Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

ORATORIO PININFARINA

Scheda Opera

  • Vista generale nel rapporto con il vecchio centro di Cortanze, anni Settanta
  • Roberto Gabetti e Aimaro Isola, Disegno di studio, anni Sessanta
  • Vista di scorcio del fronte, anni Settanta
  • Prospetto sul piazzale 1:100, matita su carta da spolvero, agosto 1964 (soluzione non definitiva)
  • Pianta del piano inferiore 1:50, matita su lucido, 1965
  • Particolari di facciata con ringhiere e balconate 1965
  • Sezione 1:50, matita su lucido, 1965
  • Dettaglio del fronte verso valle, anni Settanta
  • Dettaglio del fronte verso valle, anni Settanta
  • Dettaglio del fronte, anni Settanta
  • Vista del fronte principale da piazza Guglielmo Marconi, 2019
  • Vista di scorcio delle balconate, 2019
  • Dettaglio delle balconate, 2019
  • Oratorio Pininfarina Cortanze, 2020
  • Comune: Cortanze
  • Denominazione: ORATORIO PININFARINA
  • Indirizzo: Piazza Vittorio Veneto
  • Data: 1964 - 1967
  • Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
  • Autori principali: Roberto Gabetti, Aimaro Isola, Giorgio Raineri, Luciano Re
Descrizione

1. Opera originaria

«Questo progetto, relazionabile per molti aspetti al Convitto di Mondovì, affronta lo stesso problema di contesto. Allo stesso modo che a Mondovì infatti è ridotta l’evidenza architettonica dell’edificio, adeguandosi a modi e stilemi della architettura rurale povera. Il rapporto tra la costruzione spaziale allusiva e lineare degli esili tralicci metallici e la semplicità della massa muraria anche in questo caso è il filo conduttore del progetto. Va notata l’ambiguità dimensionale delle bucature che introduce compresenza di scale nel prospetto». (Francesco Cellini, La complessità dell’essenziale: riflessioni sugli ultimi lavori di Gabetti e Isola, in «Controspazio», IX, 4-5, 1977, pp. 46)
«Inserita nel centro storico del paese, l’opera è una sorta di dichiarata superfetazione edilizia, corpo aggiunto successivo, non finito, continuazione dei volumi esistenti già soggetti a una temporalità storica, cui si tende. Le diverse scale dimensionali dell’intorno si riflettono nella natura cangiante del rapporto tra ferro e mattone e nella variabilità del rapporto tra vuoti e pieni che si affacciano “a vedere”. Le balconate fortemente sporgenti sostenute da forti travature a vista accentuano l’immagine di cantiere sospeso, in itinere, dell’edificio, come testimonianza lungamente viva, sempre appartenuta, nel processo di trasformazione della città. Il contesto è riflesso dal progetto che ne acquisisce e ne prolunga i tratti fisionomici come tetto temporaneo, chiusura parziale d’un cantiere possibilmente da continuare, che avrà qualche ruolo nella storia non ancora scritta». (Paolo Zermani (a cura di), Gabetti e Isola, Zanichelli, Bologna 1989, p. 90)

