Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

MEMORIALE SAN MARTINO

Scheda Opera

  • Veduta del Memoriale da nord-est
  • Veduta del Memoriale dalla strada SR 251
  • Veduta del Memoriale dal pendio a sud
  • Veduta del Memoriale dal pendio a ovest
  • Esterno del portico d'ingresso
  • Interno del portico d'ingresso
  • La controfacciata dell'aula interna
  • L'aula interna da ovest verso est
  • La parete vetrata a nord-est
  • L'aula interna da est verso ovest
  • La parete traforata a sud-ovest
  • Dettaglio dei nomi delle vittime intagliati nell'acciaio Corten
  • Dettaglio dei nomi delle vittime intagliati nell'acciaio Corten
  • Veduta dal basso dell'area del presbiterio
  • Il basamento del Memoriale con i plinti in cemento armato
  • Resti di edifici e simboli inseriti spontaneamente a ricordo delle vittime del 1963
  • Comune: Erto e Casso
  • Località: Erto, SR251
  • Denominazione: MEMORIALE SAN MARTINO
  • Indirizzo:
  • Data: 2010 - 2020
  • Tipologia: Monumenti
  • Autori principali: Carla Sacchi
Descrizione

Il Memoriale San Martino è stato progettato dall'architetto Carla Sacchi tra il 2010, anno di attribuzione dell'incarico da parte della Parrocchia di San Bartolomeo di Erto e il 2014, sul sito dell'omonima chiesa, fondata probabilmente nel XV secolo, ma documentata soprattutto nel Seicento, travolta dalla devastante piena del Vajont il 9 ottobre 1963. A seguito del risarcimento ottenuto dall'Enel, società ritenuta responsabile del tragico evento, si forma, nel 2008, un comitato cittadino rappresentativo di due linee di pensiero: ricostruire il piccolo edificio "dov'era, com'era" rispristinandone forme e materiali, oppure realizzare sul sedime dello stesso una struttura che rievocasse tanto l'immagine della chiesa e il ruolo che aveva avuto per la comunità di Erto, quanto la memoria dell'incancellabile ferita subita dal paese e dai suoi abitanti. La scelta cade su questa seconda ipotesi portando all’elaborazione di un nuovo progetto, ma nel rispetto delle preesistenze superstiti. I lavori di costruzione, iniziati nel 2018, si sono conclusi con l’inaugurazione dell’opera il 19 settembre 2020.
La chiesa originale, situata su un'area in pendio ai bordi della strada che da Erto conduce a Cimolais, presentava un impianto semplice, composto da un portico aperto tra tre archi a tutto sesto, uno frontale e due laterali, e da un'aula quadrangolare connessa a un presbiterio rettangolare; la copertura, a spioventi, era sormontata da una piccola struttura di supporto della storica campana (XVI secolo) e coperta da lastre di pietra locale, utilizzate anche per la pavimentazione interna.
L'onda d'acqua del 1963 aveva risparmiato alcuni tratti della base e delle strutture verticali dell'edificio, i primi ad essere interessati dal progetto di Sacchi che consta di tre azioni: la conservazione delle memorie fisiche superstiti, la loro protezione mediante un nuovo involucro indipendente e reversibile, e il ripristino delle fisionomie generali e dell’ingombro della costruzione. La decisione di utilizzare, per raggiungere quest’ultimo obiettivo, l’acciaio Corten – coniugandolo con la grande superficie vetrata sul lato nord-est che svela, a chi scende lungo la strada adiacente, lo spazio interno – appare opportuno per due motivi: sebbene vengano replicati testualmente l’atrio e la navata dell’antica chiesa, le lastre di rivestimento e le putrelle, imbullonate a plinti di cemento armato a vista, che sollevano il Memoriale rispetto al pendio, lo proiettano nella contemporaneità; inoltre, il colore caldo e cangiante delle superfici metalliche, che si distanzia radicalmente da quello della pietra e dell’intonaco primigeni, si integra perfettamente con le tonalità delle rocce e dei boschi che fanno da cornice all’opera.
All’interno, la superficie dell’originale pavimento in pietra, resa viva da alcune erbe spontanee che crescono liberamente, essendo l’involucro di protezione parzialmente aperto sul lato nord-est, dialoga con gli elementi moderni, infondendo al luogo un nuovo senso di spiritualità, rimarcato dalla parete traforata a sud-ovest che fissa la memoria dei nomi delle persone di Erto e Casso che hanno perso la vita nel luttuoso evento del 1963. Il ricordo è amplificato anche dai frammenti di altri edifici distrutti dalla piena nell’area circostante e soprattutto dai simboli (lapidi, croci, fiori, ecc.) inseriti spontaneamente dai congiunti delle vittime.
Per completare il pregevole intervento, che si colloca all'interno del Parco Regionale delle Dolomiti Friulane, sarebbe auspicabile che venisse realizzata, così come previsto e richiesto dai residenti, una piccola area di parcheggio che consentisse di accedere più facilmente al Memoriale.

