UNITÀ RESIDENZIALE OVEST OLIVETTI
Scheda Opera
- Comune: Ivrea
- Denominazione: UNITÀ RESIDENZIALE OVEST OLIVETTI
- Indirizzo: Via Carandini N. 6
- Data: 1968 - 1971
- Tipologia: Complessi residenziali
- Autori principali: Roberto Gabetti, Aimaro Isola
Descrizione
1. Opera originaria
«Nel settembre 1968 gli amministratori delegati della Olivetti spa Bruno Jarach e Roberto Olivetti affidano a Gabetti e Isola l’incarico per la progettazione di un edificio a Ivrea da destinarsi a minialloggi per laureati e nuovi assunti. Con l’accettazione dell’incarico Gabetti e Isola si inseriscono tra i molti protagonisti della cultura architettonica italiana che dagli anni trenta in poi avevano realizzato a Ivrea edifici direttamente commissionati dalla Olivetti. Ed è indubbio che, oltre alle oggettive e riconosciute qualità del progetto, è proprio il suo inserimento nei programmi di pianificazione della prestigiosa azienda a reintrodurre con clamore l’opera di Gabetti e Isola nel dibattito architettonico internazionale. Spontaneo è il confronto con gli edifici commissionati negli stessi anni dalla Olivetti a Ivrea e in altre città d’Europa e immediata è la relazione con il vicino quartiere Castellamonte progettato e realizzato da Luigi Figini e Gino Pollini nel 1940-42.
Tra le aree messe a disposizione, Gabetti e Isola scelgono infatti i terreni di “Villa Casana” a ridosso delle case per impiegati di Figini e Pollini nella zona ovest della città. Nella relazione che accompagna il progetto di massima – elaborato tra la fine del 1968 e gli inizi del 1969 – si motiva la preferenza di quell’area rispetto al quartiere Canton Vesco – anch’esso messo a disposizione dalla Olivetti – perché più baricentrica rispetto ai luoghi del lavoro, alle aree verdi e ai raccordi autostradali di collegamento con Torino e la Valle d’Aosta. Inoltre essa avrebbe garantito quei caratteri di “amenità” e di “qualificazione sociale” previsti nel programma della committenza, interessata a legare il nuovo intervento all’immagine internazionale dell’azienda.
La destinazione dell’edificio per funzionari in via di qualificazione o già qualificati, in soggiorno temporaneo a Ivrea, offre a Gabetti e Isola l’occasione per una riconsiderazione dei “tipi residenziali correnti”, al di fuori quindi dei comuni standards Gescal o di speculazione edilizia che ne avrebbero ridotto la qualità abitativa.
Scartata l’ipotesi di una casa a torre, è sul tipo in linea che si concentra la ricerca, da subito vincolata dalla complessa orografia del terreno prescelto.
Già nella fase iniziale, i disegni di massima allegati alla relazione individuano la forma planimetrica dell’edificio come un “settore di corona circolare” con raggio interno di 75 m.
La concavità della pianta, inferiore a una completa semicirconferenza, è rivolta verso est e racchiude una collina che sale di una decina di metri. Il prospetto curvilineo interno è articolato secondo una linea poligonale corrispondente ai 46 appartamenti – ciascuno largo un modulo di 4,00 m – e ai 23 vani-scala larghi un metro ciascuno. L’altezza di tutti i vani degli alloggi disposti su due livelli è 3,00 m, e la loro profondità varia tra gli 11,00 m per i duplex e i 12 per i simplex.
Alla quota del secondo livello, dietro i vani cellula delle abitazioni, sono previsti i parcheggi e la strada a doppia corsia per l’ingresso e l’uscita delle automobili, che portano la profondità complessiva dell’edificio a 19,80 m. Sopra il secondo livello è infine ricavato il tetto-terrazza che accoglie un passaggio pedonale e termina con una balaustra sul lato verso la “cavea” del giardino.
La conformazione orografica del sito e il tetto-terrazza in continuità con il terreno denotano l’assoluta originalità dell’intervento che, nella relazione allegata al progetto, gli autori qualificano come “non edificio”. Il suo carattere “comunitario” è concentrato nel centro di incontro posto all’estremo sud dell’edificio, dove sono insediati il bar, la tavola calda, la tabaccheria e altri servizi annessi alla gestione della residenza.
Il tracciato dei percorsi automobilistici e pedonali, pensati in diretto collegamento con gli ingressi alle singole cellule abitative, inserisce con assoluta continuità l’edificio residenziale nell’insediamento urbano.