«Nei primi mesi del 1964 Giovanni Pininfarina incarica Gabetti e Isola del progetto per un oratorio parrocchiale nel paese di Cortanze d’Asti intitolato ai genitori Giuseppe e Giacinta Farina. L’edificio, che rientra tra le diverse opere benefiche e filantropiche promosse dall’industriale nella terra d’origine della famiglia, avrebbe dovuto costruire un centro ricreativo ed educativo annesso alla parrocchia, nelle immediate vicinanze della chiesa e delle nuove scuole. Il progetto è elaborato nel corso del 1964 con la collaborazione con Giorgio Raineri, ed è presentato al committente completo di esecutivi e calcoli in cemento armato – eseguiti dall’ingegnere Giuseppe Raineri – entro il mese di agosto, in vista della cerimonia della posa della prima pietra celebrata il successivo 20 settembre […]. Il tema progettuale è dettato dalla necessità di appoggiare l’edificio su un terreno in forte pendenza e di metterlo in continuità con le antiche muraglie di contrafforte in laterizio che recingono le scoscese pendici del paese di Cortanze. Continuità con la preesistenza e accidentata orografia saranno il tema sviluppato anche nel contemporaneo ma più articolato progetto del Convitto vescovile a Mondovì (1964-68): edifici nei quali Gabetti e Isola iniziano a esplorare con frequenza e circospezione il tema dell’inserimento dell’architettura nella terra, dopo l’exploit quasi espressionistico del progetto per il santuario di Oropa del 1962-64. L’oratorio avrebbe dovuto svilupparsi tra la quota della piazza Marconi posta in basso – e più precisamente da un sopralzo del terreno di m 3,00 rispetto alla piazza – e il livello del sagrato della chiesa in alto. Il progetto prevede di colmare il dislivello di oltre m 8,00 con un volume di due piani fuori terra, che giunge alla quota superiore con la copertura-terrazza praticabile adibita a spiazzo pubblico e cortile per giochi. L’edificio si compone quindi di due grandi sale sovrapposte entrambe lunghe m 16,50 – quasi quanto l’intero fronte dell’oratorio – ma con profondità differenti. Le balze del terreno permettono infatti di ottenere una profondità maggiore per la sala superiore – di m 10,50 – predisposta per proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali, rispetto alla sala inferiore – m 6,50 – adibita a sala-giochi. Entrambe le sale affacciano all’esterno su un terrazzo che attraversa l’edificio in tutta la sua lunghezza, e sono collegate tra loro per mezzo di un corpo-scala interno ricavato in una torre preesistente ristrutturata per l’occasione. La relativa semplicità degli spazi è ottenuta tramite un telaio strutturale costituito da montanti e travi in cemento armato con passo di m 3,00. La controventatura al telaio – disposto in senso ortogonale rispetto all’asse longitudinale dell’edificio – è fornita, lungo i lati brevi, dal terreno roccioso e dai terrapieni preesistenti. Tutte le murature di tamponamento sia all’esterno che all’interno – isolate dal terreno per mezzo di un’intercapedine – sono in mattoni, lasciati a vista sul prospetto principale. Su questo spiccano le travi orizzontali della struttura fatta sporgere in calcestruzzo a vista, a reggere il terrazzo del secondo piano fuori terra e la copertura-terrazza al livello del sagrato. La leggera pendenza di quest’ultima fa convogliare le acque verso il cornicione e da qui nei pluviali che scendono lungo intercapedini ricavate attorno ai pilastri di facciata. L’affaccio unico dell’oratorio verso sud sulla piazza, con visuali verso la vallata, comporta l’apertura di porte e finestre in numero e con dimensioni adeguate all’illuminazione delle sale interne. Nel progetto dell’agosto 1964 ogni “campata” strutturale era dotata di una porta sormontata da un’ampia finestra quadrata, sdoppiata in fase di realizzazione in due più piccole finestre quadrate appaiate. Collocate secondo un allineamento in mezzeria con i montanti della porta sottostante, tali finestre – data la posizione tipo “mezzanino” – confondono sulle effettive altezze degli spazi interni. Ma definiscono anche una accurata distribuzione delle bucature, che scardina la ricercata grafia delle analoghe porte-finestre impaginate sul fronte sud dell’asilo di Oglianico (1956-57). Il prospetto assume la fisionomia definitiva con il montaggio delle ringhiere in ferro, progettate come un elemento funzionale e decorativo. Un “segno” che ritorna, con variazioni, sul tema dei “fili” di ferro posti a commento grafico dei prospetti delle architetture di Gabetti e Isola, dalle case in corso Montegrappa (Torino, 1954-55) alla casa Custoza-Recchi in via Montevecchio (Torino, 1962-64). I lavori avviati nel 1965 giungono a conclusione l’anno successivo, salvo l’adeguamento di una parte del piano inferiore dell’oratorio, adibito a Ufficio Postale, che prolunga il cantiere fino alla primavera del 1967». (Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola. Opere di architettura, Electa, Milano 1996, pp. 106-107)

2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale

L’opera si presenta in ottimo stato di conservazione, nel tempo non ha subito alterazioni significative e tutt’ora mantiene la funzione originaria.

