Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PALAZZATA - ISOLATO IV

Scheda Opera

  • Pianta tipo
  • Veduta prospettica progetto 1938
  • Prospetto Cortina del Porto
  • Prospetto principale
  • Prospetto laterale
  • Particolare d'angolo
  • Comune: Messina
  • Denominazione: PALAZZATA - ISOLATO IV
  • Indirizzo: Via Garibaldi, 106-108
  • Data: 1953 - 1958
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Giuseppe Samonà
Descrizione

Con il motto Post Fata Resurgo, nel 1930 il gruppo composto da Camillo Autore (1882-1936), Raffaele Leone (1897-1981), Giuseppe Samonà (1898-1983) e Guido Viola (1887-1949) si aggiudicava il primo premio del Concorso per una facciata-tipo verso mare della Nuova Palazzata di Messina, da realizzarsi sui luoghi ove era stata edificata tra la fine del XVI ed il XVII secolo la Palazzata, in luogo della cortina muraria, poi divenuta l’edificio simbolo della città.
Ricostruito una prima volta a seguito dei danni causati dal terremoto del 1783, il nuovo edificio intendeva emulare quello originario, utilizzando adeguate tecniche costruttive antisismiche. Ma, dopo meno di un secolo dalla sua ricostruzione, la nuova Palazzata veniva largamente danneggiata dalla catastrofe del 1908.
Il bando di concorso del 1930 per la sua ennesima ricostruzione costituì l’approdo di un dibattito avviato all’indomani del terremoto novecentesco. L’ingegnere Luigi Borzì, incaricato della redazione del piano regolatore, non aveva previsto - per motivi di sicurezza - la riedificazione della Palazzata, ipotizzando però qualche anno più tardi al suo posto una passeggiata pedonale sostenuta da un porticato, che però non verrà mai realizzata.
Il bando del concorso poneva ristretti limiti progettuali, al fine di rispettare le normative antisismiche e sanitarie. Il progetto vincitore prevedeva la realizzazione di undici (I-XI) blocchi, di cui la commissione apprezzava “lo spirito di sobria e ritmica monumentalità ed il criterio architettonico generale uniformato ad una felice fusione di modernità di spirito con italianità tradizionale di forme basato sull’alternanza di partiti verticali con partiti orizzontali, molto felicemente trovata per evitare i pericoli di monotonia lungo il fronte” (Marconi, 1931, p. 600).
L’iter progettuale fu lungo e articolato, e gli edifici realizzati corrisponderanno solo in parte ai disegni originali: i lavori si prolungheranno per decenni, e bisognerà giungere alla fine degli anni Cinquanta per il loro completamento. La prematura scomparsa di Camillo Autore e l’inevitabile interruzione delle attività a causa della seconda guerra mondiale contribuirono a sfaldare il gruppo e a far emergere Giuseppe Samonà quale figura costante e preminente dell’intero progetto. Nel 1936 era stato completato soltanto l’isolato III, sede del Banco di Sicilia, l’unico in cui sarà coinvolto Camillo Autore. Di seguito saranno realizzati gli isolati I e II, a firma di Giuseppe Samonà e Guido Viola, destinati alla sede dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. I due edifici sono gli unici ad essere collegati da un grande portale, che evoca gli ingressi dal porto alla città che caratterizzavano le precedenti Palazzate. Tra il 1938 e il 1940 si realizzarono il palazzo Littorio (isolato VII) e la sede dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione degli Infortuni sul Lavoro (isolato VIII).
Un linguaggio architettonico “moderno” caratterizza i sei edifici a completamento del sistema architettonico, realizzati negli anni Cinquanta. Giuseppe Samonà, unico responsabile dei singoli progetti, deroga alle norme del concorso, affinando lo studio della struttura, dei materiali, delle superfici e decorazioni.
ll progetto dell’Albergo Jolly (isolato X), la sede dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Isolato IX) e i quattro blocchi destinati esclusivamente ad attività commerciali e residenze private (isolati IV, V, VI e XI) mostrano la capacità del progettista di abbandonare la “sobria e ritmica monumentalità” richiesta dal bando, sostituendo il linguaggio architettonico con “evidenti riferimenti ai maestri del primo razionalismo europeo e alcuni accenni a certe forme dell’architettura commerciale americana” (A. Cuzzer, 1960, p. 246).