Il 3 aprile 1969 Gabetti e Isola - con quali collabora Luciano Re – presentano un nuovo computo metrico che modifica in parte il precedente progetto di massima. Sono aumentate la metratura e la cubatura. Il fronte interno della curva non è più articolato bensì continuo, e alla successione ritmica del primo progetto – due duplex ogni due simplex – si passa all’accorpamento dei dodici duplex al centro del prospetto fra i trentadue simplex del settore sud e i trentadue simplex del settore nord – con sedici simplex distribuiti al primo livello e sedici al secondo.
La proposta semplifica il disegno precedente e razionalizza i “tagli” degli alloggi – di 46, 40 mq i simplex e 90,80 mq i duplex – compresi tutti entro la stessa profondità di 10,85 m e servit da sedici vani scala. I singoli vani-cellula sono tra loro separati da setti radiali che comportano una strombatura della pianta dell’alloggio dal fronte (4,00 m) al retro (4,50 m) e sono isolati dalla strada-parcheggio alla quota del secondo livello per mezzo di un’intercapedine vuota di 1,15 m.
I grandi disegni su carta da lucido datati 7 maggio 1969 definiscono, con minime variazioni, l’impianto complessivo dell’edificio in previsione dell’inizio dei lavori. Sulla base di questi disegni – che fissano il numero degli alloggi a 12 duplex e 70 simplex – saranno decisi tutti gli aggiornamenti del progetto nel corso dei due anni successivi e sarà steso il progetto esecutivo delle strutture e degli impianti. I simplex saranno nel progetto finale 82 e i duplex 12.
Il raggio interno, ridotto a 68,755 m, comporta un diverso raggio di curvatura del prospetto concavo e una maggiore convergenza dei setti radiali che suddividono i vani. La copertura è ripartita tra una parte erbosa, cosparsa di cupolini in perspex per l’illuminazione e l’aerazione della strada-parcheggio sottostante, e una parte lastricata posta sopra gli alloggi. Si crea in tal modo una continuità tra la collina che sale dal retro dell’edificio e il tetto a terrazza che giunge ad affacciarsi sulla cavea del giardino con una balaustra. Il fronte vetrato del lungo curtain-wall, ritmato dai montanti in alluminio con passo di 1,00 m, è quindi l’unica fonte luminosa degli alloggi, i cui vani – alti2,80 in tutto il residenziale – sono organizzati con locali di soggiorno sul fronte e i servizi ciechi sul retro, dotati di aerazione artificiale. Per l’isolamento degli alloggi del piano terra è previsto un vespaio sotto l’intero complesso edilizio, che viene così rialzato di 50 cm rispetto alla quota di campagna.
Con la stesura del successivo capitolato speciale d’appalto (13 giugno 1969) si dà avvio alla fase esecutiva del progetto, la cui Direzione Lavori è assunta dagli ingegneri Antonio Migliasso e Armando gabella della Sertec Engineering Consulting Spa a nome della committente dell’opera l’Immobiliare San Giovanni Spa di Ivrea. La scelta dell’impresa costruttrice cade sulla Ermanno Piano di Genova, che all’epoca sembrava garantire un contributo qualificato senza gravare sul bilancio programmato dell’azienda.
Tutte le decisioni prese dai progettisti sono discusse con la direzione lavori e l’iter dell’intero progetto è seguito in modo sistematico a partire dall’estate 1969 attraverso incontri periodici fra tutti i diversi responsabili coinvolti dall’azienda nel programma edilizio. I verbali delle riunioni di cantiere permettono di verificare quanto la costruzione del “residenziale ovest” rispecchi la filosofia dell’azienda, che attraverso il coordinamento puntava alla massima razionalizzazione delle varie fasi costruttive.
Tra l’agosto e il settembre 1969 sono contattate tutte le ditte fornitrici, selezionate per rispondere in prima istanza ai due fondamentali problemi di abitabilità degli alloggi: l’isolamento e la termoventilazione. Sia per il curvo curtain-wall sia per l’impianto di climatizzazione, le ditte incaricate realizzano soluzioni specifiche per il residenziale ovest su progetto di specialisti del settore, quale l’Ing. Mario Gini, esperto negli impianti termotecnica.
Tuttavia, la rigida programmazione, è scalfita da una serie di ritardi accumulati dall’impresa Piano nello sviluppo degli esecutivi per la parte riguardante gli impianti e le strutture. Gli inizi dei lavori di fondazione, inizialmente previsti per il giugno 1969, sono ulteriormente procrastinati all’autunno e non ancora ultimati nel febbraio 1970. A causa del fallimento dell’impresa i lavori sono proseguiti dalla Sertec spa che completa entro l’estate le opere al rustico e le fondazioni.
