Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PALAZZATA - ISOLATO XI

Scheda Opera

  • Pianta piano terra
  • Pianta piano secondo
  • Pianta copertura a terrazzo
  • Prospetto verso il mare
  • Prospetto via Garibaldi
  • Fianco e sezione
  • Prospetto via Garibaldi
  • Prospetto Cortina del Porto
  • Prospetto laterale nord
  • Prospetto Cortina sul porto
  • Prospetto laterale sud
  • Comune: Messina
  • Denominazione: PALAZZATA - ISOLATO XI
  • Indirizzo: Via Garibaldi 128-132
  • Data: 1953 - 1958
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Giuseppe Samonà
Descrizione

Con il motto Post Fata resurgo, nel 1930 il gruppo composto da Camillo Autore (1882-1936), Raffaele Leone (1897) -1981), Giuseppe Samonà (1898-1983) e Guido Viola (1887-1949) si aggiudicava il primo premio del Concorso per una facciata-tipo verso mare della Nuova Palazzata di Messina, da realizzarsi sui luoghi ove era stata edificata la Palazzata tra la fine del XVI ed il XVII secolo, in luogo della cortina muraria, e divenuta l’edificio simbolo della città.
Ricostruito una prima volta a seguito dei danni causati dal terremoto del 1783, il nuovo edificio intendeva emulare quello originario, utilizzando adeguate tecniche costruttive antisismiche. Ma, dopo meno di un secolo dalla sua ricostruzione, la nuova Palazzata veniva largamente danneggiata dalla catastrofe del 1908.
Il bando di concorso del 1930 per la sua ennesima ricostruzione costituì l’approdo di un dibattito avviato all’indomani del terremoto novecentesco. L’ingegnere Giuseppe Borzì, incaricato della redazione del piano regolatore, non aveva previsto - per motivi di sicurezza - la riedificazione della Palazzata, ipotizzando però qualche anno più tardi al suo posto una passeggiata pedonale sostenuta da un porticato, che però non verrà mai realizzata.
Il bando del concorso poneva ristretti limiti progettuali, al fine di rispettare le normative antisismiche e sanitarie. Il progetto vincitore prevedeva la realizzazione di undici (I-XI) blocchi, di cui la commissione apprezzava “lo spirito di sobria e ritmica monumentalità ed il criterio architettonico generale uniformato ad una felice fusione di modernità di spirito con italianità tradizionale di forme basato sull’alternanza di partiti verticali con partiti orizzontali, molto felicemente trovata per evitare i pericoli di monotonia lungo il fronte”(Marconi, 1931, p.600).
L’iter progettuale fu lungo e articolato, e gli edifici realizzati corrisponderanno solo in parte ai disegni originali: i lavori si prolungheranno per decenni, e bisognerà giungere alla fine degli anni cinquanta per il loro completamento. La prematura scomparsa di Camillo Autore e l’inevitabile interruzione delle attività a causa della seconda guerra mondiale contribuirono a sfaldare il gruppo e a far emergere Giuseppe Samonà quale figura costante e preminente dell’intero progetto. Nel 1936 era stato completato soltanto l’isolato III, sede del Banco di Sicilia, l’unico in cui sarà coinvolto Camillo Autore. Di seguito saranno realizzati gli isolati I e II, a firma di Giuseppe Samonà e Guido Viola, destinati alla sede dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. I due edifici sono gli unici ad essere collegati da un grande portale, che evoca gli ingressi dal porto alla città che caratterizzavano le precedenti Palazzate. Tra il 1938 e il 1940 si realizzarono il palazzo Littorio (isolato VII) e la sede dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione degli Infortuni sul Lavoro (isolato VIII), così interrompendosi l’unitarietà del fronte a mare verso il palazzo del Comune, arretrato rispetto al fronte della nuova Cortina.
Un linguaggio architettonico “moderno” caratterizza i sei edifici a completamento del sistema architettonico, realizzati negli anni cinquanta. Giuseppe Samonà, unico responsabile dei singoli progetti, deroga alle norme del concorso (lo aveva già fatto per il palazzo Littorio e l’INAIL relativamente alle altezze e l’utilizzo del marmo travertino romano in luogo della pietra siciliana), affinando lo studio della struttura, dei materiali, delle superfici e decorazioni.
ll progetto dell’Albergo Jolly (isolato X), la sede dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Isolato IX) e i quattro blocchi destinati esclusivamente ad attività commerciali e residenze private (isolati IV, V, VI e XI) mostrano la capacità del progettista di abbandonare la “sobria e ritmica monumentalità” richiesta dal bando, sostituendo il linguaggio architettonico con “evidenti riferimenti ai maestri del primo razionalismo europeo e alcuni accenni a certe forme dell’architettura commerciale americana” (A. Cuzzer, 1960, p. 246).