(Scheda a cura di Carolina Crozzolin e Guido Pavia, DAD - Politecnico di Torino)


1. Original Work
The Oratory in Cortanze d'Asti was entrusted by Giovanni Pininfarina to Gabetti and Isola in 1964. As the building is situated in the town centre, it faces the problem of integration with the urban historical context adapting to rural poor architecture through the simplicity of the masonry. The project was developed during the same year together with Giorgio and Giuseppe Raineri.
“Continuity with the pre-existence and rugged terrain” are the two main themes”: in fact, the building is placed in continuity with the ancient buttress walls that delimit the slopes of the town and it is also located on a steep slope.
The 8-meter difference in height is solved with a volume of two floors above ground, that reaches the upper level with the practicable roof-terrace used as a public space and a playground.
The building therefore consists of two large rooms, overlapped, both 16.50 m long - almost as long as the entire front - but with different depths. The steps of the ground allow to obtain a greater depth for the upper room - of 10.50 m - used for film screenings and theatrical performances, unlike the lower room - 6.50 m - used as a playroom. Both rooms look out onto a terrace that runs through the entire length of the building, and are connected by an internal staircase created in a pre-existing tower restored in that occasion. The simplicity of the spaces is obtained through a structural frame consisting of uprights and beams in reinforced concrete with a span of 3.00 m.
[...] All the infill walls both outside and inside - isolated from the ground by an hollow space- are brick made, with exposed brick on the main elevation. The horizontal beams of the exposed concrete structure stand out from it, with the aim of supporting the terrace on the second floor above ground and the roof-terrace at the level of the churchyard. […] The only facing south on the square, with views towards the valley, was necessary to open doors and windows in order to ensure adequate lighting of the internal rooms. In the project of August 1964, each structural "span" was equipped with a door and a large square window placed above, which during construction was split into two smaller paired square windows. […] The elevation takes on its final shape with the assembly of the iron railings, designed as a functional and decorative element» (Andrea Guerra, Manuela Morresi, 1996)

2. Current state in 2019
The building is in excellent state of conservation and still maintains its original function.

(English version by Alessia Federica Gigliotti, DAD-Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1964 - 1964
  • Esecuzione: 1964 - 1967
  • Committente: Giovanni Pininfarina
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Oratorio (spazio ricreativo, sala per proiezioni cinematografiche, teatro)
  • Destinazione attuale: Spazio per attività ricreative
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Roberto Gabetti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ SI
Aimaro Isola Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio SI
Giuseppe Raineri Progetto strutturale Progetto Visualizza Profilo https://www.studiolambro.it/profilo/ NO
Giorgio Raineri Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.museotorino.it/view/s/557ba297e18845aa870a5c8a0f47ab46 SI
Luciano Re Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: La relativa semplicità degli spazi è ottenuta tramite un telaio strutturale costituito da montanti e travi in cemento armato con passo di m 3,00. La controventatura al telaio – disposto in senso ortogonale rispetto all’asse longitudinale dell’edificio –
  • Materiale di facciata: Mattoni, lasciati a vista sul prospetto principale. Il prospetto assume la fisionomia definitiva con il montaggio delle ringhiere in ferro, progettate come un elemento funzionale e decorativo
  • Coperture: Copertura-terrazza praticabile adibita a spiazzo pubblico e cortile per giochi. La leggera pendenza di quest’ultima fa convogliare le acque verso il cornicione e da qui nei pluviali che scendono lungo intercapedini ricavate attorno ai pilastri di facciata
  • Serramenti: L’affaccio unico dell’oratorio verso sud sulla piazza, con visuali verso la vallata, comporta l’apertura di porte e finestre in numero e con dimensioni adeguate all’illuminazione delle sale interne. Collocate secondo un allineamento in mezzeria con i mont
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
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«Questo progetto, relazionabile per molti aspetti al Convitto di Mondovì, affronta lo stesso problema di contesto. Allo stesso modo che a Mondovì infatti è ridotta l’evidenza architettonica dell’edificio, adeguandosi a modi e stilemi della architettura rurale povera. Il rapporto tra la costruzione spaziale allusiva e lineare degli esili tralicci metallici e la semplicità della massa muraria anche in questo caso è il filo conduttore del progetto. Va notata l’ambiguità dimensionale delle bucature che introduce compresenza di scale nel prospetto». (Francesco Cellini, La complessità dell’essenziale: riflessioni sugli ultimi lavori di Gabetti e Isola, in «Controspazio», IX, 4-5, 1977, pp. 46)
«Inserita nel centro storico del paese, l’opera è una sorta di dichiarata superfetazione edilizia, corpo aggiunto successivo, non finito, continuazione dei volumi esistenti già soggetti a una temporalità storica, cui si tende. Le diverse scale dimensionali dell’intorno si riflettono nella natura cangiante del rapporto tra ferro e mattone e nella variabilità del rapporto tra vuoti e pieni che si affacciano “a vedere”. Le balconate fortemente sporgenti sostenute da forti travature a vista accentuano l’immagine di cantiere sospeso, in itinere, dell’edificio, come testimonianza lungamente viva, sempre appartenuta, nel processo di trasformazione della città. Il contesto è riflesso dal progetto che ne acquisisce e ne prolunga i tratti fisionomici come tetto temporaneo, chiusura parziale d’un cantiere possibilmente da continuare, che avrà qualche ruolo nella storia non ancora scritta». (Paolo Zermani (a cura di), Gabetti e Isola, Zanichelli, Bologna 1989, p. 90)