Info
  • Progetto: 2010 - 2014
  • Esecuzione: 2018 - 2020
  • Committente: Parrocchia di San Bartolomeo, Erto
  • Proprietà: Proprietà Ente religioso
  • Destinazione originaria: edificio per il culto
  • Destinazione attuale: Memoriale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Carla Sacchi Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: Plinti di sostegno in cemento armato; struttura composta da putrelle e travi in acciaio; rivestimento in lastre di acciaio Corten e vetro
  • Materiale di facciata: Acciaio Corten
  • Coperture: Struttura in acciaio rivestita di lastre di acciaio Corten
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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La chiesa originale, situata su un'area in pendio ai bordi della strada che da Erto conduce a Cimolais, presentava un impianto semplice, composto da un portico aperto tra tre archi a tutto sesto, uno frontale e due laterali, e da un'aula quadrangolare connessa a un presbiterio rettangolare; la copertura, a spioventi, era sormontata da una piccola struttura di supporto della storica campana (XVI secolo) e coperta da lastre di pietra locale, utilizzate anche per la pavimentazione interna. 
L'onda d'acqua del 1963 aveva risparmiato alcuni tratti della base e delle strutture verticali dell'edificio, i primi ad essere interessati dal progetto di Sacchi che consta di tre azioni: la conservazione delle memorie fisiche superstiti, la loro protezione mediante un nuovo involucro indipendente e reversibile, e il ripristino delle fisionomie generali e dell’ingombro della costruzione. La decisione di utilizzare, per raggiungere quest’ultimo obiettivo, l’acciaio Corten – coniugandolo con la grande superficie vetrata sul lato nord-est che svela, a chi scende lungo la strada adiacente, lo spazio interno – appare opportuno per due motivi: sebbene vengano replicati testualmente l’atrio e la navata dell’antica chiesa, le lastre di rivestimento e le putrelle, imbullonate a plinti di cemento armato a vista, che sollevano il Memoriale rispetto al pendio, lo proiettano nella contemporaneità; inoltre, il colore caldo e cangiante delle superfici metalliche, che si distanzia radicalmente da quello della pietra e dell’intonaco primigeni, si integra perfettamente con le tonalità delle rocce e dei boschi che fanno da cornice all’opera. 
All’interno, la superficie dell’originale pavimento in pietra, resa viva da alcune erbe spontanee che crescono liberamente, essendo l’involucro di protezione parzialmente aperto sul lato nord-est, dialoga con gli elementi moderni, infondendo al luogo un nuovo senso di spiritualità, rimarcato dalla parete traforata a sud-ovest che fissa la memoria dei nomi delle persone di Erto e Casso che hanno perso la vita nel luttuoso evento del 1963. Il ricordo è amplificato anche dai frammenti di altri edifici distrutti dalla piena nell’area circostante e soprattutto dai simboli (lapidi, croci, fiori, ecc.) inseriti spontaneamente dai congiunti delle vittime. 
Per completare il pregevole intervento, che si colloca all'interno del Parco Regionale delle Dolomiti Friulane, sarebbe auspicabile che venisse realizzata, così come previsto e richiesto dai residenti, una piccola area di parcheggio che consentisse di accedere più facilmente al Memoriale.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Carla Sacchi, Erto Carla Sacchi archivio privato

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Veduta del Memoriale da nord-est Veduta del Memoriale da nord-est Mauro Pierconti, 2024
Veduta del Memoriale dalla strada SR 251 Veduta del Memoriale dalla strada SR 251 Mauro Pierconti, 2024
Veduta del Memoriale dal pendio a sud Veduta del Memoriale dal pendio a sud Orietta Lanzarini, 2024
Veduta del Memoriale dal pendio a ovest Veduta del Memoriale dal pendio a ovest Orietta Lanzarini, 2024
Esterno del portico d'ingresso Esterno del portico d'ingresso Orietta Lanzarini, 2024
Interno del portico d'ingresso Interno del portico d'ingresso Mauro Pierconti, 2024
La controfacciata dell'aula interna La controfacciata dell'aula interna Orietta Lanzarini, 2024
L'aula interna da ovest verso est L'aula interna da ovest verso est Mauro Pierconti, 2024
La parete vetrata a nord-est La parete vetrata a nord-est Orietta Lanzarini, 2024
L'aula interna da est verso ovest L'aula interna da est verso ovest Mauro Pierconti, 2024
La parete traforata a sud-ovest La parete traforata a sud-ovest Orietta Lanzarini, 2024
Dettaglio dei nomi delle vittime intagliati nell'acciaio Corten Dettaglio dei nomi delle vittime intagliati nell'acciaio Corten Mauro Pierconti, 2024
Dettaglio dei nomi delle vittime intagliati nell'acciaio Corten Dettaglio dei nomi delle vittime intagliati nell'acciaio Corten Orietta Lanzarini, 2024
Veduta dal basso dell'area del presbiterio Veduta dal basso dell'area del presbiterio Orietta Lanzarini, 2024
Il basamento del Memoriale con i plinti in cemento armato Il basamento del Memoriale con i plinti in cemento armato Mauro Pierconti, 2024
Resti di edifici e simboli inseriti spontaneamente a ricordo delle vittime del 1963 Resti di edifici e simboli inseriti spontaneamente a ricordo delle vittime del 1963 Mauro Pierconti, 2024

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: Direzione generale Creatività Contemporanea
Titolare della ricerca: Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale. Università degli Studi di Udine
Responsabile scientifico: Orietta Lanzarini, Vittorio Foramitti, Matteo Iannello


Scheda redatta da Orietta Lanzarini
creata il 23/09/2024
ultima modifica il 20/01/2025