Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA, NEGOZI E ALBERGO

Scheda Opera

  • Disegno di studio: acquerello
  • Disegno di studio: acquerello
  • Disegno di studio: acquerello
  • Pianta piano primo
  • Pianta piano secondo
  • Prospetto su Piazza Fraiteve
  • Prospetto cortile interno
  • Prospetto su via Piave
  • Vista da via Monterotta
  • Vista da via Piave
  • Vista esterna del cortile
  • Vista esterna della terrazza
  • Particolare del rivestimento in legno
  • Vista esterna su Piazza Fraiteve, 2019
  • Vista da via Piave, 2019
  • Vista da via Piave, 2019
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Sestriere
  • Denominazione: CASA, NEGOZI E ALBERGO
  • Indirizzo: Piazza Fraiteve
  • Data: 1992 - 1996
  • Tipologia: Strutture ricettive
  • Autori principali: Roberto Gabetti, Aimaro Isola
Descrizione

1. L’opera originaria (anni 1992-1996)

«A 2033 metri di quota, sull’omonimo colle che funge da spartiacque naturale fra la valle del Chisone e un ramo laterale della valle di Susa, Sestrière ha rappresentato probabilmente il primo prototipo di stazione sciistica moderna. A differenza della maggior parte dei centri turistici sparsi sull’arco alpino Sestrière non è un borgo di antiche tradizioni: non si trova lungo il percorso di avvicinamento a un importante valico; a causa dell’altitudine non possiede una vocazione agricola; non ha conosciuto le fortune ottocentesche di quelle località in cui furono costruiti quei grandi sanatori resi celebri da Thomas Mann. A cogliere le possibilità di sviluppo di questo luogo privo del peso condizionante della storia fu l’occhio lungimirante del senatore Giovanni Agnelli, che all’inizio degli anni Trenta affidò all’ingegner Vittorio Bonadè-Bottino il compito di affiancare agli impianti di risalita la prima infrastruttura ricettiva della stazione sciistica. Lavorando su criteri di massima economia costruttiva e accantonando qualsiasi riferimento alle consuete architetture alpine, Bonadè-Bottino seppe portare fino alle estreme conseguenze le implicazioni di un programma funzionale che guardava esclusivamente al futuro. Il progetto si risolse così nella celebre soluzione a torre cilindrica alta 38 m, al cui interno erano ricavate, oltre alla rampa di distribuzione elicoidale e ai locali accessori, 160 spartane monocamere esplicitamente ispirate al modello delle cabine dei transatlantici. Per quanto non privo di una certa retorica, l’edificio esprime nell’assoluta atipicità del suo impianto formale l’idea di una utopia radicale della località turistica, luogo in cui natura e infrastruttura si confrontano di là da ogni contestualismo mimetico. Questa estraneità ai modelli tradizionali del paesaggio alpino, sebbene poi tradita dalla qualità speculativa di interventi successivi, è rimasta nel tempo cifra caratteristica di Sestrière.
Una situazione ben chiara a Gabetti e Isola fin dal loro primo approccio professionale con la località sciistica piemontese, avvenuto nel 1973 in occasione di un concorso bandito per il progetto di un insediamento alberghiero del Club Méditerranée. A differenza dei progetti realizzati dallo studio torinese in Valle d’Aosta o sulle montagne del cuneese, là dove risalta la volontà di reinterpretare e manipolare sia nelle coperture come negli alzati alcuni partiti architettonici tradizionali, a Sestrière Gabetti e Isola rinunciano alla consueta articolazione dei volumi per cercare un cortocircuito diretto fra orografia e tipologia, fra tecnica e natura. Incuneato fra le curve di livello, l’edificio dell’albergo è risolto da un unico affaccio verso valle, secondo uno schema già adottato nel residence Olivetti del 1968. Mai realizzato, questo progetto è servito però da matrice alla costruzione della Residenza Concaneve, disegnata e costruita fra il 1974 e il 1980. Rispetto al precedente progetto il fronte presenta una maggiore articolazione: interamente rivestito di legno e gradonato per accompagnare lo sviluppo delle curve di livello, l’edificio è segnato dalla traccia di loggiati continui che, coperti da leggeri tettucci di rame e plexiglas, dilatano all’esterno lo spazio di abitazioni necessariamente vincolate a un unico affaccio verso valle.
