Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

MUSEO DELLE PALAFITTE DEL LAGO DI LEDRO

Scheda Opera

  • Pianta01
  • foto d'epoca
  • foto d'epoca
  • interno
  • esterno, interno
  • esterno
  • facciata esterna
  • vista d'insieme
  • facciata esterna
  • interno
  • interni
  • Comune: Ledro
  • Località: Molina di Ledro
  • Denominazione: MUSEO DELLE PALAFITTE DEL LAGO DI LEDRO
  • Indirizzo: Via Lungolago N. 1
  • Data: 1968 - 1972
  • Tipologia: Musei e Aree archeologiche
  • Autori principali: Marcello Piovan, Ufficio Tecnico Provincia di Trento
Descrizione

Il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, sezione tematica del Museo delle Scienze, nasce negli anni ’70 per rendere pubblica una selezione dei reperti provenienti dall'adiacente zona archeologica. Oggetti di vita quotidiana di 4000 anni fa sono esposti, sullo sfondo dei resti dell’antico villaggio palafitticolo, in modo da rendere comprensibile la vita durante l’Età del Bronzo. In anni recenti il Museo ha sviluppato una grande attitudine al dialogo con i visitatori, proponendo in luoghi attrezzati attività didattiche di grande successo, con laboratori di archeologia imitativa per le scuole e un programma di animazione estiva.
Dal 2006 il Museo dispone di spazi suggestivi e funzionali alle attività di animazione museale. Si tratta di un villaggio palafitticolo, che costituisce la scenografia più adatta alla simulazione della preistoria a scopo didattico e divulgativo.

Con questa struttura è possibile stimolare la capacità critica dei visitatori, che possono attuare un confronto (attualmente unico a livello di arco alpino italiano) fra le conoscenze scientifiche desunte dalla visita dei reperti conservati nel Museo, le sensazioni e le emozioni scaturite dal trovarsi al cospetto del “vero” sito preistorico e infine la possibilità di vedere ed esplorare nella rappresentazione a scala reale un modello ricostruito di palafitta preistorica.
Il villaggio è situato nel prato antistante il Museo. Una piattaforma lignea a sbalzo sull’alveo del torrente Ponale sostiene le capanne, due di dimensioni contenute (3x6m), una più grande (5x8m); sono stati adottati i criteri costruttivi posti in atto presso altri centri palafitticoli alpini (come, per esempio, Unterhuldingen, sul Lago di Costanza), avendo presenti i recenti studi sia sulle strutture palafitticole di Ledro sia su quelle del vicino insediamento di Fiavé.

I resti della Palafitta di Ledro rividero il sole, dopo migliaia di anni, nell’autunno del 1929, quando il livello del lago fu abbassato per i lavori di presa della centrale idroelettrica in costruzione a Riva del Garda.
Sulla sponda meridionale del lago affiorò una distesa di pali (oltre diecimila). L’esistenza dei pali, che era attribuita ad un’antica diga realizzata per controllare il livello del lago, si dimostrò essere l’attestazione di una delle più grandi stazioni preistoriche scoperte fino ad allora in Italia e una delle più importanti in Europa.

La notizia della scoperta della palafitta, catalogata fra le stazioni del tardo neolitico, mise in fermento il mondo scientifico. Furono effettuati scavi, raccolti numerosi oggetti, e venne riportato alla luce un tavolato di 16 metri quadri, probabile pavimento di una capanna. Alla conclusione dei lavori il livello del lago venne rialzato e l’acqua tornò a ricoprire l’area archeologica.
Solo nel 1936-37, in seguito a un periodo di forte siccità, le acque subirono un notevole abbassamento e permisero la ripresa dei lavori, che interessarono un’area di 4500 metri quadri.
Queste prime ricerche, a cura dell’Università e della Soprintendenza di Padova, videro il seguito negli anni ’50, mentre negli anni ’60 e ’80 fu il Museo tridentino di scienze naturali a realizzare delle campagne di scavo con mezzi e sistemi in precedenza non disponibili, seguendo il criterio stratigrafico e adottando metodologie naturalistiche.
palafitteledro.it

Info
  • Progetto: 1968 - 1968
  • Esecuzione: 1968 - 1972
  • Tipologia Specifica: Museo Archeologico delle Palafitte
  • Committente: pubblica, Museo tridentino di Scienze naturali
  • Proprietà: Nessuna opzione
  • Destinazione originaria: Museo
  • Destinazione attuale: Museo Archeologico
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Eugenio Bartoli Direzione lavori Esecuzione NO
Marcello Piovan Progetto architettonico Progetto SI
Ufficio Tecnico Provincia di Trento Progetto architettonico Progetto SI
Luigi Santorum Progetto strutturale Progetto NO
Vittoria Wolf Progetto Interni Progetto NO
  • Strutture: Calcestruzzo per il basamento e in legno per la parte superiore
  • Materiale di facciata: Tavolato di larice ( applicazione di mordente al rivestimento)
  • Coperture: Lamiera metallica
  • Serramenti: Alluminio
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Dal 2006 il Museo dispone di spazi suggestivi e funzionali alle attività di animazione museale. Si tratta di un villaggio palafitticolo, che costituisce la scenografia più adatta alla simulazione della preistoria a scopo didattico e divulgativo.

