Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EX FONDERIA LOMBARDINI

Scheda Opera

  • Preesistenza - Fonderia Lombardini
  • Dettagli - Interni
  • Dettagli - Interni
  • Dettagli - Interni
  • Vista esterni - prospetto
  • Vista esterni - volume
  • Dettagli - Struttura
  • Dettagli - Interni
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  • Comune: Reggio nell'Emilia
  • Denominazione: EX FONDERIA LOMBARDINI
  • Indirizzo: Via della Costituzione, N.39
  • Data: 2000 - 2006
  • Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
  • Autori principali: Maurizio Zamboni
Descrizione

La Fonderia sorge nell’area degli insediamenti industriali di Gardenia, nati nel primo Novecento e strettamente legati alla storia dell’industrializzazione della provincia. L’edificio ha ospitato, a partire dagli anni Trenta, gli storici stabilimenti della “Lombardini Fabbrica Italiana Motori”, all’epoca la più significativa realtà manifatturiera della provincia e forza trainante dello sviluppo economico negli anni Sessanta.
A partire dal 1995 un vasto programma di riqualificazione urbana di aree che, con la dismissione delle attività industriali hanno perso progressivamente la loro identità, ha portato al recupero della Fonderia, nel rispetto delle sue caratteristiche architettoniche.
Infatti, per circa una sessantina d’anni la Fonderia Lombardini dismessa era un relitto completamente svuotato, in attesa di essere recuperato.
Pertanto, grazie ad un originale progetto di restyling destinato ad una sua “riconversione produttiva” voluta dal Comune di Reggio Emilia e della Regione Emilia-Romagna, la struttura, in cui dominano ferro, vetro e luce, dal 2004 ospita la Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, la cui progettazione è stata affidata all’ingegnere Maurizio Zamboni, che ha saputo valorizzare l’originale destinazione realizzando a vista impianti, finiture e pavimenti su stile industriale.
L’edificio ha l’impianto e l’aspetto di una cattedrale romanica, con un grande spazio centrale e due navate laterali: la navata centrale lunga 65 metri, larga 16, alta 13 e due ali laterali più basse e strette.
Dai primi rilievi condotti dallo studio emergono le criticità dell’ex impianto industriale: le lastre del tetto erano irrecuperabili a causa delle alte temperature che hanno corroso le barre di ferro nel corso degli anni; travi e pilastri erano in condizioni accettabili ma era necessario restaurarli capillarmente, così come le porte e le finestre. Inoltre, la complessità del recupero si univa alle esigenze della nuova committenza, nell’ideazione di un progetto in grado di adattare uno spazio nato per fondere la ghisa con il mondo della danza: attività ed esperienze che necessitano di spazi differenti per natura e carattere.
Le scelte progettuali prendono così forma dalle esigenze chiare di Aterballetto: la necessità di una sala prove grande almeno quanto un palcoscenico teatrale, con una sala regia e una piccola tribuna per le esibizioni dei ragazzi delle scuole e dei dipendenti; un paio di sale prova più piccole; spogliatoi, servizi, aree di ristoro, uffici, locali tecnici, aria condizionata.
Tale richiesta è stata risolta con l’accorgimento di dividere la navata centrale in due sezioni, attraverso una vetrata che permette di conservarne la visibilità complessiva: da una parte si articola la sala prove con la tribuna aperta al pubblico, dall’altra una grande hall per eventi destinata ad iniziative pubbliche, a compensazione del mancato abbattimento dell’edificio industriale.
Per creare una sorta di giardino d'inverno coperto, è stata sviluppata l'idea di inserire un nuovo piano sotto le ali laterali, dividendo la navata centrale in due parti attraverso una vetrata, senza intaccare la percezione spaziale complessiva. Da un lato della vetrata si trova la piazza pubblica coperta, dall'altro la sala prove principale; le ali laterali invece ospitano due sale prova, i camerini e una sala dedicata a mostre, conferenze e piccoli incontri.
Da un punto di vista costruttivo, tutte le nuove strutture sono state realizzate in acciaio (pilastri, travi e solai) e poggiano su pali per rimanere staccati da quelli esistenti; le lastre di copertura in acciaio, il manto in rame.
Gli impianti, le finiture, i pavimenti sono di tipo industriale: tutto è a vista quando possibile; grandi finestre con telai in ferro sia all'esterno (come le preesistenti) che all'interno.
Nella vecchia torre che ospitava i crogioli è stata posta la scala, l'ascensore e le macchine del freddo e dell'aria; mentre il collegamento tra le due ali laterali, attraverso la navata centrale, è stato garantito dalla realizzazione di una passerella in ferro.
Da un punto di vista tecnico, la piazza coperta è dotata di riscaldamento a pavimento, mentre tutti gli altri spazi sono riscaldati e raffreddati ad aria con canali metallici lasciati volutamente a vista.
La parete di fondo della grande sala prove è rimasta com'era, con le sue scrostature, le pennellate e le fiamme; su un lato della navata dal lato del pubblico è stato mantenuto e restaurato un tunnel, ricoperto di vetro calpestabile e illuminato per accogliere il poco che è stato recuperato dalla fonderia.
Esternamente, le uniche modifiche sono l'apertura di due varchi contrapposti nelle lunghe facciate che rendono l'edificio permeabile e un rivestimento in lamiera forata di acciaio inox che copre l'intero lato nord della torre del crogiolo e ne rivela l'interno.
La galleria centrale, luogo in cui la danza si incontra con altre espressioni della contemporaneità trovando sorprendenti sinergie, di recente è diventato un vero e proprio teatro con duecento sedute.

