Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CÀ INUA

Scheda Opera

  • Vista esterni - volumi
  • Vista esterni - prospetto
  • Dettagli - facciata
  • Dettagli - facciata
  • Vista esterni - paesaggio
  • Dettagli - facciata
  • Dettagli - facciata
  • Vista notturna- prospetto
  • Vista notturna - dettagli
  • Dettagli - Interni
  • Dettagli - Interni
  • Vista esterni - volumi
  • Comune: Marzabotto
  • Località: Medelana
  • Denominazione: CÀ INUA
  • Indirizzo: Via Medelana, N.55
  • Data: 2016 - 2020
  • Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
  • Autori principali: Giacomo Beccari, Gaia Calamosca, Alessandro Miti, Architettura Ciclostile
Descrizione

L’edificio riqualificato è la sede del collettivo artistico Panem et Circenses, nel quale praticano Alessandra Ivul e Ludovico Pensato, operatori culturali che organizzano eventi e azioni performative basate sul cibo, che recuperano e attualizzano i sapori della tradizione dei luoghi in cui operano.
Sito a Marzabotto, città metropolitana di Bologna, che corrisponde alla antica Kainua – insediamento etrusco del VI secolo a.C. riscoperto nel 1839 – dal quale i progettisti riprendono il nome: Ca’ Inua.
Da tale scelta si enuncia già chiaramente la volontà di realizzare un edificio ancorato agli elementi fisici e naturali del territorio, pur introducendo fattori di contaminazione derivati da altri contesti: i progettisti infatti intervengono sull’esistente, un contesto agricolo composto da una abitazione e dal fienile annesso, lo trasformano senza “violentarlo” e ne potenziano il valore evocativo con gesti pienamente contemporanei.
La nuova costruzione è un volume in pietra e legno che affonda le sue radici nella montagna con cui forma un tutt’uno; un oggetto solitario che esprime un intenso rapporto con l’energia primigenia e la geologia del paesaggio montuoso. La casa, che versava in avanzato stato di degrado, è stata demolita totalmente avendo cura di conservare i blocchi di pietra che ne costituivano i maschi murari.
L'abitazione di nuova costruzione si sviluppa su due livelli, il piano terra è parzialmente incastonato nel terreno per rinsaldare questo legame edifico/natura; un innesto che cambia la percezione interno/esterno avvicinando la linea dello sguardo al terreno. La nuova porzione, con struttura in pannelli X-LAM, si affaccia sul fronte principale solo al primo piano, inserendosi con garbo in un paesaggio fortemente connotato. Il rivestimento è in legno bruciato, un'antica tecnica tipica dei paesaggi appennini, legata indissolubilmente al territorio ma proiettata ovunque, un linguaggio comune inclusivo ed accogliente.
Il nuovo edificio ricalca, a piano terra, la sagoma del vecchio fabbricato, ma se ne discosta nel livello superiore, con tetto rigorosamente a doppia falda, che sporge sul lato sud. Tale espediente assolve a molteplici funzioni: recuperare volumetria, riallineare i prospetti, slanciare la sagoma del fabbricato con un profondo chiaroscuro, creare un aggetto che protegge le ampie vetrate del piano terra.
Inoltre, La sporgenza è stata studiata per schermare i raggi solari estivi, più perpendicolari e, al contrario, favorire l’incidenza di quelli invernali, più radenti, realizzando un guadagno termico che contribuisce al bilancio energetico complessivo. Le falde sono opportunamente inclinate per accogliere e ottimizzare il rendimento dell’impianto fotovoltaico che alimenta un impianto ad aria di riscaldamento/raffrescamento.
Il fienile invece, ristrutturato con interventi principalmente di natura strutturale, è utilizzato mantenendo la funzione originaria, ovvero quella di ricovero dei mezzi agricoli e di stoccaggio di altre attrezzature impiegate nella cura della campagna circostante. In futuro diverrà uno spazio di foresteria per l’accoglienza degli utenti degli eventi organizzati da Panem et Circenses.
Internamente la dialettica tra superfici “dure” (il cemento della porzione interrata della zona giorno, i mosaici dei bagni) e superfici “morbide” (legno di abete utilizzato come pavimenti e rivestimenti) richiama l'essenzialità e l'austerità del luogo.
La distribuzione interna, dettata dalla lettura del luogo e delle sue caratteristiche intrinseche, impone di sfruttare al meglio le potenzialità in essere. I locali di servizio si trovano tutti sul fronte nord ed hanno piccole bucature mentre a sud la zona giorno/cucina al piano terra e le camere al piano superiore godono di ampie aperture.
Le aperture del piano terra sono schermate semplicemente dallo sbalzo del piano primo mentre quelle delle camere sono dotate di sistema oscurante. Queste aperture oltre a massimizzare l'apporto energetico nelle stagioni fredde e impedire l'irraggiamento diretto in quelle calde offrono una vista sulla vallata.
Tutta la casa è coibentata con un cappotto in fibra di legno di grande spessore che permette di utilizzare come riscaldamento/raffrescamento solo un impianto ad aria alimentato perlopiù dai pannelli fotovoltaici localizzati sul tetto del fienile per mitigarne l'impatto. Le acque piovane sono raccolte in vasche e riutilizzate per l'innaffiamento dei campi mentre l'impianto di depurazione è costituito da una fitodepurazione che funziona grazie a due stagni limitrofi all'abitazione.
Esperimento riuscito di recupero, coerente con il luogo e, pur accordandosi molto bene con il contesto, ha il pregio di preparare emotivamente il visitatore alla esplorazione di altri territori fisici e culturali.