La natura geologica del terreno, con strati limosi e parti rocciose, comporta una diversificazione delle strutture in cemento armato, il cui progetto prevede una parte di fondazioni continue e una parte di fondazioni a palificazione in plinti con bulbo di base espanso. Le pareti divisorie degli alloggi sono disposte con passo modulare secondo le radiali e sono tutte gettate in opera con cemento armato dello spessore di 15 cm. L’idea di gabetti e Isola era di utilizzare casseforme metalliche continue per i getti in opera del calcestruzzo, nella previsione di lasciare l’opera a vista. Il mancato rispetto delle indicazioni progettuali da parte dell’impresa, che utilizzando cassaforme in legno compromette l’uniformità e la regolarità dell’esecuzione, costringe a rivestire tutte le pareti con l’intonaco sintetico Resinflex, abbandonando così uno degli elementi qualificanti del disegno architettonico.
L’ultima versione del progetto, del settembre 1969, modifica poco o nulla la versione precedente, con la sola variante dell’eliminazione del cornicione a sbalzo lungo il prospetto, inizialmente pensato non solo come riparo per il curtain-wall ma anche come deciso segno orizzontale alto 50 cm e rivestito con mattoni a vista. I nuovi disegni prevedono un alto parapetto in vetro trasparente retto da montanti in alluminio con ritmo corrispondente ai montanti del sottostante curtain-wall. Una soluzione che elimina qualsiasi barriera visiva sia guardando dal tetto a terrazza verso il giardino sia guardando da questo verso la residenza. Tuttavia un residuo della cortina in laterizio è lasciato come rivestimento esterno dello spessore del solaio: se da un lato esso è molto indebolito come segno di barriera orizzontale, dall’altro quel tratto di parete in mattoni “pesa” sulla leggera parete in vetro del curtain-wall. Un rovesciamento concettuale delle forze di gravità che sarà ripreso anche nel Quinto Palazzo Snam a San Donato Milanese (1985-91).
La concezione ipogea del residenziale rende il curtain-wall una parete di straordinaria importanza per la qualità della vita al suo interno. Esso diventa una sorta di parete attrezzata per fornire illuminazione, aerazione e termoventilazione attraverso tende mobili, finestre scorrevoli e radiatori annessi. Tuttavia proprio queste sue connotazioni tecniche impediscono al curtain-wall di essere dotato di porte che immettano direttamente nel giardino interno, per accedere al quale è necessario servirsi dei vani scala.
La zona soggiorno, a diretto contatto della parete vetrata negli alloggi simplex diventa uno spazio flessibile, adeguato attraverso tende mobili e separée alle diverse necessità di riposo o di pranzo di volta in volta espresse dall’utente. Meno flessibilità è richiesta allo spazio dei duplex, che prevedono la zona giorno al piano superiore – in diretto collegamento con la strada parcheggio – e la zona notte al piano terreno. In tutti i vani i locali di servizio – cucina e servizi igienici – sono ciechi, ricavati nella zona retrostante del vano dove occupano lo spazio minimo richiesto dagli impianti. I quali, a causa della conformazione curva dell’edificio e della diversa esposizione al sole dei singoli alloggi nell’arco della giornata, hanno la possibilità rifornire una gradazione termica differenziata e autonoma.
Il completamento dell’edificio, dopo la sostituzione dell’impresa costruttrice nella primavera del 1970, può dirsi ultimato già alla fine dell’anno, mentre ai primi del 1971 risalgono i lavori per la sistemazione a verde del giardino interno che prevede anche un laghetto.
Agli stessi Gabetti e Isola, con la collaborazione di Luciano Re e Guido Drocco, si deve il progetto degli arredi per gli alloggi, steso nei primi mesi del 1970 e realizzato dalla ditta Boschis di Torino entro l’estate dello stesso anno. Lampade, tappeti, divani-letto, sgabelli, tavoli-scrittoio, cassettiere, piani lavabo, sono fra i diversi elementi modulari dell’arredamento dei simplex e dei duplex progettati in materiale durevole – compresa la formica di rivestimento e il “tapisom”, che ricopre anche tutti i pavimenti – per garantire una lunga durata con manutenzione minima, data la natura di “casa albergo” del residenziale.
