Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COIN

Scheda Opera

  • Schizzi di progetto, schema compositivo del prospetto
  • Planimetria, ampliamento 1967
  • Sezione, ampliamento 1967
  • Sezione, ampliamento 1967
  • Pianta del piano interrato, ampliamento 1967
  • Pianta del piano terra, ampliamento 1967
  • Pianta piano primo, ampliamento 1967
  • Pianta piano secondo, ampliamento 1967
  • Veduta nord-ovest
  • Sezione 1958
  • Sezione 1958
  • Pianta del piano terra, inserimento scale mobili
  • Vista prospettica, angolo via Atinate, via Zabarella
  • Vista prospettica, angolo via Atinate, via Zabarella
  • Cantiere, struttura portante in acciaio
  • Cantiere, struttura portante in acciaio
  • Cantiere, struttura portante in acciaio
  • Comune: Padova
  • Denominazione: COIN
  • Indirizzo: Via Altinate, N. 16, Via Zabarella
  • Data: 1955 - 1959
  • Tipologia: Edifici per il commercio
  • Autori principali: Francesco Mansutti, Gino Miozzo
Descrizione

Progettato nel 1955 l'edificio commerciale, destinato a ospitare i grandi magazzini COIN, è sorto sul lotto dell'albergo demolito, Aquila Nera, costruito nel 1941, all'incrocio tra via Zabarella e via Altinatate, poco distante dall'omonima porta su riviera dei Ponti Romani, una delle antiche vie fluviali interrate per divenire un asse stradale importante per la nuova viabilità della moderna Padova, voluta dal Sindaco Crescente.
Mansutti e Miozzo sono tra gli artefici di quest'epoca di ricostruzione, e in particolare della riconfigurazione dell’area limitrofa all’antica Porta Altinate. La trasformazione della via avviene per blocchi: il primo riguarda il tratto iniziale di Via Altinate con la costruzione ex novo dell'edificio commerciale per COIN con un linguaggio schiettamente modernista e il rifacimento di alcuni condomini; il secondo blocco interessa l’area dell'ex-convento di San Gaetano, convertito in Tribunale.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1959, a seguito della domanda di costruzione ad uso commerciale del 1958, su progetto di Mansutti e Miozzo, con la collaborazione dell’ingegner Montini e dell’architetto Mangiarotti, e videro la progettazione statica e costruttiva, insieme alla costruzione e montaggio, da parte della ditta Romano di Padova in pochi mesi di cantiere.
Il progetto prevedeva l'inserimento del volume dell'edificio ad angolo arretrato rispetto al fronte stradale con ampio spazio porticato ad uso pubblico, sorretto da un pilastro portante, che introduce all'ingresso del grande magazzino. Tale disposizione orientata a nord-ovest, all'incrocio delle due strade, consente la disposizione di numerose vetrine su ambedue i lati. L’edificio consta di cinque piani fuori terra e due piani interrati. I primi due piani fuori terra presentano una pianta ridotta rispetto ai tre piani superiori, il piano terra per la presenza del portico antistante all’edificio, il primo piano in ragione delle vetrine arretrate
rispetto al telaio strutturale. La differenza è palesata nei prospetti organizzati in due fasce che si differenziano nell'uso dei materiali posti in opera. La fascia del piano terra e del primo piano mostra il telaio strutturale chiuso da ampie superfici vetrate con funzione espositiva utile a catalizzare l’interesse del cliente, la seconda fascia invece appare come un unico volume compatto scandito dalla forometria con ritmo leggermente sfalsato tra un piano e l'altro, funzionale a dare dinamismo al prospetto.
Dalla relazione tecnica stilata dall'ingegnere Giorgio Romaro, e conservata tra le carte d'archivio di Mansutti e Miozzo, sono state tratte le principali annotazioni sulla struttura portante in acciaio per l'edificio a carattere civile ad uso di grandi magazzini e albergo.