L’Isolato IV, costruito a partire dal 1953, firmato da Giuseppe Samonà, trova posto tra il Banco di Sicilia e l’Isolato V. L’edificio presenta caratteri architettonici simili agli adiacenti: l’organizzazione tipologica prevede, come di consueto, le attività commerciali e gli androni di ingresso alle abitazioni al piano terra e gli appartamenti ai piani soprastanti.
Il sistema dei pilastri, lievemente aggettanti dalla superficie e progressivamente assottigliati verso l’alto (da 70 cm a piano terra, a 50 cm nei due piani soprastanti, fino a 30 cm all’ultimo livello) caratterizza l’aspetto complessivo.
Le travi, arretrate rispetto al filo dei pilastri, segnano invece l’andamento orizzontale e chiudono il telaio strutturale entro il quale sono impaginate le bucature. Queste ultime, tutte della medesima larghezza, scompongono in due parti l’orditura quadrangolare dei prospetti sulla Cortina del Porto e sulla via Garibaldi, seguendo regole compositive differenti. Il prospetto sul fronte a mare prevede esclusivamente balconi posti sul lato sinistro di ogni campata al primo piano e sul lato destro al secondo e terzo piano. Il piano terra è occupato esclusivamente dalle pareti vetrate delle attività commerciali, mentre gli androni d’ingresso sono posti sul prospetto opposto. Quest’ultimo mostra una diversa organizzazione delle bucature, con una sistematica alternanza dei balconi dal I al III piano, spezzandone la serialità con l’inserimento in quattro campate di due finestre in luogo del balcone isolato. I parapetti, definiti in muratura e ringhiere metalliche, sono trattati diversamente nei due prospetti. Un unico coronamento, analogo a quello dell’isolato V, conclude l’edificio.
Il sistema di pilastri e travi è evidenziato da un intonaco colore grigio martellinato al piano terra per un effetto più grezzo, e spatolato ai piani superiori. Le superfici delle pareti sono invece rivestite con tessere vitree rosa, mentre le cornici dei balconi sono intonacate di bianco; gli avvolgibili, oggi non più omogenei perché sostituiti nel corso del tempo dai proprietari, erano stati previsti di colore azzurro.