Info
  • Progetto: 2000 - 2004
  • Esecuzione: 2001 - 2006
  • Tipologia Specifica: Sede Fondazione nazionale della Danza Aterballetto
  • Committente: Comune di Reggio Emilia, Aterballetto
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
  • Destinazione originaria: Stabilimento Fonderia Lombardini
  • Destinazione attuale: Sede Fondazione nazionale della Danza Aterballetto
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Daniela Conti Collaboratore Progetto NO
Maurizio Zamboni Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo SI
Maurizio Zamboni Architetti Associati Progetto architettonico Progetto NO
  • Strutture: Telaio in acciaio;
  • Materiale di facciata: Mista – lamiera forata, laterizio a vista, intonaco, vetro strutturale;
  • Coperture: Lastre acciaio, manto di rame;
  • Serramenti: Ferro;
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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A partire dal 1995 un vasto programma di riqualificazione urbana di aree che, con la dismissione delle attività industriali hanno perso progressivamente la loro identità, ha portato al recupero della Fonderia, nel rispetto delle sue caratteristiche architettoniche.
Infatti, per circa una sessantina d’anni la Fonderia Lombardini dismessa era un relitto completamente svuotato, in attesa di essere recuperato. 
Pertanto, grazie ad un originale progetto di restyling destinato ad una sua “riconversione produttiva” voluta dal Comune di Reggio Emilia e della Regione Emilia-Romagna, la struttura, in cui dominano ferro, vetro e luce, dal 2004 ospita la Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, la cui progettazione è stata affidata all’ingegnere Maurizio Zamboni, che ha saputo valorizzare l’originale destinazione realizzando a vista impianti, finiture e pavimenti su stile industriale. 
L’edificio ha l’impianto e l’aspetto di una cattedrale romanica, con un grande spazio centrale e due navate laterali: la navata centrale lunga 65 metri, larga 16, alta 13 e due ali laterali più basse e strette. 
Dai primi rilievi condotti dallo studio emergono le criticità dell’ex impianto industriale: le lastre del tetto erano irrecuperabili a causa delle alte temperature che hanno corroso le barre di ferro nel corso degli anni; travi e pilastri erano in condizioni accettabili ma era necessario restaurarli capillarmente, così come le porte e le finestre. Inoltre, la complessità del recupero si univa alle esigenze della nuova committenza, nell’ideazione di un progetto in grado di adattare uno spazio nato per fondere la ghisa con il mondo della danza: attività ed esperienze che necessitano di spazi differenti per natura e carattere. 
Le scelte progettuali prendono così forma dalle esigenze chiare di Aterballetto: la necessità di una sala prove grande almeno quanto un palcoscenico teatrale, con una sala regia e una piccola tribuna per le esibizioni dei ragazzi delle scuole e dei dipendenti; un paio di sale prova più piccole; spogliatoi, servizi, aree di ristoro, uffici, locali tecnici, aria condizionata. 
Tale richiesta è stata risolta con l’accorgimento di dividere la navata centrale in due sezioni, attraverso una vetrata che permette di conservarne la visibilità complessiva: da una parte si articola la sala prove con la tribuna aperta al pubblico, dall’altra una grande hall per eventi destinata ad iniziative pubbliche, a compensazione del mancato abbattimento dell’edificio industriale. 
Per creare una sorta di giardino d'inverno coperto, è stata sviluppata l'idea di inserire un nuovo piano sotto le ali laterali, dividendo la navata centrale in due parti attraverso una vetrata, senza intaccare la percezione spaziale complessiva. Da un lato della vetrata si trova la piazza pubblica coperta, dall'altro la sala prove principale; le ali laterali invece ospitano due sale prova, i camerini e una sala dedicata a mostre, conferenze e piccoli incontri.
Da un punto di vista costruttivo, tutte le nuove strutture sono state realizzate in acciaio (pilastri, travi e solai) e poggiano su pali per rimanere staccati da quelli esistenti; le lastre di copertura in acciaio, il manto in rame. 
Gli impianti, le finiture, i pavimenti sono di tipo industriale: tutto è a vista quando possibile; grandi finestre con telai in ferro sia all'esterno (come le preesistenti) che all'interno. 
Nella vecchia torre che ospitava i crogioli è stata posta la scala, l'ascensore e le macchine del freddo e dell'aria; mentre il collegamento tra le due ali laterali, attraverso la navata centrale, è stato garantito dalla realizzazione di una passerella in ferro. 
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La parete di fondo della grande sala prove è rimasta com'era, con le sue scrostature, le pennellate e le fiamme; su un lato della navata dal lato del pubblico è stato mantenuto e restaurato un tunnel, ricoperto di vetro calpestabile e illuminato per accogliere il poco che è stato recuperato dalla fonderia.
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1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela:
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 109
  • Particella: 233

