EDIFICIO FIÒ BELLOT
Scheda Opera
- Comune: Ivrea
- Località: Regione Calare
- Denominazione: EDIFICIO FIÒ BELLOT
- Indirizzo: Via Pinchia N. 3
- Data: 1951 - 1953
- Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
- Autori principali: Emilio Aventino Tarpino, Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti UCCD
Descrizione
1. Opera originaria
Il Condominio Fio Bellot rientra tra le opere progettate dall’architetto Tarpino in cui si veicolano nuove idee di architettura, anche se questo edificio si discosta per alcuni tratti dalle altre sue creazioni. Se da una parte si nota la medesima mente ideativa, ad esempio nell’impiego del basamento in pietra, del piano abitazione posto poco in alto rispetto al piano di campagna, e del trattamento di parti della parete con pietra grezza, qui ritroviamo - in particolare nei prospetti sud-est e in quello nord-ovest – un’articolazione di pieni e vuoti inedita per l’architetto: la facciata è ritagliata o ‘scavata’ secondo quadrati regolari, che formano una griglia geometrica ben definita. Ogni ‘quadrato’ ospita un balcone al suo interno, che dunque non sporge rispetto al filo della facciata, ma ne è protetto all’interno.
L’edificio ha dunque aspetto molto compatto e minimalista, praticamente un parallelepipedo tagliato a metà, e le cui due parti sono leggermente traslate l’uno rispetto all’altra nel senso nord-sud, muovendo i prospetti più lunghi, e le cui facce verticali sono interrotte dalla forature dei balconi rientranti, e delle finestre.
La struttura ha pareti in muratura a telaio in C.A e tamponatura laterizia, intonacate e tinteggiate in arancio spento-laterizio; i solai sono in laterocemento.
Le aperture sulle pareti di testata sono finestre rettangolari con telai vetrati a più ante e avvolgibile esterno; sul lato nord si aprono aperture a finestra rettangolare analoghe a quelle della testata adiacente, tranne che nell’estremità ovest, connotata dalla già descritta foratura del balcone rientrante, a cui si accede da una portafinestra che lo collega al rispettivo alloggio.
Il prospetto sud di ciascun blocco - e in questo è dato cogliere una reminescenza delle riflessioni di Figini e Pollini per la casa popolare di Borgo Olivetti e le Residenze per famiglie numerose – è connotata da un doppio loggiato continuo a 4 campate sostenuto da tre pilastri rettangolari, e dai setti murari perpendicolari all’estremità; ringhiere metalliche a bacchette e pannelli leggeri accentuano il senso di trasparenza del piano esterno di facciata, riconducendo la parete piena a quella retrostante su cui si aprono le portefinestre. Anche l’alternanza di colori tra fronti esterni e ‘cavità’ dei balconi (pareti di fondo, laterali, soffitti piani), la copertura piana, e il sollevamento del volume parallelepipedo dal suolo con un basamento rientrante costituiscono evidenti citazioni dei suddetti riferimenti.
Nel prospetto sud-est si nota inoltre nel progetto, anche se non più presente, la presenza di un elemento verticale che copre due aperture poste al centro della facciata, e metà di altre due poste verso l’angolo destro: si potrebbe ipotizzare una sorta di piano mobile di oscuramento, un brise soleil in grado di proteggere la facciata dal raggi solari.
L’edificio è circondato da un giardino delimitato da una semplice cancellata metallica a grigliato nel prospetto su via; il prospetto nord si prolunga con una pensilina architravata su pilastri a tre campate, rivestita in blocchetti di pietra; le due campate esterne che terminano in un volume semichiuso a uso magazzino-autorimessa. ("Relazione storica descrittiva", in Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Piemonte MiBACT, DCR n. 9/2019).
2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
Lo stato di conservazione dell’edificio, tutt’oggi a uso abitazione, è buono riportando tutti gli elementi originari. I serramenti, tutt’oggi in legno, sono piuttosto degradati ma non inficiano la restituzione dell’opera di Tarpino.
Nel 2019 l'edificio ha avuto la Dichiarazione di particolare interesse culturale ai sensi degli degli artt. 10, comma 3 a) e d) e 13 "in quanto esempio significativo dell’originale programma di housing promosso dalla Società Olivetti e attuato dall’Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD), diretto dall’architetto Tarpino, orientato a tener conto delle aspirazioni sociali dei dipendenti".
L’Edificio Fiò Bellot è tra le architetture incluse nella core zone del sito “Ivrea, città industriale del XX secolo” inserito nel 2018 nella World Heritage List dell'UNESCO. (http://whc.unesco.org/en/list/1538)
(Scheda a cura di Stefania Dassi MiBACT SR-PIE con Marco Ferrari e Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1951 -
- Esecuzione: 1952 - 1953
- Tipologia Specifica: palazzina plurifamiliare
- Committente: Società Olivetti
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: abitazione
- Destinazione attuale: abitazione
Autori
- Strutture: calcestruzzo armato, solai laterocemento
- Materiale di facciata: basamento di pietra, tamponatura laterizia intonacata tinteggiata in arancio spento-laterizio
- Coperture: piana
- Serramenti: legno verniciato bianco
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
- Data Provvedimento: D.C.R. Piemonte del 14/01/2019, n. 9
- Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. a) e d)
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: C.F.