Info
  • Progetto: 1953 - 1956
  • Esecuzione: 1956 - 1958
  • Tipologia Specifica: Abitazioni plurifamilairi e attività commerciali
  • Committente: Società costruzione PACE
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Abitazioni e attività commerciali
  • Destinazione attuale: Abitazioni e attività commerciali
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giuseppe Samonà Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=53610 SI
Giuseppe Samonà Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: Fondazioni a travi rovesce in cemento armato; Ossatura in cemento armato; Setti in calcestruzzo armato e laterizio
  • Materiale di facciata: Intonaco bianco e grigio; piastrelle vitree viola;
  • Coperture: Tetto piano praticabile
  • Serramenti: Infissi in legno e alluminio anodizzato; Parapetti in struttura in cemento armato e ferro; tapparelle in parte in legno e in parte in alluminio anodizzato.
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Ricostruito una prima volta a seguito dei danni causati dal terremoto del 1783, il nuovo edificio intendeva emulare quello originario, utilizzando adeguate tecniche costruttive antisismiche. Ma, dopo meno di un secolo dalla sua ricostruzione, la nuova Palazzata veniva largamente danneggiata dalla catastrofe del 1908.  
Il bando di concorso del 1930 per la sua ennesima ricostruzione costituì l’approdo di un dibattito avviato all’indomani del terremoto novecentesco. L’ingegnere Luigi Borzì, incaricato della redazione del piano regolatore, non aveva previsto -  per motivi di sicurezza -  la riedificazione della Palazzata, ipotizzando però qualche anno più tardi al suo posto una passeggiata pedonale sostenuta da un porticato, che però non verrà mai realizzata.   
Il bando del concorso poneva ristretti limiti progettuali, al fine di rispettare le normative antisismiche e sanitarie. Il progetto vincitore prevedeva la realizzazione di undici (I-XI) blocchi, di cui la commissione apprezzava “lo spirito di sobria e ritmica monumentalità ed il criterio architettonico generale uniformato ad una felice fusione di modernità di spirito con italianità tradizionale di forme basato sull’alternanza di partiti verticali con partiti orizzontali, molto felicemente trovata per evitare i pericoli di monotonia lungo il fronte” (Marconi, 1931, p. 600).  
L’iter progettuale fu lungo e articolato, e gli edifici realizzati corrisponderanno solo in parte ai disegni originali: i lavori si prolungheranno per decenni, e bisognerà giungere alla fine degli anni Cinquanta per il loro completamento.  La prematura scomparsa di Camillo Autore e l’inevitabile interruzione delle attività a causa della seconda guerra mondiale contribuirono a sfaldare il gruppo e a far emergere Giuseppe Samonà quale figura costante e preminente dell’intero progetto. Nel 1936 era stato completato soltanto l’isolato III, sede del Banco di Sicilia, l’unico in cui sarà coinvolto Camillo Autore. Di seguito saranno realizzati gli isolati I e II, a firma di Giuseppe Samonà e Guido Viola, destinati alla sede dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. I due edifici sono gli unici ad essere collegati da un grande portale, che evoca gli ingressi dal porto alla città che caratterizzavano le precedenti Palazzate. Tra il 1938 e il 1940 si realizzarono il palazzo Littorio (isolato VII) e la sede dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione degli Infortuni sul Lavoro (isolato VIII).  
Un linguaggio architettonico “moderno” caratterizza i sei edifici a completamento del sistema architettonico, realizzati negli anni Cinquanta. Giuseppe Samonà, unico responsabile dei singoli progetti, deroga alle norme del concorso, affinando lo studio della struttura, dei materiali, delle superfici e decorazioni.  
ll progetto dell’Albergo Jolly (isolato X), la sede dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Isolato IX) e  i quattro blocchi destinati esclusivamente ad  attività commerciali e residenze private (isolati IV, V, VI e XI) mostrano la capacità del progettista di abbandonare la “sobria e ritmica monumentalità” richiesta dal bando,  sostituendo il linguaggio architettonico con “evidenti riferimenti ai maestri del primo razionalismo europeo e alcuni accenni a certe forme dell’architettura commerciale americana” (A. Cuzzer, 1960, p. 246). 

L’Isolato IV,  costruito a partire dal 1953, firmato da Giuseppe Samonà, trova posto tra il Banco di Sicilia e l’Isolato V. L’edificio presenta caratteri architettonici  simili agli adiacenti: l’organizzazione tipologica prevede, come di consueto, le attività commerciali e gli androni di ingresso alle abitazioni al piano terra e gli appartamenti ai piani soprastanti. 
Il sistema dei pilastri, lievemente aggettanti dalla superficie e progressivamente assottigliati verso l’alto (da 70 cm a piano terra, a 50 cm nei due piani soprastanti, fino a 30 cm all’ultimo livello) caratterizza l’aspetto complessivo.  
Le travi, arretrate rispetto al filo dei pilastri, segnano invece l’andamento orizzontale e chiudono il telaio strutturale entro il quale sono impaginate le bucature. Queste ultime, tutte della medesima larghezza, scompongono in due parti l’orditura quadrangolare dei prospetti sulla Cortina del Porto e sulla via Garibaldi, seguendo regole compositive differenti.  Il prospetto sul fronte a mare prevede esclusivamente balconi posti sul lato sinistro di ogni campata al primo piano e sul lato destro  al secondo e terzo piano. Il piano terra è occupato esclusivamente dalle pareti vetrate delle attività commerciali, mentre gli androni d’ingresso sono posti sul prospetto opposto. Quest’ultimo mostra una diversa organizzazione delle bucature, con una sistematica alternanza dei balconi dal I al III piano, spezzandone la serialità con l’inserimento in quattro campate di due finestre in luogo del balcone isolato. I parapetti, definiti in muratura e ringhiere metalliche, sono trattati diversamente nei due prospetti. Un unico coronamento, analogo a quello dell’isolato V, conclude l’edificio.
Il sistema di pilastri e travi è evidenziato da un intonaco colore grigio martellinato al piano terra per un effetto più grezzo, e spatolato ai piani superiori. Le superfici delle pareti sono invece rivestite con tessere vitree rosa, mentre le cornici dei balconi sono intonacate di bianco; gli avvolgibili, oggi non più omogenei perché sostituiti nel corso del tempo dai proprietari, erano stati previsti di colore azzurro. 