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Marco Bianchini, Maurizio Zamboni (a cura di) 2004 I luoghi ritrovati. La Fonderia Lombardini No
Maurizio Zamboni (a cura di) 2006 La Fonderia Lombardini a Reggio Emilia. Dalla ghisa alla danza Diabasis No
Andrea Ugolini (a cura di) 2010 Ricomporre la rovina Alinea Editrice No
Andrea Zamboni, Chiara Gandolfi (a cura di) 2011 Architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori No
Paolo Genta, Andrea Zamboni (a cura di) 2018 Coscienza Visione Progetto. La Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia Quodlibet No
Andrea Zamboni 2019 Riscritture. La città come eterno non-finito Reggio Emilia - Frammenti Urbani, in Architettare, n.23 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Preesistenza - Fonderia Lombardini Preesistenza - Fonderia Lombardini courtesy Zamboni Associati Architettura
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura
Vista esterni - prospetto Vista esterni - prospetto Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura
Vista esterni - volume Vista esterni - volume Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura
Dettagli - Struttura Dettagli - Struttura Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura
Dettagli - Interni Dettagli - Interni Paola de Pietri courtesy Zamboni Associati Architettura

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Zamboni Associati Architettura Visualizza
Fondazione Nazionale della Danza - Aterballetto Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGCC - Segretariato Regionale Emilia-Romagna
Titolare della ricerca: Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da
creata il 21/06/2022
ultima modifica il 20/01/2025