizzata da un tessuto edilizio di tipo popolare che in parte era stata distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale e che, a partire dalla fine dell’Ottocento, era stata oggetto di numerosi piani di “bonifica” e demolizione. Nessun piano particolareggiato venne però mai realizzato e la zona tornò all’attenzione della pubblica amministrazione solo nel 1949, quando venne bandito il concorso nazionale per la sistemazione di San Vincenzo, Piccapietra e Madre di Dio appunto. La Commissione Giudicatrice non selezionò nessun vincitore e così la redazione del nuovo PRG per la città di Genova, che avrebbe dovuto coordinare anche le operazioni di ricostruzione delle porzioni di città distrutte dai bombardamenti, venne affidata agli Uffici Tecnici e a Franco Albini, Mario Pucci e Eugenio Fuselli, in quanto consulenti. Il Piano Particolareggiato definitivo per la zona di via Madre di Dio venne approvato dal Consiglio Comunale nel 1955 e quindi definitivamente approvato, con DPR n.340, nel 1957. Dopo questa data le vicende legate all’evoluzione del Piano divennero sempre più complesse e mentre la zona di Piccapietra veniva demolita e ricostruita nella generale indifferenza cittadina, le attenzioni di molta parte del mondo professionale locale e nazionale si rivolsero alla zona di Madre di Dio.
Dopo una serie di modifiche approvate per il Piano del 1957, nel 1964 Konrad Wachsmann presentò un nuovo progetto per la zona, che si estendeva oltre al confine con il mare, prevedendo un scalo per navi da crociera e un grattacielo di dimensioni notevoli in corrispondenza della Marina (Portoghesi P., 1965). Nel frattempo anche il Piano Regolatore Generale della città era stato approvato e quindi sottoposto a revisione di una speciale Commissione, dal momento che già a pochi anni dalla sua adozione, si era rivelato inadeguato a controllare la crescita della città. Nel giugno del 1963 la Commissione Astengo iniziò i lavori di revisione del PRG di Genova, modificando in gran parte anche le previsioni per la zona di via Madre di Dio, per cui venne redatto un nuovo Piano Particolareggiato nel 1964, approvato nel 1966.
La versione di Piano del 1957, riproponendo alcune soluzioni contenute nel PR del 1932, prevedeva la costruzione di uno stradone al centro dell’area delimitato su entrambi i lati da palazzi porticati che, in continuità con quelli di piazza Dante, proseguivano fino al mare. La soluzione del 1964 concentrava invece tutte le costruzioni sul versante a monte della valletta, lasciando così un vasto spazio centrale libero per la costruzione di un parco urbano, il “Parco delle Mura”, affidato dal Comune a Ignazio Gardella. I volumi in elevazione furono invece divisi in due blocchi tra loro distinti: quello a nord venne commissionato allo studio Albini-Helg, mentre quello a est all’ingegner Marco Dasso. I due volumi sono uniti tra loro da una piastra, che consente, a quote differenti, i collegamenti pedonali tra gli edifici e con il resto della città, al di sotto della quale si sviluppa il traffico automobilistico veloce. Negli anni Ottanta venne costruita un’altra parte del complesso urbanistico di via Madre di Dio nella zona della Marina, a sud del ponte di Carignano, sempre su progetto di Marco Dasso, intesa come completamento del quartiere direzionale. Tutti gli edifici sono sistemati ad uffici e a sedi di amministrazioni pubbliche, come la Regione, l’Inail o gli Assessorati comunali, che hanno a Madre di Dio i loro uffici di rappresentanza.
Durante i lavori di costruzione del nuovo complesso urbano si levarono numerose voci soprattutto in relazione alla prevista demolizione della casa natale di Nicolò Paganini e dei lavatori del Barabino, in via dei Servi, e in relazione allo sfollamento dei 5800 abitanti della zona di via Madre di Dio, definitivamente allontanati dal centro della città. Nonostante le numerose proteste della popolazione e di parte del mondo architettonico nazionale, l’operazione venne avviata per i numerosi interessi finanziari che ormai gravitavano attorno alla nuova Madre di Dio.

