Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

BANCA D'ITALIA

Scheda Opera

  • Schizzo prospettico
  • Planimetria
  • Pianta secondo sotterraneo
  • Pianta piano terra
  • Pianta primo piano
  • Pianta secondo piano
  • Pianta sesto piano
  • Prospetto sud
  • Prospetti est e ovest
  • Prospetto nord
  • Sezione longitudinale
  • Sezione trasversale
  • Prospetto principale
  • Dettaglio dell'ingresso principale
  • Vista da piazza della Repubblica
  • Dettaglio dei prospetti
  • Vista del murales
  • Vista della corte da via Don Luigi Sturzo
  • Comune: Catania
  • Denominazione: BANCA D'ITALIA
  • Indirizzo: Piazza della Repubblica 49
  • Data: 1964 - 1970
  • Tipologia: Istituti di credito e assicurativi
  • Autori principali: Cesare Blasi, Gabriella Padovano
Descrizione

L’opera è situata nel centro storico di Catania e rientra nel Piano di Risanamento del rione San Berillo (L.R. 25 giugno 1954, n. 13), identificata nella planimetria del piano con il lotto di progetto Z. L’edificio occupa una posizione strategica all’interno del programma urbanistico: insieme agli altri isolati di progetto – solo in parte realizzati – è destinato a definire le quinte urbane della nuova piazza della Repubblica, situata a metà del doppio asse sfalsato.
La Banca d’Italia costituisce in effetti uno degli ultimi edifici realizzati nell’ambito nell’operazione. Il progetto è affidato allo studio milanese di architettura formato da Cesare Blasi, docente presso il Politecnico di Milano, e Gabriella Padovano, noti per il loro lavoro nella progettazione architettonica e urbanistica.
La concezione dell’opera è frutto di un progressivo perfezionamento che ha permesso di raggiungere la sua configurazione definitiva caratterizzata da un equilibrato gioco di volumi. L’introduzione dei pannelli prefabbricati ha senz’altro contribuito a smorzare l’originaria asprezza dovuta alla marcata scomposizione dei volumi, accentuata dall’utilizzo del cemento grezzo. Oltretutto, nel tentativo di soddisfare le richieste della commissione edilizia di conferire maggiore armonia ai prospetti anche nei dettagli, il progetto riesce a raggiungere una maggiore unitarietà, misurandosi con virtuosismo con il tema compositivo della facciata, basato sull’interazione tra pieni e vuoti.
L’edificio presenta una pianta a forma di C, in cui i corpi più alti prospettano su Piazza della Repubblica e su Via Ventimiglia, mentre quello più basso definisce la quinta su Via Don Luigi Sturzo. Le funzioni previste sono molteplici: mentre la parte interrata e i primi due livelli fuori terra vengono destinati alla sede bancaria, i piani superiori ospitano uffici e residenze in parte riservati agli impiegati della filiale. L’articolazione degli spazi, con ingressi separati e più collegamenti verticali dislocati in aree diverse, permette l’indipendenza degli ambienti ottimizzandone la fruizione, secondo un’organizzazione che è resa evidente in facciata.
L’edificio si compone di un corpo basamentale snello definito da una sequenza di pilastri tetrastili, che nell’idea dei progettisti reinterpretano il motivo dei portici sul Corso Sicilia. Alla struttura di base si sovrappongono un primo blocco in aggetto – in cui la fitta sequenza di frangisole definisce finestre incassate dalla forma allungata – e tre ordini di loggiati, inquadrati da pilastrini prefabbricati, che sporgono gradualmente ad ogni livello. L’ultimo piano si arretra e, allineandosi al profilo del basamento, crea il coronamento dell’edificio. Questa composizione definisce la peculiare geometria dell’edificio dal profilo scalettato in cui non si riscontrano marcate differenze tra il prospetto principale e quelli secondari.
L’impatto percettivo di questa architettura è dato dalla serialità dei pannelli prefabbricati in cemento: tale soluzione costruttiva viene scelta dai progettisti anche in virtù di una forza espressiva che, a loro parere, trova eco nelle geometrie della tradizione arabo-normanna siciliana e conferisce all'opera caratteri di modernità e innovazione rispetto alla più convenzionale facciata continua.
Nel 2023 la parte cieca all’angolo tra via Don Luigi Sturzo e via Sada corrispondente al blocco scale – che con la sua finitura in cemento naturale conservava alcuni aspetti del primo progetto brutalista – è stata oggetto di un intervento di street art affidato all’artista romana Chiara Capobianco. Il grande murales intitolato “Banco di vita” mira a fornire un contributo alla riqualificazione del circostante quartiere San Berillo, caratterizzato da fenomeni di degrado urbano e sociale. L’opera reinterpreta con una spiccata policromia simboli e riferimenti alla città di Catania, nell’intento di fornire agli abitanti un messaggio di partecipazione e responsabilità da parte dell’istituzione insediata nel cuore del quartiere.