L'edificio per il notevole volume 18.000 metri cubi e l'ampia base non presentava certo le caratteristiche della torre alle quali si è soliti associare la scelta di una struttura in acciaio, ciò nonostante il committente ha ritenuto conveniente questo tipo di costruzione per i vantaggi che tale scelta avrebbe comportato.
- i tre piani ad uso magazzino hanno un rapporto tra vuoto e pieno addirittura irrisorio, per ogni pilastro di dimensioni 180 x 400 mm sorregge circa 42 m² di solaio.
- le travi maestre di altezze minime completamente immerse nello spessore del solaio nonostante la luce di 5,60 m con interasse di 7,30 m .
- i tempi rapidi di montaggio e la conseguente diminuizione degli interessi passivi di tutto il capitale impiegato nella costruzione: la struttura portante in acciaio ha seguito di pari passo il getto delle fondazioni tant'è che è stata ultimata nove giorni dopo il getto delle ultime fondazioni (ed solai pochi giorni dopo).
Sono poi annoverati nella relazione di Romaro i pregi estetici notevolissimi. In questa costruzione infatti sono lasciati a faccia vista molti particolari della struttura portante in acciaio, nelle colonne e nelle travi, con effetti architettonici di leggerezza e plasticità del tutto nuovi per l'architettura moderna italiana in questo scorcio di secolo.
Il calcolo dell'ossatura Metallica considera un carico accidentale di 500 kg per metro quadrato, per i piani di magazzino, e 250 kg per metro quadrato, per i piani destinati all'albergo, e rispettivamente un peso morto di 400 kg per metro quadrato e 610 kg per metro quadrato (comprensivo dei numerosi nuovi divisori).
Le pareti esterne costituite da murature correnti in laterizio a camera d'aria e rivestimento sono state valutate in ragione di 300 kg a metro quadro vuoto per pieno. Dati i forti carichi per metro quadrato e le notevoli luci dei solai 7,30 mt si sono ottenuti dei carichi di ben 6.5 kg per metro lineare di travi maestre del magazzino e 6,260 kg/ml per i piani albergo.
Nonostante tali carichi per metro lineare e l'altezza dei solai con i 26 cm delle travi maestre, molto bassa in rapporto alle notevoli luci (altezza imposta da ragioni estetiche) il peso totale dell'opera è stato contenuto (escluso il coperto) di circa 300 tonnellate d'acciaio.
La sollecitazione unitaria è per tutti gli elementi di circa 14 kg per metro quadro. Dato il particolare uso dell'edificio è stata ricercata la soluzione tecnica che desse il migliore incastro, tra pilastri e travi con il minimo ingombro.
L’edificio subì, nel corso degli anni, alcune modifiche e venne ampliato nel 1968, sempre su progetto di Mansutti e Montini.
All’interno la pianta libera con telaio a vista permette di comporre lo spazio di vendita, di volta in volta in base alle esigenze, grazie all'uso di scaffalature mobili. Prima dell’ampliamento del 1967, i collegamenti veriticali da un piano all’altro erano serviti da una scala a chiocciola posta sul lato sud-ovest dell’edificio, che però non rendeva facile l’accesso alla clientela. Solo in seguito, venne demolita, mantenendo però il profilo che la delineava. In questa occasione vennero introdotte le scale mobili poste in posizione centrale rispetto alla nuova pianta, ampliata sul fronte sud negli ultimi tre piani fuori terra. Questo collegamento divenne il fulcro del nuovo distributivo interno.
Tra gli interventi più recenti si ricordano, quello degli anni Novanta degli architetti Maggia e Volpini, con la demolizione degli accessi di collegamento con l’edificio adiacente, poi di proprietà dell’immobiliare Contarine S.P.A., e in precedenza adibito ad uso commerciale e uffici; al 1997 risalgono le modifiche al distributivo interno, con l'ampliamento del blocco servizi. Infine nel 1999 alcune opere di ordinaria manutenzione hanno riguardato interventi minori, come gli inserti con le luci al neon a decoro della facciata nord-ovest.