«Nei primi mesi del 1964 Giovanni Pininfarina incarica Gabetti e Isola del progetto per un oratorio parrocchiale nel paese di Cortanze d’Asti intitolato ai genitori Giuseppe e Giacinta Farina. L’edificio, che rientra tra le diverse opere benefiche e filantropiche promosse dall’industriale nella terra d’origine della famiglia, avrebbe dovuto costruire un centro ricreativo ed educativo annesso alla parrocchia, nelle immediate vicinanze della chiesa e delle nuove scuole. Il progetto è elaborato nel corso del 1964 con la collaborazione con Giorgio Raineri, ed è presentato al committente completo di esecutivi e calcoli in cemento armato – eseguiti dall’ingegnere Giuseppe Raineri – entro il mese di agosto, in vista della cerimonia della posa della prima pietra celebrata il successivo 20 settembre […]. Il tema progettuale è dettato dalla necessità di appoggiare l’edificio su un terreno in forte pendenza e di metterlo in continuità con le antiche muraglie di contrafforte in laterizio che recingono le scoscese pendici del paese di Cortanze. Continuità con la preesistenza e accidentata orografia saranno il tema sviluppato anche nel contemporaneo ma più articolato progetto del Convitto vescovile a Mondovì (1964-68): edifici nei quali Gabetti e Isola iniziano a esplorare con frequenza e circospezione il tema dell’inserimento dell’architettura nella terra, dopo l’exploit quasi espressionistico del progetto per il santuario di Oropa del 1962-64. L’oratorio avrebbe dovuto svilupparsi tra la quota della piazza Marconi posta in basso – e più precisamente da un sopralzo del terreno di m 3,00 rispetto alla piazza – e il livello del sagrato della chiesa in alto. Il progetto prevede di colmare il dislivello di oltre m 8,00 con un volume di due piani fuori terra, che giunge alla quota superiore con la copertura-terrazza praticabile adibita a spiazzo pubblico e cortile per giochi. L’edificio si compone quindi di due grandi sale sovrapposte entrambe lunghe m 16,50 – quasi quanto l’intero fronte dell’oratorio – ma con profondità differenti. Le balze del terreno permettono infatti di ottenere una profondità maggiore per la sala superiore – di m 10,50 – predisposta per proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali, rispetto alla sala inferiore – m 6,50 – adibita a sala-giochi. Entrambe le sale affacciano all’esterno su un terrazzo che attraversa l’edificio in tutta la sua lunghezza, e sono collegate tra loro per mezzo di un corpo-scala interno ricavato in una torre preesistente ristrutturata per l’occasione. La relativa semplicità degli spazi è ottenuta tramite un telaio strutturale costituito da montanti e travi in cemento armato con passo di m 3,00. La controventatura al telaio – disposto in senso ortogonale rispetto all’asse longitudinale dell’edificio – è fornita, lungo i lati brevi, dal terreno roccioso e dai terrapieni preesistenti. Tutte le murature di tamponamento sia all’esterno che all’interno – isolate dal terreno per mezzo di un’intercapedine – sono in mattoni, lasciati a vista sul prospetto principale. Su questo spiccano le travi orizzontali della struttura fatta sporgere in calcestruzzo a vista, a reggere il terrazzo del secondo piano fuori terra e la copertura-terrazza al livello del sagrato. La leggera pendenza di quest’ultima fa convogliare le acque verso il cornicione e da qui nei pluviali che scendono lungo intercapedini ricavate attorno ai pilastri di facciata. L’affaccio unico dell’oratorio verso sud sulla piazza, con visuali verso la vallata, comporta l’apertura di porte e finestre in numero e con dimensioni adeguate all’illuminazione delle sale interne. Nel progetto dell’agosto 1964 ogni “campata” strutturale era dotata di una porta sormontata da un’ampia finestra quadrata, sdoppiata in fase di realizzazione in due più piccole finestre quadrate appaiate. Collocate secondo un allineamento in mezzeria con i montanti della porta sottostante, tali finestre – data la posizione tipo “mezzanino” – confondono sulle effettive altezze degli spazi interni. Ma definiscono anche una accurata distribuzione delle bucature, che scardina la ricercata grafia delle analoghe porte-finestre impaginate sul fronte sud dell’asilo di Oglianico (1956-57). Il prospetto assume la fisionomia definitiva con il montaggio delle ringhiere in ferro, progettate come un elemento funzionale e decorativo. Un “segno” che ritorna, con variazioni, sul tema dei “fili” di ferro posti a commento grafico dei prospetti delle architetture di Gabetti e Isola, dalle case in corso Montegrappa (Torino, 1954-55) alla casa Custoza-Recchi in via Montevecchio (Torino, 1962-64). I lavori avviati nel 1965 giungono a conclusione l’anno successivo, salvo l’adeguamento di una parte del piano inferiore dell’oratorio, adibito a Ufficio Postale, che prolunga il cantiere fino alla primavera del 1967». (Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola. Opere di architettura, Electa, Milano 1996, pp. 106-107)