Info
  • Progetto: 1964 - 1966
  • Esecuzione: 1967 - 1970
  • Committente: Banca d'italia
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: sede bancaria, uffici, residenze
  • Destinazione attuale: sede bancaria, uffici, residenze
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Cesare Blasi Progetto architettonico Progetto SI
Gaetano Borghi Progetto Impianti Progetto NO
Giorgio Macchi Progetto strutturale Progetto NO
Fortunato Motta Direzione lavori Esecuzione NO
Gabriella Padovano Progetto architettonico Progetto SI
Gianluca Papini Progetto strutturale Progetto NO
- SOGENE Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: Scheletro indipendente in calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: Parte basamentale: travi e pilastri in calcestruzzo a facciavista, rivestiti parzialmente in granito bianco; livelli superiori: pannelli prefabbricati in cemento e graniglia, pilastrini prefabbricati
  • Coperture: Tetto piano praticabile
  • Serramenti: Infissi in legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Discreto
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La Banca d’Italia costituisce in effetti uno degli ultimi edifici realizzati nell’ambito nell’operazione. Il progetto è affidato allo studio milanese di architettura formato da Cesare Blasi, docente presso il Politecnico di Milano, e Gabriella Padovano, noti per il loro lavoro nella progettazione architettonica e urbanistica. 
La concezione dell’opera è frutto di un progressivo perfezionamento che ha permesso di raggiungere la sua configurazione definitiva caratterizzata da un equilibrato gioco di volumi. L’introduzione dei pannelli prefabbricati ha senz’altro contribuito a smorzare l’originaria asprezza dovuta alla marcata scomposizione dei volumi, accentuata dall’utilizzo del cemento grezzo. Oltretutto, nel tentativo di soddisfare le richieste della commissione edilizia di conferire maggiore armonia ai prospetti anche nei dettagli, il progetto riesce a raggiungere una maggiore unitarietà, misurandosi con virtuosismo con il tema compositivo della facciata, basato sull’interazione tra pieni e vuoti.
L’edificio presenta una pianta a forma di C, in cui i corpi più alti prospettano su Piazza della Repubblica e su Via Ventimiglia, mentre quello più basso definisce la quinta su Via Don Luigi Sturzo. Le funzioni previste sono molteplici: mentre la parte interrata e i primi due livelli fuori terra vengono destinati alla sede bancaria, i piani superiori ospitano uffici e residenze in parte riservati agli impiegati della filiale. L’articolazione degli spazi, con ingressi separati e più collegamenti verticali dislocati in aree diverse, permette l’indipendenza degli ambienti ottimizzandone la fruizione, secondo un’organizzazione che è resa evidente in facciata.
L’edificio si compone di un corpo basamentale snello definito da una sequenza di pilastri tetrastili, che nell’idea dei progettisti reinterpretano il motivo dei portici sul Corso Sicilia. Alla struttura di base si sovrappongono un primo blocco in aggetto – in cui la fitta sequenza di frangisole definisce finestre incassate dalla forma allungata – e tre ordini di loggiati, inquadrati da pilastrini prefabbricati, che sporgono gradualmente ad ogni livello. L’ultimo piano si arretra e, allineandosi al profilo del basamento, crea il coronamento dell’edificio. Questa composizione definisce la peculiare geometria dell’edificio dal profilo scalettato in cui non si riscontrano marcate differenze tra il prospetto principale e quelli secondari. 
L’impatto percettivo di questa architettura è dato dalla serialità dei pannelli prefabbricati in cemento: tale soluzione costruttiva viene scelta dai progettisti anche in virtù di una forza espressiva che, a loro parere, trova eco nelle geometrie della tradizione arabo-normanna siciliana e conferisce all'opera caratteri di modernità e innovazione rispetto alla più convenzionale facciata continua. 
Nel 2023 la parte cieca all’angolo tra via Don Luigi Sturzo e via Sada corrispondente al blocco scale – che con la sua finitura in cemento naturale conservava alcuni aspetti del primo progetto brutalista – è stata oggetto di un intervento di street art affidato all’artista romana Chiara Capobianco. Il grande murales intitolato “Banco di vita” mira a fornire un contributo alla riqualificazione del circostante quartiere San Berillo, caratterizzato da fenomeni di degrado urbano e sociale. L’opera reinterpreta con una spiccata policromia simboli e riferimenti alla città di Catania, nell’intento di fornire agli abitanti un messaggio di partecipazione e responsabilità  da parte dell’istituzione insediata nel cuore del quartiere. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 69
  • Particella: 7362
Opere D'Arte:
Codice ICCd Ubicazione Tipologia Soggetto Autore Materia Tecnica Stato di Conservazione Restauri
Angolo prospetto sud-ovest Interventi artistici sui cementi armati Figure e forme stilizzate Chiara Capobianco Acrilico Ottimo


