Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

VIADOTTO SUL TORRENTE NERVI

Scheda Opera

  • Vista esterna
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  • Comune: Genova
  • Denominazione: VIADOTTO SUL TORRENTE NERVI
  • Indirizzo: Autostrada A12, Genova-Rosignano
  • Data: 1963 - 1965
  • Tipologia: Infrastrutture
  • Autori principali: Silvano Zorzi
Descrizione

Il ponte sul torrente Nervi, eseguito su progetto di Silvano Zorzi con la collaborazione di Sergio Tolaccia, fa parte del tratto di autostrada Genova-Sestri Levante, costruito negli anni Sessanta del Novecento. Il ponte, lungo quasi 500 metri, ha conosciuto una discreta fortuna critica soprattutto legata alle modalità costruttive che hanno guidato la realizzazione, essendo, il primo in Italia costruito parzialmente “a sbalzo”, con campata intermedia su sedie tipo Gerber.
Il metodo utilizzato prevedeva che le travi d’impalcato fossero composte da conci a sezione scatolare in cemento armato precompresso, montati e gettati in opera procedendo, appunto, a sbalzo a partire dai due lati opposti delle pile grazie a speciali attrezzature, denominate “carreloni a sbalzo”. Questi sistemi non hanno bisogno di appoggio a terra poiché procedono dalle teste delle pile in orizzontale, consentendo il getto di calcestruzzo nei successivi conci dell’impalcato e quindi la precompressione e l’aggancio con la struttura metallica dei conci precedenti. Essendo il primo ponte costruito con questo sistema, Zorzi non utilizzò il sistema a sbalzo per coprire tutto lo spazio tra le pile, ma solo fino a due terzi della luce, per poi affidare l’incontro tra i due impalcati a un sistema di travi prefabbricate lunghe 30 metri. I ponti successivi dello stesso Zorzi, come quelli sul Bisagno, sul Veilino e sul Sori, furono invece realizzati completamente a sbalzo.
Le tre pile principali del ponte, alte 100 metri e con interasse di altrettanti 100 metri, sono state erette con il procedimento dei casseri rampanti, mentre altre tre pile, di altezza e sezioni minori, reggono l’impalcato in prossimità delle estremità del ponte (per approfondire sulle tecniche costruttive, V.di Zorzi S., 1967, p. 210). Questo sistema permetteva di diminuire il numero di operai necessari (14-15 operai a pila) e di abbreviare i tempi di costruzione del ponte: a settimana si procedeva infatti con il ritmo di due conci per pila (uno a destra e uno a sinistra) in modo da eseguire le stesse operazioni nel medesimo momento.

Info
  • Progetto: 1963 -
  • Esecuzione: 1964 - 1965
  • Tipologia Specifica: Ponte autostradale
  • Committente: Società Concessioni e Costruzioni Autostrade
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Ponte autostradale
  • Destinazione attuale: Ponte autostradale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Sergio Tolaccia Collaboratore Progetto NO
Silvano Zorzi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21209 SI
  • Strutture: in cemento armato precompresso

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Il metodo utilizzato prevedeva che le travi d’impalcato fossero composte da conci a sezione scatolare in cemento armato precompresso, montati e gettati in opera procedendo, appunto, a sbalzo a partire dai due lati opposti delle pile grazie a speciali attrezzature, denominate “carreloni a sbalzo”. Questi sistemi non hanno bisogno di appoggio a terra poiché procedono dalle teste delle pile in orizzontale, consentendo il getto di calcestruzzo nei successivi conci dell’impalcato e quindi la precompressione e l’aggancio con la struttura metallica dei conci precedenti. Essendo il primo ponte costruito con questo sistema, Zorzi non utilizzò il sistema a sbalzo per coprire tutto lo spazio tra le pile, ma solo fino a due terzi della luce, per poi affidare l’incontro tra i due impalcati a un sistema di travi prefabbricate lunghe 30 metri. I ponti successivi dello stesso Zorzi, come quelli sul Bisagno, sul Veilino e sul Sori, furono invece realizzati completamente a sbalzo. 
Le tre pile principali del ponte, alte 100 metri e con interasse di altrettanti 100 metri, sono state erette con il procedimento dei casseri rampanti, mentre altre tre pile, di altezza e sezioni minori, reggono l’impalcato in prossimità delle estremità del ponte (per approfondire sulle tecniche costruttive, V.di Zorzi S., 1967, p. 210). Questo sistema permetteva di diminuire il numero di operai necessari (14-15 operai a pila) e di abbreviare i tempi di costruzione del ponte: a settimana si procedeva infatti con il ritmo di due conci per pila (uno a destra e uno a sinistra) in modo da eseguire le stesse operazioni nel medesimo momento.
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  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Zorzi Sergio 1967 Ponti italiani a sbalzo: Nervi - Sori - Veilino Costruzioni in cemento armato - Studi e rendiconti, vol. 4 209-224 Si
Zorzi Costruzioni in cemento armato - Studi e rendiconti”, vol. 4 1981 Opere e progetti italiani del dopoguerra Casabella n. 469 44-46 No
Zorzi Sergio 1981 Silvano Zorzi ponti e viadotti Museo di Castelvecchio, Verona, gennaio-febbraio 1981 De Luca Roma 22-23, 68-69 No
Casucci S., Lincetto S. 1995 Silvano Zorzi e i suoi ponti (Architettura e strutture 9) Collegio degli ingegneri della provincia di Padova Padova 67-70, 175 No
Villa A., Martinelli E. 1995 Silvano Zorzi ingegnere 1950-1990 (Documenti di architettura 90) Electa Milano 17-18, 39, 70-71 No
Massarente A. 2005 Ponti e viadotti nel paesaggio. Silvano Zorzi e il sistema delle autostrade italiane Rassegna di architettura e urbanistica n. 117 113-126 No
Iori T., Poretti S. (a cura di) 2011 SIXXI. Storia dell’ingegneria strutturale in Italia, vol. 1 Gangemi Roma 112 No
Franco Giovanna, Musso Stefano Francesco 2016 Architetture in Liguria dopo il 1945 De Ferrari Genova 177 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista esterna Vista esterna Luca Pedrazzi - 2016
Vista esterna Vista esterna Luca Pedrazzi - 2016
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019
Vista esterna, dettaglio Vista esterna, dettaglio Camilla Repetti - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per la Liguria
Titolare della ricerca: Università degli Studi di Genova - Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Stefano Musso, Giovanna Franco


Scheda redatta da Camilla Repetti
creata il 31/12/2009
ultima modifica il 13/06/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2022