L’Isolato XI costituisce il terminale del sistema di edifici della Nuova Palazzata di Messina, all’incrocio con il torrente Boccetta. L’edificio, il cui progetto è firmato congiuntamente nel 1953 da Giuseppe Samonà e dall’ingegnere Giuseppe De Cola, sarà portato a termine nel 1958. Esso si compone di quattro elevazioni fuori terra, ed era destinato ad accogliere, per la Cooperativa Edilizia Funzionari Ministeri delle Finanze e del Tesoro, attività commerciali al piano terra e abitazioni ai piani superiori.
L’edificio mostra caratteri tipologici e compositivi analoghi a quelli degli altri blocchi con le stesse destinazioni d’uso
Il sistema dei pilastri, modulato da un passo regolare, ne caratterizza l’aspetto complessivo. La scelta di far aggettare tali elementi rispetto alla superficie muraria è un sapiente artificio che esalta la verticalità, limitata dalla modesta altezza degli edifici, e accentuata anche da un raffinato accorgimento ottico: i pilastri del piano terra che misurano 70 cm si riducono a 30 cm dal primo al terzo piano con un progressivo assottigliamento verso l’alto (sistema costruttivo utilizzato anche negli isolati IV, V e VI).
Le travi, arretrate rispetto al filo dei pilastri, segnano invece l’andamento orizzontale e chiudono il telaio strutturale. Il disegno delle bucature, in questo caso, è stato utilizzato per i quattro prospetti. Balconi a petto con persiane scorrevoli sulla muratura occupano due campate, a cui segue una sola campata definita da un balcone aggettante.
Il coronamento è definito da una serie di mensole isolate, corrispondenti ai moduli strutturali, che poi ritrovano unitarietà con un parapetto continuo.
Il trattamento delle superfici e l’utilizzo dei colori riveste anche in questo caso un ruolo fondamentale, malgrado in tempi recenti sia stata ridefinita la palette dei colori originari. Il sistema di pilastri e travi è evidenziato da un intonaco grigio omogeneo, le superfici delle pareti sono invece di un colore crema. Le persiane, oggi non più omogenee perché sostituite nel corso del tempo, erano state previste alternativamente bianche e verdi rispetto ai tre piani.
Il piano terra lascia spazio alle attività commerciali e agli androni d’ingresso. I piani superiori, destinati ad abitazioni, si compongono di appartamenti dotati di doppio affaccio, sul mare e verso la città.