2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale

L’opera si presenta in ottimo stato di conservazione, nel tempo non ha subito alterazioni significative e tutt’ora mantiene la funzione originaria.

(Scheda a cura di Carolina Crozzolin e Guido Pavia, DAD - Politecnico di Torino)


1. Original Work 
The Oratory in Cortanze d'Asti was entrusted by Giovanni Pininfarina to Gabetti and Isola in 1964. As the building is situated in the town centre, it faces the problem of integration with the urban historical context adapting to rural poor architecture through the simplicity of the masonry. The project was developed during the same year together with Giorgio and Giuseppe Raineri. 
“Continuity with the pre-existence and rugged terrain” are the two main themes”: in fact, the building is placed in continuity with the ancient buttress walls that delimit the slopes of the town and it is also located on a steep slope.
The 8-meter difference in height is solved with a volume of two floors above ground, that reaches the upper level with the practicable roof-terrace used as a public space and a playground. 
The building therefore consists of two large rooms, overlapped, both 16.50 m long - almost as long as the entire front - but with different depths. The steps of the ground allow to obtain a greater depth for the upper room - of 10.50 m - used for film screenings and theatrical performances, unlike the lower room - 6.50 m - used as a playroom. Both rooms look out onto a terrace that runs through the entire length of the building, and are connected by an internal staircase created in a pre-existing tower restored in that occasion. The simplicity of the spaces is obtained through a structural frame consisting of uprights and beams in reinforced concrete with a span of 3.00 m. 
[...] All the infill walls both outside and inside - isolated from the ground by an hollow space- are brick made, with exposed brick on the main elevation. The horizontal beams of the exposed concrete structure stand out from it, with the aim of supporting the terrace on the second floor above ground and the roof-terrace at the level of the churchyard. […] The only facing south on the square, with views towards the valley, was necessary to open doors and windows in order to ensure adequate lighting of the internal rooms. In the project of August 1964, each structural "span" was equipped with a door and a large square window placed above, which during construction was split into two smaller paired square windows. […] The elevation takes on its final shape with the assembly of the iron railings, designed as a functional and decorative element» (Andrea Guerra, Manuela Morresi, 1996)