Con questa struttura è possibile stimolare la capacità critica dei visitatori, che possono attuare un confronto (attualmente unico a livello di arco alpino italiano) fra le conoscenze scientifiche desunte dalla visita dei reperti conservati nel Museo, le sensazioni e le emozioni scaturite dal trovarsi al cospetto del “vero” sito preistorico e  infine la possibilità di vedere ed esplorare nella rappresentazione a scala reale un modello ricostruito di palafitta preistorica.
Il villaggio è situato nel prato antistante il Museo. Una piattaforma lignea a sbalzo sull’alveo del torrente Ponale sostiene le capanne, due di dimensioni contenute (3x6m), una più grande (5x8m); sono stati adottati i criteri costruttivi posti in atto presso altri centri palafitticoli alpini (come, per esempio, Unterhuldingen, sul Lago di Costanza), avendo presenti i recenti studi sia sulle strutture palafitticole di Ledro sia su quelle del vicino insediamento di Fiavé.

I resti della Palafitta di Ledro rividero il sole, dopo migliaia di anni, nell’autunno del 1929, quando il livello del lago fu abbassato per i lavori di presa della centrale idroelettrica in costruzione a Riva del Garda.
Sulla sponda meridionale del lago affiorò una distesa di pali (oltre diecimila). L’esistenza dei pali, che era attribuita ad un’antica diga realizzata per controllare il livello del lago, si dimostrò essere l’attestazione di una delle più grandi stazioni preistoriche scoperte fino ad allora in Italia e una delle più importanti in Europa.

La notizia della scoperta della palafitta, catalogata fra le stazioni del tardo neolitico, mise in fermento il mondo scientifico. Furono effettuati scavi, raccolti numerosi oggetti, e venne riportato alla luce un tavolato di 16 metri quadri, probabile pavimento di una capanna. Alla conclusione dei lavori il livello del lago venne rialzato e l’acqua tornò a ricoprire l’area archeologica.
Solo nel 1936-37, in seguito a un periodo di forte siccità, le acque subirono un notevole abbassamento e permisero la ripresa dei lavori, che interessarono un’area di 4500 metri quadri.
Queste prime ricerche, a cura dell’Università e della Soprintendenza di Padova, videro il seguito negli anni ’50, mentre negli anni ’60 e ’80 fu il Museo tridentino di scienze naturali a realizzare delle campagne di scavo con mezzi e sistemi in precedenza non disponibili, seguendo il criterio stratigrafico e adottando metodologie naturalistiche.
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  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Nel 2018 la sede museale è stata sottoposta a un intervento di riqualificazione. https://www.ladige.it/territori/basso-sarca-ledro/2018/09/03/ledro-museo-palafitte-chiuso-cominciata-la-ristrutturazione-1.2592873

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Bagolini B. 1972 Il museo delle palafitte di Ledro Strenna Trentina Editrice Trento Si
1972 Rivelano un antico modello di vita Il Trentino n .43 Trento Si
1972 Museo delle Palafitte domani l'inaugurazione Alto Adige Trento Si
1972 Il museo delle palafitte tappa importante di una politica culturale L'Adige Trento Si
Salvi Stefano 1972 Il museo di Molina di Ledro Alto Adige Trento Si
1972 A.G., Terza campagna a Fiavè. Aperto il museo di Ledro Alto Adige Trento No
AA.VV. 1980 Capire l'Italia, I Musei Touring club italiano Milano No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta01 Pianta01
foto d'epoca foto d'epoca
foto d'epoca foto d'epoca
interno interno
esterno, interno esterno, interno
esterno esterno da AA.VV., Capire l'Italia, I Musei, 1980 Milano
facciata esterna facciata esterna
vista d'insieme vista d'insieme
facciata esterna facciata esterna
interno interno
interni interni

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
www.archeotrentino.it Visualizza
studio bbs Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DARC
Titolare della ricerca: Università degli studi di Trento Dipartimento di Ingegneria Civile
Responsabile scientifico: Marco Mulazzani


Scheda redatta da
creata il 31/12/2006
ultima modifica il 16/01/2025

Revisori:

Menzietti Giulia 2022