A distanza di circa venti anni, Gabetti e Isola recuperano e trasfigurano i materiali di queste esperienze in un nuovo edificio per albergo, negozi e residenze completato pochi mesi fa.
In questo caso, però l’intervento era previsto all’interno del nucleo più densamente costruito, dove le indicazioni contenute negli elaborati programmatici del piano particolareggiato prendono il sopravvento rispetto alle suggestioni che scaturiscono da un diretto contatto con la natura. Indicazioni molto precise non solo imponevano ingombri massimi sia in alzato che in planimetria – dove erano previste due maniche a L fra loro perpendicolari –, ma anche la collocazione tassativa degli spazi commerciali al piano terra affacciati su percorsi porticati, il posizionamento dell’albergo nella manica rivolta verso la piazza antistante l’edificio, il tracciato della viabilità di margine e gli accessi ai parcheggi interrati; e ancora, con l’intento di stabilire regole di continuità con gli edifici attigui, indicazioni relative ad alcuni materiali e dettagli architettonici dei fronti. Con la consueta collaborazione di Guido Drocco, Gabetti e Isola lavorano disciplinatamente entro gli argini così rigidamente tracciati. Facendo di necessità virtù, dispongono le volumetrie funzionali come indicato dal piano, predispongono due semplici corpi di fabbrica rispettivamente di tre e quattro piani fuori terra (ma il dislivello naturale del terreno accentua lo stacco fra le due parti), realizzati con una tradizionale struttura di cemento armato, gettata secondo una regolare campata di circa 4 metri di interasse. Una luce che ha consentito di risolvere felicemente la cellula delle camere d’albergo (ammobiliate con arredi eseguiti su disegno) senza penalizzare il disegno di appartamenti più grandi. Due i blocchi scala (tre volendo contare una rampa di sicurezza all’aperto, nella corte interna): uno per l’albergo, ricavato nella profondità della manica in prossimità dell’angolo; l’altro per le residenze, una rampa in linea racchiusa in un volume che segna il fronte laterale sporgendo oltre il colmo del tetto. La semplicità dell’impianto è però riscattata dall’articolazione costruttiva delle facciate. Queste presentano un rivestimento omogeneo e continuo di doghe di legno davanti al quale è drizzata una struttura metallica ordita con colonnine e correnti di ferro zincato. Appoggiata a terra sulle gallerie coperte dei portici, la struttura disegna un profilo gradonato, scandito da una serie di terrazzi sovrapposti e protetti da spioventi di cristallo temperato. Si forma così di fronte alle abitazioni un diaframma semi-trasparente, un reticolo di legno, vetro e metallo cui è affidato il compito di modulare il trapasso fra l’interno e l’esterno dell’edificio. Proprio al contrasto fra l’esibita semplicità del disegno e l’ambiguità tipologica di questo spazio intermedio è affidata la qualità del progetto in cui, ancora una volta, Gabetti e Isola confermano la loro attitudine a riportare al centro della composizione elementi apparentemente marginali. Giocando con l’accostamento di materiali eterogenei e con la ripetizione di componenti elementari, il progetto trasforma il terrazzo in un dispositivo elioterapico, trasferendo con estrema disinvoltura una soluzione tipicamente mediterranea a 2000 metri d’altitudine. Con discrezione e senza clamore, Gabetti e Isola continuano a Sestrière la ricerca dei caratteri invarianti della stazione turistica contemporanea» (Enrico Morteo, Vacanze d’inverno, in «Abitare», n. 351, maggio 1996, pp. 168-174).