Info
  • Progetto: 1955 - 1964
  • Esecuzione: 1972 - 1980
  • Tipologia Specifica: Area urbana
  • Committente: Comune di Genova
  • Proprietà: Nessuna opzione
  • Destinazione originaria: Centro direzionale
  • Destinazione attuale: Centro direzionale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Franco Albini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19452 SI
Marco Dasso Progetto architettonico Progetto NO
Ignazio Gardella Progetto paesaggistico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60047 SI
Franca Helg Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21153 SI

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Dopo una serie di modifiche approvate per il Piano del 1957, nel 1964 Konrad Wachsmann presentò un nuovo progetto per la zona, che si estendeva oltre al confine con il mare, prevedendo un scalo per navi da crociera e un grattacielo di dimensioni notevoli in corrispondenza della Marina (Portoghesi P., 1965). Nel frattempo anche il Piano Regolatore Generale della città era stato approvato e quindi sottoposto a revisione di una speciale Commissione, dal momento che già a pochi anni dalla sua adozione, si era rivelato inadeguato a controllare la crescita della città. Nel giugno del 1963 la Commissione Astengo iniziò i lavori di revisione del PRG di Genova, modificando in gran parte anche le previsioni per la zona di via Madre di Dio, per cui venne redatto un nuovo Piano Particolareggiato nel 1964, approvato nel 1966. 
La versione di Piano del 1957, riproponendo alcune soluzioni contenute nel PR del 1932, prevedeva la costruzione di uno stradone al centro dell’area delimitato su entrambi i lati da palazzi porticati che, in continuità con quelli di piazza Dante, proseguivano fino al mare. La soluzione del 1964 concentrava invece tutte le costruzioni sul versante a monte della valletta, lasciando così un vasto spazio centrale libero per la costruzione di un parco urbano, il “Parco delle Mura”, affidato dal Comune a Ignazio Gardella. I volumi in elevazione furono invece divisi in due blocchi tra loro distinti: quello a nord venne commissionato allo studio Albini-Helg, mentre quello a est all’ingegner Marco Dasso. I due volumi sono uniti tra loro da una piastra, che consente, a quote differenti, i collegamenti pedonali tra gli edifici e con il resto della città, al di sotto della quale si sviluppa il traffico automobilistico veloce. Negli anni Ottanta venne costruita un’altra parte del complesso urbanistico di via Madre di Dio nella zona della Marina, a sud del ponte di Carignano, sempre su progetto di Marco Dasso, intesa come completamento del quartiere direzionale. Tutti gli edifici sono sistemati ad uffici e a sedi di amministrazioni pubbliche, come la Regione, l’Inail o gli Assessorati comunali, che hanno a Madre di Dio i loro uffici di rappresentanza.
Durante i lavori di costruzione del nuovo complesso urbano si levarono numerose voci soprattutto in relazione alla prevista demolizione della casa natale di Nicolò Paganini e dei lavatori del Barabino, in via dei Servi, e in relazione allo sfollamento dei 5800 abitanti della zona di via Madre di Dio, definitivamente allontanati dal centro della città. Nonostante le numerose proteste della popolazione e di parte del mondo architettonico nazionale, l’operazione venne avviata per i numerosi interessi finanziari che ormai gravitavano attorno alla nuova Madre di Dio. 
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  • Riferimento Normativo:
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  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Portoghesi Paolo 1965 Nuovo porto per Genova di Wachsmann Marcatrè. Notiziario di cultura contemporanea n.11-12-13 258-269 No
Gabrielli B. 1978 Il nuovo Piano Regolatore di Genova L’Urbanistica n.68-69 No
Gardella Ignazio 1984 Il progetto e la presenza del passato Recuperare n. 9 No
Seassaro L. 1984 Memoria storica e frammenti della città perduta Recuperare n. 9 No
Bona E.D., De Battè B. 1987 Dossier Genova Spazio e società n. 37 101-103 No
Bertelli C. 1989 I centri direzionali di Genova. Qualche elemento di valutazione Archivio di Studi Urbani e Regionali n. 34 No
Fusero P. 1989 Progetti per la città Urbanistica n. 95 104-108 No
Ranzani Ermanno 1991 Genova Domus n. 727 56 No
Soppa S., Gastaldi F. 2001 Genova piani 1866-1980 (RAPu Preprint 3) La Triennale di Milano Milano 334-340 No
Giontoni B. 2017 L'urbanistica della ricostruzione Genova dal dopoguerra agli anni Sessanta Erga Genova No
Salucci M. 2017 Madre di Dio il quartiere che non c'è più De Ferrari Genova No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista esterna Vista esterna Luca Pedrazzi - 2011
Vista esterna Vista esterna Luca Pedrazzi - 2011
Vista esterna Vista esterna Luca Pedrazzi - 2011
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019
Vista esterna Vista esterna Camilla Repetti - 2019

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Ignazio Gardella Visualizza
Enciclopedia Treccani - Ignazio Gardella Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Ignazio Gardella Visualizza
Archivio Storico Fondazione Fiera Milano - Ignazio Gardella Visualizza
Sistema Museale dell’Università di Parma - Ignazio Gardella Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franca Helg Visualizza
Fondazione Franco Albini Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Franco Albini Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franco Albini Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per la Liguria
Titolare della ricerca: Università degli Studi di Genova - Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Stefano Musso, Giovanna Franco


Scheda redatta da Camilla Repetti
creata il 31/12/2009
ultima modifica il 05/02/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2022