Il completamento dell’edificio e la sua divulgazione sulla stampa specializzata, a partire dalla fine del 1972, propongono all’attenzione della cultura architettonica internazionale un nuovo paesaggio nella poetica di Gabetti e Isola […]». (da Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola: Opere di architettura, Electa, Milano 1996 e da documenti Archivio Gabetti e Isola)
«Sull’estremità dell’area, sulla sommità della collina che caratterizza l’area, si trova il Residenziale Ovest, la cui progettazione è affidata nel 1968 a Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola. L’Unità Residenziale Ovest – meglio nota agli abitanti e ai visitatori di Ivrea con il nome di “Talponia” –doveva ospitare dipendenti Olivetti residenti temporaneamente a Ivrea.
L’edificio è costruito ai margini del parco di Villa Casana e sfrutta il terreno in declivio – creato artificialmente – per realizzare un complesso su due piani a pianta semicircolare. La sua pianta è completamente interrata ed è lunga circa 300 metri. L’edificio è composto da 13 alloggi duplex e 72 alloggi simplex serviti da una strada coperta interamente percorribile, individuabile all’esterno dal posizionamento delle cupole di plexiglass. Oggi l’edificio è frazionato in 81 proprietà individuali. Al pari del Nuovo Palazzo Uffici Olivetti, segna l’evoluzione di Ivrea da città industriale a città di servizio all’industria tra anni Settanta e anni Ottanta del Novecento». (dal sito “Ivrea, città industriale del XX secolo”: www.ivreacittaindustriale.it/i-beni/unita-residenziale-ovest-talponia/)
2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio è stato da subito considerato un’opera di particolare importanza per l’architettura italiana contemporanea, viene pubblicato in numerose riviste e pubblicazioni ed esposto in importanti mostre nazionali e internazionali
Nel 2006 i singoli alloggi sono stati messi in vendita dall’allora proprietaria Pirelli Real Estate e l’edificio ha attualmente numerosi proprietari con una gestione condominiale.
L’esterno dell’edificio si presenta integro secondo il progetto iniziale e in buono stato di conservazione, salvo il degrado di alcune lastre di copertura della strada pedonale che ha imposto interventi di manutenzione straordinaria consistenti nel parziale rifacimento del sottostante strato di impermeabilizzazione e la sostituzione di alcune delle lastre in calcestruzzo disgregate.
Nel corso degli anni gli interni di molti alloggi sono stati modificati. Già negli anni 2000 una decina di alloggi vennero ristrutturati internamente per ospitare gli studenti dell’Interaction Design Institute e gli arredi originali di questi alloggi vennero sostituiti con arredi progettati da Ettore Sottsass.
Nel 2019 solo alcuni alloggi presentano ancora gli interni e gli arredi originali progettati da Gabetti e Isola, Luciano Re e Guido Drocco.
Gli originali spazi comunitari presenti all’ingresso dell’edificio sono attualmente affittati e adibiti ad asilo privato.
Nel 2017 l’edificio ha ottenuto il riconoscimento dell’importante carattere artistico ai sensi dell’art.20 della L. 633/1941 in quanto esempio paradigmatico di soluzione architettonica innovativa – sotto il profilo formale, tipologico, tecnologico, funzionale – elaborata dai progettisti in risposta a nuove esigenze e forme dell’abitare.