«Gabetti e Isola (consulenza architettonica) con Guido Drocco.
Committente: Proprietà Co. Ge. A. M. spa, Torino.
Documentazione: AGI, lucidi, copie da lucido, fotografie del cantiere, corrispondenza, atti amministrativi» (Andrea Guerra e Manuela Morresi, Gabetti e Isola. Opere di architettura, Electa, Milano 1996, p. 265).

«Il progetto del 1992, realizzato nel 1994, elabora alcuni vincoli del piano particolareggiato, che impongono l’uso di materiali costruttivi e la destinazione commerciale al piano terreno, giungendo a soluzioni interessanti e originali. L’edificio assume la morfologia del terreno, sviluppando i fronti su quote diverse con prospetti molto articolati e differenziati in funzione della capacità di captare la luce: si apre sulla piazza Fraiteve, sviluppando una ampia facciata al sole che sul fianco diventa gradonata e che al piano terreno reinterpreta il tema del portico a botteghe. Il vetro temperato della copertura a falda delle logge lascia trasparire il colore del legno che, sul fronte strada, chiude e inviluppa l’edificio. A Nord le piccole finestre quadrate non interrompono la continuità del rivestimento, con scuri che si neutralizzano nella tessitura. L’articolazione è accentuata dal gioco della griglia metallica dei pilastri, che scandisce un ordine semplice alternato a un ordine gigante che rivela l’intelaiatura strutturale» (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi & C, Milano 2008, p. 216-217).



2. Consistenza dell’opera al 2019

L’edificio risulta in ottimo stato di conservazione. La struttura, attualmente utilizzata come previsto dalla destinazione d’uso originaria, non ha subito alcun tipo di trasformazione a livello compositivo e strutturale.