Info
  • Progetto: 1955 -
  • Esecuzione: 1958 - 1959
  • Committente: Società COIN
  • Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Angelo Mangiarotti Progetto strutturale Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19474 NO
Francesco Mansutti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=55531 SI
Gino Miozzo Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=55532 SI
ing. Montini Progetto strutturale Progetto NO
  • Strutture: acciaio; calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: murature correnti in laterizio a camera d'aria e rivestimento
  • Coperture: piana
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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Mansutti e Miozzo sono tra gli artefici di quest'epoca di ricostruzione, e in particolare della riconfigurazione dell’area limitrofa all’antica Porta Altinate. La trasformazione della via avviene per blocchi: il primo riguarda il tratto iniziale di Via Altinate con la costruzione ex novo dell'edificio commerciale per COIN con un linguaggio schiettamente modernista e il rifacimento di alcuni condomini; il secondo blocco interessa l’area dell'ex-convento di San Gaetano, convertito in Tribunale. 
I lavori di costruzione iniziarono nel 1959, a seguito della domanda di costruzione ad uso commerciale del 1958, su progetto di Mansutti e Miozzo, con la collaborazione dell’ingegner Montini e dell’architetto Mangiarotti, e videro la progettazione statica e costruttiva, insieme alla costruzione e montaggio, da parte della ditta Romano di Padova in pochi mesi di cantiere. 
Il progetto prevedeva l'inserimento del volume dell'edificio ad angolo arretrato rispetto al fronte stradale con ampio spazio porticato ad uso pubblico, sorretto da un pilastro portante, che introduce all'ingresso del grande magazzino. Tale disposizione orientata a nord-ovest, all'incrocio delle due strade, consente la disposizione di numerose vetrine su ambedue i lati. L’edificio consta di cinque piani fuori terra e due piani interrati. I primi due piani fuori terra presentano una pianta ridotta rispetto ai tre piani superiori, il piano terra per la presenza del portico antistante all’edificio, il primo piano in ragione delle vetrine arretrate
rispetto al telaio strutturale. La differenza è palesata nei prospetti organizzati in due fasce che si differenziano nell'uso dei materiali posti in opera. La fascia del piano terra e del primo piano mostra il telaio strutturale chiuso da ampie superfici vetrate con funzione espositiva utile a catalizzare l’interesse del cliente, la seconda fascia invece appare come un unico volume compatto scandito dalla forometria con ritmo leggermente sfalsato tra un piano e l'altro, funzionale a dare dinamismo al prospetto.
Dalla relazione tecnica stilata dall'ingegnere Giorgio Romaro, e conservata tra le carte d'archivio di Mansutti e Miozzo, sono state tratte le principali annotazioni sulla struttura portante in acciaio per l'edificio a carattere civile ad uso di grandi magazzini e albergo.
L'edificio per il notevole volume 18.000 metri cubi e l'ampia base non presentava certo le caratteristiche della torre alle quali si è soliti associare la scelta di una struttura in acciaio, ciò nonostante il committente ha ritenuto conveniente questo tipo di costruzione per i vantaggi che tale scelta avrebbe comportato.
- i tre piani ad uso magazzino hanno un rapporto tra vuoto e pieno addirittura irrisorio, per ogni pilastro di dimensioni 180 x 400 mm sorregge circa 42 m² di solaio.
- le travi maestre di altezze minime completamente immerse nello spessore del solaio nonostante la luce di 5,60 m con interasse di 7,30 m .
- i tempi rapidi di montaggio e la conseguente diminuizione degli interessi passivi di tutto il capitale impiegato nella costruzione: la struttura portante in acciaio ha seguito di pari passo il getto delle fondazioni tant'è che è stata ultimata nove giorni dopo il getto delle ultime fondazioni (ed solai pochi giorni dopo).
Sono poi annoverati nella relazione di Romaro i pregi estetici notevolissimi. In questa costruzione infatti sono lasciati a faccia vista molti particolari della struttura portante in acciaio, nelle colonne e nelle travi, con effetti architettonici di leggerezza e plasticità del tutto nuovi per l'architettura moderna italiana in questo scorcio di secolo. 
Il calcolo dell'ossatura Metallica considera un carico accidentale di 500 kg per metro quadrato, per i piani di magazzino, e 250 kg per metro quadrato, per i piani destinati all'albergo, e rispettivamente un peso morto di 400 kg per metro quadrato e 610 kg per metro quadrato (comprensivo dei numerosi nuovi divisori).
Le pareti esterne costituite da murature correnti in laterizio a camera d'aria e rivestimento sono state valutate in ragione di 300 kg a metro quadro vuoto per pieno. Dati i forti carichi per metro quadrato e le notevoli luci dei solai 7,30 mt si sono ottenuti dei carichi di ben 6.5 kg per metro lineare di travi maestre del magazzino e 6,260 kg/ml per i piani albergo.
Nonostante tali carichi per metro lineare e l'altezza dei solai con i 26 cm delle travi maestre, molto bassa in rapporto alle notevoli luci (altezza imposta da ragioni estetiche) il peso totale dell'opera è stato contenuto (escluso il coperto) di circa 300 tonnellate d'acciaio.
La sollecitazione unitaria è per tutti gli elementi di circa 14 kg per metro quadro. Dato il particolare uso dell'edificio è stata ricercata la soluzione tecnica che desse il migliore incastro, tra pilastri e travi con il minimo ingombro.
L’edificio subì, nel corso degli anni, alcune modifiche e venne ampliato nel 1968, sempre su progetto di Mansutti e Montini.
All’interno la pianta libera con telaio a vista permette di comporre lo spazio di vendita, di volta in volta in base alle esigenze, grazie all'uso di scaffalature mobili. Prima dell’ampliamento del 1967, i collegamenti veriticali da un piano all’altro erano serviti da una scala a chiocciola posta sul lato sud-ovest dell’edificio, che però non rendeva facile l’accesso alla clientela. Solo in seguito, venne demolita, mantenendo però il profilo che la delineava. In questa occasione vennero introdotte le scale mobili poste in posizione centrale rispetto alla nuova pianta, ampliata sul fronte sud negli ultimi tre piani fuori terra. Questo collegamento divenne il fulcro del nuovo distributivo interno.
Tra gli interventi più recenti si ricordano, quello degli  anni Novanta degli architetti Maggia e Volpini, con la demolizione degli accessi di collegamento con l’edificio adiacente, poi di proprietà dell’immobiliare Contarine S.P.A., e in precedenza adibito ad uso commerciale e uffici; al 1997 risalgono le modifiche al distributivo interno, con l'ampliamento del blocco servizi. Infine nel 1999 alcune opere di ordinaria manutenzione hanno riguardato interventi minori, come gli inserti con le luci al neon a decoro della facciata nord-ovest.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Bianchi Camillo, Dal Piaz Vittorio, Pietrogrande Enrico 1998 Mansutti e Miozzo: progetti 1927-1940 Studio Editoriale Programma Padova No
Mulazzani Marco 2005 Francesco Mansutti e Gino Miozzo: architetture per la gioventù Skira Milano No
Longhi Davide 2012 Architetture e città del Veneto, Il Poligrafo Padova 552 Si
Masotti Giulio, Todeschini Susanna 2013 Insert Coin «Anfione Zeto», n. 21 207-209 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Mansutti e Miozzo Mansutti, Miozzo Mart, Rovereto http://cim.mart.tn.it/cim/pages/archivio.jsp?aid=10