L’Unità Residenziale Ovest è tra le architetture incluse nella core zone del sito “Ivrea, città industriale del XX secolo” inserito nel 2018 nella World Heritage List dell'UNESCO. (http://whc.unesco.org/en/list/1538)
(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1968 - 1969
- Esecuzione: 1969 - 1971
- Committente: Immobiliare San Giovanni, Ivrea (ufficio coordinamento edilizio della ingegner C. Olivetti e C. Spa)
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Minialloggi per laureati e nuovi assunti della ditta Olivetti
- Destinazione attuale: Alloggi privati
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Guido | Drocco | Progetto Interni | Progetto | NO | ||
Armando | Gabella | Direzione lavori | Esecuzione | NO | ||
Roberto | Gabetti | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ | SI |
Roberto | Gabetti | Progetto Interni | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ | NO |
Aimaro | Isola | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio | SI |
Aimaro | Isola | Progetto Interni | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio | NO |
Antonio | Migliasso | Progetto strutturale | Progetto | NO | ||
Antonio | Migliasso | Direzione lavori | Esecuzione | NO | ||
Ermanno | Piano | Impresa esecutrice | Esecuzione | NO | ||
Luciano | Re | Progetto architettonico | Progetto | NO | ||
Luciano | Re | Progetto Interni | Progetto | NO |
- Strutture: cemento armato
- Materiale di facciata: curtain-wall, vetro e alluminio
- Coperture: parziale copertura piana calpestabile con lastre in calcestruzzo; parziale copertura verde
- Serramenti: alluminio
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Mediocre
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo: L. 633/1941, art. 20 e PRG
- Altri Provvedimenti: DDG 28/12/2017, prot. 499. Dichiarazione di notevole interesse pubblico delle sponde del fiume Dora, site nell'ambito del comune di Ivrea . D.M. 15/10/1952. P.R.G. Norme di salvaguardia per l'architettura moderna di Ivrea
- Foglio Catastale: 43
- Particella: 14
Note
Riconoscimento dell’importante carattere artistico ai sensi dell’art.20 della L. 633/1941 - D.M. 499 del 28/12/2017. Dichiarazione di notevole interesse pubblico delle sponde del fiume Dora, site nell'ambito del comune di Ivrea . D.M. 15/10/1952 P.R.G. Norme di salvaguardia per l’architettura moderna di Ivrea. L’edificio rientra nella classe di edifici olivettiani vincolati dal Piano Regolatore vigente esclusivamente per quanto riguarda la sua facciata
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
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Zevi Bruno | 1972 | L’incrociatore in mezzo al bosco. La città di Adriano Olivetti | L’Espresso | No | ||
1973 | Residenziale ovest a Ivrea, (presentazione di Renato Pedio) | L’Architettura. Cronache e Storia, XIX, n. 212-213 | 76-87 | No | ||
1973 | Olivetti builds | Progressive Architecture, n. 8 | 51 | No | ||
1973 | Architecture Plus, n. 8 | 25 | No | |||
1973 | Angestelltenwohnungen in Ivrea (Gabetti, Isola) | Deutsche Bauzeitung, n. 12 | 1357-1359 | No | ||
1974 | Housing at Ivrea | Urban Housing, n.5 | 125-132 | No | ||
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Tafuri Manfredo | 1982 | Architettura italiana 1944-1981, in Storia dell’arte italiana | Einaudi | Torino | parte II, vol. III, fig. 458 | No |
Klaus Koenig Giovanni | 1984 | Immersi nel terreno | Ottagono, n. 74 | 18-23 | No | |
Cellini Francesco, D’Amato Claudio | 1985 | Gabetti e Isola | Electa | Milano | No | |
Ferrari Fulvio (a cura di) | 1986 | Gabetti e Isola, Mobili | Allemandi | Torino | No | |
1988 | «A+U» extra edition | No | ||||
Zermani Paolo (a cura di) | 1989 | Gabetti e Isola | Zanichelli | Bologna | No | |
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Olmo Carlo | 1993 | Gabetti e Isola | Allemandi | Torino | No | |
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1996 | Gabetti & Isola | Institut Français d’Architecture, Archicréé | Paris | No | ||
Portoghesi Paolo | 1998 | I grandi architetti del Novecento | Newton e Compton | Roma | 434-441 | No |
Baietto Armando | 2000 | Incontro con due maestri del ‘900 | Controspazio, n° 6 | 43556 | No | |
Massarente Alessandro (a cura di) | 2001 | Gabetti&Isola. Disegni 1951-2000 | Franco Motta Editore | Milano | No | |
Bonifazio Patrizia, Scrivano Paolo | 2001 | Olivetti costruisce. Architettura moderna a Ivrea | Skira | Milano | 168-171 | No |
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Petrangeli Maurizio | 2005 | Architettura come Paesaggio. Gabetti e Isola - Isolarchitetti | Umberto Allemandi & C. | Torino | No | |
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida del Piemonte Architettura del Novecento (1902-2006) | Umberto Allemandi | Torino | 188-189 | No |
Canella Gentucca, Mellano Paolo (a cura di) | 2017 | Roberto Gabetti 1925-2000 | Franco Angeli | Milano | No | |
Isola Aimaro | 2019 | Riciclando architetture e paesaggi, in Gentucca Canella e Paolo Mellano (a cura di), Il diritto alla tutela. Architettura d’autore del secondo Novecento | Franco Angeli | Milano | 120-125 | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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SIUSA - Gabetti e Isola Studio | Visualizza |
Enciclopedia Treccani - Aimaro Isola | Visualizza |
Accademia Nazionale di San Luca - Aimaro Isola | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 03/05/2024
Revisori:
Mezzino Davide 2021