PART – PALAZZI DELL’ARTE
Scheda Opera
- Comune: Rimini
- Denominazione: PART – PALAZZI DELL’ARTE
- Indirizzo: Piazza Cavour, n.26
- Data: 2019 - 2020
- Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
- Autori principali: Studio AR.CH.IT, Luca Cipelletti, Alberto Pasetti
Descrizione
Il nuovo sito museale PART – Palazzi dell’Arte Rimini – si colloca all’interno del complesso monumentale medievale costituito dal duecentesco Palazzo dell’Arengo e dal trecentesco Palazzo del Podestà, i due imponenti edifici contigui di grande rilevanza storica e architettonica che insieme a Palazzo Garampi, al Teatro Galli e alla Pescheria si affacciano sulla Piazza Cavour, cuore della città.
L’intervento unisce in un progetto unitario la riqualificazione a fini culturali di due edifici storici nel cuore della città e la collocazione permanente dell’eclettica raccolta di opere d’arte contemporanea donate alla Fondazione San Patrignano da artisti, collezionisti e galleristi, grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati.
Il Palazzo dell’Arengo e il Palazzo del Podestà, per secoli luogo dell’amministrazione pubblica, versavano in uno stato precario a causa di un processo di “normalizzazione” che ne aveva offuscato gli elementi architettonici interni, in evidente contrasto con le aspettative create dai monumentali volumi esterni.
Da questo assunto, il primo obiettivo della valorizzazione architettonica è stato quello di ripristinare la percezione originaria dei volumi medioevali dei due edifici, al fine di valorizzare gli elementi di pregio – i materiali, le grandi polifore, la sequenza di capriate palladiane.
Per favorirne l’inserimento nel tessuto urbano, al piano terra sono state inserite le due funzioni “aperte”, come la biglietteria e la caffetteria, nel tentativo di rendere accessibile e permeabile l’edificio, integrato nei numerosi flussi del centro storico. Dalla biglietteria si apre il percorso museale attraverso un nuovo innesto, per non alterare gli equilibri interni dell’edificio storico. Il nuovo inserimento è reso chiaro grazie l’installazione di setti liberi nello spazio, come grandi quinte intonacate a calce che riprendono i toni delle pareti preesistenti e, attraverso bucature generate per detrazione, permettono lo svolgimento delle funzioni necessarie.
Il percorso museale prosegue nelle due sale del Palazzo del Podestà, dedicate interamente all’esposizione delle opere. In questo caso, la difficoltà maggiore è stata riuscir a creare una relazione tra un contenitore storico e una collezione d’arte contemporanea.
Nel Palazzo del Podestà, per aumentare la superficie espositiva, sono stati progettati dei supporti secondo una logica di pieno per vuoto, in relazione alle finestre, nelle stanze già decorate a parete.
I basamenti, come i pavimenti, sono stati realizzati in pietra di San Marino, un materiale locale già presente in numerosi dettagli originali, posata in modo da sottolineare i rapporti architettonici e gli assi prospettici.
Al piano superiore, nella Sala dell’Arengo, l’allestimento ruota attorno al setto espositivo che ospita il grande affresco del Giudizio Universale di Giovanni da Rimini. Il posizionamento del setto, posto in diagonale e al centro dello spazio, consente una regia di percorso che valorizza la percezione della sala e delle opere.
Entrando, si ha una prima lettura del volume nella sua interezza: un grande vuoto, nel quale il setto è percepito come una lama che conduce il visitatore verso la luce naturale delle polifore.
Oltre agli interventi allestitivi, in questa sala è stato interamente sostituito il pavimento con un parquet in rovere, lo stesso materiale del grande setto espositivo centrale. Il legno, dialoga con la sequenza di capriate lignee palladiane, concludendo il volume architettonico. La sostituzione dei serramenti, particolarmente complessa, è stata risolta utilizzando un profilo minimo, effetto bronzo, ad altissime prestazioni, che ridisegna le geometrie delle polifere.