Info
  • Progetto: 1953 - 1953
  • Esecuzione: 1953 - 1958
  • Tipologia Specifica: Abitazioni e attività commerciali
  • Committente: Cooperativa Edilizia Funzionari Ministeri delle FInanze e del Tesoro
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Abitazioni e attività commerciali
  • Destinazione attuale: Abitazioni e attività commerciali
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giuseppe De Cola Progetto strutturale Progetto NO
Giuseppe Samonà Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=53610 SI
Giuseppe Samonà Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: Fondazioni a travi rovesce in cemento armato; Ossatura in cemento armato; Setti in calcestruzzo armato e laterizio
  • Materiale di facciata: Intonaco bianco e grigio;
  • Coperture: Tetto piano praticabile
  • Serramenti: Infissi in legno; tapparelle in legno; parapetti in ferro smaltato;
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Ricostruito una prima volta a seguito dei danni causati dal terremoto del 1783, il nuovo edificio intendeva emulare quello originario, utilizzando adeguate tecniche costruttive antisismiche. Ma, dopo meno di un secolo dalla sua ricostruzione, la nuova Palazzata veniva largamente danneggiata dalla catastrofe del 1908. 
Il bando di concorso del 1930 per la sua ennesima ricostruzione costituì l’approdo di un dibattito avviato all’indomani del terremoto novecentesco. L’ingegnere Giuseppe Borzì, incaricato della redazione del piano regolatore, non aveva previsto -  per motivi di sicurezza -  la riedificazione della Palazzata, ipotizzando però qualche anno più tardi al suo posto una passeggiata pedonale sostenuta da un  porticato, che però non verrà mai realizzata.  
Il bando del concorso poneva ristretti limiti progettuali, al fine di rispettare le normative antisismiche e sanitarie. Il progetto vincitore prevedeva la realizzazione di undici (I-XI) blocchi, di cui la commissione apprezzava “lo spirito di sobria e ritmica monumentalità ed il criterio architettonico generale uniformato ad una felice fusione di modernità di spirito con italianità tradizionale di forme basato sull’alternanza di partiti verticali con partiti orizzontali, molto felicemente trovata per evitare i pericoli di monotonia lungo il fronte”(Marconi, 1931, p.600). 
L’iter progettuale fu lungo e articolato, e gli edifici realizzati corrisponderanno solo in parte ai disegni originali: i lavori  si prolungheranno per decenni, e bisognerà giungere alla fine degli anni cinquanta per il loro completamento.  La prematura scomparsa di Camillo Autore e l’inevitabile interruzione delle attività a causa della seconda guerra mondiale contribuirono a sfaldare il gruppo e a far emergere Giuseppe Samonà quale figura costante e preminente dell’intero progetto. Nel 1936 era stato completato soltanto l’isolato III, sede del Banco di Sicilia, l’unico in cui sarà coinvolto Camillo Autore. Di seguito saranno realizzati gli isolati I e II, a firma di Giuseppe Samonà e Guido Viola, destinati alla sede dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni. I due edifici sono gli unici ad essere collegati da un grande portale, che evoca gli ingressi dal porto alla città che caratterizzavano le precedenti Palazzate. Tra il 1938 e il 1940 si realizzarono il palazzo Littorio (isolato VII) e la sede dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione degli Infortuni sul Lavoro (isolato VIII), così interrompendosi l’unitarietà del fronte a mare  verso il palazzo del Comune, arretrato rispetto al fronte della nuova Cortina. 
Un linguaggio architettonico “moderno” caratterizza i sei edifici a completamento del sistema architettonico, realizzati negli anni cinquanta. Giuseppe Samonà, unico responsabile dei singoli progetti, deroga alle norme del concorso (lo aveva già fatto per il palazzo Littorio e l’INAIL relativamente alle altezze e l’utilizzo del marmo travertino romano in luogo della pietra siciliana), affinando lo studio della struttura, dei materiali, delle superfici e decorazioni. 
ll progetto dell’Albergo Jolly (isolato X), la sede dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Isolato IX) e  i quattro blocchi destinati esclusivamente ad  attività commerciali e residenze private (isolati IV, V, VI e XI) mostrano la capacità del progettista di abbandonare la “sobria e ritmica monumentalità” richiesta dal bando,  sostituendo il linguaggio architettonico con “evidenti riferimenti ai maestri del primo razionalismo europeo e alcuni accenni a certe forme dell’architettura commerciale americana” (A. Cuzzer, 1960, p. 246).  

L’Isolato XI costituisce il terminale del sistema di edifici della Nuova Palazzata di Messina, all’incrocio con il torrente Boccetta. L’edificio, il cui progetto è firmato congiuntamente nel 1953 da Giuseppe Samonà e dall’ingegnere Giuseppe De Cola, sarà portato a termine nel 1958. Esso si compone di quattro elevazioni fuori terra, ed era destinato ad accogliere, per la Cooperativa Edilizia Funzionari Ministeri delle Finanze e del Tesoro, attività commerciali al piano terra e abitazioni ai piani superiori. 
L’edificio mostra caratteri tipologici e compositivi analoghi a quelli degli altri blocchi con le stesse destinazioni d’uso
Il sistema dei pilastri, modulato da un passo regolare, ne caratterizza l’aspetto complessivo.  La scelta di far aggettare tali elementi rispetto alla superficie muraria è un sapiente artificio che esalta la verticalità, limitata dalla modesta altezza degli edifici, e  accentuata anche da un raffinato accorgimento ottico: i pilastri del piano terra che misurano 70 cm si riducono a 30 cm dal primo al terzo piano con un progressivo assottigliamento  verso l’alto (sistema costruttivo utilizzato anche negli isolati IV, V e VI). 
Le travi, arretrate rispetto al filo dei pilastri, segnano invece l’andamento orizzontale e chiudono il telaio strutturale. Il disegno delle bucature, in questo caso, è stato utilizzato per i quattro prospetti. Balconi a petto con persiane scorrevoli sulla muratura occupano due campate, a cui segue una sola campata definita da un balcone aggettante.
Il coronamento è definito da una serie di mensole isolate, corrispondenti ai moduli strutturali, che poi ritrovano unitarietà con un parapetto continuo.
Il trattamento delle superfici e l’utilizzo dei colori riveste anche in questo caso un ruolo fondamentale, malgrado in tempi recenti sia stata ridefinita la palette dei colori originari. Il sistema di pilastri e travi  è evidenziato da un intonaco grigio omogeneo, le superfici delle pareti sono invece di un colore crema.  Le persiane, oggi non più omogenee perché sostituite nel corso del tempo, erano state previste alternativamente bianche e verdi rispetto ai tre piani. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 220
  • Particella: 136