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Schizzi di progetto, schema compositivo del prospetto Schizzi di progetto, schema compositivo del prospetto Archivio Mart, fondo Mansutti e Miozzo
Planimetria, ampliamento 1967 Planimetria, ampliamento 1967 Padova, Archivio Generale del Comune
Sezione, ampliamento 1967 Sezione, ampliamento 1967 Padova, Archivio Generale del Comune
Sezione, ampliamento 1967 Sezione, ampliamento 1967 Padova, Archivio Generale del Comune
Pianta del piano interrato, ampliamento 1967 Pianta del piano interrato, ampliamento 1967 Padova, Archivio Generale del Comune
Pianta del piano terra, ampliamento 1967 Pianta del piano terra, ampliamento 1967 Padova, Archivio Generale del Comune
Pianta piano primo, ampliamento 1967 Pianta piano primo, ampliamento 1967 Padova, Archivio Generale del Comune
Pianta piano secondo, ampliamento 1967 Pianta piano secondo, ampliamento 1967 Padova, Archivio Generale del Comune
Veduta nord-ovest Veduta nord-ovest
Sezione 1958 Sezione 1958 Archivio Mart, fondo Mansutti e Miozzo
Sezione 1958 Sezione 1958 Archivio Mart, fondo Mansutti e Miozzo
Pianta del piano terra, inserimento scale mobili Pianta del piano terra, inserimento scale mobili Archivio Mart, fondo Mansutti e Miozzo
Vista prospettica, angolo via Atinate, via Zabarella Vista prospettica, angolo via Atinate, via Zabarella Archivio Mart, fondo Mansutti e Miozzo
Vista prospettica, angolo via Atinate, via Zabarella Vista prospettica, angolo via Atinate, via Zabarella Archivio Mart, fondo Mansutti e Miozzo
Cantiere, struttura portante in acciaio Cantiere, struttura portante in acciaio Studio Romaro
Cantiere, struttura portante in acciaio Cantiere, struttura portante in acciaio Studio Romaro
Cantiere, struttura portante in acciaio Cantiere, struttura portante in acciaio Studio Romaro

Criteri
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Mansutti Francesco e Miozzo Gino Visualizza
Enciclopedia Treccani - Angelo Mangiarotti Visualizza
Fondazione Angelo Mangiarotti Visualizza
Fondo Francesco Mansutti e Gino Miozzo Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale per il Veneto
Titolare della ricerca: Università di Padova - Dipartimento Beni Culturali
Responsabile scientifico: Elena Svalduz, Stefano Zaggia


Scheda redatta da Martina Massaro
creata il 09/11/2021
ultima modifica il 05/04/2024