Da un punto di vista tecnico e impiantistico, le tinteggiature, i materiali delle pavimentazioni e i nuovi serramenti, si sono trasformati in opportunità per esprimere una sintesi tra contemporaneità linguistico-funzionale e rispondenze storico-culturali. Le necessità impiantistiche sono state trasformate in elementi espositivi e d’arredo, progettando un sistema di sedute ed espositori perimetrali che contengono gli impianti meccanici, integrandosi nello spazio, senza interrompere l’equilibrio percettivo della stanza.
Le scelte museografiche hanno cercato di evitare la rigidità della “scatola nella scatola”, favorendo la reversibilità, la percezione dell’architettura e una libera collocazione delle opere, per far sì che siano in dialogo soprattutto con lo spazio, più che tra loro. Un allestimento, che pur attraversato da un filo conduttore, si declina di volta in volta assecondando le situazioni architettoniche nelle quali si colloca.
Dimensione, posizione e materiali sono variabili e adattabili: prendono spunto dalle proporzioni e dal carattere dell’architettura per diventare dispositivi funzionali.
I supporti espositivi, con spigoli svasati e bordature metalliche riprendono il bronzo dei serramenti, sono leggeri, e, opportunamente distanziati, producono il percorso come architetture sospese, generate da un lavoro di vuoto per pieno, in relazione al contenitore.
Infine, di fondamentale importanza per la conclusione dell’intervento è stato il progetto illuminotecnico, sviluppato dall’architetto Alberto Pasetti Bombardella. Il piano d’illuminazione risponde a un ragionamento progettuale complessivo che rende complementari le finalità dell’allestimento con l’interpretazione dello spazio attraverso linee direttrici aeree, che ha previsto la realizzazione di un modulo – denominato “Arengo” – che permette sia la valorizzazione delle opere che la definizione di scene luminose d’ambiente nelle diverse sale.
In conclusione, il progetto riesce a creare degli spazi che si trasformano da semplici “contenitori” a veri e propri “contenuti”, dove le opere dialogano liberamente tra loro, accordandosi e assecondando di volta in volta le situazioni architettoniche nelle quali si collocano.
Info
- Progetto: 2019 - 2020
- Esecuzione: 2019 - 2020
- Tipologia Specifica: Museo
- Committente: Comune di Rimini, Fondazione San Patrignano
- Proprietà: proprietà Ente pubblico territoriale
- Destinazione originaria: Edifici storici destinati alla funzione pubblica
- Destinazione attuale: Spazio museale
Autori
| Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Studio | AR.CH.IT | Progetto di restauro | Progetto | Visualizza Profilo | https://ar.ch.it/ | SI |
| Studio | AR.CH.IT | Progetto museografico | Progetto | Visualizza Profilo | https://ar.ch.it/ | NO |
| Luca | Cipelletti | Coordinatore | Progetto | Visualizza Profilo | https://ar.ch.it/ | SI |
| Alberto | Pasetti | Progetto illuminotecnico | Progetto | Visualizza Profilo | http://www.studiopasetti.it/projects.html | SI |
- Strutture: Portante in pietra
- Materiale di facciata: Pietra
- Coperture: Capriate lignee
- Serramenti: Polifere – profilo alluminio bronzato
- Stato Strutture: Ottimo
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Ottimo
- Stato Serramenti: Ottimo
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela:
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: 74
- Particella: 1211
Note
-
Bibliografia
| Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Nina Azzarello | 2020 | Palazzi dell’Arte Rimini – Art Museum | Designboom | No | ||
| Hans Ulrich Obrist | 2020 | Luca Cipelletti | PIN – UP | No | ||
| Massimiliano Tonelli | 2021 | Il Museo PART di Rimini apre il suo parco di sculture | Artribune | No | ||
| Antongiulio Vergine | 2021 | Il giardino delle sculture e il Premio Artisti Italiani | ATP Diary, n.23 | No |
Allegati
Criteri
| 2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
| 4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
| 5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
| 7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
| Titolo | Url |
|---|---|
| AR.CH.IT | Visualizza |
| PART - Palazzi Arte Rimini | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale Emilia-RomagnaTitolare della ricerca: Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da
creata il 10/06/2022
ultima modifica il 07/05/2024