(Scheda a cura di Giulia Beltramo, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1992 - 1994
  • Esecuzione: - 1996
  • Committente: Proprietà Co. Ge. A. M. spa, Torino
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Albergo, negozi e residenza
  • Destinazione attuale: Albergo, negozi e residenza
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Guido Drocco Progetto architettonico Progetto NO
Roberto Gabetti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ SI
Aimaro Isola Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio SI
  • Strutture: Due corpi di fabbrica rispettivamente di tre e quattro piani fuori terra, realizzati con una tradizionale struttura di cemento armato, gettata secondo una regolare campata di circa 4 metri di interasse.
  • Materiale di facciata: Rivestimento omogeneo e continuo in doghe di legno con struttura metallica ordita con colonnine e correnti di ferro zincato.
  • Coperture: Coperture a falda
  • Serramenti: Di fronte alle abitazioni un diaframma semi-trasparente, un reticolo di legno, vetro e metallo ha il compito di modulare il trapasso fra l’interno e l’esterno dell’edificio
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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Una situazione ben chiara a Gabetti e Isola fin dal loro primo approccio professionale con la località sciistica piemontese, avvenuto nel 1973 in occasione di un concorso bandito per il progetto di un insediamento alberghiero del Club Méditerranée. A differenza dei progetti realizzati dallo studio torinese in Valle d’Aosta o sulle montagne del cuneese, là dove risalta la volontà di reinterpretare e manipolare sia nelle coperture come negli alzati alcuni partiti architettonici tradizionali, a Sestrière Gabetti e Isola rinunciano alla consueta articolazione dei volumi per cercare un cortocircuito diretto fra orografia e tipologia, fra tecnica e natura. Incuneato fra le curve di livello, l’edificio dell’albergo è risolto da un unico affaccio verso valle, secondo uno schema già adottato nel residence Olivetti del 1968. Mai realizzato, questo progetto è servito però da matrice alla costruzione della Residenza Concaneve, disegnata e costruita fra il 1974 e il 1980. Rispetto al precedente progetto il fronte presenta una maggiore articolazione: interamente rivestito di legno e gradonato per accompagnare lo sviluppo delle curve di livello, l’edificio è segnato dalla traccia di loggiati continui che, coperti da leggeri tettucci di rame e plexiglas, dilatano all’esterno lo spazio di abitazioni necessariamente vincolate a un unico affaccio verso valle. 
A distanza di circa venti anni, Gabetti e Isola recuperano e trasfigurano i materiali di queste esperienze in un nuovo edificio per albergo, negozi e residenze completato pochi mesi fa. 
In questo caso, però l’intervento era previsto all’interno del nucleo più densamente costruito, dove le indicazioni contenute negli elaborati programmatici del piano particolareggiato prendono il sopravvento rispetto alle suggestioni che scaturiscono da un diretto contatto con la natura. Indicazioni molto precise non solo imponevano ingombri massimi sia in alzato che in planimetria – dove erano previste due maniche a L fra loro perpendicolari –, ma anche la collocazione tassativa degli spazi commerciali al piano terra affacciati su percorsi porticati, il posizionamento dell’albergo nella manica rivolta verso la piazza antistante l’edificio, il tracciato della viabilità di margine e gli accessi ai parcheggi interrati; e ancora, con l’intento di stabilire regole di continuità con gli edifici attigui, indicazioni relative ad alcuni materiali e dettagli architettonici dei fronti. Con la consueta collaborazione di Guido Drocco, Gabetti e Isola lavorano disciplinatamente entro gli argini così rigidamente tracciati. Facendo di necessità virtù, dispongono le volumetrie funzionali come indicato dal piano, predispongono due semplici corpi di fabbrica rispettivamente di tre e quattro piani fuori terra (ma il dislivello naturale del terreno accentua lo stacco fra le due parti), realizzati con una tradizionale struttura di cemento armato, gettata secondo una regolare campata di circa 4 metri di interasse. Una luce che ha consentito di risolvere felicemente la cellula delle camere d’albergo (ammobiliate con arredi eseguiti su disegno) senza penalizzare il disegno di appartamenti più grandi. Due i blocchi scala (tre volendo contare una rampa di sicurezza all’aperto, nella corte interna): uno per l’albergo, ricavato nella profondità della manica in prossimità dell’angolo; l’altro per le residenze, una rampa in linea racchiusa in un volume che segna il fronte laterale sporgendo oltre il colmo del tetto. La semplicità dell’impianto è però riscattata dall’articolazione costruttiva delle facciate. Queste presentano un rivestimento omogeneo e continuo di doghe di legno davanti al quale è drizzata una struttura metallica ordita con colonnine e correnti di ferro zincato. Appoggiata a terra sulle gallerie coperte dei portici, la struttura disegna un profilo gradonato, scandito da una serie di terrazzi sovrapposti e protetti da spioventi di cristallo temperato. Si forma così di fronte alle abitazioni un diaframma semi-trasparente, un reticolo di legno, vetro e metallo cui è affidato il compito di modulare il trapasso fra l’interno e l’esterno dell’edificio. Proprio al contrasto fra l’esibita semplicità del disegno e l’ambiguità tipologica di questo spazio intermedio è affidata la qualità del progetto in cui, ancora una volta, Gabetti e Isola confermano la loro attitudine a riportare al centro della composizione elementi apparentemente marginali. Giocando con l’accostamento di materiali eterogenei e con la ripetizione di componenti elementari, il progetto trasforma il terrazzo in un dispositivo elioterapico, trasferendo con estrema disinvoltura una soluzione tipicamente mediterranea a 2000 metri d’altitudine. Con discrezione e senza clamore, Gabetti e Isola continuano a Sestrière la ricerca dei caratteri invarianti della stazione turistica contemporanea» (Enrico Morteo, Vacanze d’inverno, in «Abitare», n. 351, maggio 1996, pp. 168-174).

«Gabetti e Isola (consulenza architettonica) con Guido Drocco.
Committente: Proprietà Co. Ge. A. M. spa, Torino.
Documentazione: AGI, lucidi, copie da lucido, fotografie del cantiere, corrispondenza, atti amministrativi» (Andrea Guerra e Manuela Morresi, Gabetti e Isola. Opere di architettura, Electa, Milano 1996, p. 265).