- Particella: 144-1
Note
Il Condominio Fiò Bellot, ubicato in via Pinchia n. 3 a Ivrea e progettato nel 1951 dall’ arch. Emilio Aventino Tarpino, costituisce uno degli esempi significativi dell’originale programma di housing - quantitativamente e qualitativamente rilevante - promosso dalla Società Olivetti e diretto dall’Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD); oltre al condominio Fiò Bellot si possono citare nell’ambito del medesimo programma Villa Prelle (corso Jervis n. 39; 1951), Casa Stratta (strada Monte Navale n. 8e; 1951), Casa Morucci (via del Lys n.11; 1958) e Casa Perotti (via del Lys n. 9; 1958). Questi edifici – tutti progettati dall’UCCD diretto dall’architetto Tarpino - sono il frutto di un prestito agevolato offerto dalla Olivetti ai propri dipendenti, a cui si accompagnava l’offerta di un progetto standard, adattato poi alle esigenze del cliente e alle sue richieste, anche formali. Al pari delle case unifamiliari di Nizzoli, le case progettate dall’UCCD sono spesso edifici unifamiliari, talvolta bi-familiari o quadri-familiari studiati tipologicamente tenendo conto delle aspirazioni sociali dei dipendenti e rispondenti generalmente a un vocabolario di pochi elementi compositivi, che combinati insieme permettono una grande varietà di soluzioni. Alcuni edifici costituivano poi un gruppo più ristretto di ancor più alta qualità formale, materica e compositiva, ed erano destinati a personale con mansioni direttive, oltre a essere progettati da architetti già impegnati a Ivrea nella realizzazione di opere commissionate dalla Olivetti all’interno del programma di housing promosso dall’Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (ad esempio, sulla strada Monte Navale si possono citare Villa Gassino (Eduardo Vittoria, 1955-1956) e Villa Enriques (Annibale Fiocchi, 1944), mentre collocata su una collinetta naturale in via Castellamonte arrivando da sud-est, di fronte a Palazzo Uffici, si trova Villa Rossi (1959-1961, E. A. Tarpino)) La realizzazione del Condominio Fio Bellot prese avvio il 3 settembre 1952 con l’autorizzazione a costruire, e il 3 luglio 1953 l’Ufficiale sanitario e il tecnico incaricato dal comune di Ivrea elaborarono la relazione tecnica in cui si dichiava l’abitabilità del Condominio. MOTIVAZIONI DEL VINCOLO Si ritiene che il complesso architettonico denominato ’Condominio Fiò Bellot’ rivesta interesse culturale particolarmente importante ai sensi dell'art. 10, c. 3 a) del Codice BBCC, per le seguenti motivazioni: - Il complesso presenta particolare interesse storico-architettonico in quanto espressione significativa della cultura architettonica italiana del secondo Dopoguerra; il condominio offre infatti testimonianza del vasto e versatile repertorio di soluzioni abitative messe a punto da Emilio Aventino Tarpino nell’ambito dell’originale programma di housing promosso dalla Società Olivetti e diretto dall’Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD). Esse spaziano da riprese del tema razionalista già attuato nelle residenze olivettiane di Figini e Pollini, per arrivare a concezioni più libere e organiche, attestando il repertorio di ‘modelli’ abitativi offerto dal servizio di consulenza aziendale agi eventuali committenti. Si ritiene, inoltre, che proprio in quanto esempio significativo dell’originale programma di housing promosso dalla Società Olivetti e diretto dall’Ufficio Consulenza Case Dipendenti Olivetti (UCCD), sempre diretto dall’architetto Tarpino, e orientato a tener conto delle aspirazioni sociali dei dipendenti, il manufatto rivesta interesse culturale particolarmente importante anche ai sensi dell'art. 10, comma 3 d), in quanto importante tassello dell'attuazione concreta – attraverso la traduzione in programmi urbanistici - della visione sociopolitica illuminata di Adriano Olivetti, applicata al tema della residenza. In tale ambito, la realizzazione vicino ai luoghi del lavoro di modelli abitativi aggiornati, in grado di offrire confort accettabile, e di promuovere la socializzazione e la condivisione del tempo libero, costituisce parte integrante del progetto di 'Comunità', qui inveratosi in manufatti tangibili; essi acquisiscono pertanto il significato di documento testimoniale chiave della storia produttiva industriale e sociale italiana, filtrata attraverso la singolare esperienza di Adriano Olivetti, oltre che della coeva cultura urbanistica, che ne consentì la concreta attuazione trasformando il territorio e delineando moderni paesaggi urbani dai connotati inconfondibili. ("Relazione storica descrittiva", in Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Piemonte MiBACT, DCR n. 9/2019)
Bibliografia
| Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Bonifazio Patrizia, Giacopelli Enrico (a cura di) | 2007 | Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea | Allemandi | Torino | 87 | No |
Allegati
Criteri
| 1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
| 6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
| 7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
| Titolo | Url |
|---|---|
| Dossier di Candidatura “Ivrea Città Industriale del XX secolo” | Visualizza |
| Case UCCD Olivetti | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Stefania Dassi con Marco Ferrari e Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021