Note

L’edificio si inserisce nel piano di Risanamento di San Berillo, un’operazione di notevole portata che a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta comportò lo sventramento di un’estesa posizione dello storico quartiere di San Berillo. La necessità di riqualificare questa fragile porzione urbana ha radici nella pianificazione ottocentesca accompagnandosi all’idea, maturata nel corso dei decenni, di sfruttare la sua collocazione baricentrica per tracciare un collegamento tra le zone più dinamiche del centro storico e la stazione ferroviaria. Dopo una vicenda non priva di contraddizioni, l’operazione, supportata dalla creazione dell’Istica (Istituto Immobiliare di Catania), fu approvata dall’amministrazione comunale nel 1951 e vide ulteriore concretizzazione con l’inserimento nel nuovo Piano Regolatore redatto da Luigi Piccinato e con l’emanazione di una speciale legge regionale (L.R. 25 giugno 1954, n. 13). L’intervento vide inoltre il coinvolgimento di importanti figure come Luigi Moretti, Alvar Alto e Pier Luigi Nervi, chiamati a sovrintendere e a definire i criteri di massima per la sua realizzazione. In parallelo, fu predisposto il progetto per il reinsediamento degli abitanti originari, affidato all’Istberillo. L’asse destinato ad ospitare il nuovo centro direzionale fu organizzato in grandi isolati a blocchi, identificati nella planimetria con delle lettere, con uno sviluppo su un doppio tratto sfalsato con una piazza centrale. Mentre per il primo segmento su Corso Sicilia fu realizzato a partire dal 1957, il secondo lungo corso Martiri della Libertà è rimasto incompiuto, lasciando ancora riconoscibile la ferita del vuoto urbano.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Nunziata Massimo 1971 La Banca d'Italia di Catania in “L’Architettura. Cronache e storia”, n. 190 216-225 Si
Bonelli Franco, Nunziata Massimo, Manusardi Paolo, Tanasi Francesco 1983 I cento edifici della Banca d'Italia Electa Milano No
Padrenostro Salvatore 2006 San Berillo e il “vuoto” dopo il moderno. Dal Piano dell’Istica al progetto per il waterfront di Catania in “Paesaggio urbano”, n. 4 26-37 No
Oddo Maurizio 2007 Architettura contemporanea in Sicilia Corrao Trapani 149 No
Atripaldi Annamaria, Costa Maria Edorardo (a cura di) 2008 Catania. Architettura, città, paesaggio Mancosu Roma 180-193 No
Messina Clelia 2015 Il rinnovamento di Catania (1920-1970). Vicende ed intrecci di una città contesa Università degli Studi di Palermo, Tesi di Dottorato 217 No
Padrenostro Salvatore 2019 Catania e i suoi costruttori 1861-1961: cent’anni di edilizia per fare una grande città ANCE Catania 442 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Progetto di costruzione della Banca d'Italia, filiale di Catania (1965 – Fasc. 89 1° CTG). Fondo Ufficio Tecnico del Comune di Catania Cesare Blasi, Gabriella Padovano Archivio Storico Comunale di Catania Corpus di documenti ed elaborati relativi al progetto

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Schizzo prospettico Schizzo prospettico Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Planimetria Planimetria Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Pianta secondo sotterraneo Pianta secondo sotterraneo Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Pianta piano terra Pianta piano terra Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Pianta primo piano Pianta primo piano Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Pianta secondo piano Pianta secondo piano Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Pianta sesto piano Pianta sesto piano Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Prospetto sud Prospetto sud Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Prospetti est e ovest Prospetti est e ovest Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Prospetto nord Prospetto nord Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Sezione longitudinale Sezione longitudinale Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Sezione trasversale Sezione trasversale Fondo Ufficio Tecnico. Archivio Storico Comunale di Catania
Prospetto principale Prospetto principale Deborah Sanzaro – 2024
Dettaglio dell'ingresso principale Dettaglio dell'ingresso principale Deborah Sanzaro – 2024
Vista da piazza della Repubblica Vista da piazza della Repubblica Deborah Sanzaro – 2024
Dettaglio dei prospetti Dettaglio dei prospetti Deborah Sanzaro – 2024
Vista del murales Vista del murales "Banco di vita" Deborah Sanzaro – 2024
Vista della corte da via Don Luigi Sturzo Vista della corte da via Don Luigi Sturzo Deborah Sanzaro – 2024

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Banca d'italia - La Banca d'Italia colora Catania Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: Direzione generale creatività contemporanea
Titolare della ricerca: Università degli studi di Catania
Responsabile scientifico:


Scheda redatta da Deborah Sanzaro (Università degli studi di Catania)
creata il 19/05/2024
ultima modifica il 22/01/2025