Info
  • Progetto: 2016 - 2019
  • Esecuzione: 2019 - 2020
  • Tipologia Specifica: Recupero edilizio
  • Committente: Panem et Circenses
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Fienile – casa rurale
  • Destinazione attuale: Sede del collettivo artistico Panem et Circenses
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giacomo Beccari Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://ciclostilearchitettura.me/Studio-3 SI
Gaia Calamosca Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://ciclostilearchitettura.me/Studio-3 SI
Architettura Ciclostile Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://ciclostilearchitettura.me/Progetti-2 SI
Srl EN7 Progetto strutturale Progetto NO
Studio Tecnico Giovannini Federico Progetto Impianti Progetto NO
Stefano Mattei Consulente Progetto NO
Alessandro Miti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://ciclostilearchitettura.me/Studio-3 SI
Srl RES Progetto Impianti Progetto NO
spa Vibrobloc Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: Mista – pietra, XLAM;
  • Materiale di facciata: Mista – conci lapidei, laterizio, assi in legno di larice
  • Coperture: Falde inclinate
  • Serramenti: Alluminio
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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Sito a Marzabotto, città metropolitana di Bologna, che corrisponde alla antica Kainua – insediamento etrusco del VI secolo a.C. riscoperto nel 1839 – dal quale i progettisti riprendono il nome: Ca’ Inua.
Da tale scelta si enuncia già chiaramente la volontà di realizzare un edificio ancorato agli elementi fisici e naturali del territorio, pur introducendo fattori di contaminazione derivati da altri contesti: i progettisti infatti intervengono sull’esistente, un contesto agricolo composto da una abitazione e dal fienile annesso, lo trasformano senza “violentarlo” e ne potenziano il valore evocativo con gesti pienamente contemporanei.
La nuova costruzione è un volume in pietra e legno che affonda le sue radici nella montagna con cui forma un tutt’uno; un oggetto solitario che esprime un intenso rapporto con l’energia primigenia e la geologia del paesaggio montuoso. La casa, che versava in avanzato stato di degrado, è stata demolita totalmente avendo cura di conservare i blocchi di pietra che ne costituivano i maschi murari. 
L'abitazione di nuova costruzione si sviluppa su due livelli, il piano terra è parzialmente incastonato nel terreno per rinsaldare questo legame edifico/natura; un innesto che cambia la percezione interno/esterno avvicinando la linea dello sguardo al terreno. La nuova porzione, con struttura in pannelli X-LAM, si affaccia sul fronte principale solo al primo piano, inserendosi con garbo in un paesaggio fortemente connotato. Il rivestimento è in legno bruciato, un'antica tecnica tipica dei paesaggi appennini, legata indissolubilmente al territorio ma proiettata ovunque, un linguaggio comune inclusivo ed accogliente.
Il nuovo edificio ricalca, a piano terra, la sagoma del vecchio fabbricato, ma se ne discosta nel livello superiore, con tetto rigorosamente a doppia falda, che sporge sul lato sud. Tale espediente assolve a molteplici funzioni: recuperare volumetria, riallineare i prospetti, slanciare la sagoma del fabbricato con un profondo chiaroscuro, creare un aggetto che protegge le ampie vetrate del piano terra.
Inoltre, La sporgenza è stata studiata per schermare i raggi solari estivi, più perpendicolari e, al contrario, favorire l’incidenza di quelli invernali, più radenti, realizzando un guadagno termico che contribuisce al bilancio energetico complessivo. Le falde sono opportunamente inclinate per accogliere e ottimizzare il rendimento dell’impianto fotovoltaico che alimenta un impianto ad aria di riscaldamento/raffrescamento.
Il fienile invece, ristrutturato con interventi principalmente di natura strutturale, è utilizzato mantenendo la funzione originaria, ovvero quella di ricovero dei mezzi agricoli e di stoccaggio di altre attrezzature impiegate nella cura della campagna circostante. In futuro diverrà uno spazio di foresteria per l’accoglienza degli utenti degli eventi organizzati da Panem et Circenses.
Internamente la dialettica tra superfici “dure” (il cemento della porzione interrata della zona giorno, i mosaici dei bagni) e superfici “morbide” (legno di abete utilizzato come pavimenti e rivestimenti) richiama l'essenzialità e l'austerità del luogo.
La distribuzione interna, dettata dalla lettura del luogo e delle sue caratteristiche intrinseche, impone di sfruttare al meglio le potenzialità in essere. I locali di servizio si trovano tutti sul fronte nord ed hanno piccole bucature mentre a sud la zona giorno/cucina al piano terra e le camere al piano superiore godono di ampie aperture. 
Le aperture del piano terra sono schermate semplicemente dallo sbalzo del piano primo mentre quelle delle camere sono dotate di sistema oscurante. Queste aperture oltre a massimizzare l'apporto energetico nelle stagioni fredde e impedire l'irraggiamento diretto in quelle calde offrono una vista sulla vallata.
Tutta la casa è coibentata con un cappotto in fibra di legno di grande spessore che permette di utilizzare come riscaldamento/raffrescamento solo un impianto ad aria alimentato perlopiù dai pannelli fotovoltaici localizzati sul tetto del fienile per mitigarne l'impatto. Le acque piovane sono raccolte in vasche e riutilizzate per l'innaffiamento dei campi mentre l'impianto di depurazione è costituito da una fitodepurazione che funziona grazie a due stagni limitrofi all'abitazione.
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Giacomo Beccari, Gaia Calamosca, Alessandro Miti fondano Ciclostile Architettura nel 2009. Ciclostile Architettura è una società con sede a Bologna che opera nei campi di architettura e pianificazione, riservando particolare attenzione a rigenerazione urbana, recupero edilizio e progettazione partecipata.
Panem Et Circenses è un collettivo artistico fondato da Ludovico Pensato e Alessandra Ivul nel 2012 a Berlino, utilizza le pratiche di partecipazione per indagare le relazioni che si attivano attraverso cibo e la natura.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela:
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 18
  • Particella: 10