2. Current state in 2019
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1971 Gabetti, Isola, Raineri. Monografie di Architetti e Designers Europei - Serie Italiana Serca Editrice Chiasso No
Marconi Paolo 1971-72 Dialogando col contesto: asilo a Moncalieri, l’oratorio Farina di Cortanze d’Asti Moebius IV, n. 4-5 128-135 No
Cellini Francesco 1977 La complessità dell’essenziale: riflessioni sugli ultimi lavori di Gabetti e Isola Controspazio IX, 4-5 46 No
Cellini Francesco, D’Amato Claudio 1985 Gabetti e Isola. Progetti e architetture 1950-1985 Electa Milano No
Zermani Paolo (a cura di) 1989 Gabetti e Isola Zanichelli Bologna 90-93 No
Guerra Andrea, Morresi Manuela 1998 Gabetti e Isola. Opere di architettura Electa Milano 106-107 No
Del Bel Belluz Tamara 1998 Giorgio Raineri Architetto Celid Torino 290 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) Allemandi Torino 104 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista generale nel rapporto con il vecchio centro di Cortanze, anni Settanta Vista generale nel rapporto con il vecchio centro di Cortanze, anni Settanta Tratto da – Zermani, Zanichelli 1989
Roberto Gabetti e Aimaro Isola, Disegno di studio, anni Sessanta Roberto Gabetti e Aimaro Isola, Disegno di studio, anni Sessanta Tratto da – Zermani, Zanichelli 1989
Vista di scorcio del fronte, anni Settanta Vista di scorcio del fronte, anni Settanta Tratto da - Marconi, Moebius 1972
Prospetto sul piazzale 1:100, matita su carta da spolvero, agosto 1964 (soluzione non definitiva) Prospetto sul piazzale 1:100, matita su carta da spolvero, agosto 1964 (soluzione non definitiva) Tratto da – Guerra, Morresi, Electa 1998
Pianta del piano inferiore 1:50, matita su lucido, 1965 Pianta del piano inferiore 1:50, matita su lucido, 1965 Tratto da – Guerra, Morresi, Electa 1998
Particolari di facciata con ringhiere e balconate 1965 Particolari di facciata con ringhiere e balconate 1965 Tratto da – Guerra, Morresi, Electa 1998
Sezione 1:50, matita su lucido, 1965 Sezione 1:50, matita su lucido, 1965 Tratto da – Guerra, Morresi, Electa 1998
Dettaglio del fronte verso valle, anni Settanta Dettaglio del fronte verso valle, anni Settanta Archivio Gabetti e Isola
Dettaglio del fronte verso valle, anni Settanta Dettaglio del fronte verso valle, anni Settanta Tratto da – Zermani, Zanichelli 1989
Dettaglio del fronte, anni Settanta Dettaglio del fronte, anni Settanta Tratto da - Marconi, Moebius 1972
Vista del fronte principale da piazza Guglielmo Marconi, 2019 Vista del fronte principale da piazza Guglielmo Marconi, 2019 Carolina Crozzolin - 2019
Vista di scorcio delle balconate, 2019 Vista di scorcio delle balconate, 2019 Carolina Crozzolin - 2019
Dettaglio delle balconate, 2019 Dettaglio delle balconate, 2019 Carolina Crozzolin - 2019
Oratorio Pininfarina Cortanze, 2020 Oratorio Pininfarina Cortanze, 2020 Google maps - 2020

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Gabetti e Isola Studio Visualizza
Enciclopedia Treccani - Aimaro Isola Visualizza
Accademia Nazionale di San Luca - Aimaro Isola Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Carolina Crozzolin e Guido Pavia
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 10/05/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2021