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 225
  • Particella: 168

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Marconi Plinio 1931 Il concorso nazionale per il progetto della nuova Palazzata di Messina in "Architettura e arti decorative", a. X, n. 12 Milano 583-614 Si
Tentori Francesco 1959 Giuseppe Samonà e la Palazzata di Messina in "Casabella Continuità", n. 227 29-41 Si
Cuzzer Aldo 1960 I grandi concorsi in "La Casa", n. 6 Roma 246-271 No
Tentori Francesco 1960 Giuseppe Samonà e la Palazzata di Messina in "Casabella Continuità", n. 244 Milano 5 Si
Di Cristina Umberto, Trombino Giuseppe 1993 Samonà Giuseppe in Ruggieri Tricoli Maria Clara (a cura di), Luigi Sarullo. Dizionario degli Artisti Siciliani. 1. Architettura, Edizioni Novecento Palermo 384-385 No
Cardullo Francesco 1999 Giuseppe Samonà e la Palazzata di Messina. Un manuale dell'arte del costruire in "Città e Territorio", n. 3 Messina 5-13 Si
Cardullo Francesco 2004 Giuseppe e Alberto Samonà e la metropoli dello stretto di Messina Officina edizioni Roma 9-72 Si
Palazzolo Gaetano 2010 L’Architettura di Giuseppe Samonà a Messina Grafill Palermo Si
Ajroldi Cesare 2014 La Sicilia i sogni le città. Giuseppe Samonà e la ricerca di architettura Il poligrafo Padova Si
Cardullo Francesco 2019 La Cortina del Porto di Messina di Giuseppe Samonà: gli isolati degli anni Trenta del Novecento in "Archistor Extra", n. 6 Università Mediterranea di Reggio Calabria 110-121 Si
Simone Rita, Jemolo Andrea 2021 Giuseppe Samonà a Messina: un racconto dell'architettura italiana tra linguaggi e riscritture mediterranee in Pujia Laura (a cura di), Rileggere Samonà Re-reading Samonà, Edizioni Roma Tre Press Roma 126-156 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Giuseppe e Alberto Samonà, IUAV CA 484904 Giuseppe Samonà Archivio Progetti, Università IUAV di Venezia Elaborati di progetto
Cortina del Porto Isolato IV - Società P.A.C.E. (Volume 4/1) Giuseppe Samonà Archivio del Genio Civile di Messina Documenti relativi al progetto

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta tipo Pianta tipo Archivio Genio Civile Messina
Veduta prospettica progetto 1938 Veduta prospettica progetto 1938 Francesco Cardullo
Prospetto Cortina del Porto  Prospetto Cortina del Porto Francesca Passalacqua
Prospetto principale Prospetto principale Francesca Passalacqua
Prospetto laterale Prospetto laterale Francesca Passalacqua
Particolare d'angolo Particolare d'angolo Francesca Passalacqua

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: Direzione generale creatività contemporanea
Titolare della ricerca: Università degli studi di Catania
Responsabile scientifico: Paola Barbera


Scheda redatta da Francesca Passalacqua (Università degli studi di Messina)
creata il 23/02/2024
ultima modifica il 22/01/2025