«Il progetto del 1992, realizzato nel 1994, elabora alcuni vincoli del piano particolareggiato, che impongono l’uso di materiali costruttivi e la destinazione commerciale al piano terreno, giungendo a soluzioni interessanti e originali. L’edificio assume la morfologia del terreno, sviluppando i fronti su quote diverse con prospetti molto articolati e differenziati in funzione della capacità di captare la luce: si apre sulla piazza Fraiteve, sviluppando una ampia facciata al sole che sul fianco diventa gradonata e che al piano terreno reinterpreta il tema del portico a botteghe. Il vetro temperato della copertura a falda delle logge lascia trasparire il colore del legno che, sul fronte strada, chiude e inviluppa l’edificio. A Nord le piccole finestre quadrate non interrompono la continuità del rivestimento, con scuri che si neutralizzano nella tessitura. L’articolazione è accentuata dal gioco della griglia metallica dei pilastri, che scandisce un ordine semplice alternato a un ordine gigante che rivela l’intelaiatura strutturale» (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi & C, Milano 2008, p. 216-217).



2.	Consistenza dell’opera al 2019

L’edificio risulta in ottimo stato di conservazione. La struttura, attualmente utilizzata come previsto dalla destinazione d’uso originaria, non ha subito alcun tipo di trasformazione a livello compositivo e strutturale.


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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Morteo Enrico 1996 Vacanze d’inverno Abitare n. 351 168-174 No
Guerra Andrea, Morresi Manuela 1996 Gabetti e Isola. Opere di architettura Electa Milano 265 No
Giriodi Sisto 1998 Due opere recenti dello studio Gabetti e Isola L’industria delle costruzioni n. 316 42278 No
1998 Des Logements en cascade Architecture Intérieure Créé n. 285 120-123 No
Mayr Fingerle Christoph 1999 Architettura contemporanea alpina. Premio di architettura 1999 Birkhauser Berlino 88-97 No
Massarente Alessandro 2001 Gabetti e Isola disegni 1951/2000 Federico Motta Editore Milano 156-157 No
Petrangeli Maurizio 2005 Architettura come paesaggi. Gabetti e Isola - Isolarchitetti, con saggi di Valter Bordini, Federica Dal Falco, Carlo Olmo, Paolo Portoghesi Umberto Allemandi & C Torino 161 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) Allemandi Torino 216-217 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Disegno di studio: acquerello Disegno di studio: acquerello Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Disegno di studio: acquerello Disegno di studio: acquerello Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Disegno di studio: acquerello Disegno di studio: acquerello Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Pianta piano primo Pianta piano primo Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Pianta piano secondo Pianta piano secondo Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Prospetto su Piazza Fraiteve Prospetto su Piazza Fraiteve Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Prospetto cortile interno Prospetto cortile interno Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Prospetto su via Piave Prospetto su via Piave Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Vista da via Monterotta Vista da via Monterotta Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Vista da via Piave Vista da via Piave Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Vista esterna del cortile Vista esterna del cortile Tratto da - Giriodi, L’industria delle costruzioni n. 316, 1998
Vista esterna della terrazza Vista esterna della terrazza Tratto da - Morteo, Abitare n. 351, 1996
Particolare del rivestimento in legno Particolare del rivestimento in legno Tratto da - Morteo, Abitare n. 351, 1996
Vista esterna su Piazza Fraiteve, 2019 Vista esterna su Piazza Fraiteve, 2019 Giulia Beltramo - 2019
Vista da via Piave, 2019 Vista da via Piave, 2019 Giulia Beltramo - 2019
Vista da via Piave, 2019 Vista da via Piave, 2019 Giulia Beltramo - 2019
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google Maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Gabetti e Isola Studio Visualizza
Enciclopedia Treccani - Aimaro Isola Visualizza
Accademia Nazionale di San Luca - Aimaro Isola Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Giulia Beltramo
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 03/05/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2021