Note

Progetto vincitore del Premio per interventi realizzati da giovani progettisti In/Architettura Emilia-Romagna, 2020 ed inoltre è risultato vincitore nel BigSEE Architecture Award 2021. Giacomo Beccari, Gaia Calamosca, Alessandro Miti fondano Ciclostile Architettura nel 2009. Ciclostile Architettura è una società con sede a Bologna che opera nei campi di architettura e pianificazione, riservando particolare attenzione a rigenerazione urbana, recupero edilizio e progettazione partecipata. Panem Et Circenses è un collettivo artistico fondato da Ludovico Pensato e Alessandra Ivul nel 2012 a Berlino, utilizza le pratiche di partecipazione per indagare le relazioni che si attivano attraverso cibo e la natura.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Francesca Oddo 2017 Era un fienile, ora è un atelier il Sole 24 Ore, n.45 3 No
2020 CA' INUA, a volume in stone and wood between tradition and innovation The Plan No
Salvatore Peluso 2020 Ciclostile Architettura riprogetta una casa di campagna secondo i principi della permacultura Domus No
Ilaria Bizzo, Stefano Cornacchini 2021 Ca’ Inua a Marzabotto: sotto la pietra c’è un po’ di Alaska YouBuild, n.21 196-201 No
Lara Bassi 2022 Ca’ Inua Legno Architettura, n.44 24-34 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista esterni - volumi Vista esterni - volumi Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Vista esterni - prospetto Vista esterni - prospetto Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Dettagli - facciata Dettagli - facciata Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Dettagli - facciata Dettagli - facciata Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Vista esterni - paesaggio Vista esterni - paesaggio Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Dettagli - facciata Dettagli - facciata Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Dettagli - facciata Dettagli - facciata Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Vista notturna- prospetto Vista notturna- prospetto Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Vista notturna - dettagli Vista notturna - dettagli Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura
Vista esterni - volumi Vista esterni - volumi Fabio Mantovani courtesy Ciclostile Architettura

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale Emilia-Romagna
Titolare della ricerca: Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da
creata il 08/06/2022
ultima modifica il 15/03/2024

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