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Marconi Plinio 1931 Il concorso nazionale per il progetto della nuova Palazzata di Messina in "Architettura e arti decorative”, a. X, n. 12 Milano 583-614 Si
Tentori Francesco 1959 Giuseppe Samonà e la Palazzata di Messina in "Casabella Continuità", n. 227 Milano 29-41 Si
Cuzzer Aldo 1960 I grandi concorsi in "La Casa", n. 6 Roma 246-271 Si
Tentori Francesco 1960 Giuseppe Samonà e la Palazzata di Messina in "Casabella Continuità", n. 244 Milano 5 Si
Di Cristina Umberto, Trombino Giuseppe 1993 Samonà Giuseppe in Ruggieri Tricoli Maria Clara (a cura di), Luigi Sarullo. Dizionario degli Artisti Siciliani. 1. Architettura, Edizioni Novecento Palermo 384-385 No
Cardullo Francesco 1999 Giuseppe Samonà e la Palazzata di Messina. Un manuale dell'arte del costruire in "Città e Territorio", n. 3 Messina 5-13 Si
Cardullo Francesco 2004 Giuseppe e Alberto Samonà e la metropoli dello stretto di Messina Officina edizioni Roma 9-72 Si
Palazzolo Gaetano 2010 L’Architettura di Giuseppe Samonà a Messina Grafill Palermo Si
Ajroldi Cesare 2014 La Sicilia i sogni le città. Giuseppe Samonà e la ricerca di architettura Il Poligrafo Padova No
Cardullo Francesco 2019 La Cortina del Porto di Messina di Giuseppe Samonà: gli isolati degli anni Trenta del Novecento in "Archistor Extra", n. 6 Università Mediterranea di Reggio Calabria 110-121 Si
Simone Rita, Jemolo Andrea 2021 Giuseppe Samonà a Messina: un racconto dell'architettura italiana tra linguaggi e riscritture mediterranee in Pujia Laura (a cura di), Rileggere Samonà Re-reading Samonà, Edizioni Roma-Tre Press Roma 126-156 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Giuseppe e Alberto Samonà, IUAV CA 484904 Giuseppe Samonà IUAV Venezia Archivio progetti Elaborati di progetto
Palazzata - Isolato XI (Volume 8/2) Giuseppe Samonà Archivio del Genio Civile di Messina Documenti relativi al progetto

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta piano terra Pianta piano terra Archivio Genio Civile Messina
Pianta piano secondo Pianta piano secondo Archivio Genio Civile Messina
Pianta copertura a terrazzo Pianta copertura a terrazzo Archivio Genio Civile Messina
Prospetto verso il mare Prospetto verso il mare Archivio Genio Civile Messina
Prospetto via Garibaldi Prospetto via Garibaldi Archivio Genio Civile Messina
Fianco e sezione Fianco e sezione Archivio Genio Civile Messina
Prospetto via Garibaldi Prospetto via Garibaldi Francesca Passalacqua
Prospetto Cortina del Porto  Prospetto Cortina del Porto Francesca Passalacqua
Prospetto laterale nord Prospetto laterale nord Francesca Passalacqua
Prospetto Cortina sul porto Prospetto Cortina sul porto Francesca Passalacqua
Prospetto laterale sud Prospetto laterale sud Francesca Passalacqua

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: Direzione generale creatività contemporanea
Titolare della ricerca: Università degli studi di Catania
Responsabile scientifico: Paola Barbera


Scheda redatta da Francesca Passalacqua (Università degli studi di Messina)
creata il 24/02/2024
ultima modifica il 22/01/2025